Il Talebano
Well-known member
Io posso riportare la mia esperienza:
discesa del pendio Sud delle Aiguilles d'Entreves nel 2003 pendenza iniziale superiore ai 45°, beh ci si diveva calzare gli sci in un terrazzioni non più largo di 15 cm e poi fare la prima curva in salto senza sbagliare. Beh vi giuro che la tensione che si prova in certe situazioni fa si che non provi neanche ad esagerare proprio perchè sai che una caduta è probabilmente fatale.
In oltre la differenza fra lo sci free e lo sci ripido se non estremo su pendii sicuri è che la discesa la si può affrontare in più tappe (scendo 100 mt. e poi mi fermo un attimo) in pendii come il Marinelli o la Nord del Lyskamm non ci si può fermare più di tanto proprio peerchè si è costantemente a rischio valanghe o caduta di seracchi.
Un canale sulle dolomiti per ripido che sia non sarà mai come una parete nord nel Bianco o nel Rosa, fare venti o trenta curve a 4000 metri su pendenze di 45°/50° non è uno scherzo anche perchè su pendii di quello sviluppo le condizioni di neve che si potranno incontrare variano dalla polvere al ghiaccio alla traformata alla crosta e si dovrà essere in grando di affrontare ogni condizione al 110%.
Io non sono "vecchio" come Gotamart :wink: ma mi piace ascoltare le descrizioni di chi ha fatto cose che penso mi sognerò di notte per tutta la vita e posso dire che chi va a fare pareti e sottolineo pareti di questo tipo sa che se sbaglia a asa non ci torna.
PEr concludere vi riporto una frase di MArc Sifferi a commento delle gare di freeride in Alaska che bene rappresenta lo spirito dello sci estremo:
"...sai, se uno cade su un pendio in Alaska al massimo si spaventa un po' ma può raccontarlo perchè quello sono delle collinone, se cadi nel Massiccio del Bianco cadi una volta sola..."
Ciao e buone sciate.
P.s.: Martino ma sei ancora a casa??
discesa del pendio Sud delle Aiguilles d'Entreves nel 2003 pendenza iniziale superiore ai 45°, beh ci si diveva calzare gli sci in un terrazzioni non più largo di 15 cm e poi fare la prima curva in salto senza sbagliare. Beh vi giuro che la tensione che si prova in certe situazioni fa si che non provi neanche ad esagerare proprio perchè sai che una caduta è probabilmente fatale.
In oltre la differenza fra lo sci free e lo sci ripido se non estremo su pendii sicuri è che la discesa la si può affrontare in più tappe (scendo 100 mt. e poi mi fermo un attimo) in pendii come il Marinelli o la Nord del Lyskamm non ci si può fermare più di tanto proprio peerchè si è costantemente a rischio valanghe o caduta di seracchi.
Un canale sulle dolomiti per ripido che sia non sarà mai come una parete nord nel Bianco o nel Rosa, fare venti o trenta curve a 4000 metri su pendenze di 45°/50° non è uno scherzo anche perchè su pendii di quello sviluppo le condizioni di neve che si potranno incontrare variano dalla polvere al ghiaccio alla traformata alla crosta e si dovrà essere in grando di affrontare ogni condizione al 110%.
Io non sono "vecchio" come Gotamart :wink: ma mi piace ascoltare le descrizioni di chi ha fatto cose che penso mi sognerò di notte per tutta la vita e posso dire che chi va a fare pareti e sottolineo pareti di questo tipo sa che se sbaglia a asa non ci torna.
PEr concludere vi riporto una frase di MArc Sifferi a commento delle gare di freeride in Alaska che bene rappresenta lo spirito dello sci estremo:
"...sai, se uno cade su un pendio in Alaska al massimo si spaventa un po' ma può raccontarlo perchè quello sono delle collinone, se cadi nel Massiccio del Bianco cadi una volta sola..."
Ciao e buone sciate.
P.s.: Martino ma sei ancora a casa??