Il degrado di Roma non parte certo 8 mesi fa ma è già da anni che la città è in decadenza, nonostante ciò tutti a Roma rimpiangono amministrazioni come quella di Rutelli, progetti, urbanistica e trasporti che oggi ci sogniamo.
Tralasciando i giochi di palazzo su assunzioni e nomine completamente sbagliati dell'attuale giunta, rimane la totale incapacità di gestire una città simile, ogni giorno se ne sente una nuova. Sul tema urbanistico sono riusciti a far naufragare 3-4 progetti chiave per la città (torri dell'eur, ex fiera, città dei giovani e speriamo che non riusciranno a bloccare anche il business park con lo stadio), sulle buche non hanno ancora fatto il bando per la manutenzione delle strade con il risultato che ogni mese la situazione peggiora. Posso assicurare che la maggior parte dei romani non guida guardando la strada ma tiene d'occhio principalmente l'asfalto per evitare i crateri...
Sui rifiuti nessun miglioramento, anzi hanno bloccato il progetto dell'ecodistretto di Rocca Cencia di Marino (che avrebbe risolto gran parte dei problemi Ama) e hanno, grazie alla Muraro, riaperto le TBM di Colari (gruppo Cerroni), per altro con contenzioso in corso sui pagamenti e rischio blocco impianti imminente...
Sui trasporti in 7 mesi non è stato fatto nulla se non inaugurare i primi dei 150 bus comprati dalla giunta Marino e realizzare 400 metri di preferenziale non protetta (senza cordoli) che nessuno rispetta.
Sull'aspetto culturale la città è morta, dimenticate il dinamismo ai tempi di Rutelli e Veltroni, non un'iniziativa o un evento rilevante, l'importante è proteggere i centri sociali Illegali (nel pieno spirito di Berdini e Bergamo).
Gli internazionali di Tennis rischiano di andare a Milano...
Direte: almeno sono onesti? nemmeno... e nemmeno combattono i poteri forti (come i sindacati delle partecipate), visto che ci hanno preso i voti della campagna elettorale, e così si continua sul passato (Alemanno) con aumenti indegni ai dirigenti
Atac, la restaurazione è servita
Premi e aumenti per 52 dirigenti
Nel 2012 l’azienda aveva bloccato i premi legati agli obiettivi per lo stato della (pessima) contabilità. In base all’accordo del 12 dicembre con i sindacati ogni manager riceverà fino a 40 mila euro, cioè il 30-40% dei premi relativi agli ultimi 5 anni
Quanto costa la restaurazione «alemanniana» di Atac? Finora un carnet di assegni per un totale di 1,8 milioni di euro, soldi che saranno incassati entro il prossimo 31 marzo dai 52 direttori attualmente presenti nella macrostruttura della partecipata del Comune. A firmare gli assegni l’amministratore unico Manuel Fantasia: lo scorso 12 dicembre infatti era stato raggiunto un accordo con la Federmanager Roma che sanciva il versamento sui conti correnti dei quadri Atac di una cifra pari al 30-40% della somma dei premi produzione non percepiti negli ultimi 5 anni. Quasi due milioni, appunto. Era dal 2012, infatti, che l’azienda dei trasporti aveva congelato la faccenda dei cosiddetti Mbo (in inglese management by objectives, premi legati agli obiettivi) a causa di una contabilità sull’orlo del default, con perdite d’esercizio superiori ai 200 milioni di euro e una liquidità azzerata. Il significato dell’accordo del 12 dicembre è, per Atac, quello di mettersi al sicuro da eventuali cause legali per il pagamento della parte variabile dello stipendio, una sorta di gentleman agreement — suggellato con cospicuo assegno: dai 10 ai 40 mila euro a testa — con i dirigenti rimasti nei quadri. E non solo. Perché nel documento uscito fuori dalla sede di via Prenestina dopo svariate ore di contrattazione, c’è pure l’impegno aziendale ad adeguare entro il prossimo 15 febbraio il compenso dei manager al contratto collettivo nazionale. Un plus sulla parte fissa dello stipendio.
Il che suona un po’ strano per un’azienda che fatica a pagare i fornitori ed ha grossi problemi nell’erogazione dei servizi. Grane sottolineate dall’assessore alle Partecipate Massimo Colomban che, prima di Natale, descrisse l'ultimo anno di Atac come quello dello sprofondo rosso. Ma si è deciso di «transare» per risolvere un problema nel format dei contratti sottoscritti dai manager fra il 2010 e il 2012: allora si prevedeva una parte variabile legata agli obiettivi raggiunti, solo che gli obiettivi non erano mai stati specificati. Il caso è salito a galla nell’esame del ricorso che ha riportato in Atac Franco Middei, dirigente licenziato da Marco Rettighieri e ora di nuovo nei ranghi aziendali. La transazione su Middei è quindi diventata un modello da applicare ai dirigenti con l’obiettivo di evitare accantonamenti e tornare in possesso di 3 milioni di euro. Per ripartire: «Atac si impegna per l’anno 2017 — si legge nel documento di accordo — ad assegnare a ciascun dirigente gli obiettivi individuali annuali entro e non oltre il 30 aprile 2017 e, a partire dall’anno 2018, ad assegnare a ciascun dirigente gli obiettivi individuali annuali entro e non oltre il 28 febbraio di ciascun anno».
Tutti contenti? Non proprio. Le polemiche infatti non mancano, dentro e fuori Atac. Si legge nel documento: «L’importo complessivo viene riconosciuto ad ogni dirigente ed è da ritenersi comprensivo di eventuali anticipazioni di detti Mbo già percepite». A chi sono state già versati i premi? È la domanda che gira in Atac, il sospetto è che i manager si dividano in figli e figliastri. «Chiedo a Fantasia e all’assessore Meleo di riferire. Presenterò un esposto alla Corte dei Conti», dice il consigliere comunale Ignazio Cozzoli. «Assurdo che con l’azienda che taglia le corse e non paga i fornitori il problema dei 5 Stelle sia premiare i dirigenti», dice Fabrizio Ghera, capogruppo Fdi. Un caos. Prezzo della restaurazione.
http://roma.corriere.it/notizie/pol...ti-180e2376-d90b-11e6-97e6-e1e054cdfc34.shtml