Il mio primo Mont Blanc Freeride (Lungo - No foto)

Frankie72

.al limite del fanatismo.
Premessa

Se ne è parlato già diffusamente, comunque ho deciso di scrivere un report dettagliato sul mio primo Mont Blanc Freeride.
Più che altro l’ho fatto per me stesso, per fissare le forti emozioni della gara.
Ho deciso di condividere questo report personale perché credo che possa essere interessante anche per altri, per capire cosa voglia dire partecipare ad una gara del genere.

Premetto che sono uno sciatore più o meno autodidatta. Nel senso che non ho mai fatto gare ufficiali o allenamenti agonistici seri.
Finora avevo partecipato a qualche gigante open molto casereccio e in pochissime occasioni.
Sono cresciuto sciisticamente in Abruzzo, a Campo Felice, dove ho sciato per molti anni dentro e fuoripista in media 40-50 volte a stagione. Il tutto anche con maestri e aspiranti maestri. Quindi la mia tecnica è sicuramente sopra la media, ma non ho abitudine alla velocità e non ho un allenamento adeguato per scendere a cannone per lunghi tratti.
Attualmente scio, in tranquillità, per una trentina di volte l’anno tra pista e scialpinismo.

Come molti mi interrogo anch’io sull’opportunità di fare gare di freeride, considerato che la parte free si perde in gran parte.
In effetti, le partecipazioni a gare del genere a mio avviso sono mosse da motivazioni diverse da quelle che ci si aspetta in genere dal free o dallo sci non agonistico.
In gara, almeno per quanto mi riguarda, il piacere della sciata si perde in gran parte. Oggettivamente mi sarei divertito di più andando ai miei ritmi e godendomi i pendii.
Personalmente ho sofferto come un cane per gran parte delle prove. Le mie gambe e il mio fisico hanno urlato pietà mille volte e in alcuni tratti mi sono anche un po’ cag@to sotto per l’eccessiva velocità… ma a dire la verità è proprio questa sofferenza che mi farà ricordare per sempre la mia prima gara di freeride.
La tensione agonistica ti porta a fare cose al di fuori della normalità e a superare limiti e barriere che ognuno di noi ha e che servono a darci sicurezza.
Sono tornato da un paio di giorni e ancora adesso ho l’adrenalina che mi scorre a 1000 nelle vene. Mi è scattata una molla che mi spingerà a superare sempre di più i miei attuali limiti, naturalmente con la testa, per migliorare tecnicamente e fisicamente.
Sci a parte, l’evento ha anche una carica umana e sociale notevole. Quando sei li, ai briefing, nei pre-gara e nelle premiazioni senti di far parte di una tribù. Si ride, si scherza e si condividono le emozioni della discesa con naturalezza con persone delle quali neanche si conosce il nome.
Io ho passato molto tempo con Lorenzo e gli altri del PowderMob e mi sembrava di conoscerli da una vita. Ho avuto anche modo di conoscere Enrico e molti altri.
Probabilmente rimarremo in contatto e ogni tanto ci si incontrerà per condividere qualche sciata e magari si diventerà anche grandi amici. “Solo” per questo è già valsa la pena partecipare al Mont Blanc Freeride!

CONTINUA....
 
[b] Prima Manche: Il disastro!! [/b]

