Sono entrato nell' ultima settimana di vacanza; dopo la scammellata di domenica, almeno lunedí devo dedicarlo al riposo, poi martedí e mercoledí il tempo dovrebbe ancora tenere, giovedí non si sa, mentre per venerdí e sabato danno peggioramento.
Mi restano quindi le ultime cartucce da sparare, probabilmente l' ultima.
E voglio usarla preciso come un cecchino.
Monte Rudo. Il truce guardiano delle Tre Cime, e di Monte Piana.
Montagna poco conosciuta dai turisti, ancor meno frequentata.
Per molti è solo uno dei tanti "ornamenti" intorno alle Tre Cime, Fanti ed Alpini invece lo conoscevano bene, molto bene.
Suoi furono i primi colpi contro gli Alpini dei Piani di Lavaredo, il mattino di quel 24 maggio 1915.
Suoi erano i colpi che impedivano qualsiasi movimento dei Fanti a Monte Piana.
Il giro si preannuncia da subito spettacolare, vista la posizione ultrapanoramica in cui si trova - appena oltre la Val Rienza e quasi equidistante da Tre Cime e Monte Piana - ma non si preannuncia semplice: le difficoltà infatti sono tutte da metà in poi, da affrontarsi quindi a gambe già stanche, inoltre la parte terminale - dopo gli sconvolgimenti franosi che nel 2017 avevano addirittura interrotto la Statale - si presenta come una grande incognita.
Direi che non è il caso di andarci in solitaria, troppo rischioso.
Inoltre una vocina mi rammenta che la prima volta che ho visto questo monte, un po' di anni fa, c' era un elicottero che ci stava facendo un soccorso
Chiamo la mia Guida.
Senti Boss, come lo vedi Monte Rudo?
"Ma perché vuoi sempre portarmi a imbaranciarmi e a baruffare con le frane?"
:rotlf: :rotlf: :rotlf:
Martedí allora?
"Ok, fatta per martedí"
Ormai quando vede il mio numero sa che deve lasciare a casa la normale attrezzatura e portarsi dietro motosega e napalm
Lunedí sera vado a letto tranquillo e faccio una gran dormita :skisonno:
Martedí è IL giorno.
Ritrovo a Fiames, cappuccino, e via verso Landro.
Subito nei pressi del parcheggio ci accoglie il vecchio Forte Landro, costruito a fine '800 e disarmato per obsolescenza all' inizio della guerra, come la maggior parte dei forti austriaci della zona.
Sulla sua facciata compare quello che resta di una grande croce rossa, dipinta negli anni '50 per rappresentare un ospedale militare nel film "Addio alle Armi".
Via, pronti e operativi, si parte!
Raggiungiamo l' opera superiore del forte, ingrandita ed ammodernata negli anni '30 per costituire l' Opera 5 dello Sbarramento "Landro Sud" nell' ambito del Vallo Alpino del Littorio.
Poi ci incamminiamo lungo la vecchia mulattiera militare austriaca, ormai ridotta a semplice sentiero, ma comunque ben evidente (e messa meglio di tanti sentieri ufficiali!)
Il sentiero si infila brevemente nel bosco, e quando ne esce SBADADAM! :shock::shock::shock::skiamo::skiamo::skiamo:
Il gruppo del Cristallo al completo: Cristallino di Misurina, Piz Popena, Cristallo
Se questo è l' inizio, hai voglia che arrivi su
Bon, fuori dal bosco, dentro per i mughi! :sudato:
Tra un mugo e l' altro saltano fuori i vecchi muretti di sostegno della mulattiera
mentre alzando lo sguardo, verso Dobbiaco, compaiono il Picco di Vallandro e la Casamuzza con il suo Dosso
