Dopo la spolverata di mercoledì, ieri altra bellissima giornata dedicata un po' di più allo sci ripido....Travignolo, Travignolo, Travignolo....era un po' che io e il compare di mille scorribande Enrico (Enrisnow qui sul forum) avevamo questo tarlo. Trattasi di un ripido canale (fa sicuramente 55°, nella parte finale, in alto, forse anche 60°) esposto a nord che fa da spartiacque tra il Cimon della Pala (a destra nella foto) e la cima della Vezzana a sinistra del canale), sulle Pale di San Martino. Questo è il canale in questione:
qua ripreso dalla Baita Segantini:
qui ripreso dall'inizio della sgambilata, in foto Enri con la split, Luca ed Elena sci muniti:
Dopo un bel po' di tempo che non usavo tavola e ciaspe per una gita scialpinistica (ultimamente gli sci hanno avuto la meglio, d'altronde le ciaspe sono decisamente meno efficaci in salita degli sci...), il Travignolo andava fatto con la tavola, quindi ciaspe ai piedi, tavola in groppa, e via di salita, così fino all'attacco della parte più ripida del canale.
Foto del vallone:
Arrivati all'attacco del canale Luca ed Elena hanno fatto dietro front per godersi la bella discesa del vallone che arriva in Val Veneggia, io ed Enri eravamo ben decisi ad arrivare in cima al ripido canale e a sciarcelo in discesa. Lasciati giù inutili orpelli, tavola sullo zaino, ramponi ai piedi e picca alla mano attacchiamo a salire.
Il canale all'attacco si presenta così:
Purtroppo le scarse nevicate non hanno consentito al "sassolino" presente a metà canale di essere sepolto dalla neve (più che le nevicate, che un tempo lo coprivano del tutto, servirebbe la dinamite), quindi si è costretti ad arrampicare per un brevissimo tratto un po' su roccia, un po' su ghiaccio, un po' su neve che non tiene 'na mazza, serve solo prestare attenzione a non scivolare altrimenti si finisce di rotolare in fondo al canale...
superato il masagno, la pendenza aumenta:
Qua siamo in cima, io a destra ed Enri a sinistra:
e questa la partenza del canale, che era vergine salvo per delle vecchie peste di scialpinisti scesi poi a sud il giorno prima...ma noi divevamo ridiscendere per il nord!
Enri attacca la discesa:
la pendenza c'è tutta, VIETATO CADERE!
circa 10 cm di neve soffice su strato portante erano insperati...
Giunti al massone ci siamo calati in doppia, saltare era fuori discussione (il "sasso" fa circa 5 m, e l'atterraggio su una pendenza a 55° non ci ha dato troppe speranze di riuscire a fermarci senza spiattellarci...). Peccato che che in parcheggio, prima di partire, due telemarkers ci avevano rassicurati sul fatto che due corde da 30 (che volevamo portare) fossero esagerate, secondo loro (che ci han detto averlo già fatto in passato) ne bastava anche una sola e da meno di 30m, quindi abbiamo preso con noi solo una corda da 30 sufficiente per una calata da 15m...consiglio sbagliatissimo dato che l'unico ancoraggio visibile era troppo in alto per calarci con una sola corda da 30, ne servivano due! Quindi ci siamo raccapezzati usando per l'appunto uno spuntone sperando che tenesse....e ha tenuto.
anche sotto il masso la pendenza c'è, e la neve era bella farinosa, curvoni assicurati con polverone al seguito.
nel vallone uscito dal canale ancora bella neve, solo a tratti un po' ventata
più in basso al sole la neve era trasformata, ma comunque veloce e divertente...pacco finale la risalita fino alla Baita Segantini per poi tornare alla machine
Gran bella gita, sicuramente impegnativa, fisicamente e psicologicamente, sul canale è vietato cadere, di grande soddisfazione. Sciare con la tavola su pendenze del genere è sempre una roba "forte".
qua ripreso dalla Baita Segantini:
qui ripreso dall'inizio della sgambilata, in foto Enri con la split, Luca ed Elena sci muniti:
Dopo un bel po' di tempo che non usavo tavola e ciaspe per una gita scialpinistica (ultimamente gli sci hanno avuto la meglio, d'altronde le ciaspe sono decisamente meno efficaci in salita degli sci...), il Travignolo andava fatto con la tavola, quindi ciaspe ai piedi, tavola in groppa, e via di salita, così fino all'attacco della parte più ripida del canale.
Foto del vallone:
Arrivati all'attacco del canale Luca ed Elena hanno fatto dietro front per godersi la bella discesa del vallone che arriva in Val Veneggia, io ed Enri eravamo ben decisi ad arrivare in cima al ripido canale e a sciarcelo in discesa. Lasciati giù inutili orpelli, tavola sullo zaino, ramponi ai piedi e picca alla mano attacchiamo a salire.
Il canale all'attacco si presenta così:
Purtroppo le scarse nevicate non hanno consentito al "sassolino" presente a metà canale di essere sepolto dalla neve (più che le nevicate, che un tempo lo coprivano del tutto, servirebbe la dinamite), quindi si è costretti ad arrampicare per un brevissimo tratto un po' su roccia, un po' su ghiaccio, un po' su neve che non tiene 'na mazza, serve solo prestare attenzione a non scivolare altrimenti si finisce di rotolare in fondo al canale...
superato il masagno, la pendenza aumenta:
Qua siamo in cima, io a destra ed Enri a sinistra:
e questa la partenza del canale, che era vergine salvo per delle vecchie peste di scialpinisti scesi poi a sud il giorno prima...ma noi divevamo ridiscendere per il nord!
Enri attacca la discesa:
la pendenza c'è tutta, VIETATO CADERE!
circa 10 cm di neve soffice su strato portante erano insperati...
Giunti al massone ci siamo calati in doppia, saltare era fuori discussione (il "sasso" fa circa 5 m, e l'atterraggio su una pendenza a 55° non ci ha dato troppe speranze di riuscire a fermarci senza spiattellarci...). Peccato che che in parcheggio, prima di partire, due telemarkers ci avevano rassicurati sul fatto che due corde da 30 (che volevamo portare) fossero esagerate, secondo loro (che ci han detto averlo già fatto in passato) ne bastava anche una sola e da meno di 30m, quindi abbiamo preso con noi solo una corda da 30 sufficiente per una calata da 15m...consiglio sbagliatissimo dato che l'unico ancoraggio visibile era troppo in alto per calarci con una sola corda da 30, ne servivano due! Quindi ci siamo raccapezzati usando per l'appunto uno spuntone sperando che tenesse....e ha tenuto.
anche sotto il masso la pendenza c'è, e la neve era bella farinosa, curvoni assicurati con polverone al seguito.
nel vallone uscito dal canale ancora bella neve, solo a tratti un po' ventata
più in basso al sole la neve era trasformata, ma comunque veloce e divertente...pacco finale la risalita fino alla Baita Segantini per poi tornare alla machine
Gran bella gita, sicuramente impegnativa, fisicamente e psicologicamente, sul canale è vietato cadere, di grande soddisfazione. Sciare con la tavola su pendenze del genere è sempre una roba "forte".