Questo lo trovo uno spunto interessante. Anche sciatori bravi (o molto bravi) possono andare in sofferenza con condizioni della neve non ideali o mediocri o addirittura pessime.
Questo perché, secondo me, non hanno preso tempo a sciare con tecnica "classica" o a sciare molto fuori pista (dove la sciata "old school" si rende spesso necessaria).
Ricercare una diversa ripartizione dei pesi e dei carichi sugli sci, esterno e interno, al di fuori degli automatismi che si creano quando si allena molto la curva sportiva, è la chiave per essere flessibili, per adattare la propria sciata alla situazione. La sciata classica un po' insegnava questa capacità, soprattutto se finisci a sciare su neve naturale, trasformata o ventata etc.
E' quello che fa la differenza, un po' a tutti i livelli, tra chi scia bene secondo i canoni moderni, ma necessita di condizioni ottimali per poter esprimere al meglio quello standard, e uno sciatore maturo sotto tutti i punti di vista, che è poi quello a cui dovremmo tutti aspirare ( di sicuro è quello a cui aspiro io.....)
Aggiungo un'altra riflessione, riprendendo una "provocazione" di
@Vettore2480 di qualche discussione fa, che è stata lasciata cadere ma che ha un suo senso.
Una conseguenza della ricerca del gesto "perfetto" secondo lo standard moderno obbliga a passare molto tempo su piste e su nevi uguali a se stesse ripetendo
ad nauseam un gesto tecnico che deve sfruttare le geometrie degli sci moderni per essere efficace ma che praticamente non cambia molto tra archi differenti o su pendenze diverse.
Francamente... può diventare noioso.
Ecco perché sciare sulla pappa, sulle gobbe, nel casino, ma soprattutto al di fuori di piste in fondo tutte uguali a se stesse per il tipo di sfida che impongono, oltre a essere più vario e divertente, serve. Serve a sciare meglio.