E finalmente eccole, le prime muraglie del Rudo, quelle della cresta NordOvest
I mughi a tratti cercano di richiudere la vecchia mulattiera, ma lei stoicamente resiste, fino ad averne infine ragione
Intanto ha fatto la sua comparsa Monte Piano, il versante nord di Monte Piana, cosí vicino, comodo, eppure imprendibile per i nostri
mentre oltre le praterie di Monte Specie la solita scontrosa... se la tira!
Cioè, scusa, tutti belli-bellini, e lei sempre cosí, costantemente. Ma ti pare?
Andiamo avanti che è meglio va...
Sto ancora sacramentando per la Croda Rossa quando :arf:
ari :arf: ma in che razza di posto son finito? spettacolo!
Il posto si chiama Quota 2175: qua c' erano una casermetta d' appoggio, la stazione intermedia della teleferica e le prime postazioni di una certa importanza. Siamo esattamente sotto il Teston di Rudo.
La conformazione di questa base logistica si puó apprezzare meglio dall' alto
Faccio un giretto a curiosare, e quando torno fuori mi accorgo che in lontananza, oltre Monte Piana, sono comparse le aguzze guglie dei Cadini di Misurina :skiamo:
Bon, rimettiamoci in marcia
Se fino adesso il sentiero aveva mantenuto una connotazione quasi da nonne, da qua inizia a diventare un po' piú... ruvido
Dopo un primo breve budellino, si prende a salire per ghiaie: ci stiamo avvicinando alle pareti, aaaaaaaah quanto mi dispiace!
Si, il percorso sta proprio entrando nel vivo
come sta entrando nel vivo anche l' ambiente :arf:
Un paio di tornantini ci portano proprio sotto parete
Inizio a godere (Yeah)
Qua i segnavia non servono: ci pensano i supporti delle linee telefoniche a mostrare la strada
piú che altro servirebbe qualcosa per non distrarsi ogni tre secondi
guarda che roba :arf:
Via, avanti
anzi, indietro
Dopo una prima parte in traversata sotto parete, si ricomincia a tornanteggiare
ma... c' è qualcosa la di sopra? :???
Si, probabilmente c' era un cannone lassú, dove adesso resta solo qualche trave di legno
Torniamo sotto parete, e riprendiamo la traversata
passando sotto al canale che porterebbe proprio a quella postazione
Stiamo salendo di quota, e l' ambiente inizia a darci dentro :arf:
Questo per me è il paradiso, il mio ambiente naturale, sto da dio qua
IGO
Sto cosí bene che rallento vistosamente il passo, e il boss non sembra apprezzare.
Non ha tutti i torti, il giro è molto lungo, ma io vengo in montagna per immergermi nell' ambiente, per star bene qua in mezzo...
Il sentiero adesso è completamente addossato alla parete, anzi quasi dentro!
e compaiono altri "segnavia"
f'gata sto sentiero :arf:
Ad un certo punto, quasi all' improvviso, la traccia si allontana dalla parete e va a tagliare i pendii ghiaiosi
poi, altrettanto improvvisamente, ricompare la vecchia mulattiera! :shock:
e l' ambiente inizia a farsi fotonico :arf: :arf: :arf:
Siamo arrivati al villaggio di Quota 2519
affronto quasi con ansia gli ultimi metri
Ansia perché sono i metri che mi separano dagli osservatori, osservatori che scrutavano tutto quello che accadeva intorno.
Ed il loro campo di osservazione non era uno qualsiasi.
SBADABAM

