Assessing my season

personalmente sono dell'idea che la piega si raggiunge solo dopo aver affinato nel tempo in primis la sensibilità dei piedi con particolare riferimento al piede esterno...o meglio con la capacità di lasciarsi cadere all'interno della curva con la parte alta del corpo (che non deve andare in rotazione ma esser rivilta e pronta ad andare "giù di brutto verso la pendenza) e risollevarsi agendo sulla lamina interna dello sci esterno che deve essere sempre incisiva e conficcata nel pendio...creando quell'effetto "perno", confluendo dando alla sciata efficacia e dinamicità!!! tutto facile a dirsi ovviamente....:PAAU
 
Fausto, quello dell'ultima foto sei tu (o comunque ti immedesimi in quel tipo di piega)? L'errore è cercare la neve con la mano e non con il gomito. Se abbassi la mano abbassi la spalla interna. Se alzi la mano per fare spazio al gomito, tieni la spalla interna alta. Il nostro benchmark è la foto 2, che piega come un demone ma NON tocca la neve.

Gamba corta - gamba lunga: quelli delle prime due foto vanno a bomba e hanno tonnellate di manico. Quello della terza foto ha le gambe nella stessa posizione di quello della quarta foto, solo che spezza di più il busto e quindi dà l'impressione di un maggior allungamento dell'esterno. Attenzione che l'uomo nella foto 4 ha l'esterno leggermente arretrato rispetto all'interno (entra un filino d'anca), vanificando in parte la separazione sul piano sagittale.

Drills: mettere in conto di finire qualche volta sull'interno (nevi morbide) e provare il tuffo a valle. Prima un po' di javelin per mettere a punto il carico sull'esterno, sennò è internata sicura.

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Aggiungo inoltre che purtroppo l'apparenza durante la sciata inganna. A volte mi sembra di aver separato di brutto l'interno dall'esterno, poi mi giro a riguardare i binari e la scia interna dista 10 cm da quella esterna...
Si è detto che quelli delle prime 2 foto hanno del manico che oltre alla padronanza della tecnica richiede doti atletiche non indifferenti. Credo che tecnica e allenamento debbano essere sviluppate entrambe. O meglio che arrivati ad un certo livello tecnico non si possa progredire ulteriormente senza migliorare la prestanza fisica.
 
Per questo ribadisco, in assenza di maestro:
1. Avere l'idea di cosa bisogna fare (a ognuno il suo: buttarsi/lasciarsi cadere a valle, tirare indietro i piedi, alzare volontariamente l'interno, cercare subito il carico sull'esterno, piedi forti, tipping, ecc. In questi anni abbiamo visto che diverse strade portano a Roma)
2. Scegliere una pista adatta (non troppo azzurra, non troppo nera, poco frequentata, con neve che tiene), magari servita da una seggiovia che consente di rivedere i propri binari quando si risale (nitidezza/sbavature, profondità dell'incisione, forma, separazione interno/esterno, arco/raggio delle curve) - lapalissianamente, se il raggio della curva è inferiore alla sciancratura degli sci ho fatto una buona curva, altrimenti mi sono fatto portare dagli attrezzi
3. Provare e riprovare (abbiamo poche frazioni di secondo per fare la cosa giusta, non possiamo pensare di riuscirci al primo colpo, e nemmeno al secondo)
4. Se il risultato non convince -> maestro
5. Se il maestro non convince -> skiforum
 
Bisogna prima di tutto lavorare a "secco" per ottenere le giuste escursioni articolari di gambe, anche e CB.

Se c'è la "panza" di mezzo, non si può pretendere molto.
 
io ho visto Fausto sciare, l'ho seguito e ammirato: scia e piega con grande naturalezza ed eleganza; per me, nulla da invidiare alla foto 3, anzi.
 

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quale può essere il modo di far combaciare le intenzioni con quello che in realtà succede....forse a secco?

Bisogna prima di tutto lavorare a "secco" per ottenere le giuste escursioni articolari di gambe, anche e CB.

Se c'è la "panza" di mezzo, non si può pretendere molto.

ieri stavo pensando proprio a questo, quali sarebbero le cose da fare a "secco" a cui avete accennato?
 
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