disegno perfetto
Vettore2480, hai disegnato perfettamente il personaggio,
e soprattutto la mentalità in cui si muovono gli Enti Parco.
In effetti la visione che ne avevamo era completamente diversa, organismi di tutela, non di discriminazione.
La cosa che mi chiedo è: anche al Nord le cose stanno così?
Perché non mi pare proprio che ci sia questo atteggiamento nei Parchi Alpini.
Non ne sono un frequentatore assiduo, ma mi è capitato spesso di andarci, e mi pare che limitazioni, dove ci sono, sono più che altro per ragioni di sicurezza che di tutela di flora e fauna (e queste contenute in ragionevolissime regole da rispettare). Passeggiatori (anche con gli infradito, e qui ha ragione il nostro amico che non si possono vedere) ne vedi a iosa ovunque, di scialpinisti e ciaspolatori idem. Bikers pure, non sui sentieri di alta quota (che senso avrebbe), ma sulle carrarecce a voglia se ne vedi.
Concordo col tuo pensiero: loro "gongolano" se i politici locali li accusano di condannare il turismo, perché è esattamente ciò che vogliono.
La cosa però è antieconomica, e in un mondo come il nostro è questo il limite di chi la pensa come questo signore: provvedimenti troppo restrittivi creano dei danni "economici": mancate entrate dal turismo, turismo che si sposta altrove, paesi che si spopolano, case che si svalutano, ristoranti che non lavorano, ecc.
Questo fa felici i poliempatici, ma questi sottovalutano una conseguenza fondamentale che riguarda loro, o almeno chi vive col Parco.
Parchi troppo severi significa si Parchi meno frequentati, ma anche meno interesse a che siano erogati fondi per quei parchi.
Se una bellezza viene riservata a pochi, lasciandola fruire solo ai "poliempatici", le "masse ignoranti" non vengono (e questi "signori" ne godranno), se ne vanno altrove (ben venga ...), non parlano delle bellezza dei Sibillini (meglio così, rimangono meta di pochi onorati), ma parlano di quelle delle Dolomiti (e che gli importa al poliempatico). L'effetto però è che il Ministero non ha interesse a far vedere di aver erogato fondi per questi Parchi "elitari", perché li ci sono "ben pochi voti da raccattare". Risultato? I soldi vanno tutti ai parchi Alpini (cavolo, a questo non ci avevate pensato?), viene ridotto il personale della Forestale marchigiana (tanto a cosa servono tutte quelle guardie, non ci va più nessuno su quei monti, salvo i poliempatici che si controllano da soli), vengono tagliati i fondi per il ripopolamento faunistico (ce n'è più bisogno al nord, dove c'è più gente che disturba e fa fuggire gli ungulati), si tagliano quelli per la pulitura del sottobosco (non c'è più nessuno che possa farla, visto che i giovani delle località montane se ne sono andati tutti a lavorare al nord, e gli anziani hanno la schiena piegata per farlo).
Dici che la lotta a certe "arroganze" si fa sul piano del diritto? Hai ragione, concordo, ma non basta:
tale lotta si fa anche sul piano "economico", perché chi vuole restare su quelle "poltrone", avere amici (o meno) da "fare entrare dentro l'ente", ricevere "fondi per il ripopolamento" e via dicendo, alla fine deve fare i conti con i soldi. Se i flussi cessano, perché l'interesse del Ministero si sposta altrove (dove ci sono più elettori da accontentare), coloro che hanno voluto certe "restrizioni" finiscono per essere le "vittime di loro stessi". E gli sta bene.
Se questi "poliempatici" sono superiori al discorso economico (il vile denaro è roba da plebaglia), non possono esserlo coloro che vivono con i soldi erogati al Parco, perché se scontentano troppo la gente del luogo, i soldi erogati per quel Parco "non comprano voti", e dunque - per come ragionano i politici - "sono soldi buttati via".
Il mio suggerimento ai politici locali, oltre che fare opposizione sui giornali a certe decisioni "irragionevoli" prese dagli organi preposti ai Parchi, è quella di far sentire la propria voce in Ministero, non solo quello dell'ambiente, ma anche (e forse ancora di più) quello delle Finanze, facendo presente che certe decisioni prese dagli Enti Parco hanno conseguenze economiche importanti che si traducono in meno redditi alle popolazioni locali (quindi meno entrate erariali), spopolamento delle stesse (quindi meno contribuenti da tassare), molte persone scontente (quindi voti che se ne vanno) e pochi interessati a trarne beneficio (i poliempatici illuminati che sono quattro gatti e votano come prima).