L' osservatorio di Monte Rudo era il guardiano delle Tre Cime.
Qua sbarello, vado fuori di me. Il boss mi sta parlando ma non capisco neanche cosa mi stia dicendo, sono in un universo parallelo :skiciao:
Bon, torniamo sulla Terra, rimettiamo in sesto le idee ed andiamo con ordine.
Vado a farmi un giro nelle casermette, che conservano ancora una parte delle mensole e delle scaffalature
Esco, e mi imbambolo davanti a Monte Rudo Ovest

Poi vado all' osservatorio
CIAO
La lucidità torna definitivamente quando vado ad una postazione avanzata, dove probabilmente c' era un cannone in caverna
mi rendo conto del motivo per cui i Fanti italiani non potessero muovere uno spillo su Monte Piana: guarda che dominio dell' area, fin troppo facile bombardarlo da qua.
Eppure bisognava tenerlo, era irrinunciabile.
Non invidio gli ufficiali ed i generali che comandavano su questo monte.
Gli Austriaci non potevano mollarlo altrimenti si sarebbero trovati gli Italiani a Dobbiaco, gli Italiani non potevano mollarlo altrimenti si sarebbero trovati gli Austriaci ad Auronzo.
Decidiamo di fare pausa pranzo qua, in modo da essere ben energizzati per fare la parte piú rognosa, e ci sediamo a mangiare su un ripiano erboso, facendo attenzione a non schiacciare qualche stella alpina che qua ce ne sono anche per dispetto! :shock:
Anche giú a Malga Grava Longa stanno mangiando, probabilmente qualcosa in piú del mio pompelmo & barretta
Dopo la ricarica energetica facciamo un altro giro di postazioni, non finiscono piú :shock:
dopodiché torniamo verso la caserma principale a recuperare gli zaini
È ora di ripartire
Il sentiero si abbassa nel canalone che separa il Teston di Rudo dal Monte Rudo Ovest (il Rudo è composto da Teston di Rudo, Rudo Ovest, Rudo di Mezzo, Rudo Grande)
arriva un primo tratto slavato, anche se breve
mentre il canalone sembra piú... stabile, per quel che può valere questa parola da ste parti
anzi, forse potrebbe essere utilizzabile come via di fuga (o scorciatoia) verso la Val Rienza, bisognerà indagare
ERF
Passato il canalone tornano gli slavamenti, ma porcavacca guarda che razza di posto, supremo :arf: :arf: :arf:
Che questo posto fosse un concentrato di sorprese ormai l' avevo capito, ma mai mi sarei aspettato di trovarmi delle campanule morettiane abbarbicate qua :fiore:
Superiamo una postazione che guarda verso il villaggio
e proseguiamo la traversata sulle ghiaie
Qua faccio una cavolata: mi giro.
:arf: :arf: :arf:
Meglio guardare avanti altrimenti facciamo notte
anzi aspetta, cosa c' è la in cima?
Sopra il teston hanno fatto una croce di vetta "sui generis" appendendo un crocefisso ad un treppiede realizzato con assi delle baracche
Arriviamo ad una selletta che separa un cocuzzolo, una sorta di "satellite" dal resto del Monte Rudo Ovest, che già vedevamo dal villaggio
Alla sua base c' è un cavernone, e qua decidiamo di fare una breve pausa
Bene, arrivi in un punto di sosta e cosa fai? Ovviamente ti giri a riguardare dove sei appena passato.
ELAMADONNA! :shock::shock::shock::skiamo::skiamo::skiamo:
La Val Travenanzes mi aveva abituato bene, ma anche qua non è che si scherzi!
Via, ci rimettiamo in marcia
e raggiungiamo uno dei punti piú caratteristici del percorso, probabilmente il piú fotografato: la vecchia scaletta originale di legno, affiancata da una piú recente in alluminio.
Ora, sinceramente non so quale delle due sia piú affidabile
per di piú sono assicurate ad una vecchia mensola telefonica con... del filo da bucato :shock:
Via, superiamo anche sta roba
e riprendiamo la nostra marcia piú... ehm... tranquillamente
Aggiriamo lo sperone: benvenuti in un' altra galassia :shock::arf:
Ancora una volta il boss deve richiamarmi all' ordine, non fosse stato per lui ci avrei messo due giorni a fare sto giro
Ma quando ti trovi davanti dei cinema cosí, cosa vuoi farci?
Guarda, adesso sono spuntati belli belli anche i Cadini :skiamo:
Azz cosa mi sono perso! Proprio in cima al cocuzzolo di prima c' era un osservatorio in cemento :MM
Niente, perso il colpo.
Andiamo avaaaaaaaaarf :arf: :arf: :arf:
Sto posto è un infarto dietro l' altro, pazzesco.
Pazzesco l' ambiente, pazzesco il sentiero, pazzeschi i panorami...
scusa, guarda che roba :arf:
Adesso il sentiero va a passare sotto Monte Rudo di Mezzo
attraversiamo un canalino dominato da un pinnacolo
e torniamo su slavamenti vari: piú andiamo avanti, e piú gli slavamenti si fanno fastidiosi
ma a non farli pesare ci pensano i panorami :skiamo:
mmm oddio, quando ci sei sopra due pensieri ce li fai, anche tre... :???
Poi però la traccia torna umana
