M
MAXINMARE
Guest
Ho ricordi troppo lontani della Val D'Aosta (basti pensare che, durante la vacanza, andai a vedere il primissimo star wars, in prima visione, al cinema) per poter dare un giudizio attuale sui servizi e sull'offerta turistica.
Ma ricordo che fu una vacanza bellissima e ricordo perfettamente gli i panorami e scenari: grandiosi.
In generale, invece, tornando al nocciolo di questa discussione, penso che si scontrino due verità.
Io francamente augurerei di cuore alla Val D'Aosta (e magari pure all'appennino Abruzzese) di conseguire il livello di organizzazione del TAA. Sono capaci di fare sistema come pochi altri, massimizzano la resa degli investimenti pubblici e privati, fanno le cose velocemente (e abbastanza bene anche dal punto di vista naturalistico, salvo la forse eccessiva antropizzazione di alcuni luoghi) danno un impronta "montana" persino al fondovalle (ramente si osservano brutture edilizie) ed hanno un offerta turistica variegata, capace di accontentare tutti con i servizi (quì Pizz ha piena ragione) - in primis le famiglie - coccolandoti al punto che persino luoghi (per me) sciisticamente e paesaggisticamente del tutto anonimi (vedi Folgaria e Lavarone, che hanno scenari e piste inferiori alla gran parte delle stazioni appenniniche) fanno il pienone attraendo gente pure da molto lontano.
Al contempo augurerei alla VDA (ma anche al TAA ed alle altre stazioni italiche) di non cercare mai di sviluppare il turismo cafone del tunz tunz con 100 Db nei rifugi, con le z...le ubriache sui tavoli ed i loro compagni ubriachi in pista (o, peggio ancora, viceversa ). In Puglia, per fare un esempio che coinvolga la MIA terra e non quella d'altri, abbiamo visto alcuni posti stupendi (Gallipoli più di ogni altra località) devastati da questo genere di turismo selvaggio, che peraltro, a medio termine, fa da sfollagente rispetto a chi vuole un turismo più qualitativo (che poi è anche più redditizio per gli operatori...).
Preciso che non ritengo affatto che quello sia il turismo del TAA: anzi. Fortunatamente non è così.
Però è un modello che alcuni, anche in TAA (se ne è lamentato spesso persino Fabio, a proposito di alcuni rifugi), stanno cominciando ad usare come scorciatoia, scimmiottando esempi autriaci. A volte leggo gente (anche qui dentro) che si lamenta della scarsa offerta dell'apres ski in TAA. Beh io ritengo che questo modello sia pessimo da coltivare sia li che altrove. Intendiamoci: nulla contro un bel PUB divertente e chiassoso per il dopo cena, e tantomeno contro una disco effervescente. Anzi, ben vengano. Peraltro, solitamente, la gente che li frequenta, la mattina dopo dorme e contribuisce a deflazionare l'affollamento in pista.
Ma vedere già dalle 3 del pomeriggio (quando non dalle 12) branchi di ubriachi, sudati e sfatti,che si "imbriacano" con ancora addosso scarponi e caschi da sci ... e che poi scendono (non si sa bene come) in paese per poi continuare anche li sino ad ora di cena, abbiate pazienza, ma è una cosa che non mi diverte e non mi avrebbe divertito neanche a 20 anni.
Ma ricordo che fu una vacanza bellissima e ricordo perfettamente gli i panorami e scenari: grandiosi.
In generale, invece, tornando al nocciolo di questa discussione, penso che si scontrino due verità.
Io francamente augurerei di cuore alla Val D'Aosta (e magari pure all'appennino Abruzzese) di conseguire il livello di organizzazione del TAA. Sono capaci di fare sistema come pochi altri, massimizzano la resa degli investimenti pubblici e privati, fanno le cose velocemente (e abbastanza bene anche dal punto di vista naturalistico, salvo la forse eccessiva antropizzazione di alcuni luoghi) danno un impronta "montana" persino al fondovalle (ramente si osservano brutture edilizie) ed hanno un offerta turistica variegata, capace di accontentare tutti con i servizi (quì Pizz ha piena ragione) - in primis le famiglie - coccolandoti al punto che persino luoghi (per me) sciisticamente e paesaggisticamente del tutto anonimi (vedi Folgaria e Lavarone, che hanno scenari e piste inferiori alla gran parte delle stazioni appenniniche) fanno il pienone attraendo gente pure da molto lontano.
Al contempo augurerei alla VDA (ma anche al TAA ed alle altre stazioni italiche) di non cercare mai di sviluppare il turismo cafone del tunz tunz con 100 Db nei rifugi, con le z...le ubriache sui tavoli ed i loro compagni ubriachi in pista (o, peggio ancora, viceversa ). In Puglia, per fare un esempio che coinvolga la MIA terra e non quella d'altri, abbiamo visto alcuni posti stupendi (Gallipoli più di ogni altra località) devastati da questo genere di turismo selvaggio, che peraltro, a medio termine, fa da sfollagente rispetto a chi vuole un turismo più qualitativo (che poi è anche più redditizio per gli operatori...).
Preciso che non ritengo affatto che quello sia il turismo del TAA: anzi. Fortunatamente non è così.
Però è un modello che alcuni, anche in TAA (se ne è lamentato spesso persino Fabio, a proposito di alcuni rifugi), stanno cominciando ad usare come scorciatoia, scimmiottando esempi autriaci. A volte leggo gente (anche qui dentro) che si lamenta della scarsa offerta dell'apres ski in TAA. Beh io ritengo che questo modello sia pessimo da coltivare sia li che altrove. Intendiamoci: nulla contro un bel PUB divertente e chiassoso per il dopo cena, e tantomeno contro una disco effervescente. Anzi, ben vengano. Peraltro, solitamente, la gente che li frequenta, la mattina dopo dorme e contribuisce a deflazionare l'affollamento in pista.
Ma vedere già dalle 3 del pomeriggio (quando non dalle 12) branchi di ubriachi, sudati e sfatti,che si "imbriacano" con ancora addosso scarponi e caschi da sci ... e che poi scendono (non si sa bene come) in paese per poi continuare anche li sino ad ora di cena, abbiate pazienza, ma è una cosa che non mi diverte e non mi avrebbe divertito neanche a 20 anni.
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