Perdonami ma io continuo a pensare - come ho sempre fatto - che non sia l'approccio corretto. Sono un amante delle cartine, delle guide cartacee e della documentazione preventiva MA le troppe variabili in gioco mi portano a preferire e a consigliare di preferire l'approccio di relazione e comunicazione con qualcuno che quelle linee le abbia già percorse, possibilmente quindi l'esserne accompagnati. Naturalmente con buon senso, ci sono probabilmente itinerari che ci si può permettere di scoprire anche in questo modo e altri no. Ma deciderlo da casa, sul pc, davanti a mappe talvolta approssimative (come spesso sono quelle tridimensionali o disponibili "free") non mi sembra sempre il modo opportuno.
Io questa "esplorazione" la faccio eccome invece su terreno estivo, ma parlando sempre di ambito escursionistico e appoggiandomi a mappe di fiducia (leggi "Tabacco") di cui ho imparato a riconoscere sfaccettature meno evidenti di primo acchito. Quello che voglio rimarcare è che l'utilizzo invernale (nevoso) è fortemente condizionato dalla morfologia puntuale del terreno, dalla sua superficie che non è evidenziata da nessuna mappa (salvo bosco-terreno aperto su erba-roccia ma non sempre in modo così comprensibile) e da altri fattori che poi vanno ad influenzare il principale nostro problema, le valanghe. Anche altre problematiche di itinerario possono intervenire, ma per il momento non le considero perchè voglio partire dal presupposto che l' "esploratore" del bianco conosca anche metodi e manovre per risolverle in vario modo.