fino ad arrivare a un dosso dove diventa perfino rilassante
Resta l' ultima traversata: quella sotto Monte Rudo Grande. In fondo già si vede la selletta da dove si può scendere verso la Val Campo di Dentro o la Val Rienza.
Un paletto ci dice che siamo sulla giusta via
ed in breve eccoci in vista dell' ultima fatica: il canalone che sale alla Forcelletta dei Rondoi
Via, facciamo anche questa
ed eccoci finalmente in forcella! :WHOO
E guarda che razza di panorama sta forcella :skiamo: :skiamo: :skiamo:
Blitz è soddisfatto
IGO
Ci godiamo qualche minuto di meritato riposo, poi ci avviamo, finalmente in discesa, lungo la Val Bulla. Siamo esattamente sotto la muraglia principale della Croda dei Rondoi
La prima parte del ghiaione è un po' fastidiosa, con alcuni tratti dal fondo compatto, poi però si ammorbidisce ed è una gioia lasciarsi andare
Alla fine del ghiaione arriva il momento delle decisioni: le varie guide dicono di lasciar perdere la vecchia traccia sulla destra a causa delle interruzioni franose, e di scendere per traccia libera sulla sinistra fino a trovare una traccia piú in basso.
Ora, lo sconvolgimento del 2017 ha rimesso in gioco tutto visto che il terreno su cui camminavano gli autori probabilmente è finito... in mezzo alla statale!
Inoltre sul vecchio tracciato notiamo dei tagli di mughi abbastanza freschi, sicuramente piú recenti delle guide.
A questo punto tanto vale seguirlo e poi vediamo...
Avanti allora
Il vecchio tracciato non è male, anzi si presenta spesso come un bel sentierino curato, permette di perdere quota velocemente e... fondamentale, ci sono mirtilli anche per dispetto!
Ogni tanto dobbiamo attraversare qualche vallone franato
ma puntuale il sentiero torna sempre
Fino a che scompare nel nulla. O meglio, finisce esattamente sopra un salto di 20 metri franati
E adesso?
Proviamo a tornare a monte, e notiamo dei tagli e dei segni di passaggio, bon, via di qua.
Peccato che anche questa volta si finisca su un canale franato :MM
Ci guardiamo attorno, calarsi di qua non è il massimo, ma piú a monte sembrerebbe piú praticabile anche l' attraversamento.
Proviamo a salire, le bestemmie contro i mughi si sprecano, è una guerra, vorrei dare fuoco a tutto sto costone infame
Assurdo, ad un certo puntro troviamo pure un ometto - bello grosso - nel bel mezzo dei mughi :shock:
Bon, riusciamo a venirne fuori e ad attraversare il vallone, solo che poi... ne arriva un altro! :MM
Qua punti praticabili non ce ne sono, ed il boss decide per una calata.
Inizio a scendere, mi salta via l' appoggio: resto appeso alla corda ma ruoto sbattendo tutto lo sbattibile: ginocchia, braccia, gomiti...
Non potevo andarmene al lago del Sorapiss?
Via, superiamo anche questa ultima porcheria e ritroviamo anche la traccia
ed in breve raggiungiamo le Opere 3 (quella piú a monte) e 2 (quella piú a valle) dello Sbarramento "Landro Sud", lo stesso di cui faceva parte l' Opera 5 nei pressi del vecchio forte
È finita.
In breve, lungo la vecchia strada di servizio delle due opere, torniamo al parcheggio.
Il ginocchio destro mi fa un male cane, ha anche un bel taglio, zoppico, sicuramente non riuscirò a fare altri giri prima di rientrare a Padova.
Sostanzialmente la vacanza è finita.
Ma è finita col botto.
Sapevo che probabilmente sarebbe stata l' ultima cartuccia da sparare: l' ho usata preciso come un cecchino
IGO
Mi restano quindi le ultime cartucce da sparare, probabilmente l' ultima.
E voglio usarla preciso come un cecchino.
Monte Rudo. Il truce guardiano delle Tre Cime, e di Monte Piana.
Montagna poco conosciuta dai turisti, ancor meno frequentata.
Per molti è solo uno dei tanti "ornamenti" intorno alle Tre Cime, Fanti ed Alpini invece lo conoscevano bene, molto bene.
Suoi furono i primi colpi contro gli Alpini dei Piani di Lavaredo, il mattino di quel 24 maggio 1915.
Suoi erano i colpi che impedivano qualsiasi movimento dei Fanti a Monte Piana.
Il giro si preannuncia da subito spettacolare, vista la posizione ultrapanoramica in cui si trova - appena oltre la Val Rienza e quasi equidistante da Tre Cime e Monte Piana - ma non si preannuncia semplice: le difficoltà infatti sono tutte da metà in poi, da affrontarsi quindi a gambe già stanche, inoltre la parte terminale - dopo gli sconvolgimenti franosi che nel 2017 avevano addirittura interrotto la Statale - si presenta come una grande incognita.
Direi che non è il caso di andarci in solitaria, troppo rischioso.
Inoltre una vocina mi rammenta che la prima volta che ho visto questo monte, un po' di anni fa, c' era un elicottero che ci stava facendo un soccorso

