Preciso subito che il mio contributo è ovviamente di parte in quanto socio in VERTICAL ATTITUDE e mi occupo dello sviluppo prodotti. Cercherò per quanto possibile di fare un ragionamento obbiettivo.
L'intimo, o baselayer, è la nuova frontiera dell'abbigliamento sportivo perché ci si è resi conto che le prestazioni e la sicurezza (nel caso della montagna) possono essere migliorate dai nuovi prodotti. Le nuove tecnologie produttive abbinate a materiali innovativi e materiali innovativi combinati con nuove teorie fisiologiche come la compressione o il taping, offrono la possibilità di produrre capi fino a pochi anni fa impensabili. Dalla “rivoluzione” del capilene fino ai capi sintetici in poliestere sono passati anni e da un paio d’anni a questa parte sembra che vi sia stato un quantum leap!
Prendo spunto da una topic pubblicato da Fabrizio Bellucci sul sito Zaino in Spalla che ben riassume l’importanza di un intimo tecnico:
“Chiunque frequenta la montagna sa benissimo che si suda, poco o tanto, ma si suda.
Hai presente quel fastidiosissimo tremito da freddo, che ti attanaglia quando ti fermi?
E' proprio quello che provoca il rito dello spogliarello da vetta: una volta arrivati sulla cima, un sacco di escursionisti accaldati si spogliano a torso nudo per cambiarsi la maglietta, ormai fradicia, a contatto di pelle.
Poi inizia il rito della lavandaia: i basamenti delle croci di vetta e gli arbusti eventualmente presenti si coprono di queste magliette, nella speranza di una loro rapida asciugatura.
Avrai capito che qui vorrei parlarti della parte intima dell'abbigliamento, spesso trascurata rispetto a pile e giacche a vento, a mio parere questa è una trascuratezza non da poco, specie per chi passa in montagna varie giornate del proprio tempo libero. Il comfort è infatti un fattore importante per godere a pieno di una bella giornata in montagna.
Ma quello che voglio raccontarti qui è la mia esperienza diretta. Nelle escursioni di un giorno indosso una maglietta a maniche corte con sopra una a maniche lunghe, tutte rigorosamente in polipropilene: questo mi permette di aumentare l'isolamento termico, pur mantenendo un'ottima traspirabilità. Se è inverno sopra questi due strati ne aggiungo altri fatti di pile e se proprio il clima è rigido, tiro fuori la giacca a vento (il cosiddetto guscio). Nei trek viaggio leggero. Supponiamo di stare via per un'escursione di una settimana. Ho sentito di gente che infarcisce lo zaino di magliette (almeno una al giorno o al massimo una da cambiare ogni due giorni). Io viaggio con le mie solite due addosso e un cambio (uno solo) nello zaino. Tanto quando arrivo al rifugio, do' una lavata alle magliette utilizzate durante la giornata e la mattina dopo queste sono perfettamente asciugate... potenza della loro bassa capacità di trattenere l'umidità.Chi mi conosce sa che, arrivato sulla vetta, gli spogliarelli li evito, visto che non ho bisogno di mettermi a torso nudo per asciugare le magliette... in questo modo evito anche di rovinare gli splendidi panorami a chi mi fa compagnia...Riguardo ai tessuti in fibre naturali (cotone, lana) personalmente te li sconsiglio vivamente: quando si bagnano ci vogliono giornate di sole prima che si asciughino, sono pesanti, non traspirano proprio nulla…”
Quando si sceglie un capo, oggi si devono considerare più aspetti, il materiale sintetico o naturale e le caratteristiche da esso derivanti. Inoltre le tecnologie attuali consentono di abbinare nuove funzionalità in grado di migliorare la prestazione sportiva come il taping (X-Bionic) e la compressione graduata (Skins).
In merito al materiale, concordo con quanto riportato sopra e che quindi le fibre naturali (anche lana merino) dal mio punto di vista sono inferiori rispetto alle sintetiche e che il poliestere va bene per un prodotto economico ma a livello di prestazioni è molto inferiore rispetto al polipropilene.
Per quanto riguarda i nostri capi sono prodotti con filato Dryarn (vedi info Dryarn) che consente di ottenere un tessuto leggerissimo, più caldo della lana, con circa dieci volte il potere di espulsione del sudore rispetto al poliestere e 300 volte più della lana. E’ quindi termoregolante, garantendo maggiore calore rispetto alla lana e mantenendo sempre asciutto il corpo anche in condizioni di elevato calore o umidità. Queste caratteristiche sono da non sottovalutare in quanto il minor dispendio energetico per la termoregolazione sia al freddo che al caldo è un elemento fondamentale in tutti gli sport ma riveste un ruolo importantissimo per la sicurezza ambienti molto severi.
