Intanto posto anche questo link dove c'è una ricerca fatta in altoadige sui numeri di scialpinisti e ciaspolatori (niente freeride). Interessante vedere che nonostante ci fosse livello pericolo 3, si sono mossi in 6.000.....
http://www.cai-svi.it/j15/images/stories/ARTICOLI/NOTIZIE/astatskialp2010.pdf
scusa Vitt aggiungo il mio piccolo contributo:
sulla interpretazione delle statistiche interessante la lettura pubblicata nell'ultimo testo che mi ha fornito il CAI , nel capitolo dedicato agli incidenti con causa valanga vi si analizzano e confrontano i dati statistici riportati da te e da altri fonte aineva, le conclusioni estrapolate sono le seguenti:
il maggior numero di incidenti, non tutti per fortuna con esiti letali (per cui non interessano alla cronache giornalistiche in cerca di numeri di morti),
si concentrano con pericolo valanghe 2 e 3, il maggior numero di incidenti è avvenuto in inverni con poco innevamento > il che significa:
viene sottovalutato il grado di pericolo!
non vengono ben valutati i percorsi!
non vengono osservate le misure di sicurezza di attraversamento!
poca neve all'inizio dell'inverno non garantisce una buona stabilità nel corso della stagione;
quello che mi rammarica ascoltando gli operatori del soccorso alpino abbruzzese è che sono stati tolti i fondi per finanziare il lavoro di
mappatura dei fenomeni valanghivi a cui stavano lavorando.(leggo poi in giro su internet che ne era prevista l'uscita a breve...)
sicuramente il progetto è stato portato a termine da altre Provincie italiane e sotto la voce "catasto valanghe"
vengono forniti dati con le dovute avvertenze tipo quelle del
VDA , ma da consultare con le dovute conoscenze e con le dovute precauzioni come da AVVERTIMENTO:
Il lavoro di informatizzazione del Catasto valanghe è attualmente ancora in corso, in caso di dubbi sulla lettura o sulla completezza dei dati contattate l’Ufficio neve e valanghe (0165-776854 – u-valanghe@regione.vda.it).
I limiti valanghivi riportati dal Catasto non devono essere intesi come separazione netta tra zona interessata da valanga e zona non interessata da valanga, in quanto non forniscono il preciso confine tra un’area a rischio e una esente da rischio valanghivo.
La mancanza di indicazioni sulla presenza di fenomeni valanghivi, del Catasto valanghe in una determinata area, non implica che sia effettivamente un’area esente da valanghe. Questo avviene per tre principali motivi:
- i fenomeni valanghivi possono avere tempi di ritorno molto lunghi, per questo motivo spesso la memoria storica della valanga viene persa;
- uno stesso fenomeno valanghivo noto, di cui si possiede un numero considerevole di dati, può presentare durante le varie stagioni invernali confini, forme e dimensioni molto diverse a seconda delle condizioni nivometeorologiche in cui la valanga si verifica;
- il progressivo aumento dell’utilizzo del territorio durante la stagione invernale da parte di escursionisti porta a percorrere pendii che in passato non sono stati oggetto di segnalazione e di cui si conosce poco o non si conosce proprio l’attività valanghiva spontanea e la propensione al distacco provocato.
Per una corretta lettura ed interpretazione dei dati rappresentati nel Catasto valanghe è indispensabile conoscerne la natura. Risulta molto importante non impiegare il Catasto e le informazioni che in esso vengono riportate per scopi diversi da quelli per cui è stato originariamente sviluppato. Se questi vengono utilizzati in modo improprio l’Ufficio neve e valanghe declina ogni responsabilità. I dati non potranno essere commercializzati, né forniti a terzi, e nel caso divenissero oggetto di elaborazioni e pubblicazioni, di qualsiasi natura, vi è l’obbligo conseguente di citarne la fonte secondo la dizione “Fonte: Ufficio Neve e Valanghe - RAVDA”, nonché di inviare all’Amministrazione regionale copia della medesima in formato digitale.
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aggiungo un link di un mio video sui possibili test, che ci permettono di capire le dinamiche che attivano il fenomeno, eseguito sotto la guida degli istruttori CAI della sezione a cui sono iscritta.
http://www.skiforum.it/forum/freesk...-manto-nevoso-esempi-di-test.html#post1322955
un altro link molto interessante relativo al progetto di Massimo Pecci, (glaciologo esperto) che sta curando per l'appennino il tentativo di un monitoraggio capillare, spero che il 3d aperto da Courmayer, possa fornire altrettante capillari osservazioni.
Schede della neve
e questo è un programma opensouce per la creazione di profili stratigrafici:
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