Chiamo la mia Guida.
Senti Boss, come lo vedi Monte Rudo?
"Ma perché vuoi sempre portarmi a imbaranciarmi e a baruffare con le frane?"
:rotlf: :rotlf: :rotlf:
Martedí allora?
"Ok, fatta per martedí"
Ormai quando vede il mio numero sa che deve lasciare a casa la normale attrezzatura e portarsi dietro motosega e napalm

Lunedí sera vado a letto tranquillo e faccio una gran dormita :skisonno:
Martedí è IL giorno.
Ritrovo a Fiames, cappuccino, e via verso Landro.
Subito nei pressi del parcheggio ci accoglie il vecchio Forte Landro, costruito a fine '800 e disarmato per obsolescenza all' inizio della guerra, come la maggior parte dei forti austriaci della zona.
Sulla sua facciata compare quello che resta di una grande croce rossa, dipinta negli anni '50 per rappresentare un ospedale militare nel film "Addio alle Armi".

Via, pronti e operativi, si parte!
Raggiungiamo l' opera superiore del forte, ingrandita ed ammodernata negli anni '30 per costituire l' Opera 5 dello Sbarramento "Landro Sud" nell' ambito del Vallo Alpino del Littorio.

Poi ci incamminiamo lungo la vecchia mulattiera militare austriaca, ormai ridotta a semplice sentiero, ma comunque ben evidente (e messa meglio di tanti sentieri ufficiali!)

Il sentiero si infila brevemente nel bosco, e quando ne esce SBADADAM! :shock::shock::shock::skiamo::skiamo::skiamo:

Il gruppo del Cristallo al completo: Cristallino di Misurina, Piz Popena, Cristallo

Se questo è l' inizio, hai voglia che arrivi su

Bon, fuori dal bosco, dentro per i mughi! :sudato:

Tra un mugo e l' altro saltano fuori i vecchi muretti di sostegno della mulattiera

mentre alzando lo sguardo, verso Dobbiaco, compaiono il Picco di Vallandro e la Casamuzza con il suo Dosso

E finalmente eccole, le prime muraglie del Rudo, quelle della cresta NordOvest

I mughi a tratti cercano di richiudere la vecchia mulattiera, ma lei stoicamente resiste, fino ad averne infine ragione

Intanto ha fatto la sua comparsa Monte Piano, il versante nord di Monte Piana, cosí vicino, comodo, eppure imprendibile per i nostri

mentre oltre le praterie di Monte Specie la solita scontrosa... se la tira!


