Lyngen mon amour (12-19 marzo 2024)

DAY 4: RUNDFJELLET

Dal quarto giorno il meteo comincia a peggiorare: nevica ma sono previsti anche forti venti e bassa visibilità. Io e Justin siamo da soli e non ci va di rischiare di andare a metterci nei casini. Optiamo quindi per una giornata di “slow ski” andando ad esplorare la valle dietro casa e risalendo poi verso il Rundfjellet, che se mai il tempo migliorasse offrirebbe un po’ di varianti interessanti. Partiamo sci ai piedi dalla porta di casa e ci addentriamo nella valle con una salita molto graduale.

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Facciamo anche due chiacchiere con un nonno e la sua nipotina che sono venuti a fare una passeggiata fino a questo rifugio, una casetta senza serratura sempre aperta e a disposizione di chi vuole, con una bella cucina, sala da pranzo e un numero imprecisato di letti a castello.

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Dopo di che proseguiamo la salita verso il Rundfjellet, ma come arriviamo sopra la linea degli alberi il tempo si chiude e cominciamo a vederci veramente poco. Per di più la neve fa abbastanza schifo, crosta da vento molto poco divertente da sciare. Quindi facciamo dietrofront e ce ne torniamo al calduccio nella nostra casetta. La cosa più divertente della giornata è arrivare fino alla porta di casa con gli sci.

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Comunque un giretto da 13 km, quindi per lo meno le gambe le abbiamo fatte andare anche oggi.

Nel pomeriggio ne approfittiamo per fare un giro a Lyngseidet visto che non abbiamo ancora messo il naso fuori di casa se non per sciare.

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DAY 5: RUSSELV FJELLET

Ultimo giorno “vero” di sci, con guida. E che guida… Morgan Salen, fratello di Bjarne Salen, che credo per molti di noi non abbia bisogno di presentazioni (per tutti gli altri c’è google 😜 ). Morgan fa base a Chamonix, salvo passare qualche settimana a Lyngen tutti gli anni. Tra una cosa e l’altra sta pure studiando medicina a Goteborg 😳. Il suo progetto di vita? Passare un terzo del tempo a lavorare come medico, un terzo del tempo come guida alpina e un terzo del tempo per i fatti suoi. La prossima vita voglio fare così anch’io…

Con Morgan entriamo subito in sintonia, come personalità e come approccio. Ci piace lo sci avventura, di esplorazione e con un po’ di sfida tecnica. Chiaro che non c’è sempre la garanzia di riuscire a portarsi a casa la linea che ci si è prefissati, ma fa tutto parte dell’esperienza. Ah, inutile dire che è uno sciatore strepitoso.

La prima sfida per Morgan oggi in realtà è trovare qualcosa di stuzzicante da fare in una giornata in cui è prevista neve, vento forte, visibilità scarsa e pericolo valanghe in aumento. E devo dire che ha tirato fuori un bel coniglio dal cappello!

Ci diamo appuntamento all’estremità nord della penisola di Lyngen, proprio dove finisce la strada.

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Nella notte ha nevicato, e già il viaggio di circa un’ora da casa nostra è un po’ un’avventura.


La nostra meta è il canale Ovest del Russelvfjellet, la montagna più a nord di Lyngen. E’ una montagna non tanto alta (poco più di 800 metri) che si affaccia sul mare aperto (la foto è scattata a fine giornata, quando siamo arrivati in realtà non si vedeva molto 😅).

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Breve aneddoto sulla gita che ci apprestiamo a fare: i fratelli Salen erano molto amici di Andreas Fransson (di cui Bjarne è stato il principale fotografo/videomaker) ed hanno sciato questo canale per la prima volta insieme, circa 12 anni fa. Morgan ci dice che per lui ha un sapore speciale tornare a farlo, anche in ricordo dell’amico scomparso.

Parcheggiamo alla fine della strada e prepariamo l’attrezzatura. Già la partenza è molto affascinante: si pella lungo l’oceano, che essendo mare aperto qui ha onde di tutto rispetto (e infatti c’è chi viene qui a fare surf, anche in inverno).

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A completare il quadro nordico compaiono anche quattro renne che passano poco sotto di noi.

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Risaliamo con le pelli aggirando la montagna dal lato nord est, che è quello meno ripido. Nel frattempo il tempo si chiude e saliamo nel whiteout più totale. Fortuna che Morgan sa la strada e in qualche modo riesce a orientarsi.

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Tira anche un vento gelido e molto forte. Ci fermiamo in un punto un po più riparato sotto la vetta a fare il cambio di assetto. Nel dubbio sulle condizioni che troveremo nel canale ci mettiamo anche gli imbraghi, anche se alla fine non ci serviranno.

Entrati nel canale ci troviamo in un mondo bianco e ghiacciato, con il vento che ci butta addosso aghi di ghiaccio che formano subito una fastidiosa pellicola sulla lente della maschera. L’ambiente però è davvero affascinante. Per me di fare foto non se ne parla neanche. Morgan invece eroicamente rischia le dita per farcene un paio nella parte alta del canale.

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Il fondo è neve ghiacciata ma un po’ ruvida, per cui alla fine tiene abbastanza. Certo c'è da stare un po’ in campana, per cui le prime curve le prendiamo con il dovuto rispetto.


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Le condizioni nivometeo comunque non scalfiscono il nostro buon umore 😀 .

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Man mano che scendiamo la qualità della neve migliora sensibilmente, e anche la visibilità non è poi così male. Finalmente riusciamo a lasciare andare un po’ gli sci e a goderci davvero la discesa (come si evince dai miei urletti imbarazzanti).