8:30 distribuzione pettorali in mezzo a una bolgia infernale e… mi becco il numero 1A!
Inizio a preoccuparmi, anche se abito da qualche anno vicino la Valle d’Aosta non conosco per niente i percorsi dall’ARP. Il mio compagno, Alessio (snowboard), è messo peggio di me. L’ho rimediato tramite forum e l’ho visto per la prima volta nella mia vita il giorno precedente, facendoci qualche sciata sul Toula. Alessio si è buttato a fare la gara un po’ per caso e non avendo la minima idea di cosa lo aspettasse realmente.
Pettorale n.2 la squadra dei PowderMob di Lorenzo (Tork) e Paolo, anche loro piuttosto a digiuno di conoscenza dei tracciati dell’ARP.
Il briefing del venerdì è stato fatto a voce, senza alcun supporto video.
Le guide parlavano con naturalezza dei posti, visto che li conoscono metro per metro, ma per una persona che non ci è stata li sono stati piuttosto criptici.
Arriviamo sull’ARP verso le 10. Per quello che si vede c’è un lungo traverso verso destra, con una parte finale in salita di un centinaio di metri per arrivare ad un colletto scoperto. Dietro il colle si intravede un altro lungo traverso ma oltre quello per me tutto ignoto.
Il primo traverso da fare è cuneiforme e dopo circa 100 m dalla partenza si entra in una parte non visibile dalla zona di partenza.
Secondo il film che mi ero fatto il traverso era totalmente innevato. Decido di fare una linea piuttosto alta per poi piombare a razzo sull’attacco della salita verso il colle.
Dopo un altro briefing si fissa la partenza alle 11 con ritardo di 1 minuto tra le varie squadre.
È quasi ora. Mi stringo gli scarponi e infilo gli sci.
Tutti gli occhi, le macchine fotografiche e le telecamere sono puntate su di me e Alessio alla mia destra. Foto di rito mentre ci diamo la mano.
La tensione sale, l’adrenalina scorre forte e sono carico.
Conto alla rovescia dei 5 secondi, sale l’incitazione di tutti gli altri freerider.
5-4-3-2-1 via!!
Parto a razzo secondo la linea che mi ero prefissato e Alessio è dietro di me.
Sono già abbastanza veloce, dopo qualche secondo il pendio gira verso destra e… cazz@ non c’è neve!
Mi ritrovo in mezzo a un tratto di erba e sassi lungo una 50ina di metri. Intravedo 100 m sotto di me una striscia di neve per il passaggio, ho cannato completamente linea.
Devo prendere una decisione rapida e naturalmente prendo quella sbagliata.
Mi tolgo gli sci e vado di corsa verso la parte innevata, intanto Alessio passa più basso saltando con lo snow.
Arrivo di nuovo sulla neve, il pendio è sui 30 gradi con neve piuttosto liscia e compatta.
Difficile mettere gli sci. Sono agitatissimo. Do qualche colpo di lamina sul pendio per scavare un pianetto per riuscire a calzare gli sci. Provo a mettere lo sci a valle e… via parto giù faccia al pendio per una decina di metri prima di riuscire a fermarmi.
Per fortuna gli sci e i bastoncini sono scivolati con me. Intanto intravedo passare più in alto Lorenzo e Paolo. È già passato 1 minuto.
Lo stress sale ancora di più ed entro nel pallone. Ormai ho perso la lucidità.
Riprovo a scavare con la lamina e a mettere gli sci ma parto di nuovo giù per il pendio portandomi via gli sci. Un bastoncino si incastra con lo skistop.
Sono agitatissimo. Ho i battiti a 1000. Vedo passare altri concorrenti sopra di me.
Cerco di staccare il bastoncino dagli sci e lo spezzo nella parte della rondella senza neanche accorgermene.
Stavolta ho fatto un grosso buco nella crosta con le gambe per fermarmi.
Ormai il fisico inizia ad abbandonarmi e lo stress cala di conseguenza.
Riprendo un po’ di lucidità e riesco a sfruttare il buco per mettere lo sci esterno.
Faccio una fatica immane per tirarmi su con la gamba destra, sono cotto!
