Valanga sull'hotel Rigopiano al Gran Sasso

L'errore di fondo che secondo me fai è pensare ai boschi come a un indice di pericolosità di valanghe. È la linea di massima pendenza che bisogna considerare, e la pendenza massima di quella linea, con particolare attenzione alla cresta (dove si creano cumuli per il vento).


Io non sono ingegnere ma se mi dai un terreno di 10 km² attorno a dove hanno costruito l'hotel ti direi facilmente dove sicuramente non costruirei, e quel punto dove hanno costruito lo avrei certamente escluso. È una cosa davvero banale considerare i valloni sui fianchi della valle ed escludere la loro linea dalle licenze edilizie
Ma guarda io avevo visto la bellezza del bosco e la grandezza dello stesso, con alberi di alto fusto cresciuti per decenni senza alcun problema. Proprio per quello non mi ero mai posto, prima della valanga, il problema di un eventualità del genere ma nemmeno lontanamente.

I boschi dove scaricano spesso e non te ne accorgi. Poi in Appennino che sono quasi tutto faggi lo vedi benissimo.

Quindi per rispondere a quanto sottolineato iniziamo ad accendere le ruspe per buona parte delle Alpi, almeno quelle sfruttate turisticamente?
 
La struttura e i successivi ampliamenti sono stati costruiti sul sedime di una vecchia valanga.
La Regione Abruzzo non aveva adempiuto all'obbligo (del 1 9 9 2) di redazione della cartografia necessaria per prevenire queste situazioni.

Le autorità non sono intervenute dopo le prime richieste di aiuto. Ma hanno iniziato a muoversi con almeno due ore di ritardo.

Cosa occorre per dimostrare l'inadempienza di un pubblico ufficiale? Abbiamo mandato a casa un ministro perché in occasione del matrimonio è stato regalato un Rolex al suo figlio, ma ce ne fottiamo delle morti dovute a ben peggiore corruttela morale - e criminale?
Ok, ma , senza polemica, si continua a decontestualizzare (nevicata eccezionale + terremoto + tantissimi soccorsi da fare + pochi mezzi)
 
Se in zona nevosa, quello è topograficamente un canalone di scarico. Quello che conta però è il tempo di ritorno (ogni quanto si presenta una valanga di grosse dimensioni), e su questo l'età del bosco può dare un'indicazione approssimativa (sicuramente la dà sulla data dell'ultimo evento).

Per tempi di ritorno sufficientemente lunghi puoi anche costruire ma devi monitorare per poter evacuare. O puoi prevedere opere per deviare il corso della valanga.

Neve + pendenza = valanghe. Devi gestirle al meglio ma non le puoi evitare.

Quanto detto sopra, in linea generale. Sul caso specifico non mi esprimo perché non mi ricordo i dettagli. Comunque con 5 condannati qualche responsabilità è stata individuata. Non è che c'è giustizia solo quando vengono condannati tutti e si butta via la chiave...
 
E’ un posto che conosco, molto probabilmente e’ soggetto a valanghe cicliche ma, vedendo le dimensioni degli alberi il tempo di ritorno e’ decisamente lungo e, con il tempo, la memoria si perde.
 
Bisogna conoscere bene i fatti prima di commentare con sicurezza......io mi ricordo a suo tempo anche nella categoria dei geologi (i tecnici veramente interessati alla parte tecnica.....e non tutti specialisti ovviamente del tema) c'erano diverse discordanze
I familiari cercano giustizia sempre a prescindere e la posso caoire perché gli affetti mancati ti portano su una strada non razionale ma bensì emotiva, ma evitiamo noi estranei di cercare la colpa sicura......e su tutti gli indagati.
Certamente la parte di mancato intervento (ricordate le telefonate) sono più facili da intendere.
Le sanatorie non è detto che riguardino perché in zona pericolosa e quindi..... la sanatoria può essere una cubatura leggera in più, interventi interni non denunciati, etc..... il termine sanatoria non significa colpa
 

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E’ un posto che conosco, molto probabilmente e’ soggetto a valanghe cicliche ma, vedendo le dimensioni degli alberi il tempo di ritorno e’ decisamente lungo e, con il tempo, la memoria si perde.

La penultima eruzione del Pinatubo è avvenuta 3500 anni fa. L'ultima, del 1991, è stata la più potente del 20esimo secolo sul pianeta Terra ed è considerata piccola rispetto alla storia del vulcano.