Arrivati in riva al mare ci fermiamo per una pausa ristoratrice (leggi barretta energetica e acqua 😅). Dopo di che si riparte! Infatti ci sarebbe un altro canale, stavolta da risalire a piedi, che promette di avere neve altrettanto bella. E quindi breve pellata per portarci sotto il nuovo canale e poi ramponi piccozza e via. Justin è tutto contento di mollare le pelli per il suo adorato bootpacking. Io un po’ meno, ma se non altro salire coi ramponi su neve più compatta è molto meno faticoso.

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Risaliamo il canale per un po’ più di metà della sua lunghezza, dopo di che la neve si fa più infida. Visto che si tratta comunque di una “bonus track” non ci va di prenderci rischi inutili e ci prepariamo alla discesa. E con nostra grande gioia, e tempismo perfetto, per la prima volta sbuca il sole!

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Seguono curve da estasi pura, ben immortalate dalle splendide foto di Morgan, che evidentemente condivide il talento fotografico del fratello.

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Una delle immagini che mi resterà più impressa è quella di Morgan che scia verso il mare con quattro renne (quelle di prima presumo) che gli attraversano la strada.



EPILOGO

L’unico rimpianto di questo viaggio è di non aver potuto sciare un secondo giorno con Morgan come avevamo preventivato. Le previsioni per il 18 marzo (nostro ultimo giorno di sci) infatti erano catastrofiche. Rialzo termico, pioggia fino a quote medie, vento forte, rischio valanghe alle stelle con chiusure stradali ecc. Insomma praticamente impossibile pianificare una gita che avesse un minimo di senso. Quindi abbiamo rinunciato all’uscita che avevamo programmato con l’idea di partire direttamente per Tromso e passare un po’ di tempo a visitare la città.

Alla fine poi ci siamo svegliati sotto la neve invece che sotto l’acqua, e siamo riusciti comunque a fare due curve per conto nostro approfittando di una finestra di tempo buono al mattino, prima che arrivasse la pioggia. Niente di che, ma abbastanza da consentirci un ultimo saluto a questi fiordi e a queste montagne fantastiche.

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Non c’è molto da aggiungere. Lyngen è un posto strepitoso per lo sci. Ho perso il conto di quanti incidenti stradali ho rischiato guidando con il naso per aria per ammirare le montagne e le possibili linee che ci circondavano. Abbiamo usato ogni singolo pezzo di attrezzatura che ci eravamo portati dietro (tranne fortunatamente quella anti-valanga) e siamo riusciti a fare discese che ci resteranno nell’anima per gli anni a venire. Abbiamo anche avuto la fortuna di conoscere tre guide alpine speciali, ciascuna a modo suo, da cui abbiamo imparato tanto.

E quindi alla fine ripartiamo con il consueto mix di malinconia (un po’ perchè la vacanza è finita mentre noi andremmo avanti a sciare così ancora per settimane e un po’ perchè è sempre triste doversi salutare) e soddisfazione per avere comunque raggiunto il nostro obiettivo.

…E con la mente già al 2026 😀.

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THE END
 

Allegati

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Questo ultimo post mi ha fatto commuovere e fatto venire tanta nostalgia.
Sciare in Norvegia è una cosa che desidero fare con la mia polpettina quando sarà grande ed io non troppo vecchio per farlo.
Tanta roba! Complimenti @rbodini
 
Ultimo giorno “vero” di sci, con guida. E che guida… Morgan Salen, fratello di Bjarne Salen, che credo per molti di noi non abbia bisogno di presentazioni (per tutti gli altri c’è google 😜 ). Morgan fa base a Chamonix, salvo passare qualche settimana a Lyngen tutti gli anni. Tra una cosa e l’altra sta pure studiando medicina a Goteborg 😳. Il suo progetto di vita? Passare un terzo del tempo a lavorare come medico, un terzo del tempo come guida alpina e un terzo del tempo per i fatti suoi. La prossima vita voglio fare così anch’io…

I norvegesi eccellono nello sport perché hanno molto tempo libero, non hanno molta necessità di lavorare grazie alla rendita annua generata da circa 300k euro per abitante di ricchezza cumulata grazie ai proventi del petrolio, e gestita dal fondo sovrano nazionale. Invece di pagare tasse loro ricevono soldi dallo Stato.
 
👏 👏 👏 grazie Riccardo per condividere foto e racconti spettacolari!!!
che viaggio e che esperienze!!!!!!

.....ora ci tocca aspettare 2 anni per la prossima avventura tua e di Justin 😉
 
Dieci minuti di applausi!!!:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC:CC

Fantastico davvero, prima o poi ci vuole un viaggio anche li....
Complimenti e grazie del bel racconto!
 
Se parli di sport, tutti gli sport… ci sono nazioni senza welfare nordico che eccellono. Non vedo sta stretta relazione ecco.

Io ho quotato una parte del post sul "progetto di vita" della guida e aggiunto una mia considerazione socio-economica alla grande libertà di tempo dei norvegesi a coltivare le proprie passioni (sportive e non) senza doversi troppo preoccupare degli aspetti economici. Un privilegio che nei paesi con poco welfare (o con un welfare diverso) è concesso solo a chi ha la fortuna di nascere in una famiglia ricca, oppure a chi eccelle in uno sport e può quindi godere di aiuti statali.
 
Scusa l’avevo letta del tipo, siccome hanno una situazione socio economica da sogno allora primeggiano ovunque: dagli scacchi al judo. Tutto qua. 👍🏻
 
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