Giro 2011: sul Crostis !!!

Ho lavorato al Giro quest'anno agli arrivi, lo Zoncolan è qualcosa di incredibile sia per le pendenze che per la gente. Il cambio di percorso senza il Crostis ha fatto arrabbiare veramente tutti, i fan, le autorità e anche la protezione civile...tutti che imprecavano perchè era stato cancellato! In effetti con tutto il lavoro che è stato fatto dire che non si sarebbe fatto solo la sera prima mi è sembrato una presa in giro. C'è da dire però che con quello che è successo a rapallo si è voluto stratutelare i corridori ed evitare altri casini...
 
C'è da dire però che con quello che è successo a rapallo si è voluto stratutelare i corridori ed evitare altri casini...

Si è già detto in lungo e in largo che quanto successo al povero Weylandt, morto del resto in un tratto di discesa facile, non c'entra nulla con la cancellazione del Crostis.
 
Discesa difficile?

Si è già detto in lungo e in largo che quanto successo al povero Weylandt, morto del resto in un tratto di discesa facile, non c'entra nulla con la cancellazione del Crostis.

La pericolosità di una discesa non è data dalla pendenza o dalla larghezza della strada ma dalla VELOCITA' ed ovviamente dai manufatti ai lati della stessa (guard-rail, muretti in cemento, pali ecc.).
Nella discesa del crostis non c'è nulla di tutto ciò: se un ciclista cade ed esce di strada finisce su un pendio erboso, oltretutto molto inclinato... (a prescindere dall'incredibile serie di reti recuperate dalle piste da sci dello Zoncolan e piazzate ai lati della strada)... SDC13336.jpg
 
Ripropongo la foto scattata dal Crostis verso lo Zoncolan...

La pericolosità di una discesa non è data dalla pendenza o dalla larghezza della strada ma dalla VELOCITA' ed ovviamente dai manufatti ai lati della stessa (guard-rail, muretti in cemento, pali ecc.).
Nella discesa del crostis non c'è nulla di tutto ciò: se un ciclista cade ed esce di strada finisce su un pendio erboso, oltretutto molto inclinato... (a prescindere dall'incredibile serie di reti recuperate dalle piste da sci dello Zoncolan e piazzate ai lati della strada)...Visualizza allegato 27445
Ripropongo la foto scatta dal Crostis verso lo Zoncolan (sovrastato dal monte Tamai dove ci sono ancora lingue di neve); il taglio del bosco sulla sx è la pista da sci che scende a Ravascletto.
Crostis.jpg
 
Ecco la tanto attesa conferenza stampa di Cainero dove spiega i motivi della cancellazione del Crostis:

da www.carnia.la

“Sono Riis e Contador gli assassini del Crostis”, Cainero svela i retroscena della tappa del Giro d’Italia amputata

di Francesco Brollo
Enzo Cainero mostra parte del materiale extra che aveva predisposto per la sicurezza sul Monte Crostis, allestimento che gli è valso i riconsocimenti della quasi totalità degli addetti ai lavori, Riis e Contador esclusi

UDINE – Per sfogarsi ha temporeggiato sino alla fine del Giro, oggi ha temporaleggiato: tuoni e fulmini contro Alberto Contador, il direttore sportivo della sua squadra Bjarne Riis, non un santarello se “in gruppo è chiamato mister Sixty” (con riferimento alla percentuale irregolare vicina al 60% di ematocrito nel sangue che aveva da corridore) e che “ha dovuto restituire la maglia gialla con vergogna” perchè dopato. Parliamo dell’organizzatore delle tappe carniche del Giro d’Italia Enzo Cainero, che stamattina ha raccontato retroscena, svelato i nomi degli “assassini” del Crostis (Riis, Contador con la complicità dell’Uci, la federazione internazionale e il silenzio assordante di quella italiana, guidata da Di Rocco), spiegato che le spese sostenute sulla strada sono state finanziate su progetti della Comunitá Montana previsti prima che l’idea della tappa emergesse e infine ha ringraziato i tanti che hanno lavorato per la realizzazione della tappa della Corsa Rosa arrivata sullo Zoncolan.
“Io imputo al clan della Saxo Bank, a Contador e Riis in particolare, l’assassinio del Crostis”. Questa la frase a effetto, ma profondamente convinta e sentita, che ha pronunciato dopo una puntigliosa cronologia dei passi che hanno portato il Crostis al centro di un caso internazinale.


