Una decina di morti scialpinisti in montagna tra chamonix zermatt

Parole sante, @Il Talebano .
Io inviterei ad astenere il giudizio. Sia perche' non abbiamo tutti gli elementi per capire cosa sia successo davvero, sia perche' e' facile fare gli alpinisti da tastiera sulla pelle di 5 poveri cristi che non torneranno a casa.
Figurati, nessuna ambizione a fare l'alpinista.
Sto cercando di capire meglio la difficolta mentale di rinunciare ad una gita in una situazione potenzialmente fatale se si presentano condizioni meteo che erano ampiamente preannunciate.
Solo per capire meglio l'aspetto psicologico.. Cose del genere in maniera minore mi sono capitate con uscite in mare e qualche uscita in montagna ma con il livello di rischio apparentemente minore ed erano sempre "colpa" di qualcuno che vedeva la rinuncia come un fallimento personale talmente grande che non ci vedeva alcuna ragione.
 
Figurati, nessuna ambizione a fare l'alpinista.
Sto cercando di capire meglio la difficolta mentale di rinunciare ad una gita in una situazione potenzialmente fatale se si presentano condizioni meteo che erano ampiamente preannunciate.
Solo per capire meglio l'aspetto psicologico.. Cose del genere in maniera minore mi sono capitate con uscite in mare e qualche uscita in montagna ma con il livello di rischio apparentemente minore ed erano sempre "colpa" di qualcuno che vedeva la rinuncia come un fallimento personale talmente grande che non ci vedeva alcuna ragione.
ddski, non mi riferisco affatto a te!
Quello del decision making in situazioni pericolose, e della percezione di pericolo e rischio e' un argomento effettivamente molto interessante.
Pero' questo e' un interesse fammi dire "scientifico". Non quello dell'alpinista da tastiera.
 
Qualche dettaglio in più:

Mi permetto di fornire un'altra fonte ancora, che mi pare un po' meno fastidiosamente sensazionalistica.
https://www.rsi.ch/info/svizzera/“Una-situazione-imprevista-li-ha-colti-di-sorpresa”--2092869.html
 
Qualche dettaglio in più:

Troppi dettagli completamente inventati.
Uno tra tutti, la causa della morte che non è stata ancora accertata.
Inoltre come dichiarato stamattina dal procuratore, non è stata stabilita ed ufficializzata nemmeno la cronologia degli eventi che hanno portato alla morte di quelle 5 persone.
 

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Troppi dettagli completamente inventati.
Uno tra tutti, la causa della morte che non è stata ancora accertata.
Inoltre come dichiarato stamattina dal procuratore, non è stata stabilita ed ufficializzata nemmeno la cronologia degli eventi che hanno portato alla morte di quelle 5 persone.
Ho letto poco fa l'articolo sul Corriere.it pieno di inesattezze, supposizioni date per verità e leggerezze tipiche di chi scrive strizzando un occhio al suo tipico utente...
 
Ma certo. Tuttavia mi interessava il parere sulla frase che sottolineava il fatto che nonostante il meteo avverso annunciato questo non significava che alla gita si doveva rinunciare.
Perché ripeto, i bollettini meteo e valanghe non vanno presi pedissequamente ma vanno contestualizzati.
Ecco, questa è la grande differenza fra un "neofita" ed un "esperto" in merito a luogo ed attività svolta.
Sapere cogliere quei piccoli segnali che ti fanno dire "Ok, vado" oppure "meglio se sto davanti al camino".
Poi ci saranno sempre i giorni in cui pensi sia meglio stare a casa e poi non succede nulla, e aggiungo, meglio così.
E purtroppo ci saranno anche i giorni in cui si fanno tutte le valutazioni del caso, ci si prende in rischio e capita la disgrazia.
E poi c'è ancora da considerare una cosa, il rischio che si è disposti a correre è un fattore molto personale.
 
Ma certo. Tuttavia mi interessava il parere sulla frase che sottolineava il fatto che nonostante il meteo avverso annunciato questo non significava che alla gita si doveva rinunciare.
Posso parlare per me è quindi dire "sì io col cattivo meteo a fare una gita impegnativa non esco".

