Assessing my season

Il maestro ha lavorato molto sulla chiusura dell'angolo caviglia ( tibia/piede), sul fare la curva buttando dentro il culo ( rotazione del bacino verso l'interno curva ) e infine sulla distensione prima della curva.



Verso metà Marzo ho fatto un paio d'ore con un maestro della zona. Ha messo subito l'accento sulla sforciata tra le punte degli sci a causa della mancanza di carico sull'esterno

minchia ma che maestri hai trovato???

Il primo un antenato preistorico

il secondo confonde ancora causa effetto.... della sera dotor ho mal di testa.. non si preoccupi prenda questo antidolorifico.... curare gli effetti non serve. bisogna andare a monte..conoscere e curare le cause!!
 
Eh mi pareva che qualcosa non tornasse.

Mi sa che per questo mal di testa mi serviranno le cure di Dott. Baldax!!!

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Gamba lunga , gamba corta

194605-carving-1.jpg
194606-carving-2.jpg


bravi vero ???


194607-carving-3.jpg



si si bravo....

194608-carving-4.jpg


insomma può fare meglio....

ecco , allora puntuale ritorno a fine stagione con una riflessione su quello che è stato ,su quello di cui si è lavorato , sui successi e gli insuccessi...tecnicamente parlando.
Ora , la stagione era cominciata con un lavoro sulla ricerca della centralità, che ha avuto vari sviluppi , anche con il coinvolgimento del Valerio nazionale , il quale alla fine mi ha convinto che un deliberato e volontario movimento di avanzamento del bacino era sostanzialmente inutile ma che , con un adeguato movimento di anticipo di spalle , di assetto del bacino , di idea di "andare giù di brutto " di venir via in anticipo dalla curva affrontando con decisione e in accelerazione la perdita di quota che sta tra un curva e l'altra si poteva e si può mantenere una ottima centralità dinamica..ed effettivamente è stato cosi , con , devo ammetterlo un certo grado di soddisfazione.
Rimane invece , e mi rimane sullo stomaco , la questione della " piega " e delle modalità tecniche per ottenerne una soddisfacente....
Ho inserito apposta le foto , per notare come una piega ben fatta ( prime due ) metta in evidenza come imprescindibile la questione della separazione verticale dei due segmenti corporei ( sul piano sagittale ) e una correlata ma indispensabile separazione ( per questione di opposizioni e quindi di vincolo) dei due segmenti corporei sul piano orizzontale....in pratica parte destra e sinistra del corpo (sagittale ) e parte alta e parte bassa (piano orizzontale).
Parte destra che si accorcia e parte sinistra che si allunga....parte bassa , gambe , che vanno verso destra , parte alta che rimane verso valle controllando le rotazione inerziali...per capirci.....
Ora , io e il mio compagno di merende , rinvigoriti da un finale di stagione piuttosto esaltante (per la neve) , e dopo che finalmente c'è stato un certo salto di qualità , quanto meno sulla indipendenza di gambe da parte sua , che gli ha permesso di esprimere un corto raggio su condizioni piuttosto difficili veramente egregio , ( oro sicuro) , abbiamo cercato di lavorare su modalità e tempistiche , su archi medio lunghi, di sviluppo di un certo grado di inclinazione e relativa angolazione .... ci siamo resi conto di quanto difficile sia in realtà accorciare o richiamare la gamba interna per permettere l'allungamento della esterna e quindi una piega efficace e presentabile...di quanto sia importante una certa controrotazione per indirizzare efficacemente il cdm aldilà verso la nuova curva , che si esprime a livello di bacino e di tronco....ora , dato per scontato che ogni signor sciatore ha in sè , per dono o per trascorsi sportivi presenti o passati una certa elasticità e flessibilità del bacino , quali sono i drills ,gli esercizi che ci possono far sentire e acquisire la sensibilità necessaria a questo allungamento da una parte ,e accorciamento dell 'altra ? Pena la solita caduta sull'interno ??
Mi viene in mente questo..
https://www.youtube.com/watch?v=olkPIEbH42w

e poi?
 
Eh be', è la questione delle questioni. Credo che il primo passo sia il "venir via" dalla vecchia curva senza troppi complimenti: personalmente ho la tendenza a godermi la curva appena conclusa quando andrebbe fatto esattamente il contrario. Però è un tema spinoso, su cui esistono linee di pensiero assai diverse mi pare. Userò la pausa estiva per rileggere i testi sacri.
 
