Quali studi avete fatto e quale lavoro svolgete?

ogni persona nata in un decennio dirà che quello è l'ultimo decennio in cui sono nati quelli che si fanno il sedereHIHIHI

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Ci sono 65500 licenze di negozi di parrucchieri in Italia (dato 2014).
Nel solo ambito di saloni si impiegano più di 80.000 addetti ufficialmente impiegati, più un fottigliardo di apprendisti che ruotano spesso di 6 mesi in 6 mesi per 1-2 anni.

Dire "ci sono poche parrucchiere" è leggermente fuorviante.
Siamo il paese che pro capite ne ha di più al mondo, dopo di noi c'è staccata (di tanto) Spagna e Francia, Germania ancora più indietro, con dinamiche di mercato (e redditività dei servizi in salone) diversissime; anche all'interno del territorio italiano.


Inoltre non si può prendere un lavoro puramente d'intelletto (e per di più non legato ad una domanda diretta), dove la capacità di analisi deriva a volte semplicemente da un software, senza qualcuno che sappia INTERPRETARE i dati (per non parlare di dirigenze medie Italiane che dei dati gli interessa al limite il fatturato), e paragonarlo ad un lavoro fatto di manualità e inventiva, nonché di prodotti che se buoni, costano, e sì, in parte anche di lavoro dipendente (negozi piccoli hanno 2 persone, dove difficilmente sono entrambi soci... di solito c'è 1 titolare e 1 dipendente).
Se non sei buono di fare un colore o anche banalmente una piega, che è la vetrina del tuo salone, non hai clienti e non hai soldi per arrivare a fine mese.

E' tra le categorie che fanno meno nero in assoluto e non naviga certo nell'oro.


Cercate un altro esempio, cortesemente



ps. forse s'è capito, non distribuisco pornografia ungherese; ma ho studiato (tanto), sono acculturato, lo dimostro in ogni colloquio, mi sono fatto il culo da stagista, il culo da co.co.pro, infine continuo a farmi il culo anche da tempo indeterminato.
Sono in una multinazionale americana con tutto ciò che ne consegue (ritmi, pressione, numeri, EBTDA, profittoprofittoprofitto), ho uno stipendio mediamente più alto di chi ha la mia esperienza lavorativa e la mia età.
Ho avuto anche un po' di fortuna, perché non guasta mai, ma se non mi fossi fatto il culo sempre, non ci sarebbe stata fortuna che tenesse: la mia azienda in questo momento si sta ringiovanendo ed è piena di gente che ha fatto stage con umiltà e intraprendenza, richiamata anche dopo 1-2 anni.
Lavoro spesso di domenica (domani ad esempio) e non mi lamento, capita di mandare qualche mail di sabato e non mi lamento, ce l'ho scritto sul contratto di lavoro e per ora lo ritengo commisurato al mio stipendo, ai pochi benefit che ho e a un lavoro che tuttosommato è coerente coi miei studi e mi piace.

Ma la prima regola è farsi il culo e vi assicuro che la mia generazione (1985) è l'ultima che l'ha capito in modo sistematico, parlo con gente che ha 4-5 anni in meno di me e sento "pretendere", "esigere" delle cose, che mi fan pensare che questo paese non ha futuro ANCHE per colpa dei giovani.

uno che ha studiato economia, se volesse fare soldi, distribuirebbe porno:TTTT

per il resto concordo, soprattutto che se uno si fa il mazzo, al 90% un colpo di fortuna gli arriva.
non concordo con l'ultima l'ultima parte, gente che vuole o non vuole farsi il mazzo c'è da sempre

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Sono un iper-formato e lamentarsi non serve a nulla. Nemmeno discuterne serve. Solo agire forse può portare al cambiamento :D

Detto questo sono affascinato dal gioco di magia che ci deve essere in italia:
  • le aziende si lamentano che non trovano le professionalità iper-formate
  • gli iper-formati si lamentano che non trovano le aziende che li vogliono.

cosa intendi per iper-formati?
non credo che abbiano fatto gavetta agli ipermercatiHIHIHI

cmq è vero, a volte sembra che le aziende cerchino personale che dice di non trovare aziende che li vogliono:MONKEY
 
Nel campo della finanza ho trovato italiani capaci e meno capaci che lavoravano a Londra, Lussemburgo, Svizzera, Malta. Gli stipendi penso siano buoni per tutti quanti, diciamo oltre i 3000-4000 euro netti al mese.

