Ritorno sul topic da me iniziato per postare alcune considerazioni seguenti ad una mattinata trascorsa a sciare con i miei sci, dopo 4 giornate passate su sci in prova o a noleggio.
Premetto che ho anche cambiato scarponi (
vedi 3D relativo), passando da uno scarpone grande e reattivo quanto una portaerei ad uno millimetrico e veloce quanto un hobie cat.
Nelle precedenti quattro giornate di test avevo sciato sempre con sci ben strutturati, come potrete leggere sopra, mentre i miei sci sono degli SMU Atomic del 2007 (basati sull’SX5), struttura monoscocca cava in sintetico (tecnologia Beta), categoria easy carve o poco più.
Ieri li ho rimessi ai piedi per un mattiniero all’alpe Lusentino, sopra Domodossola, più che altro per provare se gli scarponi nuovi mi avrebbero causato qualche dolore, e se avessi dovuto tornare a fare qualche altro intervento di bootfitting.
Ebbene, in poche parole con i miei vecchi sci praticamente non sono più riuscito a sciare.
La tenuta di questi sci, tentando di portarli come avevo fatto con gli sci in prova, era quasi nulla, sbatacchiavano, rimbalzavano, si rifiutavano di stare incollati alla neve nonostante i miei sforzi: alla fine della mattinata avevo i quadricipiti in fiamme a furia di schiacciare per tentare (vanamente) di mantenere il contatto continuo con la neve. A peggiorare le cose, il tremendo senso di insicurezza che gli sci mi trasmettevano, che mi portava ad arretrare il baricentro come da tempo non mi capitava.
La mancanza di rigidezza flessionale faceva sì che le spatole, invece di seguire fedelmente il profilo del manto nevoso, innescassero delle vibrazioni longitudinali lungo tutto lo sci che mi portavano a rimbalzare come un pallone da basket per tutto l’arco di curva.
Laddove uno sci strutturato si fa beffe delle asperità, fende i cumuli, si comporta come un’auto con assetto sportivo ed infonde sicurezza all’aumentare della velocità, un easy carve in monoscocca si comporta come una coppia di “fettuccine” sotto i piedi, entrando in crisi già a velocità modeste quando si cerca di caricarlo anche solo debolmente.
Immaginate di scendere in pista con una vecchia Fiat Panda con balestre al posto degli ammortizzatori, e di voler provare a tenere l’auto incollata al terreno in curva: l’effetto è lo stesso.
Non avendo mai provato sino a poche settimane fa sci diversi, non immaginavo che la differenza di struttura tra gli sci potesse dare luogo a sensazioni così terribilmente differenti, e che uno sci “facile” potesse affaticare le gambe ben oltre quello che uno sci “tosto”, rigido fosse in grado di fare.
A questo punto devo fare due considerazioni.
La prima è che mi sento di sposare in pieno l’opinione di quanti sostengono che per migliorarsi è necessario sciare con sci di categoria leggermente superiore alle proprie capacità: con i miei sci “facili” non riesco più a fare una curva degna di questo nome, mentre con un race carve, magari anche spinto, forse mi troverò in difficoltà all’inizio, ma sicuramente mi sarà di sprone a migliorare, piuttosto che d’impaccio nel tentare di fare i movimenti corretti.
Un easy carve mi sentirei di dire che è utile al massimo a chi si riconosce nel livello bronzo base; già quando si cominciano a riunire gli sci al termine di una curva, questo sci comincia a mostrare tutti i suoi limiti. Se poi si è già in grado di sciare a sci uniti, uno sci che abbia almeno uno strato di titanio di rinforzo è auspicabile.
Al mio livello (argento avanzato che comincia a condurre), un buon race carve è quello che mi ha dato le migliori sensazioni, e (soprattutto) la maggior sicurezza.
La seconda considerazione è per coloro che non appena riescono ad infilare quattro curve a sci uniti di seguito, pensano di comprarsi un paio di sci propri: io l’ho fatto, ero poco più che un bronzo avanzato, li ho voluti comprare (all’epoca non conoscevo ancora questo forum e le sue preziosissime risorse) ed ho usato gli sci che ho acquistato per un totale di poco più di una ventina di sciate suddivise in circa due anni (quando ho ricominciato andavo molto poco a sciare); oggi mi accorgo che questi sci sono decisamente inadeguati alla mia sciata, e quindi li dovrò cambiare.
Una ventina di uscite si possono totalizzare in poco più di un anno se si è realmente appassionati di sci, ed il progresso è molto rapido se assistito da un buon maestro; ora, a fronte di questo mi e vi domando: aveva un senso acquistare un paio di sci nel momento in cui l’ho fatto, per poi doverli cambiare uno o due anni dopo, quando avrei potuto magari fare un affitto stagionale, ed acquistare in seguito degli sci seri, strutturati, che mi dureranno sicuramente almeno 4/5 anni?
Io, la risposta me la sono data attraverso l’esperienza, e questa risposta è no.