Ciao Giampa, non vorrei aprire una discussione infinita su questo, però se osservo i soliti personaggi di coppa (sia uomini che donne) io ci vedo delle cose diverse, mi faccio delle domande e tento di trovare delle risposte... poi è ovvio che non ho nessuna velleità o capacità di emulare quella gente lì, lo faccio solo per divertimento e curiosità di esplorare strade diverse
Invece devo dire che il tuo continuo martellamento
D) sulla copertura dell'esterno mi ha fatto capire un'aspetto fondamentale, a prescindere dallo stare bassi o alti al cambio (e dal ritardare la pressione sull'esterno o dargliene subito). Mi sono reso conto che se penso di girare "assieme all'esterno" non vado a coprirlo e finisco in balia della sciancratura. Questo anche a causa di troppa concentrazione sull'interno, come se fosse lui a dover "tirare la curva". Se invece penso di andare dritto "contro l'esterno", quasi come se dovessi andare a scavalcarlo, ecco che finisco per salirci sopra e lui deformandosi mi impedisce di andare dritto e mi butta dall'altra parte.
Un po' come dire: più penso di girare, più finisco con l'andare dritto; più penso di andare dritto e più finisco con il girare :shock:
Penso che alla fine il succo del discorso coincida con le osservazioni di Fausto a Manawa, cioè cercare di andare dritti con la grande massa verso il punto di attacco della curva per cercare la sponda e farsi fiondare dall'altra parte sfruttando bene la deformazione dell'attrezzo.