Però ripeto non so perché quelle persone abbiano deciso di uscire lo stesso. Magari stavano facendo una prova di sopravvivenza in condizioni estreme. Non sappiamo perché non è stata ancora stabilità la dinamica dell'accaduto.

Anche se avessero fatto degli errori, ognuno era lì per conto suo e rispondeva di se stesso. Non c'era una guida alpina a capo del gruppo come l'altra volta che poteva essere tenuta responsabile per aver messo in pericolo le vite altrui.
 
Ultima modifica:
Quello del decision making in situazioni pericolose, e della percezione di pericolo e rischio e' un argomento effettivamente molto interessante.
Pero' questo e' un interesse fammi dire "scientifico". Non quello dell'alpinista da tastiera.
E' interessante, mi permetto di dire una cosa banale, il tutto va anche letto tenendo a mente una sorta di dipendenza da endorfine tipica dello sportivo "assuefatto". Ci sono troppi fattori che possono influenzare o meno la scelta di assumersi certi rischi consapevolmente... e non sono qui a condannarla. Poi c'è anche il famoso "swiss cheese model", tante volte va bene e poi capita quella per cui a causa di una serie di eventi concatenati va a finire intragedia. Davvero, tanti fattori... pace all'anima loro
 
Premetto che non conosco nulla del caso specifico.
Farei pero' un riflessione: in quelle zone ed in questo periodo molti gruppi fanno attraversate di piu' giorni, con tappe definite e rifugi prenotati magari da mesi prima, é chiaro che in queste condizioni si sia portati ad osare un po' di piu' rispetto a chi parte da casa per la gita in giornata e quindi puo' rinunciare a cuor leggero. Magari non é questo il caso ma probabilmente lo é stato per la tragedia di 6 anni fa' sulla Chamonix Zermatt.
 
Figurati, nessuna ambizione a fare l'alpinista.
Sto cercando di capire meglio la difficolta mentale di rinunciare ad una gita in una situazione potenzialmente fatale se si presentano condizioni meteo che erano ampiamente preannunciate.
Solo per capire meglio l'aspetto psicologico.. Cose del genere in maniera minore mi sono capitate con uscite in mare e qualche uscita in montagna ma con il livello di rischio apparentemente minore ed erano sempre "colpa" di qualcuno che vedeva la rinuncia come un fallimento personale talmente grande che non ci vedeva alcuna ragione.
se non hanno lasciato informazioni loro prima di partire, non possiamo sapere se non hanno voluto rinunciare o se sono partiti proprio per il tipo di condizioni, magari ad esempio, per un allenamento
 
Personalmente non spiega nulla.
Sono andato al funerale di enne amici, gli ultimi non più tardi di 3 anni fa, morti in valanga ed usciti in condizioni non ottimali e che hanno commesso imprudenze.
Ma c'è una bella differenza fra sindacare su un evento successo in un posto che si conosce, a persone che si conoscono e giudicare eventi, per altro ancora da chiarire, successi in luoghi (che se ho capito bene non si conoscono) a persone che non si conoscono.

Perché ripeto, i bollettini meteo e valanghe non vanno presi pedissequamente ma vanno contestualizzati.
Ecco, questa è la grande differenza fra un "neofita" ed un "esperto" in merito a luogo ed attività svolta.
Sapere cogliere quei piccoli segnali che ti fanno dire "Ok, vado" oppure "meglio se sto davanti al camino".
Poi ci saranno sempre i giorni in cui pensi sia meglio stare a casa e poi non succede nulla, e aggiungo, meglio così.
E purtroppo ci saranno anche i giorni in cui si fanno tutte le valutazioni del caso, ci si prende in rischio e capita la disgrazia.
E poi c'è ancora da considerare una cosa, il rischio che si è disposti a correre è un fattore molto personale.
No, vanno presi alla membro di cane. Cioè’ e’ una perturbazione di quelle pesanti, ma dato che davvero ho voglia di andare.. beh, ci vado lo stesso. Tanto ho il cellulare per chiamare i soccorsi se necessario. E qualcuno li ha descritti esperti. I veri esperti se ne sono rimasti a casa. A questi era solo a data bene finora.
 
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