Alagna Valsesia - Archeologia sciatoria

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Dopo un lungo percorso Alagna è una delle poche realtà del Piemonte che sta in piedi a livello economico ed è gestita con criteri aziendalistici evoluti. Questo è stato possibile solo grazie alle scelte fatte negli anni... Che ovviamente hanno in parte compromesso l'ambiente unico precedente, ma hanno consentito anche alla località di aprirsi a un flusso turistico più consistente e a sviluppare le proprie strutture ricettive. Avere impianti con notevoli costi gestione e manutenzione è difficile se non ci si apre alle più ampie possibilità di flussi turistici, e in ciò oltre allo sci gioca un ruolo sempre più determinante il turismo estivo. Bisogna comunque elogiare Alagna per aver saputo mantenere, coltivare e far crescere la propria storica nicchia di mercato. Sono cambiati si, ma senza rinunciare e rinnegare le proprie radici.
Uno dei pochi tentativi in zona di località integraliste è stata Oropa, e ora le funivie sono chiuse e non si sa quando riapriranno...
Stiamo andando OT, lo dico in anticipo.

Ma un commento di questo tipo denota una totale non conoscenza delle motivazioni che portarono la gestione di quel periodo a "inventarsi" il concetto di stazione freeride oriented.

Ho avuto a che fare x più di 10 anni con i progetti di salvataggio della stazione e parlo con cognizione di causa, credimi.
 

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ok però per completezza dovresti anche argomentare un pò riguardo queste "motivazioni" che conosci, così è un post senza alcun contributo...una mera manifestazione di supponenza.
 
Più che per l'aspeto "freeride" di alagna, che rimane in ogni caso rimane stazione frequentata e apprezzato dalla nicchia di turismo freerider (sorpattutto stranieri), a mio avviso Alagna turisticamente paga il pesante scotto del collegamento in quota sui salati.
Per il turista sia esso locale con stagionale, che weekendista o giornaliero il rischio di trovarsi bloccato sul versante piemontese diventa un incognita notevole, vissuto in prima persona. Nella situazione attuale il pendolare, paradossalmente anche se più vicino ad alagna, preferisce salire al monterosa ski dalla vda dove anche in caso di chiusura in quota ha un comprensorio sciabile quasi integro, peraltro con la beffa che i salati sono spesso chiusi solo per gli "alagnesi" mentre i clienti di gressoney utilizzano l'impianto che in caso di chiusura per vento non ha nessun limite per il loro rientro.
Ci sono 3 fattori che contribuiscono a questa situazione:
- Climatico: passaggio in quota a 3000 risente di vari effetti dal vento, al wihte out agli accumuli abbondanti in caso di precipitazioni. maggiore frequenza di venti forti rispetto al passato (probabile ma da dimostrare)
- Tecnico: scelta discutibile di una cabina che passa su un crianale molto esposto nell'ultimo tratto, a cui si aggiunge il peggioramento aerodinamico delle cabine rinnovate rispetto a quelle originarie
- Politico economico: baricentro sciistico ed economico della monterosa spa spostato in vda, il criterio dei riparti sui passaggi diciamo che invoglierebbe a limitare i transiti dei piemontesi sull versante aostano per ridurre le ripartizioni a loro favore, il fenomeno contrario è minimo

Per quanto riguarda la stazione "freeride" di alagna, senza la cabina che sale direttamente all'indren e l'impianto della balma il "comprensorio" è comunque ridotto e meno accessibile che in passato, anche in basso la mancanza della prima intermedia impedisce rientri freeride prima senza dover scendere fino alla base, . Considerato nelle ultime stagioni pochissimi giorni di powder ed accumuli minimi registrati, è lo sci sulle piste o "misto" ad essere il grande problema dello sviluppo turistico del versante piemontese piuttosto che il mito del freeride, boicottato dalla natura prima che dalle strutture.

