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(Super) Skifoso!
Marmolada, guerra di ricorsi e denunce
Il Bellunese si riarma contro i trentini: «Non hanno rispettato l’accordo siglato nel 2002». E la società funivie va al Tar
ROCCA PIETORE. Il Sas de Mul, impianto di cui rinnovare la concessione, e la strada del Fedaia dove «manco un chiodo hanno piantato, per metterla in sicurezza dalle valanghe».
Sulla Marmolada è di nuovo guerra aperta fra Bellunese e Trentino: se sull’impianto di risalita ha aperto una contesa davanti al Tar la società Marmolada Srl di Mario Vascellari per il rinnovo della convenzione, dall’altra parte anche il Comune di Rocca è pronto a disotterrare l’ascia di guerra al grido di «trentini lingua biforcuta». «Dal protocollo del 2002 Trento ha incamerato i confini e poi fatto il dito medio a Venezia e Belluno» afferma senza mezzi termini il sindaco Andrea De Bernardin che ha davvero il dente avvelenato.
Sua una lettera «pesante» (la definisce lui stesso) a livello politico, inviata ai vertici e agli assessorati di Regione Veneto e Provincia di Trento: vi si denunciano le inadempienze di dieci anni di vita del protocollo siglato nel 2002 da Galan e Dellai, per il rilancio del ghiacciaio.
La guerra di carte bollate riguarda per ora la seggiovia che dal Fedaia sale fino al Sas del Mul: si tratta di un impianto di risalita che viene utilizzato solamente da febbraio e che porta in quota gli sciatori che non devono così scendere a Malga Ciapela. Roba da sessantamila sciatori a stagione: la società Marmolada srl dei Vascellari aveva chiesto una proroga della concessione ancora nel 2009, cercando di arrivare alla scadenza naturale dell’impianto (nel 2018) ma i trentini hanno loro concesso solamente rinnovi corti e l’ultimo scade nel 2013. E questo per difendere i caroselli in Val di Fassa, a sentire i bellunesi: i trentini lascerebbero tutto fermo al di qua del confine, negli impianti bellunesi.
Un paio di mesi fa il ricorso al Tar di Marmolada srl, che trova sostegno morale del Comune di Rocca che ci mette il carico da 90 ma non un euro: «Per ora non ci è stato chiesto aiuto, siamo solo stati informati» spiega De Bernadin «ma dovremmo comunque valutare la cosa». «Sono a conoscenza del ricorso» continua il sindaco «però non abbiamo preso parte attiva alla cosa: il Comune può sostenere il ricorso a livello politico ma niente di più perchè riguarda loro e Trento e dobbiamo anche stare attenti alle spese, come ente. La società comunque ha tenuto a farci sapere che aveva fatto ricorso: ho condiviso questa loro scelta perchè i trentini sono sempre più arroganti nei confronti della provincia di Belluno e vanno ostacolati per quanto ci è possibile. Io ho addirittura mandato una lettera pesante, nella quale dico che la regione Veneto dovrebbe rispolverare la vertenza sui confini laddove il tribunale aveva dato ragione ai trentini sulla parte alta. Di quel protocollo firmato nel 2002 fra Dellai e Galan non è stata realizzata una parola» accusa De Bernardin. «I trentini non hanno mantenuto gli impegni, a cominciare dalla messa in sicurezza della strada del passo Fedaia che è in uno stato peggiore di 10 anni fa. Loro hanno voluto la Marmolada, l’hanno ottenuto con i tribunali, e questa per noi è stata una rapina. Nel 1982 l’allora presidente Pertini che era sicuramente molto più anziano di quel che avrebbe dovuto essere, ha firmato un decreto presidenziale che dava gran parte del ghiacciaio ai trentini».
Andrea De Bernardin denuncia anche il mancato rispetto dell’articolo 5 del protocollo del 2002: «Trento si impegnava alla messa in sicurezza del passo Fedaia per facilitare la viabilità fra le due province e risolvere il pericolo valanghe dalla parte trentina, che è la più pericolosa: non hanno mai piantato un chiodo. Ottenuti i confini hanno fatto il dito medio verso Belluno e Venezia. Ora, visto che non hanno mantenuto gli impegni del protocollo d'intesa, la regione Veneto deve ritornare sulla questione», conclude il sindaco di Rocca.