Dopo un po’ di secondi riesco a mettere anche l’altro sci. Posso ripartire.
Faccio qualche centinaio di metri con il fiatone e arrivo all’attacco della salita insieme ad un altro concorrente partito da poco. Probabilmente della squadra 6 o 7.
Inizio la salita già con i battiti a 1000 e il fiato corto ma devo recuperare un po’ di tempo.
Stringo i denti più che posso e cerco di dare tutto.
Arrivo su e trovo Enrico, che era lì come supporto alla gara. Non so se ha visto tutto da li. Comunque non riesco a dire nulla se non un soffocato <<devo riposarmi un attimo>>. Butto gli sci a terra e cerco di respirare tenendomi sui bastoncini.
Resto fermo per un po’ di secondi. Non appena riprendo un minimo di lucidità raccolgo gli sci e vado giù sul pendio roccioso. Mentre scendo claudicante mi passa accanto uno dei componenti della squadra 9 (secondo classificato) sci ai piedi su fango e rocce :pAZ
Arrivo quasi alla neve, ghiacciatissima. In un attimo di lucidità decido di non rischiare di nuovo e metto gli sci sulle ultime rocce.
Faccio qualche passo e sono di nuovo sulla neve. Davanti a me c’è un vallone immenso con un traverso lunghissimo (penso almeno 700 m). Vedo altri concorrenti a metà traverso, sono il mio obiettivo.
Le mie gambe e il mio fiato sono già alla frutta. Non riesco a premere sugli sci cosi prendo la traccia con le gambe rilassate e il busto alto consapevole del rischio di ribaltarmi. Passo indenne con una discreta velocità. Sotto di me vedo la porta rossa da attraversare. Il quadricipite destro mi brucia troppo e la neve è crostosa. Allungo il traverso per limitare la velocità e rilassarmi. Arrivo in cima a un mini colletto, bello ventato. Crosta portante per qualche metro… mi butto giù. Punto il bastoncino spezzato e si infila sulla neve come il burro. Ci mancava anche questa!!
Tiro qualche curva lunga e arrivo al cambio di pendenza. Trovo Alessio fermo. Preso da trance agonistica neanche mi fermo per dirgli cosa fosse successo.
Altro traverso corto prima di buttarsi nel canale a sinistra. Non ce la faccio più e mi fermo un po’ di secondi. Alessio arriva sopra di me e urla: <<Tutto bene?>>.
Io urlo <<SI!>> e riparto.
La neve nel canale è bella. Cerco di fare curve rotonde e di mantenere le gambe morbide nelle diagonali. Scendendo costante e con curve chiuse.
Intanto supero qualche concorrente più lento di me.
Le gambe mi bruciano da morire. Arrivo in fondo al canale.
Mi giro e Alessio è piuttosto indietro. Non posso fare nulla, non appena ho un briciolo di energia riparto. Si entra in uno stretto invaso e in fondo c’è un muro quasi verticale di circa 3 metri da superare in velocità.
Mollo tutto! Le gobbette da ammortizzare sul dritto fanno gridare pietà alle mie gambe.
Sono abbastanza veloce e supero bene il tratto verticale.
Giro a destra e mi butto giù a uovo sulla strada.
Vedo a una centinaio di metri 3 persone. Devo beccarli! I miei Mantra sono veloci.
Prendo a palla il tornante a destra con un bell’invaso dove appoggiarsi.
Ancora 100 m e via su altro passaggio secco a sinistra tra 2 alberi.
Arriva la curva del ponte. La prendo a velocità piena e sono a ridosso dello sciatore davanti a me.
Si devia a sinistra nel pendio fuori dalla strada. Altre gobbette, non ce la faccio ad andare dritto. Faccio due o tre curve per ammortizzare un po’ e mi rimetto a uovo.
Dopo 200 finalmente il traguardo. Sono distrutto fisicamente e psicologicamente.
La manche mi ha messo a dura prova ed è andata in modo del tutto diverso da quanto mi aspettassi.
Chiedo il tempo: 22:29! Un’eternità!
Mi ricordo di Alessio che ancora non si vede.
Dopo un po’ taglia il traguardo anche lui, messo forse peggio di me.
Tempo totale 26:11. Una disfatta!

