Si Gambadilegno la discesa era quella.
Mi trovo purtroppo ancora costretto a rispondere non tanto come chiamato in causa (visto che ero presente e in quanto tale ho giudicato la discesa fattibile) ma più che altro perchè come al solito, appena si pubblica un evento valanghifero, questo forum si riempie di professori che da qualche immagine traggono conclusioni spesso e volentieri completamente errate o quantomeno non corrette.
L'unico vero modo per poter valutare la situazione è l'essere presenti, nonchè conoscere l'ambiente in cui si svolge e quelle che sono le variabili meteo intercorse. Tutte le altre possono essere solo ipotesi (così come in realtà lo è anche l'interpretazione dei presenti visto che le certezze in questo campo non esistono), ma in quanto tali andrebbero dette forse con meno saccenza.
Partiamo dal principio, la discesa è composta da un entrata in una parete abbastanza ripida esposta a nord (guardando in alto nella foto panoramica a destra della della valanga) per poi piegare verso ovest (sove è partita la valanga) e degradare dolcemente verso una conca, nella quale si prende a nord per immettersi in una serie di vallette tutte esposte a ovest che portano fino al fondo.
Il vento aveva soffiato moderatamente da nordest, colpendo solo la prima parte dell'entrata più ripida, ma salvando il resto della discesa ben protetta dalla barra rocciosa che vedete a sinistra della valanga nella foto panoramica. Tant è che il primo giro lo abbiamo fatto in bellissima neve farinosa (escludendo proprio il tratto iniziale).
Il vero rischio per la propria incolumità avrebbe potuto essere il distacco di una cornicie dalle creste sovrastanti l'entrata sul ripido, ma queste fortunatamente avevano già scaricato spontaneamente avvalorando l'idea di fattibilità della discesa. La parte alta è stata battuta dai venti sia nella mattinata che parecchie altre giornate del mese, lo spessore del manto nevoso era quindi parecchio sottile (infatti disseminato di rocce affioranti che solitamente sono coperte) e compatto, rendendo improbabile un distacco in quella parte di discesa. Viste le condizioni del giorno, il settore più a rischio è automaticamente diventato proprio quello del distacco, normalmente più sicuro, in quanto il vento da nord est aveva riversato nella valletta neve polverosa proveniente dalla cresta della barra di roccia sovrastante.
E voi direte bene allora il rischio c'era. Certo che c'era, così come quasi ovunque quel giorno e come tanti altri giorni della stagione. Ma bisogna anche saper distinguere da un rischio ad un altro rischio.
In quel punto, in quel momento, il rischio era quello di un distacco di neve polverosa che non avrebbe comunque potuto prendere velocità oltre il moderato e che si sarebbe comunque fermata al massimo un 200 metri sotto. Un tipo di valanga che non può portare conseguenze gravi se il rischio viene affrontato con buonsenso, scendendo uno alla volta fino alla zona di sicurezza, e naturalmente attrezzati di aps e perchè no, airbag (e non di ABS, visto che tra l'altro nel nostro caso si tratta di sistema snowpulse). Non è un caso se Luca è sceso per secondo, il primo a scendere e "testare il terreno" ha più esperienza di lui sulla sciata e sul come scendere su certi tipi di neve, e terzo a chiudere mi sono messo io, con più esperienza di Luca al pari del primo, pronto a soccorrere chi scende davanti a me e reciprocamente fiducioso della stesa cosa nei confronti dei miei compagni.
Quindi, per quanto il rischio nel fare quella discesa fosse presente, era un rischio "affrontabile" e noi lo abbiamo considerato in quanto tale.
Con questo non voglio dire che ci piace fare cose rischiose, sono l'ultimo ad aver voglia di tirare una maniglia, ma solo far capire che se comunque la discesa dovesse essere in condizioni limite, è importante saper valutare anche, qualora il limite veisse superato, quali possano essere le conseguenze, perchè se potessero esser gravi allora è fuori discussione: non si scende.
Non ci siamo messi in mezzo a una situazione potenzialmente mortale (che può comunque capitare in qualsiasi giorno e condizione, nel momento più inaspettato), non ci tengo a rischiare la pelle gratuitamente (tant è che quello stesso giorno mi sono rifiutato dal scendere la nord quando mi è stato proposto). Non siamo andati a sciare su pendii ripidi in condizioni da valanghe a lastroni, no grazie quello lo lascio fare ad altri.
Detto questo su come interpreto il concetto di "sicurezza", il primo giro ho provocato il primo distacco (il fronte più basso a sinistra nella panoramica) ma è sceso molto lentamente e le dimensionerano comunque contenute. Il secondo giro poteva essere lo stesso, ma quando siamo arrivati all'ingresso il vento era girato a nordovest cominciando a battere anche sulla parte inferiore della discesa. Questo ha compattato leggermente la neve rispetto al giro precedente ma era ancora bella per intenderci.
Luca ha purtroppo commesso un grosso errore, tradito sicuramente dalla poca esperienza, nel frenare e volersi fermare proprio sopra quella roccia, che aveva ai lati dei riporti di neve ora compattatisi che avrebbero potuto facilmente fratturarsi, complice anche la mancanza del manto nevoso su di un lato dovuto al distacco del giro precedente. E purtroppo così è stato, portandosi dietro anche Luca. Avrebbe forse potuto staccarsi in ogni caso se anche Luca non avesse frenato, ma sono abbastanza certo che se fosse stato in velocità non sarebbe stato travolto.
Quanto al fatto che non potesse essere sepolto, dico invece che la possibilità c'era eccome. La foto non rende assolutamente l'idea, ma le dimensioni del fronte erano notevoli e di spessore anche fino a un metro. Il vantaggio era che non prendendo troppa velocità difficilmente poteva fare effetto lavatrice e risucchio e di li a poco si sarebbe anche fermata. Ma poteva anche rimanere a testa in giù, io sono d'accordo che in questo caso l'airbag abbia contribuito a tenerlo a galla e con la testa fuori.
E sull'airbag SOTTOLINEO che nessuno qui ha mai detto ne pensato che averlo ti renda immortale e ti autorizzi a fare anche quello che non andrebbe fatto, il messaggio che vuole dare Luca è duplice, il primo è di essere sempre attrezzati nell'affrontare qualsiasi tipo di discesa e di non sottovalutare mai quello che si sta facendo perchè il pericolo è dietro l'angolo, e il secondo è banalmente che l'airbag in certe situazioni ha la sua utilità.
Cerco sempre di mantenere un livello adeguato di sicurezza, e se porto l'airbag sulle spalle non è perchè penso di poter osare di più, ma semplicemente perchè in qualsiasi momento può capitare l'imprevisto, anche nelle situazioni all'apparenza più tranquille, e se mi dovesse succedere voglio anche aumentare le mie chance di sopravvivenza visto che esiste questa possibilità.
Ora rubo la firma di un altro utente, PEACE AND POWDER

