Heinz61
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Un breve reportage, l'ennesimo, dalle note “colline” del nord-est: le Dolomiti tra Marmolada, Tofane e Sella.
Mentre buona parte degli Appennini ed il NO, per non parlare dell’Oltralpe, sono sepolti da una spessa coltre bianca, decido in contro-tendenza di dirigermi nell’unica zona d’Italia dove a stento resistono ancora pochi cm di neve naturale…, e prenoto un last minute a S.Cassiano, in Altabadia (evidentemente non c’era il tutto esaurito, nonostante il carnevale).
La perturbazione del 14-15 febbraio si è rivelata l’ennesima “sola” per quella parte del TAA, ma in compenso ne è venuta fuori una settimana pazzesca: cielo terso (a parte domenica 15) per tutto il periodo e temperature fredde abbastanza da far tenere (quasi) perfettamente le piste fino a chiusura impianti.
Parecchia gente, italiani sempre meno, nei rifugi si parla soprattutto tedesco, olandese, etc.
Impianti e piste tutti aperti, condizioni di innevamento in pista perfette, direi “as usual”, secondo lo standard DS.
Complice la moglie , allergica alle code agli impianti (e come darle torto?), mi sono volutamente tenuto alla larga - per quanto possibile - dal Sellaronda e sono invece riuscito a colmare un po’ di “lacune” personali nela zona: il Santa Croce, la Marmolada, Lagazuoi e giro dell’Averau,… Intendiamoci: di gente ce n’era un casino in giro, soprattutto in certi orari ed in certi punti nevralgici, ma usando una certa accortezza nelle scelte e un minimo di conoscenza dei collegamenti, l’Altabadia sa offrire moltissimo. Ormai mi dà l’idea che certi “giri” sono come il pellegrinaggio a Lourdes: e allora tutti in Marmolada (o - come dicevano gli inglesi che ho incrociato - “marmelada”), all’Armentarola, alla Gran Risa, piuttosto che al Dantercepies o alla Saslong. Bisogna farsene una ragione e conviverci, oppure cambiare meta.
Primo giorno: decido di dirigermi subito al Santa Croce, visto che verso La Villa e Pedraces il cielo sembrava aprirsi un po’. La gitarella è stata piacevole e veloce; poca gente agli impianti, neve già primaverile in basso, ma piacevole. La salita a piedi verso la chiesetta ha un che di mistico; ne vale la pena.
zoom su Piz La Ila e la parte alta della Gran Risa
Pralongià "nuvoloso"
Rientro a S.Cassiano
Secondo giorno: Marmolada. E qui ho fatto una ca**ata: siamo partiti troppo tardi e tardi siamo arrivati a Malga Ciapela (mezz’ora di fila alla funivia); in più, arrivati in cima, la visibilità non era un granchè. Da rifare.
Il Sella dal Rif. Biok
in viaggio sulla SG La Vizza
Pista "Le Pale", verso Arabba
La "regina" dal passo Padon (notare: senza nuvole, ma ahimè ancora per poco)
In cima, sciatori si preparano alla discesa
Inghiottiti nella nebbia...
Il lago di Fedaia
Terzo giorno: Boè e Colfosco
Fatta alle 10:00, una Boè non ha prezzo...
La pista Forcelles a Colfosco (ebbene sì, anch'io per una volta ho indosso il caschetto da teletubbie...)
Il Civetta dalla partenza della pista Vallon
Pomeriggio: l' "autostrada" di rientro dal Pralongià verso S.Cassiano
S.Cassian e il Sass de Putia sullo sfondo
Quarto giorno: Lagazuoi e giro alle Cinque Torri/Col Gallina
Ore 10:00: la Tofana di Rozes dal Lagazuoi
L' "attacco" della pista
Sulla SG Fedare-Averau
Lo skiweg dalla Croda Negra verso il Col Gallina:
Uno sguardo sul Lagazuoi dallo stesso punto:
Quinto e sesto giorno: siamo sempre rimasti tra Corvara/La Villa e S.Cassiano. Ci sono un sacco di piste (e pistarelle) tra Pralongià, Cherz, Arlara e Piz La Ila che certo non ci si annoia.
Rif. Las Vegas ed il S.Croce
Il Piz Sorega da La Brancia
S. Croce, La Varella e Conturines
La bellissima pista "Del Sole", sotto il Pralongià
Venerdì, ore 15:30: sulla Alting, nel punto in cui si stacca dalla Gran Risa
La pista Bamby 1
E' tutto. Alla prossima!