Cainero con, in primo piano, una maglietta celebrativa dello Zoncolan
Insomma, se la tappa dello Zoncolan è stata amputata del Monte Crostis e della Panoramica delle Vette è perchè Contador aveva paura della discesa e di perdere il vantaggio, che si era costruito in dote, nella discesa verso Ravascletto e poi fino a Comeglians. La posizione del corridore spagnolo ha detto Cainero, è stata sposata da un gruppo di squadre straniere che tengono sotto scacco l’Uci (la Federazione internazionale) sotto la minaccia di abbandonarla per costruirsi una lega di team professionisti che gestisca un proprio calendario, perché a una squadra “correre il giro del Qatar rende più che fare il Crostis”, così i giudici (emanazione dell’Uci) per elidere il Crostis hanno inventato la scusa che mancava l’assistenza tecnica (prevista invece con punti lungo il percorso e poi “Tom Boonen ha perso la Parigi Roubaix perché non c’era assistenza nella foresta dell’Aremberg e non si è sognato di protestare, perchè fa parte del gioco”).


Cainero ha prodotto una cronologia degli eventi, per ricostruire l’andamento dei fatti.

“NASCITA” DEL CROSTIS. “Nel giugno 2010 Zomegnan (Direttore del Giro d’Italia) mi dice «rivoglio lo Zoncolan» per i risultati (televisivi e di spettacolo, ndr) ottenuti nel 2010. Dico ok ma voglio anche il Crostis, per una scelta totalmente mia, nessuno di loro l’aveva mai visto. Cosi nasce il Crostis”. E con lui l’immediata alternativa, “Visto che lassù è zona molto nevosa e quel giorno gli dissi qual era la tappa alternativa, che poi è uscita”. Perché nasce il Crostis? “Perché per lo sviluppo della zona, e dell’intera Carnia, l’abbinata Crostis/Zoncolan come si sta rivelando adesso è straordinaria”.


Spettatori della tappa dello Zoncolan chiedono dove sia finito il Crostis (foto: Alberto Cella)
L’ALTERNATIVA e la FUTURA TAPPA. Parentesi: proprio l’alternativa, che contempla Casera Razzo, il passaggio per Sauris, la discesa fino al lago e la risalita al passo Pura, prima di fare lo Zoncolan, sarà secondo Cainero la prossima tappa del Giro in Carnia, visto che il percorso è piaciuto molto.

FINANZIAMENTI e “PUTTANATE”. “Il Crostis era già stato finanziato il 2/11/2008″ ha detto Cainero, probabilmente per rispondere a chi criticava di inutili sprechi di denari pubblici per una manifestazione che non si è fatta. Il manager ha prodotto le delibere della Comunità Montana, a cominciare da quella del 17/7/2009 che approvava il progetto preliminare. Questo nell’ambito dei “progetti di valorizzazione delle strade di alta montagna”. Il Crostis non è frutto di un intervento richiesto dalla struttura del Giro d’Italia, ma per valorizzare l’alta montagna. Siccome non vorrei venissero dette altre puttanate, anche l’operazione della Stentaria (ipotesi di un futuro arrivo del giro da Aplis di Ovaro a Forcella Forchia) è programmata indipendentemente dal Giro d’Italia. La Comunità Montana sta facendo operazioni per riqualificare la montagna e sono interventi finanziati da fondi europei”.

RETI DI PROTEZIONE COME INVESTIMENTO. Si tratta del “solo intervento integrativo”, messo in opera grazie ai volontari, “pari a 80.000 euro per mettere le reti e le protezioni, che non sono una spesa, ma un investimento perché rimarranno lì tutta l’estate. A fine estate si levano, si portano nei magazzini, i materassi di Promotur verranno utilizzati sulle piste da sci e poi si riportano: è un’operazione di sinergia senza spendere soldi”. Queste le uniche spese “extra” apposta per l’evento. Per il resto, “Il Crostis è costato sudore, fatica, coraggio condiviso, grande sacrificio dei comuni. Se non capiamo che dobbiamo valorizzare le nostre strade di montagna per darle vitalità, probabilmente siamo fuori strada”.