Poi ci sono gli italiani che lavorano in Italia, e penso prendano mediamente molto meno e ho potuto verificare che lavorano molto peggio. Il nesso è chiarissimo secondo me.
 
Quella che: "la mia è l'ultima generazione che si è fatta il mazzo, e che ha certi valori" l'ho già sentita. Mi pare che l'abbiano detta tra gli altri: Catone il Censore, Boccaccio, Platone (più o meno).
Anche gli accusatori di Socrate, che per questa ragione l'hanno condannato a morte, considerandolo concausa della degenerazione dei giovani ateniesi.

@pierr: se a Londra il gelataio guadagna il doppio dei suoi colleghi italiani, e di conseguenza i suoi dipendenti, è ovvio che accada lo stesso per gli economisti.

Anche i colleghi di chi ha formato un Pollini (il suo maestro si chiamava Vidusso) o un Abbado, in Inghilterra guadagnano di più. Ma lavorano meglio di un Vidusso, anche se guadagnano di più? A guardare le performance del sistema inglese, e di quello italiano, almeno fino al 1999, direi che quello italiano ha lavorato meglio. Dopo la riforma del sistema A.F.A.M. che risale proprio al 1999 non so quanto il sistema si stia conservando bene...
Però guardare solo lo stipendio come indicatore della qualità del lavoratore, non lo trovo saggio. Anche l'ultimo idiota di un ospedale americano guadagna probabilmente di più di del più brillante neurochirurgo italiano che lavora nel sistema pubblico.
 
uno che ha studiato economia, se volesse fare soldi, distribuirebbe porno:TTTT

per il resto concordo, soprattutto che se uno si fa il mazzo, al 90% un colpo di fortuna gli arriva.
non concordo con l'ultima l'ultima parte, gente che vuole o non vuole farsi il mazzo c'è da sempre

Eh te l'ho detto concordo anche io :TTTT


Quanto alla mia ultima frase, ho scritto "l'ha capito sistematicamente"

Non significa che NESSUNO delle generazioni di 24enni attuali l'ha capito, ma stando alle chiacchiere che faccio, lo hanno capito in molto pochi.

Il mio primo stage, per 3 mesi ho preso 500€ al mese, il mio secondo stage ho preso 300€ ai primi 2 mesi, poi grazie ad una legge regionale che stabilì un minimo per stage formativi e curriculari, son diventati 450 per i successivi 5 mesi.

Non ho mai fiatato, mi sono fatto il culo, insieme al mio capo e ad altra gente lì da anni, ero tra gli ultimi a uscire dagli uffici, non ho mai lasciato un lavoro in sospeso, ho sempre rispettato tutte le consegne e in caso di imprevisti sempre avvisato e sempre trovato soluzioni.
Nella mia azienda, ex stagisti che hanno lavorato come me, o sono stati assunti da noi, o i loro cv sono stati segnalati altrove e lavorano tutti ora.

Oggi sento spesso ragazzi di 24-25 anni che rifiutano "lavori" (spesso stage formativi - cmq attività che all'azienda servono per capire se sei affidabile o no, non solo a te a formarti) perché "non mi pagano neanche, mi abbassano solo il costo del masteV"

Li sento perché sono io che gli faccio i colloqui.
Alcuni stagisti/stagiste che ho avuto, gli ho sentito fare dei discorsi allucinanti...

Parlo di generazione 92-95, dai 7 ai 10 anni in meno di me.