Cioè, scusa, tutti belli-bellini, e lei sempre cosí, costantemente. Ma ti pare?

Andiamo avanti che è meglio va...
Sto ancora sacramentando per la Croda Rossa quando :arf:

ari :arf: ma in che razza di posto son finito? spettacolo!

Il posto si chiama Quota 2175: qua c' erano una casermetta d' appoggio, la stazione intermedia della teleferica e le prime postazioni di una certa importanza. Siamo esattamente sotto il Teston di Rudo.



La conformazione di questa base logistica si puó apprezzare meglio dall' alto

Faccio un giretto a curiosare, e quando torno fuori mi accorgo che in lontananza, oltre Monte Piana, sono comparse le aguzze guglie dei Cadini di Misurina :skiamo:

Bon, rimettiamoci in marcia

Se fino adesso il sentiero aveva mantenuto una connotazione quasi da nonne, da qua inizia a diventare un po' piú... ruvido

Dopo un primo breve budellino, si prende a salire per ghiaie: ci stiamo avvicinando alle pareti, aaaaaaaah quanto mi dispiace!


Si, il percorso sta proprio entrando nel vivo

come sta entrando nel vivo anche l' ambiente :arf:

Un paio di tornantini ci portano proprio sotto parete

Inizio a godere (Yeah)

Qua i segnavia non servono: ci pensano i supporti delle linee telefoniche a mostrare la strada

piú che altro servirebbe qualcosa per non distrarsi ogni tre secondi



Via, avanti

anzi, indietro


Dopo una prima parte in traversata sotto parete, si ricomincia a tornanteggiare


ma... c' è qualcosa la di sopra? :???
Si, probabilmente c' era un cannone lassú, dove adesso resta solo qualche trave di legno

Torniamo sotto parete, e riprendiamo la traversata


passando sotto al canale che porterebbe proprio a quella postazione

Stiamo salendo di quota, e l' ambiente inizia a darci dentro :arf:

Questo per me è il paradiso, il mio ambiente naturale, sto da dio qua

Sto cosí bene che rallento vistosamente il passo, e il boss non sembra apprezzare.
Non ha tutti i torti, il giro è molto lungo, ma io vengo in montagna per immergermi nell' ambiente, per star bene qua in mezzo...
Il sentiero adesso è completamente addossato alla parete, anzi quasi dentro!

e compaiono altri "segnavia"

f'gata sto sentiero :arf:

Ad un certo punto, quasi all' improvviso, la traccia si allontana dalla parete e va a tagliare i pendii ghiaiosi

poi, altrettanto improvvisamente, ricompare la vecchia mulattiera! :shock:

e l' ambiente inizia a farsi fotonico :arf: :arf: :arf:

Siamo arrivati al villaggio di Quota 2519

affronto quasi con ansia gli ultimi metri

Ansia perché sono i metri che mi separano dagli osservatori, osservatori che scrutavano tutto quello che accadeva intorno.
Ed il loro campo di osservazione non era uno qualsiasi.
SBADABAM




L' osservatorio di Monte Rudo era il guardiano delle Tre Cime.
Qua sbarello, vado fuori di me. Il boss mi sta parlando ma non capisco neanche cosa mi stia dicendo, sono in un universo parallelo :skiciao:
Bon, torniamo sulla Terra, rimettiamo in sesto le idee ed andiamo con ordine.
Vado a farmi un giro nelle casermette, che conservano ancora una parte delle mensole e delle scaffalature



Esco, e mi imbambolo davanti a Monte Rudo Ovest




Poi vado all' osservatorio

CIAO

La lucidità torna definitivamente quando vado ad una postazione avanzata, dove probabilmente c' era un cannone in caverna

mi rendo conto del motivo per cui i Fanti italiani non potessero muovere uno spillo su Monte Piana: guarda che dominio dell' area, fin troppo facile bombardarlo da qua.