“SULLE TRACCE DELL’ASSASSINO”. “Il vero delitto è la mancanza di rispetto assoluto nei confronti di chi ha lavorato tanto e con tanta passione. A me interessa dire questo, perché chi ha visto il Crostis rispetto a sei mesi fa oggi vede un altra cosa”. Questo per dire i lavori puntigliosissimi di messa in sicurezza. “L’avventura del Crostis per me è stata la più difficile della mia fase organizzativa, ma sapevo di contare su uomini veri: gli amici di Ovaro, Comeglians, Ravascletto, Sutrio, Lauco, di tutta la Carnia”. Cainero ha snocciolato le date dei sopralluoghi di squadre e organizzatori, che giungono a promuovere la tappa, specie dopo aver sciolto le riserve di quanti avevano visto il Crostis prima che venisse messo in sicurezza.

COME IL D-DAY. Mostra cartine, materiale aggiuntivo, predisposto in fretta per andare ben oltre le prescrizioni di sicurezza in modo da rendere inattaccabile il Crostis da critiche in tal senso, a cominciare dall’aumento dei volontari che invece che ogni 250 metri, sono stati arruolati in numero sufficiente a garantiorne uno ogni 20!. “Parlando con loro (i volontari) dicevo che mi sembra di essere al D-Day dello sbarco in Normandia. Avevamo previsto tutto e di più. Non abbiamo inventato niente”.

GHISALBERTI E IL “CROSTIS DURO IMPESTATO E STRETTO”. Il primo a finire nel mirino di Cainero, è il giornalista Claudio Ghisalberti “a cui imputo grande scorrettezza“, che sulla Gazzetta dello Sport del 24 aprile dipinge il Crostis con toni da tregenda, fornendo un assit (o ricevendolo?) a chi, come Contador lo vorrebbe eliminare. Ciò che Cainero non perdona a Ghisalberti è di aver scritto senza esserci stato sul Crostis dopo le migliorie “Non si può fare questo articolo del 24 aprile, giorno di Pasqua, che è quello che ha scatenato il finimondo. Non si può dire che il Crostis è impestato e stretto nella salita quando passano due camion, e «con gli ultimi due chilometri e mezzo praticamente su sterrato», questo non ha visto niente: la salita non ha sterrato. Non si può dire che la discesa è più sport estremo che ciclismo. Ha scritto queste cose ripetendole tre giorni prima della gara senza averle viste. Ha riferito inesattezze senza avere visto i lavori fatti. Questo vuol dire danneggiare lo sport nell’insieme.”

SOPRALLUOGHI. I sopralluoghi di corridori, organizzatori, ds e addetti ai lavori proseguono e man mano che procedono i lavori in quota, arrivano i pareri favorevoli. “Il 1 maggio Rcs ha mandato a ispezionare il percorso Stefano Di santo che è quello che disegna tutti i percorsi del Giro d’Italia. Le sue conclusioni sono queste: «Mi sembra una discesa molto meglio protetta di quelle solitamente affrontate”. Quindi una parola di gratitudine al direttore di corsa Mauro Vegni: “è stata la persona che più di tutti mi ha sostenuto, gli sarò sempre grato perché si è esposto, perché ha fatto un baruffone immenso con Riis”. Sabato 15 maggio l’associazione corridori professionisti italiani manda il vice presidente Salvato e Fabio Vanzella “che hanno fatto 21 giri in due e hanno risposto: «Una discesa del genere, con le opere fatte, deve essere presa a modello per come si organizza una corsa ciclistica. Ho fatto 14 giri in carriera (Vanzella) e non ho mai visto un’attenzione così alta per la sicurezza». Chiude Salvato: «Chi non vorrà scalare il Crostis non lo farà certamente perché la discesa è insicura». I corridori in gara, la sera della tappa dell’Etna si sono riuniti e, viste le immagini e i video dei lavori, hanno detto sì al Crostis.

MANOVRE SOTTERANEE. Cainero mette a fuoco una riunione fondamentale, svolta a Tortoreto Lido dove “Riis ha insistito sulla sicurezza, ritenendola (la discesa) sempre pericolosa e c’è stato un battibecco enorme riportato dalla stampa, perché lui non la voleva fare. Di fronte al sì dei corridori si è trovato in difficoltà, lo spalleggiava solo il solito Claudio Ghisalberti che il 19 maggio torna a dire che il Crostis è impestato e stretto. Io accetto tutte le critiche ma che uno riferisca cose inesatte senza aver visto la salita e senza aver preso atto dei lavori fatti, chiamatelo come volete voi…”.

