Ema93
Well-known member
Wagner, secondo me, va approcciato tardi. Ecco lui è una nera. Ma anche i pezzi di Schoenberg e Berg indicati non scherzano quanto a impegno nell'ascolto.
Verdi non fu mai un prodigio giovanile, anzi, crebbe nel corso della vita. Il Nabucco è eseguito soprattutto per il valore risorgimentale attribuitogli, ma musicalmente mi sembra un mappazzone. Ma appunto, Verdi non si ferma lì. Quello che io considero il suo primo vero capolavoro è il Rigoletto, poi da lì è un crescendo artistico che culmina con Otello e Falstaff, due capolavori assoluti. Certa cattiva musicologa le considera opere wagneriane, grandissima stupidaggine, sono qualcosa di nuovo che allo stesso tempo è una sintesi della musica vocale scritta fino ad allora, dai madrigali, fino a Wagner appunto. Falstaff è l'unica opera che dell'Ottocento che può dirsi attuale nel Novecento. Nel Wozzeck, nella Lulu, nel Moses und Aron, e anche nel Grand Macabre di Ligeti, c'è pochissimo Wagner, anzi non ce n'è proprio, ma c'è la grande, enorme eredità del Falstaff..
Di Verdi sono degne di nota anche la musica sacra, e il quartetto in mi minore.
Se poi uno vuole scoprire il mondo dell'opera un ottimo inizio è Cavalleria Rusticana di Mascagni, un vero capolavoro, poi Puccini, Mozart, Rossini, Donizetti (solo poche opere sue sono veri capolavori), e appunto, Verdi.
Di Rossini un pezzo veramente straordinario è la Petit Messe Solennelle, nella versione originale per coro, soli, due pianoforti e harmonium. La versione orchestrale non è ugualmente affascinante. Tuttavia trovare belle esecuzioni nella forma originale è un impresa. Io ebbi la fortuna di sentirla dal vivo alla Primavera di Baggio, l'anno scorso.
Visto che avete introdotto il terreno impervio delle avanguardie del Novecento, non posso non suggerire G. Ligeti, uno dei più grandi geni del secondo Novecento. Di lui degli ascolti da consigliare sono: Musica Ricercata, gli Studi per Pianoforte, il Concerto per Pianoforte e Orchestra, Atmosphere, Lux Aeterna, il Requiem.
Verdi non fu mai un prodigio giovanile, anzi, crebbe nel corso della vita. Il Nabucco è eseguito soprattutto per il valore risorgimentale attribuitogli, ma musicalmente mi sembra un mappazzone. Ma appunto, Verdi non si ferma lì. Quello che io considero il suo primo vero capolavoro è il Rigoletto, poi da lì è un crescendo artistico che culmina con Otello e Falstaff, due capolavori assoluti. Certa cattiva musicologa le considera opere wagneriane, grandissima stupidaggine, sono qualcosa di nuovo che allo stesso tempo è una sintesi della musica vocale scritta fino ad allora, dai madrigali, fino a Wagner appunto. Falstaff è l'unica opera che dell'Ottocento che può dirsi attuale nel Novecento. Nel Wozzeck, nella Lulu, nel Moses und Aron, e anche nel Grand Macabre di Ligeti, c'è pochissimo Wagner, anzi non ce n'è proprio, ma c'è la grande, enorme eredità del Falstaff..
Di Verdi sono degne di nota anche la musica sacra, e il quartetto in mi minore.
Se poi uno vuole scoprire il mondo dell'opera un ottimo inizio è Cavalleria Rusticana di Mascagni, un vero capolavoro, poi Puccini, Mozart, Rossini, Donizetti (solo poche opere sue sono veri capolavori), e appunto, Verdi.
Di Rossini un pezzo veramente straordinario è la Petit Messe Solennelle, nella versione originale per coro, soli, due pianoforti e harmonium. La versione orchestrale non è ugualmente affascinante. Tuttavia trovare belle esecuzioni nella forma originale è un impresa. Io ebbi la fortuna di sentirla dal vivo alla Primavera di Baggio, l'anno scorso.
Visto che avete introdotto il terreno impervio delle avanguardie del Novecento, non posso non suggerire G. Ligeti, uno dei più grandi geni del secondo Novecento. Di lui degli ascolti da consigliare sono: Musica Ricercata, gli Studi per Pianoforte, il Concerto per Pianoforte e Orchestra, Atmosphere, Lux Aeterna, il Requiem.