E’ anallergico, i batteri non proliferano e quindi non puzza. Inoltre è prodotto con il massimo rispetto per l’ambiente ed è riciclabile.
Abbiamo combinato questa fibra con la tecnologia produttiva WKS che ci ha permesso di realizzare un capo con aree di calore differenziate (bodymapping) in base alle zone corporee senza avere fastidiose cuciture. Questa tecnologia ci ha anche permesso di fare un capo indemagliabile che in caso di taglio non si strappa. Questo permette anche di customizzare il capo accorciando gambe, maniche e collo alla lunghezza voluta senza rovinare il capo.
Infine abbiamo disegnato il capo in modo da avere una compressione graduata per una migliore prestazione sportiva grazie ad una migliorata circolazione e un miglior recupero e il taping in modo da affaticare meno le articolazioni.
Ovviamente i nostri capi non sono economici, ma non sono neanche i più costosi sul mercato pur essendo interamente prodotti in Italia e con materiali italiani.
La nostra filosofia è infatti garantire prodotti eccellenti sia dal punto di vista della qualità che delle prestazioni e li proponiamo al mercato soltanto dopo avere fatto numerosi test sul campo.
Per concludere, il mio consiglio è di indirizzarsi su un capo economico come quelli di Decathlon con un ottimo rapporto qualità/prezzo se si intende utilizzarlo sporadicamente e non abbiamo necessità di prestazioni avanzate. Se invece si vuole un capo che duri nel tempo e dal quale ottenere il massimo delle prestazioni, cosa estremamente importante quando si praticano attività outdoor dove il calore e l’affaticamento possono giocare un ruolo anche sulla nostra sicurezza, allora mi sento di consigliare un investimento che sicuramente si ripagherà. I nomi dei produttori che ritengo più avanzati li ho fatti sopra, altre blasonate marche le ritengo buone come qualità ma non il top come prestazioni. Ovviamente il nostro baselayer SIN VERTICAL ATTITUDE è il migliore!
L'intimo, o baselayer, è la nuova frontiera dell'abbigliamento sportivo perché ci si è resi conto che le prestazioni e la sicurezza (nel caso della montagna) possono essere migliorate dai nuovi prodotti. Le nuove tecnologie produttive abbinate a materiali innovativi e materiali innovativi combinati con nuove teorie fisiologiche come la compressione o il taping, offrono la possibilità di produrre capi fino a pochi anni fa impensabili. Dalla “rivoluzione” del capilene fino ai capi sintetici in poliestere sono passati anni e da un paio d’anni a questa parte sembra che vi sia stato un quantum leap!
Prendo spunto da una topic pubblicato da Fabrizio Bellucci sul sito Zaino in Spalla che ben riassume l’importanza di un intimo tecnico:
“Chiunque frequenta la montagna sa benissimo che si suda, poco o tanto, ma si suda.
Hai presente quel fastidiosissimo tremito da freddo, che ti attanaglia quando ti fermi?
E' proprio quello che provoca il rito dello spogliarello da vetta: una volta arrivati sulla cima, un sacco di escursionisti accaldati si spogliano a torso nudo per cambiarsi la maglietta, ormai fradicia, a contatto di pelle.
Poi inizia il rito della lavandaia: i basamenti delle croci di vetta e gli arbusti eventualmente presenti si coprono di queste magliette, nella speranza di una loro rapida asciugatura.
Avrai capito che qui vorrei parlarti della parte intima dell'abbigliamento, spesso trascurata rispetto a pile e giacche a vento, a mio parere questa è una trascuratezza non da poco, specie per chi passa in montagna varie giornate del proprio tempo libero. Il comfort è infatti un fattore importante per godere a pieno di una bella giornata in montagna.