A livello qualitativo, come ristrutturazioni e ristorazione valsesia è comunque un eccellenza (sopratutto se confrontanta con il resto del piemonte), tuttavia la difficoltà di accesso al comprensorio (bellissimo) di cui fa parte la rendono una stazione limitata, sia per le famiglie (poche piste adatte alle scuole) che agli sciatori piu "turistici". L'appeal e il feeling montano, rimangono notevoli ma a mio avviso con la configurazione attuale degli impianti a fronte di un dislivello mostruoso si ha una sciabilità molto ridotta, sinceramente non capisco la mancanza di un intermedia nella prima cabinovia, piu o meno la vecchia zaroltu che sta sulla linea dell'impianto, che avrebbe reso agibili piu facilmente sia le piste che scendono dal versante bocchetta (senza arrivare in basso) che i frreride di rientro dall'olen. Al momento o ti fermi sopra i 2100 o devi scendere per forza a 1200 su neve spesso molto ostica, soprattutto in primavera (stagione ottima per freeride e impianti in quota).
Difficilmente fino a che il collegamento dipenderà dalla cabina dei salati, al contempo esposta e molto "suscettibile" ai venti, lo scenario di fruibilità potrà cambiare, mentre per la mancanza dell'intermedia, che poteva realizzarsi tranquillamente senza discontinuità nell'impianto non ne capisco la logica. Oggi in pratica se il collegamento è chiuso rimani "bloccato" tra i 2100 e i 3000 metri con unica discesa a valle che ti riporta o a 1200, dove il cambiamento climatico e nivologico è notevolissimo anche per l'esposizione non ottimale (a 1200 spesso piove e sopra fa bufera), I 1800 di zaroltu erano "strategici per sfruttare sia parte alta dalla pista di alagna, che le varianti della mullero, che il rientro dal lato dell'olen (freeride e vecchio collegamento quando non era una pista). Non dimentichiamo che in caso di maltempo si arriva alla paradossale situazione che la stazione di alagna sciisticamente si riduce alla triposto di bocchetta e le due rispettive piste, con conseguenze di affollamento e sciabilità nefaste. La conseguenza è che vento e maltempo sia la "manna" della limitrofa e protetta stazione di mera, comprensorio vintage della "Monterosa".
Insomma si è fatto tanto, ma forse si poteva fare qualcosa meglio
 
ok però per completezza dovresti anche argomentare un pò riguardo queste "motivazioni" che conosci, così è un post senza alcun contributo...una mera manifestazione di supponenza.

Comprendo le tue ragioni ma se cerchi nel forum trovi tutto quello che vuoi.
Inoltre, ha ragione chi dice che si dovrebbe aprire un thread apposta, ma non avendone voglia, mi fermo qui.
 
Come scrivevo nella discussione del Trekking, durante la mia recente passeggiata in val d'Otro mi sono imbattuto, in un'area di sosta a circa metà salita, in questo curioso cartello:
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Una pista?? Già, a ben pensarci il Belvedere era proprio lì sopra, e in effetti guardandomi intorno ho individuato, nelle vicinanze del cartello, quello che doveva essere il tracciato:
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Una "pista" del genere al giorno d'oggi farebbe rabbrividire anche il più disinvolto degli impiantisti, ma in effetti negli anni 50 si scendeva un po' dove capitava...

A Otro invece, un apparentemente innocuo basamento di pietra altro non è che la partenza della monoposto Marchisio per il Belvedere... ci sono ancora i contrappesi accatastati!
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Kaliningrad fa un po' di pelli, no?

Una discesa Passo Zube - Val d'Otro e si riconcilia con Alagna.

Uno dei più bei itinerari freeride delle alpi, tra gran sci, bellissime frazioni alpeggio, e revival impiantistico del tempo che fu.


PS: io nel bosco sulla "pista" che scende ad Alagna sono volato giù una decina di metri. Mi ricordo una gran fatica per recuperare uno sci. Non ricordo benissimo ma forse scivolai sul ghiaccio mentre camminavo sci in spalla. Le imprecazioni echeggiano ancora tra i 4000 e le casette Walser
 
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