CONTINUA...
 
Ultima modifica:
Bellissimo il resoconto!!! Avendo fatto la gara conosco ogni minimo dettaglio di quanto hai descritto, complimenti!!!
 
Bello!!!!

Veramente Frankie!!!

E' stato un piacere conoscerti!!!!

Edit: Ale se vuoi la prossima volta te ne faccio un bel gavettone di pipì... e lambrusco!!!!!!!

Ahahahahha
 
Ultima modifica:
Seconda Manche: Il riscatto!

Mi riposo un po’ all’arrivo della prima e prendo la motoslitta di traino verso la Zerotta.
Devo rimediare un bastoncino visto che il mio è andato.
Vado a Plan Checruit, per fortuna c’è un nolo proprio sotto la telecabina. Non ha bastoncini con le rondelle larghe. Decido do tenere uno dei miei e il noleggiatore, capendo la situazione, mi da un bastoncino di recupero senza farmi pagare nulla (Grazie!).
Risalgo su verso l’ARP, sono piuttosto demoralizzato.
Le partenze della prima sono finite e ci si prepara alla seconda manche.
Vengo a sapere che il compagno di Meo si è lussato una spalla proprio nella parte scoperta appena dopo la partenza in cui mi ero incartato anch’io.
Un altro concorrente, sulla 50ina (Mitico, come un altro Americano o inglese della sua età con i BSQUAD) mi fa vedere che anche lui è caduto tra i sassi in quel punto e si è preso una bella botta al ginocchio, strappando anche il pantalone.
Visti i problemi nel punto scoperto si decide di partire dal colle, prima del lungo traverso.
Ci trasferiamo verso la partenza e finalmente vedo dov’era il passaggio innevato. Molto più in basso della linea ideale! Su questo devo fare un appunto ai tracciatori, ci voleva una porta o delle bandierine direzionali per segnalarlo.
Sulla parte in salita mi accorgo subito che anche la seconda manche sarebbe stata durissima. Dopo pochi passi con gli sci a spalla già ho il fiatone e sono in debito di ossigeno. Alessio è messo peggio di me, eravamo partiti insieme e lo vedo arrivare dopo 5 minuti.
Briefing veloce. Questa volta il traverso si fa praticamente tutto, saranno almeno 600-700 m, per poi scendere verso una porta blu a metà pendio.
Ripartiamo sempre per primi dal colle. C’è il solito tratto scoperto in discesa per 20 m per poi mettere su un tratto molto ghiacciato.
Mentre mi preparo tutti gli altri sono su una collinetta sulla destra con il massiccio del Bianco dietro. Sarebbe una foto bellissima ma non ho tempo. Il ricordo rimarrà solo nella mia testa.
Infilo le asole dei bastoncini ai polsi e prendo i 2 sci, uno per mano.
5-4-3-2-1 Via!
Partiamo di corsa lungo la discesa.
Mi rimetto di nuovo gli sci sugli ultimi sassi per evitare il ghiaccio.
Alessio è ancora li che chiude la tavola. Lo supero da sopra e mi trovo più alto della traccia principale. Faccio 2 curvette su alcuni dossi e mi abbasso sulla traccia ideale.
Il traverso è velocissimo. Bisogna essere pronti ad ammortizzare i vari saltini e a spaccare i pezzi non battuti. Le gambe sono messe a dura prova.
Il quadricipite della gamba destra, a valle, inizia a bruciare quasi subito.
Verso la metà mi accorgo di essere troppo veloce per la reattività delle mie gambe. Esco dalla traccia per limitare la velocità, la neve è una crosta quasi portante, abbastanza veloce ma non come il tratto battuto.
Sono quasi alla fine, vedo sotto di me la porta blu. I quadricipiti mi bruciano, provo a fare la curva a destra. Sono sull’interno, sento che lo sci si infossa, ma non riesco a reagire.
Cado a testa in giù in una nuvola di neve!
Ho ancora gli sci ai piedi, che sollievo!