Ma quello che voglio raccontarti qui è la mia esperienza diretta. Nelle escursioni di un giorno indosso una maglietta a maniche corte con sopra una a maniche lunghe, tutte rigorosamente in polipropilene: questo mi permette di aumentare l'isolamento termico, pur mantenendo un'ottima traspirabilità. Se è inverno sopra questi due strati ne aggiungo altri fatti di pile e se proprio il clima è rigido, tiro fuori la giacca a vento (il cosiddetto guscio). Nei trek viaggio leggero. Supponiamo di stare via per un'escursione di una settimana. Ho sentito di gente che infarcisce lo zaino di magliette (almeno una al giorno o al massimo una da cambiare ogni due giorni). Io viaggio con le mie solite due addosso e un cambio (uno solo) nello zaino. Tanto quando arrivo al rifugio, do' una lavata alle magliette utilizzate durante la giornata e la mattina dopo queste sono perfettamente asciugate... potenza della loro bassa capacità di trattenere l'umidità.Chi mi conosce sa che, arrivato sulla vetta, gli spogliarelli li evito, visto che non ho bisogno di mettermi a torso nudo per asciugare le magliette... in questo modo evito anche di rovinare gli splendidi panorami a chi mi fa compagnia...Riguardo ai tessuti in fibre naturali (cotone, lana) personalmente te li sconsiglio vivamente: quando si bagnano ci vogliono giornate di sole prima che si asciughino, sono pesanti, non traspirano proprio nulla…”
Quando si sceglie un capo, oggi si devono considerare più aspetti, il materiale sintetico o naturale e le caratteristiche da esso derivanti. Inoltre le tecnologie attuali consentono di abbinare nuove funzionalità in grado di migliorare la prestazione sportiva come il taping (X-Bionic) e la compressione graduata (Skins).
In merito al materiale, concordo con quanto riportato sopra e che quindi le fibre naturali (anche lana merino) dal mio punto di vista sono inferiori rispetto alle sintetiche e che il poliestere va bene per un prodotto economico ma a livello di prestazioni è molto inferiore rispetto al polipropilene.
Per quanto riguarda i nostri capi sono prodotti con filato Dryarn (vedi info Dryarn) che consente di ottenere un tessuto leggerissimo, più caldo della lana, con circa dieci volte il potere di espulsione del sudore rispetto al poliestere e 300 volte più della lana. E’ quindi termoregolante, garantendo maggiore calore rispetto alla lana e mantenendo sempre asciutto il corpo anche in condizioni di elevato calore o umidità. Queste caratteristiche sono da non sottovalutare in quanto il minor dispendio energetico per la termoregolazione sia al freddo che al caldo è un elemento fondamentale in tutti gli sport ma riveste un ruolo importantissimo per la sicurezza ambienti molto severi.
E’ anallergico, i batteri non proliferano e quindi non puzza. Inoltre è prodotto con il massimo rispetto per l’ambiente ed è riciclabile.
Abbiamo combinato questa fibra con la tecnologia produttiva WKS che ci ha permesso di realizzare un capo con aree di calore differenziate (bodymapping) in base alle zone corporee senza avere fastidiose cuciture. Questa tecnologia ci ha anche permesso di fare un capo indemagliabile che in caso di taglio non si strappa. Questo permette anche di customizzare il capo accorciando gambe, maniche e collo alla lunghezza voluta senza rovinare il capo.
Infine abbiamo disegnato il capo in modo da avere una compressione graduata per una migliore prestazione sportiva grazie ad una migliorata circolazione e un miglior recupero e il taping in modo da affaticare meno le articolazioni.
Ovviamente i nostri capi non sono economici, ma non sono neanche i più costosi sul mercato pur essendo interamente prodotti in Italia e con materiali italiani.
La nostra filosofia è infatti garantire prodotti eccellenti sia dal punto di vista della qualità che delle prestazioni e li proponiamo al mercato soltanto dopo avere fatto numerosi test sul campo.
Per concludere, il mio consiglio è di indirizzarsi su un capo economico come quelli di Decathlon con un ottimo rapporto qualità/prezzo se si intende utilizzarlo sporadicamente e non abbiamo necessità di prestazioni avanzate. Se invece si vuole un capo che duri nel tempo e dal quale ottenere il massimo delle prestazioni, cosa estremamente importante quando si praticano attività outdoor dove il calore e l’affaticamento possono giocare un ruolo anche sulla nostra sicurezza, allora mi sento di consigliare un investimento che sicuramente si ripagherà. I nomi dei produttori che ritengo più avanzati li ho fatti sopra, altre blasonate marche le ritengo buone come qualità ma non il top come prestazioni. Ovviamente il nostro baselayer SIN VERTICAL ATTITUDE è il migliore!