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Sono d'accordo con te tranne sulla distribuzione di chi è disposto a farsi il culo.
Mi capita di pensarla come te (ma spostando la data verso il 1970 :cool:))) e alla fine sono giunto alla conclusione che alla fine siano pochi in generale in qualsiasi generazione.

Probabile eh... però le ultime generazioni mi lasciano davvero perplesse.

Per carità la disillusione in questo momento ha il suo ruolo, ma di lavoro ce n'è, ce ne sarà sempre in un qualche modo... forse passa poco il concetto di compromesso e di "formazione".
 

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Eh te l'ho detto concordo anche io :TTTT


Quanto alla mia ultima frase, ho scritto "l'ha capito sistematicamente"

Non significa che NESSUNO delle generazioni di 24enni attuali l'ha capito, ma stando alle chiacchiere che faccio, lo hanno capito in molto pochi.

Il mio primo stage, per 3 mesi ho preso 500€ al mese, il mio secondo stage ho preso 300€ ai primi 2 mesi, poi grazie ad una legge regionale che stabilì un minimo per stage formativi e curriculari, son diventati 450 per i successivi 5 mesi.

Non ho mai fiatato, mi sono fatto il culo, insieme al mio capo e ad altra gente lì da anni, ero tra gli ultimi a uscire dagli uffici, non ho mai lasciato un lavoro in sospeso, ho sempre rispettato tutte le consegne e in caso di imprevisti sempre avvisato e sempre trovato soluzioni.
Nella mia azienda, ex stagisti che hanno lavorato come me, o sono stati assunti da noi, o i loro cv sono stati segnalati altrove e lavorano tutti ora.

Oggi sento spesso ragazzi di 24-25 anni che rifiutano "lavori" (spesso stage formativi - cmq attività che all'azienda servono per capire se sei affidabile o no, non solo a te a formarti) perché "non mi pagano neanche, mi abbassano solo il costo del masteV"

Li sento perché sono io che gli faccio i colloqui.
Alcuni stagisti/stagiste che ho avuto, gli ho sentito fare dei discorsi allucinanti...

Parlo di generazione 92-95, dai 7 ai 10 anni in meno di me.

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Probabile eh... però le ultime generazioni mi lasciano davvero perplesse.

Per carità la disillusione in questo momento ha il suo ruolo, ma di lavoro ce n'è, ce ne sarà sempre in un qualche modo... forse passa poco il concetto di compromesso e di "formazione".
Adesso che conduci tu i colloqui ascolti tutti i candidati, e ti sei fatto una certa idea. Quando i colloqui li facevi dall'altra parte del tavolo conoscevi per lo più te stesso, e non avevi, per forza di cose, una visione complessiva di tutti i candidati.
Io credo che la percentuale di gente con voglia di lavorare sia sempre la stessa. Ma i giovani oggi sono meno di 10 o 20 anni fa, per ragioni demografiche, quindi anche se la percentuale è la stessa, è possibile che il numero assoluto sia più basso.
Ma comunque l'accusa alle generazioni più giovani è talmente ricorrente nella storia, che penso sia una condizione naturale dell'essere umano.

Anche a me fa orrore la pigrizia delle mie classi (con singoli casi invece di persone impegnate), che hanno appena una decina d'anni meno di me. Ma se ripenso alla mia classe di studente, non è che nel complesso fosse molto diversa. Chi faceva sempre i compiti, chi si preparava per la lezione, chi ascoltava il prof se dava una consegna, era una minoranza della classe. 10 anni fa come oggi.
 
Il mio riferimento di quando ero io dall'altra parte del muro non ero SOLO io:
erano amici, parenti, colleghi, stagisti che più o meno avevano il mio stesso atteggiamento.
 
Anche i miei amici si sono sempre impegnati nel loro lavoro e nel loro studio (a parte uno, ma comunque si è sempre dato da fare, facendo anche lavori semplici).

Eppure tu facendo colloqui a gente della mia età, hai una percezione diversa.

