San Domenico avrà la nuova cabinovia: “Persi cinque anni ma ora si parte”
Il Consiglio di Stato ha bocciato il ricorso di un privato. L’obiettivo è avviare i lavori quest’estate
LUCA BILARDO
17 Gennaio 2023 alle 06:00
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Il rendering della nuova cabinovia di San Domenico
«Abbiamo perso cinque anni per accuse che, fin dall’inizio, era evidente fossero campate in aria. Ora siamo pronti a partire con il progetto della nuova cabinovia che completa gli ingenti investimenti che abbiamo fatto in valle Divedro».
E’ soddisfatto Andrea Malagoni di San Domenico ski, anche se nella pacatezza del suo stile la determinazione prevale sull’entusiasmo. La sentenza del Consiglio di Stato mette definitivamente la parola fine alla battaglia legale che ha bloccato la realizzazione dell’impianto da otto posti che in quattro minuti (alla velocità di 6 metri al secondo) porterà gli sciatori dai 1.375 metri di San Domenico ai 1.930 dell’alpe Ciamporino, con stazione intermedia parzialmente interrata a Casa Rossa (1.745 metri).
Costo previsto 25 milioni
Un investimento da 25 milioni di euro - questo il costo previsto quando era stata redatto il progetto - per la telecabina che andrà a sostituire le due attuali seggiovie. «Portando in quota fino a 2.400 persone all’ora si risolverà il problema del “tappo” che si crea nella parte iniziale della stazione sciistica. In questo modo riuscirà a salire molta più gente e in meno tempo - spiega Malagoni -.
Ora riprenderemo le fila del progetto. Sarà un cantiere importante, noi speriamo di riuscire a iniziare i lavori quest’estate. Poi serviranno una decina di mesi per avere pronta l’opera che dà senso a tutti gli investimenti fatti». Su tutti ci sono la seggiovia al Dosso e l’albergo a San Domenico.
Mancava questo tassello, forse il più importante. Ma era stato il proprietario di una seconda casa a fare ricorso alla giustizia amministrativa impugnando i permessi che Regione e Comune di Varzo avevano dato a San Domenico ski. Sosteneva che il percorso della nuova telecabina fosse progettato «in modo da correre sopra la sua abitazione creando rischi e diminuendo la fruibilità dell’immobile in termini di inquinamento da rumore, serenità e riservatezza».
Una prima volta si era rivolto al Tar nel 2018 avendo ragione «per carenza di istruttoria» e costringendo Comune e Regione a riavviare l’iter. E’ poi seguito un suo secondo ricorso alla giustizia amministrativa. Ad aprile 2022 il Tar aveva dato ragione a San Domenico ski e ora anche il Consiglio di Stato ha riconosciuto la legittimità degli atti.
Le misurazioni dei periti
Per accertare poi il rispetto delle norme, i primi giudici avevano anche disposto una verifica del progetto dal quale era emerso che le distanze erano garantite: la casa è a una distanza di 7,35 metri dalla cabina, più dei 6 che la legge prevede come minimo da garantire. E poi, in caso di normale funzionamento, la cabina sorvola solo una piccola porzione della gronda esterna dell’edificio (e non le mura perimetrali). Tutto in regola quindi, come ribadito ora dal Consiglio di Stato.
«Era tutto chiaro»
«Era chiaro fin dall’inizio che si trattava di accuse pretestuose - dice Malagoni -. Avevamo affidato il progetto a professionisti che conoscono bene limiti e vincoli, non certo a gente improvvisata. Purtroppo il sistema italiano concede massima garanzia a tutti e quindi basta che qualcuno faccia un ricorso per fermare un progetto importante. Noi nel frattempo abbiamo perso cinque anni». E nel frattempo è cambiato un mondo.
«Ora siamo in una fase in cui è difficile avere le materie prime e i costi sono nettamente aumentati, quindi dovremo vedere come procedere - dice Malagoni -. Era tempo che aspettavamo questo momento e siamo determinati ad andare avanti. Tutto quello che abbiamo annunciato lo abbiamo sempre fatto».
E’ invece archiviato (o secondo alcuni solo in una lunga pausa) il progetto dell’impianto che avrebbe dovuto collegare San Domenico al Devero: quello, almeno per ora, è rimasto schiacciato dalla burocrazia.
questo è l’articolo su “La Stampa “ di ieri, lo condivido con voi.
incrociamo le dita, perché i tempi non sono i migliori…