Eppure bisognava tenerlo, era irrinunciabile.
Non invidio gli ufficiali ed i generali che comandavano su questo monte.
Gli Austriaci non potevano mollarlo altrimenti si sarebbero trovati gli Italiani a Dobbiaco, gli Italiani non potevano mollarlo altrimenti si sarebbero trovati gli Austriaci ad Auronzo.
Decidiamo di fare pausa pranzo qua, in modo da essere ben energizzati per fare la parte piú rognosa, e ci sediamo a mangiare su un ripiano erboso, facendo attenzione a non schiacciare qualche stella alpina che qua ce ne sono anche per dispetto! :shock:

Anche giú a Malga Grava Longa stanno mangiando, probabilmente qualcosa in piú del mio pompelmo & barretta


Dopo la ricarica energetica facciamo un altro giro di postazioni, non finiscono piú :shock:


dopodiché torniamo verso la caserma principale a recuperare gli zaini

È ora di ripartire

Il sentiero si abbassa nel canalone che separa il Teston di Rudo dal Monte Rudo Ovest (il Rudo è composto da Teston di Rudo, Rudo Ovest, Rudo di Mezzo, Rudo Grande)

arriva un primo tratto slavato, anche se breve

mentre il canalone sembra piú... stabile, per quel che può valere questa parola da ste parti



anzi, forse potrebbe essere utilizzabile come via di fuga (o scorciatoia) verso la Val Rienza, bisognerà indagare

Passato il canalone tornano gli slavamenti, ma porcavacca guarda che razza di posto, supremo :arf: :arf: :arf:

Che questo posto fosse un concentrato di sorprese ormai l' avevo capito, ma mai mi sarei aspettato di trovarmi delle campanule morettiane abbarbicate qua :fiore:

Superiamo una postazione che guarda verso il villaggio

e proseguiamo la traversata sulle ghiaie

Qua faccio una cavolata: mi giro.
:arf: :arf: :arf:

Meglio guardare avanti altrimenti facciamo notte


anzi aspetta, cosa c' è la in cima?
Sopra il teston hanno fatto una croce di vetta "sui generis" appendendo un crocefisso ad un treppiede realizzato con assi delle baracche

Arriviamo ad una selletta che separa un cocuzzolo, una sorta di "satellite" dal resto del Monte Rudo Ovest, che già vedevamo dal villaggio

Alla sua base c' è un cavernone, e qua decidiamo di fare una breve pausa

Bene, arrivi in un punto di sosta e cosa fai? Ovviamente ti giri a riguardare dove sei appena passato.
ELAMADONNA! :shock::shock::shock::skiamo::skiamo::skiamo:

La Val Travenanzes mi aveva abituato bene, ma anche qua non è che si scherzi!
Via, ci rimettiamo in marcia

e raggiungiamo uno dei punti piú caratteristici del percorso, probabilmente il piú fotografato: la vecchia scaletta originale di legno, affiancata da una piú recente in alluminio.

Ora, sinceramente non so quale delle due sia piú affidabile

per di piú sono assicurate ad una vecchia mensola telefonica con... del filo da bucato :shock:
Via, superiamo anche sta roba

e riprendiamo la nostra marcia piú... ehm... tranquillamente

Aggiriamo lo sperone: benvenuti in un' altra galassia :shock::arf:

Ancora una volta il boss deve richiamarmi all' ordine, non fosse stato per lui ci avrei messo due giorni a fare sto giro

Ma quando ti trovi davanti dei cinema cosí, cosa vuoi farci?
Guarda, adesso sono spuntati belli belli anche i Cadini :skiamo:

Azz cosa mi sono perso! Proprio in cima al cocuzzolo di prima c' era un osservatorio in cemento :MM

Niente, perso il colpo.
Andiamo avaaaaaaaaarf :arf: :arf: :arf:

Sto posto è un infarto dietro l' altro, pazzesco.
Pazzesco l' ambiente, pazzesco il sentiero, pazzeschi i panorami...
scusa, guarda che roba :arf:

Adesso il sentiero va a passare sotto Monte Rudo di Mezzo

attraversiamo un canalino dominato da un pinnacolo

e torniamo su slavamenti vari: piú andiamo avanti, e piú gli slavamenti si fanno fastidiosi

ma a non farli pesare ci pensano i panorami :skiamo:

mmm oddio, quando ci sei sopra due pensieri ce li fai, anche tre... :???

