Non volevo rispondere per tanti motivi, primo perché dovrei scrivere un libro
Io ho ri-iniziato a sciare seriamente a 34 anni. Volevo diventare maestro di sci, e ci sono riuscito a 38. Quindi diciamo che più o meno ero nella tua situazione: bravo, ma di maccheroni da mangiare ce n'erano ancora tanti. Di certo non sono nato imparato (e questo mi serve tantissimo nell'insegnamento perché io ci sono passato, non ho imparato da piccolo).
Riassumendo moltissimo quello che avrei da dire:
- oggi grazie a internet con un po' di voglia ci si può fare un'idea sui fondamentali dello sci. Se sei appassionato devi studiare un po' tutto quello che c'è e farti un'idea abbastanza chiara almeno sui principi fondamentali.
- sciare tanto conta. Io ho sciato 100 giorni l'anno per 4 anni ma a causa di indicazioni sbagliate ho avuto anche periodi di involuzione. Non è necessario allenarsi così (però è divertente), ma di certo tra 20 e 40 giorni l'anno cambia il mondo. Tuttavia ho insegnato a gente che fa 15 giorni, scia bene e prende il maestro perché comunque si diverte cercando di migliorare. E migliora!
- non tutti i maestri sono in grado di insegnare bene (a tutti i livelli). Quindi devi trovare quello giusto, comunque oggi anche grazie ad internet lo puoi trovare. Poi ci sono allenatori, istruttori (non tutti bravi uguale: io ne ho dovuti cambiare perché non mi ci trovavo)... Di sicuro se vai a caso la probabilità di essere insoddisfatto non dico che sia molto alta, ma insomma ci siamo capiti.
- "il dubbio che manchi un po' di sistematica nella didattica avanzata ti viene." Non è un dubbio, è una certezza. A mio parere noi maestri non siamo formati per essere bravi insegnanti (le ore di pratica di insegnamento sono pochissime), siamo formati per essere bravi dimostratori. Checché se ne dica. Quindi ognuno poi sviluppa i suoi metodi, devi trovare quello che ne ha sviluppati di efficaci
- il lavoro non può essere fatto sempre e solo col maestro. Il maestro è importante, ma per fare il punto della situazione, poi devi lavorare da solo. Io mi allenavo con l'allenatore 2 volte a settimana ma gli altri 3-4 ero sempre fuori da solo a fare chilometri, divertirmi e lavorare sulla tecnica. Oggi non prendo più l'allenatore ma lavoro ogni tanto con colleghi (che in alcuni casi sono istruttori
).
Ti dico come mi alleno io (oggi come 5 anni fa). Video ogni volta che posso, idealmente una volta ogni 3 uscite (dipende dalla voglia che ha mia moglie, fosse per me si farebbe ogni giorno). Analisi immediata cercando di correggere gli errori subito dopo, a caldo. Analisi con calma a casa, riguardando periodicamente i video anche delle stagioni precedenti, cercando di capire le sottili differenze.
Focus a medio-lungo termine su un macro-obiettivo stagionale (o pluristagionale) su cui lavorare per fare il prossimo step evolutivo. È importante, anzi direi fondamentale, capire che sciatore sei, il tuo livello, e qual è il prossimo step, le prossime abilità da sviluppare. Devi avere un obiettivo chiaro: riuscire a fare "quella cosa lì". Quando facevo gare era semplicemente "prendere meno secondi da Sorlini", in campo libero la cosa se vogliamo è più complessa perché non ci sono riscontri oggettivi come il crono.
Focus a breve termine sui colli di bottiglia che mi impediscono di raggiungere il prossimo step. Anche questo è fondamentale: identificare i fattori limitanti la prestazione (due o tre al massimo) e agire su quelli, fino a quando non si riesce a spostare la tacca in avanti, allora si studia il prossimo step e si va avanti.
Focus sulle sensazioni: quando ti vengono le cose cercare di memorizzare le sensazioni personali (posture, pressioni sui piedi, muscoli che si azionano, posizioni degli arti...), che nessun maestro potrà mai insegnarti, per poi andarle a ricercare quando le cose non ti vengono.
Morale della favola: il maestro è fondamentale ma deve essere un "collaboratore", tu ci devi mettere assolutamente del tuo.
Per farti un esempio, l'ultimo step che ho raggiunto (ci lavoravo da 2-3 anni) è inclinarmi a inizio curva, mettendo giù la mano in modo non forzato e arrivando a strisciare il culo in terra. So' soddisfazzzioni...
Quello prima è essere decente nel corto raggio. Ricordo che per 20 giorni (ero a 2 mesi dall'esame di maestro e avevo anche un po' di paura di non passare a causa del corto) ho sciato SEMPRE e SOLO in corto raggio. Oggi che sono decente (anche qualcosina di più via...), l'obiettivo è quello di diventare un bravo cortoraggista. Work in progress...
Andrea Tibaldi
La questione non è il mio metro di giudizio, che è parziale e insufficientemente informato. Io posso solo giudicare a posteriori, voi maestri avete le capacità teoriche e l'esperienza per giudicare a priori (con il margine d'errore che va lasciato a tutti, ovviamente). Personalmente ho troppa poca esperienza con maestri per dire la mia, ma da quanto ho sentito (campione non rappresentativo), da un certo livello in avanti l'approccio didattico sembrerebbe un po' casuale e lasciato alla sensibilità del maestro, senza un piano didattico preciso come per esempio, passare dallo spazzaneve alla curva a sci paralleli.
Ora, io non so se ha senso parlare di un piano didattico per passare da oro sbiadito a oro luccicante, e forse l'unico approccio valido è quello basato sul giudizio individuale del maestro per cui noi dobbiamo stare zitti e basta. Però le ore le paghiamo e se prima quando inizi a carvare le idee sono chiare e poi più avanti uno ti dice di fare così e quell'altro ti dice di fare cosà magari il dubbio che manchi un po' di sistematica nella didattica avanzata ti viene. È un'impressione, ma sta a voi fugare i nostri dubbi spiegando in cosa consiste nella vostra scuola/secondo la vostra filosofia la didattica avanzata, non a noi prendere per oro colato tutto ciò che dite. Se uno sa già sciare bene e ricorre a un maestro dovete partire dal presupposto che non è competente come voi ma comunque non è uno sprovveduto e soprattutto è un appassionato, che ha voglia di capire anche il perché e il percome della sua sciata.