Childerique
un VagaMondo
Il rifugio Bonatti puo' essere la meta di un'escursione breve e facile, ma di grande soddisfazione.
Veduta dal rifugio Bonatti: dal Monte Bianco alle Grandes Jorasses
Domenica mattina siamo saliti dalla Val Ferret prendendo il sentiero piu' diretto (il 42), e poi nel primo pomeriggio siamo scesi seguendo il sentiero un po' piu' lungo (il 28) per riuscire ad apprezzare la magnifica vista.
Il rifugio e' stato costruito alla fine degli anni '90 da alcuni amici di Walter Bonatti - tra cui Pierre Sicouri, che ho avuto la fortuna di conoscere, grande velista ed appassionato di montagna - ed intitolato al grande scalatore quando ancora era in vita (fatto davvero unico), tanto che all'entrata del rifugio si puo' trovare incorniciato un suo messaggio autografo di ringraziamento.
Il ringraziamento di Walter Bonatti
Rifugio Bonatti, veduta arrivando dal sentiero n. 42
La partenza del sentiero piu' diretto si trova dopo aver oltrepassato la frazione di Lavachey ed alcuni tornanti, prima di superare il torrente di Malatra', nel punto dove si trova una fermata dell'autobus:
La partenza del sentiero n. 42
Si sale abbastanza in fretta, all'ombra della fitta vegetazione, che ogni tanto pero' si apre con dei bellissimi balconi sulla catena del Bianco:
il bivio
Il rifugio inizia a comparire solo verso la fine, quando si dirada la vegetazione:
Ad un certo punto fa la sua comparsa anche l'inconfondibile profilo della vetta del Monte Bianco:
Il Monte Bianco con il sentiero che proviene dal rifugio Bertone
Al rifugio ormai manca davvero poco:
Eccoci arrivati!
Dalle panchine fuori la vista e' davvero superba:
All'interno alla cassa si possono trovare informazioni, libri, gadget (ed anche cioccolata marchiata con il suo nome!) del grande Walter Bonatti:
Al ritorno prendiamo il sentiero n. 28, ed abbiamo la fortuna di avere una bella giornata: scendiamo accompagnati da degli scorci magnifici!
Il rifugio Bonatti e la catena del Bianco
Le rovine di Gioe':
Perdendo quota, gli scenari si aprono e si riesce ad intravvedere anche la lontana Val Veny:
Cambia anche la vegetazione intorno:
L'arrivo sembra davvero un sogno:
Gli ultimi tratti del sentiero sono di nuovo nel bosco:
Ed ecco l'arrivo...
... con il parcheggio 'selvaggio' delle automobili!
Veduta dal rifugio Bonatti: dal Monte Bianco alle Grandes Jorasses
Domenica mattina siamo saliti dalla Val Ferret prendendo il sentiero piu' diretto (il 42), e poi nel primo pomeriggio siamo scesi seguendo il sentiero un po' piu' lungo (il 28) per riuscire ad apprezzare la magnifica vista.
Il rifugio e' stato costruito alla fine degli anni '90 da alcuni amici di Walter Bonatti - tra cui Pierre Sicouri, che ho avuto la fortuna di conoscere, grande velista ed appassionato di montagna - ed intitolato al grande scalatore quando ancora era in vita (fatto davvero unico), tanto che all'entrata del rifugio si puo' trovare incorniciato un suo messaggio autografo di ringraziamento.
Il ringraziamento di Walter Bonatti
Rifugio Bonatti, veduta arrivando dal sentiero n. 42
La partenza del sentiero piu' diretto si trova dopo aver oltrepassato la frazione di Lavachey ed alcuni tornanti, prima di superare il torrente di Malatra', nel punto dove si trova una fermata dell'autobus:
La partenza del sentiero n. 42
Si sale abbastanza in fretta, all'ombra della fitta vegetazione, che ogni tanto pero' si apre con dei bellissimi balconi sulla catena del Bianco:
il bivio
Il rifugio inizia a comparire solo verso la fine, quando si dirada la vegetazione:
Ad un certo punto fa la sua comparsa anche l'inconfondibile profilo della vetta del Monte Bianco:
Il Monte Bianco con il sentiero che proviene dal rifugio Bertone
Al rifugio ormai manca davvero poco:
Eccoci arrivati!
Dalle panchine fuori la vista e' davvero superba:
All'interno alla cassa si possono trovare informazioni, libri, gadget (ed anche cioccolata marchiata con il suo nome!) del grande Walter Bonatti:
Al ritorno prendiamo il sentiero n. 28, ed abbiamo la fortuna di avere una bella giornata: scendiamo accompagnati da degli scorci magnifici!
Il rifugio Bonatti e la catena del Bianco
Le rovine di Gioe':
Perdendo quota, gli scenari si aprono e si riesce ad intravvedere anche la lontana Val Veny:
Cambia anche la vegetazione intorno:
L'arrivo sembra davvero un sogno:
Gli ultimi tratti del sentiero sono di nuovo nel bosco:
Ed ecco l'arrivo...
... con il parcheggio 'selvaggio' delle automobili!