Probabilmente ci circondiamo di persone che in qualche modo ci assomigliano. Magari non con gli stessi interessi, ma che come noi si impegnano nella loro attività.
 
I miei amici hanno la mia età (35 +/- 5)
Le persone a cui faccio i colloqui sono in quella fascia di età che dicevo prima (dai 24 ai 27 anni)
 
un punto interessante è: in Italia oggi si studia, ma alla fine il lavoro (se si trova) è coerente con quello per cui ci si sarebbe formati?
Dico questo perchè conosco personalmente amici laureati in ingegneria che fanno i camerieri o gli aiuto cuochi, amici del marketing che per trovare un lavoro nel loro campo sono dovuti emigrare a Londra perchè qui gli offrivano di fare il volantinaggio, miei compagni di università che dopo la laurea in legge fanno i commessi ecc ecc. E lo dico col massimo rispetto dei camerieri e dei commessi, ma per fare quel lavoro certo non sarebbe servito sputare sangue sui libri e pagare fior fior di rette universitarie per 5 anni.
 
un punto interessante è: in Italia oggi si studia, ma alla fine il lavoro (se si trova) è coerente con quello per cui ci si sarebbe formati?
Dico questo perchè conosco personalmente amici laureati in ingegneria che fanno i camerieri o gli aiuto cuochi, amici del marketing che per trovare un lavoro nel loro campo sono dovuti emigrare a Londra perchè qui gli offrivano di fare il volantinaggio, miei compagni di università che dopo la laurea in legge fanno i commessi ecc ecc. E lo dico col massimo rispetto dei camerieri e dei commessi, ma per fare quel lavoro certo non sarebbe servito sputare sangue sui libri e pagare fior fior di rette universitarie per 5 anni.

ingegneri che fanno i camerieri non l'ho mai sentita, e mi sembra strano, sempre che non preferiscano la paga del cameriere alla ricompensa per fare uno stage...
per gli altri studi, essendo campi oramai oberati non vedo strano che si inventino in altri lavori, poi tra un laureato in economia e uno in lettere, chi metteresti alla cassa?:MONKEYHIHIHI

per le lauree triennali (parlo di materie molto utili al mondo del lavoro odierno, non lingue, lettere...) vorrei poi capire che competenze diano per differenziarsi dai diplomati, sia come competenze sia come appetibilità di assunzione
ad esempio un ing. junior fresco di laurea vs un perito di 23-24 anni che a 19 anni ha iniziato a lavorare in azienda disegnando e magari progettando macchinari
 
ingegneri che fanno i camerieri non l'ho mai sentita, e mi sembra strano, sempre che non preferiscano la paga del cameriere alla ricompensa per fare uno stage...
per gli altri studi, essendo campi oramai oberati non vedo strano che si inventino in altri lavori, poi tra un laureato in economia e uno in lettere, chi metteresti alla cassa?:MONKEYHIHIHI

per le lauree triennali (parlo di materie molto utili al mondo del lavoro odierno, non lingue, lettere...) vorrei poi capire che competenze diano per differenziarsi dai diplomati, sia come competenze sia come appetibilità di assunzione
ad esempio un ing. junior fresco di laurea vs un perito di 23-24 anni che a 19 anni ha iniziato a lavorare in azienda disegnando e magari progettando macchinari

Qui mi inserisco, ed effettivamente hai ragione da vendere. La laurea breve, per quanto riguarda ingegneria e per come l'ho vista e vissuta, l'ho trovata una vaccata incredibile dal momento che alla fine si riduce ad un liceo 2.0. Tant'è che anche io mi sono trovato agevolmente a fare 1 mese di supplenza di matematica ad un liceo piuttosto che apprendistato in uno studio. Cosa per cui anche ora ormai prossimo alla laurea magistrale nutro un po' di sana ansia avendo fatto poche assai cose "pratiche" in 5 anni di studi. Non è nemmeno previsto un tirocinio obbligatorio nella mia sede...
 