Marmolada, guerra di ricorsi e denunce - Cronaca - Corriere delle Alpi
Si continua solo a litigare...
Il Bellunese si riarma contro i trentini: «Non hanno rispettato l’accordo siglato nel 2002». E la società funivie va al Tar
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Sulla Marmolada è di nuovo guerra aperta fra Bellunese e Trentino: se sull’impianto di risalita ha aperto una contesa davanti al Tar la società Marmolada Srl di Mario Vascellari per il rinnovo della convenzione, dall’altra parte anche il Comune di Rocca è pronto a disotterrare l’ascia di guerra al grido di «trentini lingua biforcuta». «Dal protocollo del 2002 Trento ha incamerato i confini e poi fatto il dito medio a Venezia e Belluno» afferma senza mezzi termini il sindaco Andrea De Bernardin che ha davvero il dente avvelenato.
Sua una lettera «pesante» (la definisce lui stesso) a livello politico, inviata ai vertici e agli assessorati di Regione Veneto e Provincia di Trento: vi si denunciano le inadempienze di dieci anni di vita del protocollo siglato nel 2002 da Galan e Dellai, per il rilancio del ghiacciaio.
La guerra di carte bollate riguarda per ora la seggiovia che dal Fedaia sale fino al Sas del Mul: si tratta di un impianto di risalita che viene utilizzato solamente da febbraio e che porta in quota gli sciatori che non devono così scendere a Malga Ciapela. Roba da sessantamila sciatori a stagione: la società Marmolada srl dei Vascellari aveva chiesto una proroga della concessione ancora nel 2009, cercando di arrivare alla scadenza naturale dell’impianto (nel 2018) ma i trentini hanno loro concesso solamente rinnovi corti e l’ultimo scade nel 2013. E questo per difendere i caroselli in Val di Fassa, a sentire i bellunesi: i trentini lascerebbero tutto fermo al di qua del confine, negli impianti bellunesi.
Un paio di mesi fa il ricorso al Tar di Marmolada srl, che trova sostegno morale del Comune di Rocca che ci mette il carico da 90 ma non un euro: «Per ora non ci è stato chiesto aiuto, siamo solo stati informati» spiega De Bernadin «ma dovremmo comunque valutare la cosa». «Sono a conoscenza del ricorso» continua il sindaco «però non abbiamo preso parte attiva alla cosa: il Comune può sostenere il ricorso a livello politico ma niente di più perchè riguarda loro e Trento e dobbiamo anche stare attenti alle spese, come ente. La società comunque ha tenuto a farci sapere che aveva fatto ricorso: ho condiviso questa loro scelta perchè i trentini sono sempre più arroganti nei confronti della provincia di Belluno e vanno ostacolati per quanto ci è possibile. Io ho addirittura mandato una lettera pesante, nella quale dico che la regione Veneto dovrebbe rispolverare la vertenza sui confini laddove il tribunale aveva dato ragione ai trentini sulla parte alta. Di quel protocollo firmato nel 2002 fra Dellai e Galan non è stata realizzata una parola» accusa De Bernardin. «I trentini non hanno mantenuto gli impegni, a cominciare dalla messa in sicurezza della strada del passo Fedaia che è in uno stato peggiore di 10 anni fa. Loro hanno voluto la Marmolada, l’hanno ottenuto con i tribunali, e questa per noi è stata una rapina. Nel 1982 l’allora presidente Pertini che era sicuramente molto più anziano di quel che avrebbe dovuto essere, ha firmato un decreto presidenziale che dava gran parte del ghiacciaio ai trentini».
Andrea De Bernardin denuncia anche il mancato rispetto dell’articolo 5 del protocollo del 2002: «Trento si impegnava alla messa in sicurezza del passo Fedaia per facilitare la viabilità fra le due province e risolvere il pericolo valanghe dalla parte trentina, che è la più pericolosa: non hanno mai piantato un chiodo. Ottenuti i confini hanno fatto il dito medio verso Belluno e Venezia. Ora, visto che non hanno mantenuto gli impegni del protocollo d'intesa, la regione Veneto deve ritornare sulla questione», conclude il sindaco di Rocca.
Marmolada, guerra di ricorsi e denunce - Cronaca - Corriere delle Alpi
Si continua solo a litigare...