Non potendo prevedere la frequenza di anni con nevicate copiose e situazioni di rischio valanghivo catastrofico, il modo principale per prevenire tragedie è guardare la conformazione del terreno e capire dove una ipotetica valanga passerebbe. Perché le valanghe non risalgono i lati di un vallone
 
pensate che centinaia di migliaia di persone vivino sulle pendici del Vesuvio, ed oltre un milione entro l’area colpita dalla eruzione romana.
 
Quindi in diverse parti di Italia, e ne immagino centinaia, se la configurazione è quella evitiamo di costruire o peggio facciamo evacuare le aree....anche se non si è mai vista una valanga da 100 anni????
Magari un giorno X in una certa zona che ha mai visto una valanga arriva una neve mai vista prima, accumulata dal vento in direzione sfavorevole (mai visto un vento cosi).....e consideriamo pure questa cosa???
Rischio zero assoluto???

P.S: la neve è calcolata nei codici per le costruzioni con periodo di ritorno, perché cmq bisogna partire da un dato statistico certo e farne le valutazioni.....ma se domani a Palermo arrivano 2 metri di neve, diamo la colpa a chi ha fatto i codici se crollano i tetti??

P.S:: i.miei discorsi non entrano in merito alla questione del processo di cui ricordo poi veramente poco
 
La penultima eruzione del Pinatubo è avvenuta 3500 anni fa. L'ultima, del 1991, è stata la più potente del 20esimo secolo sul pianeta Terra ed è considerata piccola rispetto alla storia del vulcano.

Non potendo prevedere la frequenza di anni con nevicate copiose e situazioni di rischio valanghivo catastrofico, il modo principale per prevenire tragedie è guardare la conformazione del terreno e capire dove una ipotetica valanga passerebbe. Perché le valanghe non risalgono i lati di un vallone
Ok.

Le chiami tu le ruspe?

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La penultima eruzione del Pinatubo è avvenuta 3500 anni fa. L'ultima, del 1991, è stata la più potente del 20esimo secolo sul pianeta Terra ed è considerata piccola rispetto alla storia del vulcano.

Non potendo prevedere la frequenza di anni con nevicate copiose e situazioni di rischio valanghivo catastrofico, il modo principale per prevenire tragedie è guardare la conformazione del terreno e capire dove una ipotetica valanga passerebbe. Perché le valanghe non risalgono i lati di un vallone
Si certo, ma con il senno di poi siamo tutti bravi, a Genova hanno tombato tutti i torrenti ed i risultati li vediamo, quando il Vesuvio eruttera’ di nuovo dovremo far evacquare 2 milioni di persone, a volte le valanghe arrivano sulle piste da sci, e’ facile, ora, dire che quell’albergo era nel posto sbagliato, ora, non prima.
 
@skicentral quella in foto non è una posizione a rischio valanghe. Manca sia il bacino collettore che il canale di scarico...

@pierr la valutazione del rischio non si può fare solo dalla topografie. Occorre tenere conto dei tempi di ritorno.
 
@skicentral quella in foto non è una posizione a rischio valanghe. Manca sia il bacino collettore che il canale di scarico...

@pierr la valutazione del rischio non si può fare solo dalla topografie. Occorre tenere conto dei tempi di ritorno.
Grazie della spiegazione, la mia era una risposta "estrema" a Pierr per cercar di far capire che se si dovesse applicare alla lettera ciò che scrive, sulle Alpi andrebbero messi in sicurezza una marea di posti.

Come è avvenuto per Galtur
 
Questo autunno sono passato per Rigopiano. Qui linkate alcune foto.
Devo dire che adesso si vede bene il grande canalone, ma cé un bel po di piano fino alle rovine dell´albergo. E´stata davvero una valanga di potenza immane. E il vallone a monte grande ma molto piu piccolo di altri sul Gran Sasso.
Difficile prevedere bene prima dell´evento un cosi grande pericolo. Nella Alpi costruzioni a valle di valloni molto piu minacciosi di quello ce ne sono a bizzeffe. Venissero 3 metri di neve e terremoto come li nelle Alpi sarebbe una strage immane.

Invece la gestione dell´evento, il fatto che non abbiano attivato subito i soccorsi etc ... li ci sono grandissime responsabilita.
 
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