Ultima modifica:
ingegneri che fanno i camerieri non l'ho mai sentita, e mi sembra strano, sempre che non preferiscano la paga del cameriere alla ricompensa per fare uno stage...
per gli altri studi, essendo campi oramai oberati non vedo strano che si inventino in altri lavori, poi tra un laureato in economia e uno in lettere, chi metteresti alla cassa?:MONKEYHIHIHI

per le lauree triennali (parlo di materie molto utili al mondo del lavoro odierno, non lingue, lettere...) vorrei poi capire che competenze diano per differenziarsi dai diplomati, sia come competenze sia come appetibilità di assunzione
ad esempio un ing. junior fresco di laurea vs un perito di 23-24 anni che a 19 anni ha iniziato a lavorare in azienda disegnando e magari progettando macchinari

eppure è così, sarà un caso sporadico ma lo conosco personalmente. Ha svolto per 1 anno dopo la laurea un lavoro da ingegnere poi la ditta è fallita e non ha trovato altro. Certo, gli piace ed è portato per la cucina, indubbiamente, ma fa una certa impressione.
Mi sono sempre chiesto, comunque, perchè in Italia certi lavori non esistono o quasi, mentre se vai all'estero trovi e ti assumono.
 
Qui mi inserisco, ed effettivamente hai ragione da vendere. La laurea breve, per quanto riguarda ingegneria e per come l'ho vista e vissuta, l'ho trovata una vaccata incredibile dal momento che alla fine si riduce ad un liceo 2.0. Tant'è che anche io mi sono trovato agevolmente a fare 1 mese di supplenza di matematica ad un liceo piuttosto che apprendistato in uno studio. Cosa per cui anche ora ormai prossimo alla laurea magistrale nutro un po' di sana ansia avendo fatto poche assai cose "pratiche" in 5 anni di studi. Non è nemmeno previsto un tirocinio obbligatorio nella mia sede...

una volta c'erano dei bei corsi tecnici post diploma (avevano un nome ben preciso che non ricordo purtroppo) in cui studiavi ciò che serviva a darti certe competenze senza tanti fronzoli, poi sostituiti con la triennale che ti da un sacco di nozioni piu o meno utili/assimilabili, si vede che facevano pochi soldi con le retteHIHIHI...il 3+2 una delle riforme scolastiche piu inutili che abbiamo avuto

eppure è così, sarà un caso sporadico ma lo conosco personalmente. Ha svolto per 1 anno dopo la laurea un lavoro da ingegnere poi la ditta è fallita e non ha trovato altro. Certo, gli piace ed è portato per la cucina, indubbiamente, ma fa una certa impressione.
Mi sono sempre chiesto, comunque, perchè in Italia certi lavori non esistono o quasi, mentre se vai all'estero trovi e ti assumono.

che storia strana, cmq essendo un caso singolo, sarebbe da vedere tutta la storia che l'ha portato a fare il cuoco e continuare a fare il cuoco

che lavori si trovano all'estero che qui non troviamo?
Non mi sono mai appassionato all'estero quindi non ho idea.
 
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che storia strana, cmq essendo un caso singolo, sarebbe da vedere tutta la storia che l'ha portato a fare il cuoco e continuare a fare il cuoco

che lavori si trovano all'estero che qui non troviamo?
Non mi sono mai appassionato all'estero quindi non ho idea.
come ho scritto sopra, ho portato l'esempio di due amici laureati nel campo del marketing che in Italia trovavano solo lavori tipo volantinaggio o il famoso porta a porta, mentre a Londra sono stati assunti (dopo un po' di gavetta) in una multinazionale e stanno facendo anche carriera! Ciò che l'Italia disprezza spesso fa la fortuna di altri paesi. Dovremmo riflettere su questo, su quanti giovani non hanno voglia e su quanti non hanno neppure la possibilità di dimostrare se e quanto valgono.
 
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