A me era stato consigliato, proprio per notare la gamba corta e la lunga, un esercizio che se non sbaglio compariva anche in un vecchio video di harb: tenere larghe le gambe. Ovvero portare all'estremo la larghezza per sentirela differenza di lunghezza tra le due gambe fino a che non ci si sente trooooppo larghi con le gambe. (Il mio mentore è fissato con le estremizzazioni per capire cosa è meccanicamente piu corretto e meno faticoso). Questo dovrebbe far acquisire maggiore sensibilità, però quello che non mi piace come esercizio è che se non si ha gia una decente sensibilità si rischia di capire le cose au contraire e di rimanere con le gambe larghe
 

.

Fausto, quello dell'ultima foto sei tu (o comunque ti immedesimi in quel tipo di piega)? L'errore è cercare la neve con la mano e non con il gomito. Se abbassi la mano abbassi la spalla interna. Se alzi la mano per fare spazio al gomito, tieni la spalla interna alta. Il nostro benchmark è la foto 2, che piega come un demone ma NON tocca la neve.

Gamba corta - gamba lunga: quelli delle prime due foto vanno a bomba e hanno tonnellate di manico. Quello della terza foto ha le gambe nella stessa posizione di quello della quarta foto, solo che spezza di più il busto e quindi dà l'impressione di un maggior allungamento dell'esterno. Attenzione che l'uomo nella foto 4 ha l'esterno leggermente arretrato rispetto all'interno (entra un filino d'anca), vanificando in parte la separazione sul piano sagittale.

Drills: mettere in conto di finire qualche volta sull'interno (nevi morbide) e provare il tuffo a valle. Prima un po' di javelin per mettere a punto il carico sull'esterno, sennò è internata sicura.

- - - Updated - - -

Aggiungo inoltre che purtroppo l'apparenza durante la sciata inganna. A volte mi sembra di aver separato di brutto l'interno dall'esterno, poi mi giro a riguardare i binari e la scia interna dista 10 cm da quella esterna...
 
Fausto, quello dell'ultima foto sei tu (o comunque ti immedesimi in quel tipo di piega)? L'errore è cercare la neve con la mano e non con il gomito. Se abbassi la mano abbassi la spalla interna. Se alzi la mano per fare spazio al gomito, tieni la spalla interna alta. Il nostro benchmark è la foto 2, che piega come un demone ma NON tocca la neve.

Gamba corta - gamba lunga: quelli delle prime due foto vanno a bomba e hanno tonnellate di manico. Quello della terza foto ha le gambe nella stessa posizione di quello della quarta foto, solo che spezza di più il busto e quindi dà l'impressione di un maggior allungamento dell'esterno. Attenzione che l'uomo nella foto 4 ha l'esterno leggermente arretrato rispetto all'interno (entra un filino d'anca), vanificando in parte la separazione sul piano sagittale.

Drills: mettere in conto di finire qualche volta sull'interno (nevi morbide) e provare il tuffo a valle. Prima un po' di javelin per mettere a punto il carico sull'esterno, sennò è internata sicura.

- - - Updated - - -

Aggiungo inoltre che purtroppo l'apparenza durante la sciata inganna. A volte mi sembra di aver separato di brutto l'interno dall'esterno, poi mi giro a riguardare i binari e la scia interna dista 10 cm da quella esterna...

Mah...secondo me se partiamo dal concetto di tuffarsi non andiamo lontano....il carico sull'esterno è conseguenza dello scarico dell'interno , la piega è conseguenza di un accorciamento della gamba interna che accorciandosi lascia spazio alla grande massa di inclinarsi.....
Però è un mio pensiero.....
 
Mah...secondo me se partiamo dal concetto di tuffarsi non andiamo lontano....il carico sull'esterno è conseguenza dello scarico dell'interno , la piega è conseguenza di un accorciamento della gamba interna che accorciandosi lascia spazio alla grande massa di inclinarsi.....
Però è un mio pensiero.....

...che per quel che vale la mia opinione condivido al 1000 %. :MUCCA
 
Ok, lasciamo perdere il concetto di tuffarsi, che in effetti ricorda un'azione troppo attiva. Cedimento del vecchio esterno? Secondo me un momento cruciale è la gestione della fase in cui gli sci sono (relativamente) scarichi. E lì si va anche di trial and error. Secondo me...
 
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194606-carving-2.jpg


bravi vero ???


194607-carving-3.jpg



si si bravo....