Mi ribalto portando per portare sci a valle, spaccare la crosta da sotto mi costa una fatica immane. Sono in debito di ossigeno.
Guardo indietro pensando di vedere Alessio, invece c’è Tork in arrivo a palla. Decido di aspettare che passi per recuperare. Passa a pochi metri da me, scatto in piedi e parto!
Faccio 3-4 curvoni decisi per rompere la crosta. Verso fine pendio vedo che c’è una salitina da superare al cambio di pendenza. Mollo tutto. Sono veloce e sopra la salita mi ritrovo attaccato a Tork.
Mi giro a sinistra e vedo il canale, abbastanza lungo.
Sono in debito di ossigeno e le gambe bruciano tantissimo. Devo fermarmi. Il mio compagno è lontano e non vale la pena rischiare.
Appena fermo mi passa anche Paolo, il compagno di Tork. Ho perso 1 minuto dai PowderMob, ma non importa, so che sono forti. Sono ancora in linea con le mie aspettative.
Qualche secondo di riposo. Dietro non vedo Alessio e sotto di me i PowderMob stanno scendendo regolari il canale, con curve a medio raggio.
Loro sono una squadra perfetta, stesso ritmo, non velocissimi come i primi ma molto costanti.
Inizio a scendere il canale anch’io con curve medio-larghe per preservare un po’ le gambe. Che però bruciano da morire.
Il canale è gobboso e la neve è bella, scio morbido invertendo sulla cima delle gobbe.
Mi fermo di nuovo qualche secondo a metà e poi verso la fine.
Sopra di me, ad inizio canale, vedo la squadra 3 (Stefano&Stefano) in arrivo.
Riparto e mi rendo conto di essere all’incrocio con il canale della prima manche, c’è di nuovo l’invaso e la parete verticale da superare per immettersi sulla strada.
Mollo tutto, soffro sulle gobbette e supero la salita veloce. Mi immetto sulla strada con un piccolo salto, invertendo in aria verso destra.
Sono sulla strada, giù dritto. 100 m, curva parabolica a destra poi parabolica a sinistra tra gli alberi. Altra breve discesa e curva del ponte. Mi rendo conto di essere più lento della prima, la neve ha mollato molto.
Per mantenere la velocità devo dare 2-3 spinte in pattinato.
Deviazione a sinistra, fuori dalla strada, supero le gobbette con un paio di curve e giù a uovo verso l’arrivo poco lontano.
Stavolta nessun imprevisto. Sono distrutto ma contento.
Per festeggiare faccio un 180 ed entro in switch sul traguardo, incitato da cronometristi e fotografi.
Mi complimento con i PowderMob e dopo poco tempo arriva il simpaticissimo Stefano (pettorale 3A).
Si susseguono altri arrivi e finalmente, dopo qualche minuto, ecco anche Alessio.
Siamo entrambi a pezzi ma stavolta sono felice e più tranquillo.
Prendo la prima motoslitta con i PowderMob e i simpatici genovesi della squadra 5, Andrea e Alesandro.
Sono le 14:30, ci siamo guadagnati la pasta e la birra per gli atleti alla Zerotta.

CONTINUA....
 
Grazie dell'apprezzamento ragazzi.
Allora i miei tomi non sono troppo pallosi :D
Faccio il possibile per terminare entro oggi, ma la vedo dura.
Lavoro di m... :evil:
 
cmq finora abbiamo capito che ti bruciavano i muscoli e hai fatto bei capottoni e perso una racchetta!!!! scherzo ;) anche io aspetto ;)
 
In effetti il bruciore di gambe e il fiatone sono stati la costante del mio weekend di gara :KKO:

x Enrico Scrivo anche 2 parole di sabato sera ma io non ho fatto molte follie.
Forse il più ndicato a fare il report de i maquis sei tu.
Report figurato del sabato sera: :semagna: :B: :BB
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:YFF :love: :DRUNK :SSS
 
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