Jagar
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E per il terzo anno consecutivo andiamo in esplorazione di nuovi comprensori austriaci.
Questa volta andiamo ad est di Innsbruck, più precisamente nella Zillertal, il cui ingresso è situato a non più di 40/45 minuti di macchina dal passo del Brennero.
La Zillertal – sciisticamente parlando – è composta da quattro comprensori principali (Hochzillertal, Mayrhofen, Zillertal Arena e il ghiacciaio di Hintertux) e da tre comprensori minori (Ahorn, Gerlosstein, Spieljoch), tutti in un raggio molto limitato, circa 40 minuti di guida da un estremo all'altro, e con la possibilità di un comodo skipass unico.
Questa vicinanza naturalmente offre il vantaggio di potersi muovere liberamente decidendo di volta in volta in quale comprensorio sciare in base alle condizioni meteo, vento, neve, ecc.
Noi andiamo un po' a casaccio, e il primo giorno decidiamo di partire da Hochzillertal.
E così il 26 dicembre, mentre il nord Italia e in particolare le Dolomiti vengono sommersi da metri di neve, arriviamo a Kaltenbach in una giornata ventosa e con la temperatura alla base degli impianti (poco meno di 600mslm) di ben – udite udite – 12 gradi :shock:
Alla biglietteria ci informano che a causa del forte vento saranno aperti solo pochi impianti: la cabinovia, che porta ai circa 1800 metri nel cuore del comprensorio, e due skilift, ma non escludono di aprire altri impianti se le condizioni meteo lo permetteranno.
Il panorama francamente è desolante: la neve non è molta, ed è pure bella pesante (in basso) o molto dura (in alto), per non parlare di sassi, erba e terra che affiorano in più punti.
Dopo un paio di piste con inevitabili code chilometriche ai due skilift, decidiamo di scendere lungo la pista di rientro – miracolosamente aperta tra i verdi prati circostanti – per andarci a suicidare con le due pasticche di cianuro che tengo sempre nel cruscotto per i casi di emergenza come questo.
E invece... accade quello che non ti aspetti: la pista è molto divertente e la neve tutto sommato non è così male come sembrava. In più, arrivati in fondo leggiamo sul pannello luminoso che piano piano stanno aprendo tutti gli impianti, compreso il collegamento con il versante di Hochfugen.
Sputiamo il cianuro e risaliamo di volata, e la giornata si rivela sorprendentemente piacevole.
Il comprensorio è vario, le piste abbastanza divertenti, gli impianti – inutile dirlo – veloci e con assenza pressoché totale di code. Nel pomeriggio, come da previsioni, il vento cessa completamente ed inizia a nevicare fino ai 1200 metri circa, il che vuol dire sul 95% delle piste.
In basso – praticamente solo sulla pista di rientro - piove, ma chi se ne frega, alla fine è andata meglio del previsto.
Concludiamo con una discesa ininterrotta di circa 1900 metri di dislivello, sotto le luci dei riflettori, con gambe in fiamme e cuore a mille...
Foto del giorno:
Questa volta andiamo ad est di Innsbruck, più precisamente nella Zillertal, il cui ingresso è situato a non più di 40/45 minuti di macchina dal passo del Brennero.
La Zillertal – sciisticamente parlando – è composta da quattro comprensori principali (Hochzillertal, Mayrhofen, Zillertal Arena e il ghiacciaio di Hintertux) e da tre comprensori minori (Ahorn, Gerlosstein, Spieljoch), tutti in un raggio molto limitato, circa 40 minuti di guida da un estremo all'altro, e con la possibilità di un comodo skipass unico.
Questa vicinanza naturalmente offre il vantaggio di potersi muovere liberamente decidendo di volta in volta in quale comprensorio sciare in base alle condizioni meteo, vento, neve, ecc.
Noi andiamo un po' a casaccio, e il primo giorno decidiamo di partire da Hochzillertal.
E così il 26 dicembre, mentre il nord Italia e in particolare le Dolomiti vengono sommersi da metri di neve, arriviamo a Kaltenbach in una giornata ventosa e con la temperatura alla base degli impianti (poco meno di 600mslm) di ben – udite udite – 12 gradi :shock:

Alla biglietteria ci informano che a causa del forte vento saranno aperti solo pochi impianti: la cabinovia, che porta ai circa 1800 metri nel cuore del comprensorio, e due skilift, ma non escludono di aprire altri impianti se le condizioni meteo lo permetteranno.
Il panorama francamente è desolante: la neve non è molta, ed è pure bella pesante (in basso) o molto dura (in alto), per non parlare di sassi, erba e terra che affiorano in più punti.
Dopo un paio di piste con inevitabili code chilometriche ai due skilift, decidiamo di scendere lungo la pista di rientro – miracolosamente aperta tra i verdi prati circostanti – per andarci a suicidare con le due pasticche di cianuro che tengo sempre nel cruscotto per i casi di emergenza come questo.
E invece... accade quello che non ti aspetti: la pista è molto divertente e la neve tutto sommato non è così male come sembrava. In più, arrivati in fondo leggiamo sul pannello luminoso che piano piano stanno aprendo tutti gli impianti, compreso il collegamento con il versante di Hochfugen.
Sputiamo il cianuro e risaliamo di volata, e la giornata si rivela sorprendentemente piacevole.
Il comprensorio è vario, le piste abbastanza divertenti, gli impianti – inutile dirlo – veloci e con assenza pressoché totale di code. Nel pomeriggio, come da previsioni, il vento cessa completamente ed inizia a nevicare fino ai 1200 metri circa, il che vuol dire sul 95% delle piste.
In basso – praticamente solo sulla pista di rientro - piove, ma chi se ne frega, alla fine è andata meglio del previsto.
Concludiamo con una discesa ininterrotta di circa 1900 metri di dislivello, sotto le luci dei riflettori, con gambe in fiamme e cuore a mille...
Foto del giorno:


