PUZZA DI BRUCIATO. “Sento puzza di bruciato quando Vegni mi chiama a Pordenone (la vigilia). Parliamo fino all’1.30 di mattina e mi dice che ci sono soprattutto squadre straniere che hanno sollevato la scusa dell’assistenza tecnica alle squadre. Io ho detto che abiamo 8 gazebo di assistenza tecnica. Mi si dice che non basta, ma siamo la notte prima e sicuramente la tappa sostitutiva non la faccio, perché è impossibile spostare gli uomini. Vuole un uomo ogni 25 metri. Allora con Franco Bon di Amici e Bici, con la Protezione Civile, Ciclistica Buiese, l’Ana, Da Poldo abbiamo messo sul Crostis 259 persone: una ogni venti metri di assistenza. Poi mi viene detto che si implementi l’assistenza tecnica con cartelloni. Li abbiamo preparati durante la notte. Ho poi saputo che Liquidgas, Acqua e sapone, Lampre, Colnago Androni Giocattoli erano nettamente schierate con noi”.


L’UCI PIEGA LA TESTA. Insomma, la sicurezza c’era, altrimenti, se fosse stata quella la causa dell’annullamento “avrei schierato i mille volontari (per bloccare la corsa, ndr) e lo Zoncolan non lo avrebbero fatto, perche sarebbe stato uno schiaffo”. Ma l’Uci (e i commissari) hanno tirato fuori la scusa per accontentare le grosse squadre straniere “e ha accettato l’ididozia della mancata assistenza tecnica. Un pretesto pieno e totale. Non sapevano più dove appigliarsi”. Pretesto subdolo perché comunque erano da tempo previste 35 motociclette di assistenza e “dalla fine della discesa di Ravascletto all’attacco dello Zoncolan ci sono dieci km e mezzo, con quindi tutto il tempo per prestare assistenza”. Così la ragione, il movente dell’«assassinio» è che “con tutta evidenza non volevano fare discesa Crostis, la vera novità del giro, l’unica discesa dove Nibali poteva recuperare”.

FUTURO. Cainero appare provato e forse un po’ nauseato per riprovare col Crostis, per il quale dice che il ritorno è ora già notevolissimo, con centinaia di cicloturisti che lo stanno frequentando. Insomma, un trampolino di lancio, a patto di garantire assistenza e una struttura in quota (la malga già esistente) sempre aperta. Intanto, il “24 giugno e frecce tricolori, cioe uomini che sanno osare saranno sul Crostis partendo da Tualis in biciletta, inviterò chi mi ha dato la mano, compresi Paolo Bettini e Vegni”.

LA LETTERA DEI CORRIDORI A CAINERO. Cainero ha chiuso leggendo con orgoglio la lettera dell’Associazione corridori ciclisti professionisti italiani che “ci tiene ad esprimere a Lei, a tutti i volontari e, non da ultimi, a tutti i tifosi il suo più profondo rincrescimento per l’annullamento della salita e della discesa del Crostis. Siamo convinti che il numeroso pubblico che si era già mobilitato per assistere all’attesissima frazione, nonché i tanti volontari che hanno profuso tanto impegno per organizzare al meglio la tappa meritavano ben altro rispetto! Come Lei sa, i corridori italiani, da professionisti quali sono, avevano già da tempo manifestato la propria disponibilità ad affrontare la salita e la discesa del Crostis, avendo preso atto del gran lavoro svolto per mettere in sicurezza il percorso. Sorprende dunque e sconcerta che un tracciato, conosciuto fin da ottobre 2010, sia stato valutato inadeguato soltanto 12 ore prima della partenza della tappa. Pur non avendo colpe per l’accaduto, ci sentiamo in dovere di porgere le nostre scuse a Lei, ai suoi collaboratori, a tutti i volontari e ai tantissimi tifosi friulani che giustamente si sono sentiti traditi e denigrati da questa assurda decisione”.


martedì 31 maggio 2011


http://carnia.la/2011/05/31/sono-ri...dellamputazione-della-tappa-del-giro-ditalia/
 

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Io l'ho fatta quella salita ma non in bici,
con tutte quelle reti la potevano fare senza tanti problemi,
al limite chi era timoroso poteva tirare di più i freni.

Comunque lo sport è anche rischio,
mica dovevano cadere per forza in quella discesa.

E' stata una pagina vergognosa,
visto il dispendio di soldi e energie,
ma da uno sport pesantemente truccato come il ciclismo pro c'è poco da stupirsi....:evil:
 
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