Everest il Film

Beh calma: Krakauer e' un grande alpinista oltre ad essere giornalista ma Boukreev era un mostro dal punto di vista alpinistico. Se ci si appassiona a quell'episodio entrambi i libri sono da leggere, a prescindere che uno si senta di sostenere una tesi o l'altra
 
Ma in breve, quali sono le differenze principali tra le due tesi?
E' possibile che tali differenze siano dovute all'approssimazione delle rispettive memorie?
In fondo lo stesso Krakauer ha riconosciuto "...la fragilità della mente umana ad alta quota..." (cfr. Aria Sottile, Introduzione, a pag. 10, ed. Il Corbaccio, 18ma edizione, 2014).
 
Ma in breve, quali sono le differenze principali tra le due tesi?
E' possibile che tali differenze siano dovute all'approssimazione delle rispettive memorie?
In fondo lo stesso Krakauer ha riconosciuto "...la fragilità della mente umana ad alta quota..." (cfr. Aria Sottile, Introduzione, a pag. 10, ed. Il Corbaccio, 18ma edizione, 2014).

Senza rovinare la lettura a chi e' interessato, si puo' dire in maniera molto generale che Krakauer condanna le spedizioni commerciali eccessivamente votate solo al guadagno portando in vetta cani e porci. La sua critica si allarga e finisce per toccare diverse persone che lavoravano al servizio di queste spedizioni, fra cui molte guide fortissime (es. Borkreev). Quest'ultimo ovviamente non difende le spedizioni commerciali, di cui si e' servito Krakauer stesso a ben vedere, ma racconta come sono andati i fatti dal suo punto di vista e di quello che ha compiuto lui come guida.
In pratica entrambi concordano nel condannare un certo approccio agli 8000 ma poi divergono nel raccontare i fatti di quei giorni
 
Krakauer in qualche modo attribuisce a Boukreev delle responsabilità in quanto, a suo avviso, neanche una guida fortissima come lui può permettersi di salire senza ossigeno. Questo non perché lui non ce la faccia, ma perché con l'ossigeno la termoregolazione corporea, la resistenza e le altre funzioni vitali sono ovviamente facilitate, per cui avrebbe potuto aiutare più persone durante il fattaccio.

Saluti
 
Krakauer in qualche modo attribuisce a Boukreev delle responsabilità in quanto, a suo avviso, neanche una guida fortissima come lui può permettersi di salire senza ossigeno. Questo non perché lui non ce la faccia, ma perché con l'ossigeno la termoregolazione corporea, la resistenza e le altre funzioni vitali sono ovviamente facilitate, per cui avrebbe potuto aiutare più persone durante il fattaccio.

Saluti

Ok grazie, adesso ho capito. Non voglio giudicare (anche perchè non sono un esperto), ma da quanto hai scritto mi sembra un punto di vista ineccepibile.
 
Non sono sicurissimo ma mi pare di ricordare che, appena si apri' la finestra di bel tempo e le varie spedizioni si misero in moto il primo che si decise di lasciar salire, in ordine di priorita "alpinistica", fu uno svedese, partito da stoccolma in bici e arrivato con lo stesso mezzo vicino al campo base. Mi sa che rimane imbattuto il suo record da 0 a 8000 e rotti "by fair means"...questa cosa mi ha sempre colpito molto, un modo di ridare ad una salita banale (per modo di dire) come l'everest un significato diverso, con un gusto esplorativo

saluti
 
Ho cercato di leggere anche il libro di Anatoli Boukreev ma non l'ho trovato neanche in biblioteca; mi sembra di ricordare dalle altre letture che nessuno dei suoi clienti c'e' rimasto secco e che lui stesso diceva di non aver voluto l'ossigeno per NON DIPENDERE dall'uso delle bombole perche' se avessero smesso di funzionare di colpo lui sarebbe rimasto inerme ed incapace di aiutare chiunque.

Consiglio anche "Gli Sherpa dell'Everest"
 
[sul parziale OT circa Bukreev Krakauer]
Li ho letti entrambi. Krak scrive meglio , ma alla fin fine Bukreev mi è sembrato più convincente.
Tornando in topic non vedo l'ora di vedere il film.
 
mah...li ho letti tutti e due, quello di Boukreev e' una risposta un po' polemica a quello di Krakauer.

Se non si e' letto Aria Sottile e' difficile capire quello di Boukreev.

Dovendo sceglierne uno, Krakauer tutta la vita, anche se meno tecnico e piu' giornalistico dell'altro.
 
Top