La questione "adozione" è complessa e delicata.
A mio avviso l'errore più frequente è quello di mettere in diretta relazione i presupposti richiesti in via predeterminata dalla legge con le situazioni di fatto che, sul piano concreto, possono di volta in volta verificarsi, perchè un ragionamento di questo tipo rischia di essere fuorviante.
Cerco di spiegarmi meglio.
E' ovvio che, una volta accertata la sussistenza delle condizioni imposte preventivamente e in astratto dalla legge per l'adozione, questo accertamento non può dare la garanzia certa, assoluta e concreta, in fatto, del migliore ambiente familiare possibile per il minore.
Ed è altrettanto ovvio, quindi, che un single o una coppia di fatto o una coppia gay possano avere, in concreto, un'amorevolezza, uno spirito genitoriale ed un'attitudine educativa infinitamente superiori a quelli di una coppia regolarmente sposata, che potrebbe anche esserne priva del tutto o quasi, pur avendo i requisiti di legge per procedere all'adozione.
Ma il pericolo di questa "mancanza", da un lato, sul piano concreto sussiste anche per i singles, le coppie di fatto e le coppie gay; e, dall'altro lato, non può impedire la necessità che la legge imponga delle maglie, anche piuttosto severe, in tema di adozione: maglie che, dobbiamo ricordare, sono cmq rivolte alla tutela dei minori, e devono essere predeterminate in astratto.
La legge, insomma, è per forza di cose destinata:
1) a porre delle regole;
2) a porre regole dirette a disciplinare casi generali ed astratti.
E' su questo piano, quindi, che secondo me va mantenuta la discussione.
Premesso questo, nell'individuazione e nella valutazione di queste regole tutte le opinioni sono legittime ma, secondo me, si possono fare alcune considerazioni di carattere "oggettivo", direi quasi delle constatazioni:
a) la legge attuale non discrimina, in via diretta, le coppie gay, perchè pone rigidi paletti molto più "a monte", con limitazioni che coinvolgono anche singles e coppie di fatto etero;
b) paradossalmente, alcune di queste limitazioni "a monte" sono condivise anche da chi sarebbe favorevole ad un'adozione da parte di coppie gay . . .
. . .
Non mi interessa nemmeno abrogare la legge sull'adozione che dice che bisogna essere sposati. Chi vuole adottare un figlio è giusto che prima crei una famiglia.
. . . il che testimonia (non che si tratti necessariamente di limiti "giusti", ma) che queste regole, pur essendo opinabili, hanno cmq una loro logica e sono rivolte alla tutela dell'interesse dei minori . . .
c) la disciplina vigente, in definitiva, cerca di assicurare un ambiente astrattamente "ideale" per il minore e, nella valutazione "astratta" di questo carattere "ideale", include la necessità di una coppia etero regolarmente sposata che,
in teoria, dovrebbe essere dotata con maggiore probabilità delle condizioni utili ad una serena crescita, formazione ed educazione dell'adottando.
Poi, lo sappiamo tutti . . .
ci sono coppie sposate "degeneri e scapestrate" e ci sono coppie di fatto che si massacrano quotidianamente per dare amore ai figli . . .
ci sono singles - genitori naturali, separati, divorziati o addirittura vedovi - che allevano bambini e li fanno diventare uomini e donne con una dedizione e con dei risultati inarrivabili per molte coppie . . .
Questo, però, non può evitare che la legge cerchi di mettere il minore nelle migliori condizioni possibili.
In questa logica, si cerca di dare al bambino un papà e una mamma . . .
. . . e, può piacere o meno, ma con tutto il rispetto e senza per questo dover temere di essere tacciati di spirito discriminatorio, il papà è maschio e la mamma è femmina . . . non sono due uomini o due donne!
Non discriminare non significa per forza trattare ogni situazione in modo uguale . . . ma rispettare anche le differenze che intercorrono tra situazioni diverse . . .