Mentre buona parte degli Appennini ed il NO, per non parlare dell’Oltralpe, sono sepolti da una spessa coltre bianca, decido in contro-tendenza di dirigermi nell’unica zona d’Italia dove a stento resistono ancora pochi cm di neve naturale…, e prenoto un last minute a S.Cassiano, in Altabadia (evidentemente non c’era il tutto esaurito, nonostante il carnevale).
La perturbazione del 14-15 febbraio si è rivelata l’ennesima “sola” per quella parte del TAA, ma in compenso ne è venuta fuori una settimana pazzesca: cielo terso (a parte domenica 15) per tutto il periodo e temperature fredde abbastanza da far tenere (quasi) perfettamente le piste fino a chiusura impianti.
Parecchia gente, italiani sempre meno, nei rifugi si parla soprattutto tedesco, olandese, etc.
Impianti e piste tutti aperti, condizioni di innevamento in pista perfette, direi “as usual”, secondo lo standard DS.
Complice la moglie , allergica alle code agli impianti (e come darle torto?), mi sono volutamente tenuto alla larga - per quanto possibile - dal Sellaronda e sono invece riuscito a colmare un po’ di “lacune” personali nela zona: il Santa Croce, la Marmolada, Lagazuoi e giro dell’Averau,… Intendiamoci: di gente ce n’era un casino in giro, soprattutto in certi orari ed in certi punti nevralgici, ma usando una certa accortezza nelle scelte e un minimo di conoscenza dei collegamenti, l’Altabadia sa offrire moltissimo. Ormai mi dà l’idea che certi “giri” sono come il pellegrinaggio a Lourdes: e allora tutti in Marmolada (o - come dicevano gli inglesi che ho incrociato - “marmelada”), all’Armentarola, alla Gran Risa, piuttosto che al Dantercepies o alla Saslong. Bisogna farsene una ragione e conviverci, oppure cambiare meta.
Primo giorno: decido di dirigermi subito al Santa Croce, visto che verso La Villa e Pedraces il cielo sembrava aprirsi un po’. La gitarella è stata piacevole e veloce; poca gente agli impianti, neve già primaverile in basso, ma piacevole. La salita a piedi verso la chiesetta ha un che di mistico; ne vale la pena.
zoom su Piz La Ila e la parte alta della Gran Risa
Pralongià "nuvoloso"
Rientro a S.Cassiano
Secondo giorno: Marmolada. E qui ho fatto una ca**ata: siamo partiti troppo tardi e tardi siamo arrivati a Malga Ciapela (mezz’ora di fila alla funivia); in più, arrivati in cima, la visibilità non era un granchè. Da rifare.
Il Sella dal Rif. Biok
in viaggio sulla SG La Vizza
Pista "Le Pale", verso Arabba
La "regina" dal passo Padon (notare: senza nuvole, ma ahimè ancora per poco)
In cima, sciatori si preparano alla discesa
Inghiottiti nella nebbia...
Il lago di Fedaia
Terzo giorno: Boè e Colfosco
Fatta alle 10:00, una Boè non ha prezzo...
La pista Forcelles a Colfosco (ebbene sì, anch'io per una volta ho indosso il caschetto da teletubbie...)
Il Civetta dalla partenza della pista Vallon
Pomeriggio: l' "autostrada" di rientro dal Pralongià verso S.Cassiano
S.Cassian e il Sass de Putia sullo sfondo
Quarto giorno: Lagazuoi e giro alle Cinque Torri/Col Gallina
Ore 10:00: la Tofana di Rozes dal Lagazuoi
L' "attacco" della pista
Sulla SG Fedare-Averau
Lo skiweg dalla Croda Negra verso il Col Gallina:
Uno sguardo sul Lagazuoi dallo stesso punto:
Quinto e sesto giorno: siamo sempre rimasti tra Corvara/La Villa e S.Cassiano. Ci sono un sacco di piste (e pistarelle) tra Pralongià, Cherz, Arlara e Piz La Ila che certo non ci si annoia.
Rif. Las Vegas ed il S.Croce
Il Piz Sorega da La Brancia
S. Croce, La Varella e Conturines
La bellissima pista "Del Sole", sotto il Pralongià
Venerdì, ore 15:30: sulla Alting, nel punto in cui si stacca dalla Gran Risa
La pista Bamby 1
E' tutto. Alla prossima!