Poi però la traccia torna umana

fino ad arrivare a un dosso dove diventa perfino rilassante

Resta l' ultima traversata: quella sotto Monte Rudo Grande. In fondo già si vede la selletta da dove si può scendere verso la Val Campo di Dentro o la Val Rienza.

Un paletto ci dice che siamo sulla giusta via

ed in breve eccoci in vista dell' ultima fatica: il canalone che sale alla Forcelletta dei Rondoi

Via, facciamo anche questa

ed eccoci finalmente in forcella! :WHOO

E guarda che razza di panorama sta forcella :skiamo: :skiamo: :skiamo:

Blitz è soddisfatto


Ci godiamo qualche minuto di meritato riposo, poi ci avviamo, finalmente in discesa, lungo la Val Bulla. Siamo esattamente sotto la muraglia principale della Croda dei Rondoi


La prima parte del ghiaione è un po' fastidiosa, con alcuni tratti dal fondo compatto, poi però si ammorbidisce ed è una gioia lasciarsi andare


Alla fine del ghiaione arriva il momento delle decisioni: le varie guide dicono di lasciar perdere la vecchia traccia sulla destra a causa delle interruzioni franose, e di scendere per traccia libera sulla sinistra fino a trovare una traccia piú in basso.
Ora, lo sconvolgimento del 2017 ha rimesso in gioco tutto visto che il terreno su cui camminavano gli autori probabilmente è finito... in mezzo alla statale!
Inoltre sul vecchio tracciato notiamo dei tagli di mughi abbastanza freschi, sicuramente piú recenti delle guide.
A questo punto tanto vale seguirlo e poi vediamo...
Avanti allora

Il vecchio tracciato non è male, anzi si presenta spesso come un bel sentierino curato, permette di perdere quota velocemente e... fondamentale, ci sono mirtilli anche per dispetto!

Ogni tanto dobbiamo attraversare qualche vallone franato

ma puntuale il sentiero torna sempre

Fino a che scompare nel nulla. O meglio, finisce esattamente sopra un salto di 20 metri franati


E adesso?
Proviamo a tornare a monte, e notiamo dei tagli e dei segni di passaggio, bon, via di qua.

Peccato che anche questa volta si finisca su un canale franato :MM

Ci guardiamo attorno, calarsi di qua non è il massimo, ma piú a monte sembrerebbe piú praticabile anche l' attraversamento.
Proviamo a salire, le bestemmie contro i mughi si sprecano, è una guerra, vorrei dare fuoco a tutto sto costone infame
Assurdo, ad un certo puntro troviamo pure un ometto - bello grosso - nel bel mezzo dei mughi :shock:
Bon, riusciamo a venirne fuori e ad attraversare il vallone, solo che poi... ne arriva un altro! :MM
Qua punti praticabili non ce ne sono, ed il boss decide per una calata.
Inizio a scendere, mi salta via l' appoggio: resto appeso alla corda ma ruoto sbattendo tutto lo sbattibile: ginocchia, braccia, gomiti...
Non potevo andarmene al lago del Sorapiss?
Via, superiamo anche questa ultima porcheria e ritroviamo anche la traccia

ed in breve raggiungiamo le Opere 3 (quella piú a monte) e 2 (quella piú a valle) dello Sbarramento "Landro Sud", lo stesso di cui faceva parte l' Opera 5 nei pressi del vecchio forte


È finita.
In breve, lungo la vecchia strada di servizio delle due opere, torniamo al parcheggio.
Il ginocchio destro mi fa un male cane, ha anche un bel taglio, zoppico, sicuramente non riuscirò a fare altri giri prima di rientrare a Padova.
Sostanzialmente la vacanza è finita.
Ma è finita col botto.
Sapevo che probabilmente sarebbe stata l' ultima cartuccia da sparare: l' ho usata preciso come un cecchino