194608-carving-4.jpg


insomma può fare meglio....

ecco , allora puntuale ritorno a fine stagione con una riflessione su quello che è stato ,su quello di cui si è lavorato , sui successi e gli insuccessi...tecnicamente parlando.
Ora , la stagione era cominciata con un lavoro sulla ricerca della centralità, che ha avuto vari sviluppi , anche con il coinvolgimento del Valerio nazionale , il quale alla fine mi ha convinto che un deliberato e volontario movimento di avanzamento del bacino era sostanzialmente inutile ma che , con un adeguato movimento di anticipo di spalle , di assetto del bacino , di idea di "andare giù di brutto " di venir via in anticipo dalla curva affrontando con decisione e in accelerazione la perdita di quota che sta tra un curva e l'altra si poteva e si può mantenere una ottima centralità dinamica..ed effettivamente è stato cosi , con , devo ammetterlo un certo grado di soddisfazione.
Rimane invece , e mi rimane sullo stomaco , la questione della " piega " e delle modalità tecniche per ottenerne una soddisfacente....
Ho inserito apposta le foto , per notare come una piega ben fatta ( prime due ) metta in evidenza come imprescindibile la questione della separazione verticale dei due segmenti corporei ( sul piano sagittale ) e una correlata ma indispensabile separazione ( per questione di opposizioni e quindi di vincolo) dei due segmenti corporei sul piano orizzontale....in pratica parte destra e sinistra del corpo (sagittale ) e parte alta e parte bassa (piano orizzontale).
Parte destra che si accorcia e parte sinistra che si allunga....parte bassa , gambe , che vanno verso destra , parte alta che rimane verso valle controllando le rotazione inerziali...per capirci.....
Ora , io e il mio compagno di merende , rinvigoriti da un finale di stagione piuttosto esaltante (per la neve) , e dopo che finalmente c'è stato un certo salto di qualità , quanto meno sulla indipendenza di gambe da parte sua , che gli ha permesso di esprimere un corto raggio su condizioni piuttosto difficili veramente egregio , ( oro sicuro) , abbiamo cercato di lavorare su modalità e tempistiche , su archi medio lunghi, di sviluppo di un certo grado di inclinazione e relativa angolazione .... ci siamo resi conto di quanto difficile sia in realtà accorciare o richiamare la gamba interna per permettere l'allungamento della esterna e quindi una piega efficace e presentabile...di quanto sia importante una certa controrotazione per indirizzare efficacemente il cdm aldilà verso la nuova curva , che si esprime a livello di bacino e di tronco....ora , dato per scontato che ogni signor sciatore ha in sè , per dono o per trascorsi sportivi presenti o passati una certa elasticità e flessibilità del bacino , quali sono i drills ,gli esercizi che ci possono far sentire e acquisire la sensibilità necessaria a questo allungamento da una parte ,e accorciamento dell 'altra ? Pena la solita caduta sull'interno ??
Mi viene in mente questo..
https://www.youtube.com/watch?v=olkPIEbH42w

e poi?

Sembra paradossale ma il concetto di non verticalizzare quindi di stare chiuso chiuso con l'angolo di addominale, cioè tenere la zona ombelico il piu' possibile sull'anca esterna (ovviammente oltre a tutto quello che giustamente avete scritto qui e altrove, spalle, pesi, piedi e caviglie ecc....) è la chiave di svolta per ottenere allungamento gamba esterna e contemporaneo accorciamento automatico e naturale della gamba interna. Se osservi le foto, nell'ultima rispetto alle altre c'è la zona ombelico che va per conto suo a spasso (relativamente perchè la curva non è male) ma se si vuole piegare con buoni automatismi gamba esterna/interna, va posizionato un po' meglio, e questa zona ombelico va tenuta sempre chiusa il piu' possibile per fare buone curve carving.
Ritengo che gli insegnamenti che ti sono stati impartiti, che riporti sono estremamente validi ed efficaci, imprescindibili.
 
Aggiungo inoltre che purtroppo l'apparenza durante la sciata inganna. A volte mi sembra di aver separato di brutto l'interno dall'esterno, poi mi giro a riguardare i binari e la scia interna dista 10 cm da quella esterna...

no , non sono io perchè rimango sempre con le spalle molto allineate.... pregio e limite .....
comunque si, capita anche a me di credere di aver piegato , di aver richiamato molto l'interna , e tutto quanto , poi mi vedo in video e la percezione avuta è distante anni luce dalla realtà innegabile delle immagini....questo mi domandavo...quale può essere il modo di far combaciare le intenzioni con quello che in realtà succede....forse a secco? forse solo lavorare sui piedi e la loro rotazione dentro lo scarpone ? l'idea di lasciarsi cadere non funziona , perchè poi bisogna essere capaci di raddrizzarsi....
Di certo ho capito una buona piega si struttura nel primo terzo ...e siccome le forze nel primo terzo sono piuttosto basse , questo và affrontato in relax muscolare , perchè se mi irrigidisco mi blocco ...e questo coccia fortemente con il concetto a noi jamers di piedi forti e solidi..

tu dici: "Secondo me un momento cruciale è la gestione della fase in cui gli sci sono (relativamente) scarichi. E lì si va anche di trial and error. Secondo me..."

concordo.....secondo me aspettare di essere in sostanza 50/50 su due sci e da lì scaricare l'interno e di conseguenza rimanere in equilibrio e in appoggio sul nuovo esterno è condizione essenziale....
il problema è che tutto succede alla velocità della luce....
 
no , non sono io perchè rimango sempre con le spalle molto allineate.... pregio e limite .....
comunque si, capita anche a me di credere di aver piegato , di aver richiamato molto l'interna , e tutto quanto , poi mi vedo in video e la percezione avuta è distante anni luce dalla realtà innegabile delle immagini....questo mi domandavo...quale può essere il modo di far combaciare le intenzioni con quello che in realtà succede....forse a secco? forse solo lavorare sui piedi e la loro rotazione dentro lo scarpone ? l'idea di lasciarsi cadere non funziona , perchè poi bisogna essere capaci di raddrizzarsi....
Di certo ho capito una buona piega si struttura nel primo terzo ...e siccome le forze nel primo terzo sono piuttosto basse , questo và affrontato in relax muscolare , perchè se mi irrigidisco mi blocco ...e questo coccia fortemente con il concetto a noi jamers di piedi forti e solidi..

tu dici: "Secondo me un momento cruciale è la gestione della fase in cui gli sci sono (relativamente) scarichi. E lì si va anche di trial and error. Secondo me..."

concordo.....secondo me aspettare di essere in sostanza 50/50 su due sci e da lì scaricare l'interno e di conseguenza rimanere in equilibrio e in appoggio sul nuovo esterno è condizione essenziale....
il problema è che tutto succede alla velocità della luce....
Vero che al primo terzo si "modella" la curva, però ritorna il discorso del tuffarsi secondo me. Perchè come ci si presenta sul primo terzo dipende dal passato, ad esempio se ci arrivo troppo dritto dovrò irrigidirmi parecchio per correggere con risultati magari non soddisfacenti e facilmente di non-equilibrio.
Per il discorso piedi secondo me le due cose non sono in contrasto. Perchè quello che intuisco io delle caviglie forti alla jam, significa andare con caviglia e piede in blocco a creare l'angolo. Il resto rimane abbastanza rilassato fino a che non bisogna contrastare le forze derivanti dalla creazione del vincolo tramite piedi/caviglie.
Poi come dici tu il tutto succede così rapidamente che non ci si puo permettere di pensare ad ogni singola cosa contemporaneamente (forse solo su archi molto ampi)
Sembra paradossale ma il concetto di non verticalizzare quindi di stare chiuso chiuso con l'angolo di addominale, cioè tenere la zona ombelico il piu' possibile sull'anca esterna (ovviammente oltre a tutto quello che giustamente avete scritto qui e altrove, spalle, pesi, piedi e caviglie ecc....) è la chiave di svolta per ottenere allungamento gamba esterna e contemporaneo accorciamento automatico e naturale della gamba interna. Se osservi le foto, nell'ultima rispetto alle altre c'è la zona ombelico che va per conto suo a spasso (relativamente perchè la curva non è male) ma se si vuole piegare con buoni automatismi gamba esterna/interna, va posizionato un po' meglio, e questa zona ombelico va tenuta sempre chiusa il piu' possibile per fare buone curve carving.
Ritengo che gli insegnamenti che ti sono stati impartiti, che riporti sono estremamente validi ed efficaci, imprescindibili.
Aggiungerei che bisogna cercare con attenzione a non cercare questa cosa incurvando la schiena
 
Messi tuttosommato a posto gli archi medio-brevi la prossima stagione lavorerò sugli archi ampi, in cui faccio tuttora parecchio cag@re.
Però Fausto, la piegona secondo me non verrà mai fuori focalizzandoci sulla gestione dell'accorciamento/allungamento delle gambe. Anzi, sono abbastanza persuaso che l'accorciamento dell'interna sia una conseguenza del resistere alle forze in fase di piegamento-angolazione e non un'innesco della curva. Almeno finchè siamo in ambito scuola italiana (lasciamo stare HH per il momento).
 
ma in che senso ? accorcio l'interna volontariamente o no? Se accorcio non resisto , resisto con quella che rimane lunga .....o no?

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ripasso...
http://youcanski.com/it/inclinati-per-vincere

Beh, il resistere alla forze è deputato alla gamba distesa ovviamente, più accorcio l'interna (gesto che in fase di resistenza è istintivo, più che volontario) più ho carico sull'esterna...ma siamo in una fase già successiva....insomma sono scettico sull'effetto che l'accorciamento dell'interna ha sull'inizio della curva vero e proprio...
 
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