[Non c’avevamo capito niente] - 1. Spingi sul gambetto!

La fisica e la biomeccanica dello sci ci dicono che per essere efficienti nel gesto (non efficaci attenzione!) bisogna rimanere centrali, non capisco perché ci si ostini a voler chiudere questa caviglia per schiacciare la spatola dello sci. Situazione che poi non si riesce a fare, perché altrimenti ci si ritroverebbe con le rotule in fondo alla pista, e la conseguenza è quella di chiudere anche l'angolo del ginocchio e bacino portandoci a cedere alla minima forza in curva.

Servono più sciate con gli scarponi completamente aperti gente! 😂

P.s. questo non vuol dire che non abbia bisogno di un movimento antero-postero, ad inizio curva (con il pendio che ci scappa da sotto i piedi) dovrò sempre ricercare la perpendicolarità (e quidni la centralità).
 
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La fisica e la biomeccanica dello sci ci dicono che per essere efficienti nel gesto (non efficaci attenzione!) bisogna rimanere centrali, non capisco perché ci si ostini a voler chiudere questa caviglia per schiacciare la spatola dello sci. Situazione che poi non si riesce a fare, perché altrimenti ci si ritroverebbe con le rotule in fondo alla pista, e la conseguenza è quella di chiudere anche l'angolo del ginocchio e bacino portandoci a cedere alla minima forza in curva.

Servono più sciate con gli scarponi completamente aperti gente! 😂

P.s. questo non vuol dire che non abbia bisogno di un movimento antero-postero, ad inizio curva (con il pendio che ci scappa da sotto i piedi) dovrò sempre ricercare la perpendicolarità (e quidni la centralità).
Chiudere la caviglia e voler schiacciare la spatola non hanno nulla a che vedere. Credo che il mio primo intervento sia sufficientemente chiaro al riguardo, non schiaccio niente e cerco un assetto che 1.mi impedisca di arretrare evitando cedimenti 2.mi permetta di accedere a tutte le articolazioni per poter prendere spigolo. La spatola non l'ho mai nominata. La chiusura di caviglia è fondamentale proprio a scarponi aperti.
Temo che tu stia parlando di qualcosa di diverso da quello che ho cercato di descrivere.
 
La caviglia deve chiudersi perche' tutto il giochino funzioni a dovere.
Chiudere la caviglia NON significa necessariamente avere il 100% del peso in spatola, si puo' tranquillamente essere centrali e con le caviglie chiuse (verifica che si puo' fare anche in salotto).


Ora aggiungiamo un po' di benzina sul fuoco dei caricatori di spatola HIHIHI




EDIT: @nedjem abbiamo postato insieme, anch'io stavo rispondendo a @Andrea09
 
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Tu parli di voler chiudere la caviglia ovvero inclinare l'asse tibia e perone in aventi con il piede che rimane ovviamente fermo (essendo bloccato dallo scafo), sbaglio?
direzione di “spinta” deve essere in senso antero/posteriore, e che per ottenere questa azione è necessario “chiudere” attivamente la caviglia tramite la contrazione dei muscoli tibiali. Il bacino allineato sopra ai piedi farà il resto.

Se fai questo vai a creare una spinta in avanti che se tu non avessi sotto i tuoi piedi una superficie vincolata (dagli attacchi) lunga 175 cm (o quello che è) di poterebbe a sbilanciarti in avanti e cadere. Di conseguenza sposti la pressione, che il tuo corpo esercita, sulla parte anteriore dello sci (non per forza il 100% del peso, ma poco più del 50% @Petrus)

Almeno che tu non vada a controbilanciare con una chiusura dell'angolo delle ginocchia (e riprendo quanto detto nel post precedente) che ti permette di rimanere centrale, questo è quello che tu definisci:
lasciandosi cadere sugli scarponi come corpo morto cade,
e che effettivamente definisci sbagliato.

Il voler chiudere la caviglia è allora fuorviante, cioè il voler premere sulla linguetta per piegare il gambaletto non è l'approccio corretto, perchè questi ti porta a spezzare una struttura che ti permette di resistere alle forze (avete mai visto Ligety sciare nelle sue pieghe con l'angolo del ginocchio chiuso? assolutamente no, la sua gamba era sempre tesa perchè gli permetteva di resistere alle forze).

E' condivisibile il voler attivare i muscoli tibiali e del polpaccio per materne/ricercare una "perpendicolarità" tra ossa del piede e tibia e perone, ma ad esempio io per fare questo (se scio con gli scarponi chiusi) ho l'idea contraria di quello che dici tu, ovvero cerco di aprire la caviglia e di premere con il metatarso proprio per attivare la muscolatura di tutta la gamba che mi aiuta a rimanere centrale.

Tutto questo discorso nasce dal fatto che tipicamente la gente sia arretrata (quidni non centrale) allora gli si dice per semplicità e immediatezza premi sulla linguetta dello scarpone, spesso ha però come effetto quello di portare avanti si le ginocchia ma di arretrare ancora di più con il bacino.

Poi ovviamente è il mio pensiero

P.s. ricordiamo la definizione di centralità: È la condizione che si verifica quando la risultante delle forze che si considerano applicate al baricentro dello sciatore cade entro il perimetro della base d’appoggio degli scarponi

Detto questo mi ritiro ad osservare in silenzio e a riflettere sulle varie idee che emergono sul forum 😂
 
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Il fatto è che il concetto di chiusura di caviglia è molto quantistico… il grado di chiusura è variabile e dipende da svariati fattori: è un gesto da modulare, che raggiunge il suo potenziale massimo un attimo prima di superare il punto ideale di metà curva.

Poi si va in rilascio iniziando ad aprire il ginocchio esterno.

Quanto alla centralità Vs avanzamento, è molto relativo anche qui, e a noi normali serve osare, la percezione che abbiamo di essere “avanti” come scriveva qualcuno, vista da fuori (specie da chi sa sciare) è mera centralità, se va bene… se no è un po’ meno arretratezza.

Basta davvero poco… a me ad esempio, che spesso mi trovavo a sciare col busto schiacciato, ho iniziato a stare un pelo più alto e cerco avanzamento con il petto più che con le spalle.

Inevitabilemnte questo movimento porta a chiudere le caviglie ben prima di schiacciare ginocchia e bacino.

Ne guadagni di fluidità di movimento secondo me, che forse è tra le cose che più permettono di sciare bene a noi normali (io = cesso)
 
1.mi impedisca di arretrare evitando cedimenti
Ma vuoi dire restare il più possibile centrali lungo tutto l'arco di curva?
Anche a me ultimamente piace giocare sui movimenti antero-posteriori, cioè arretrare a fine curva e "riportarsi avanti" all'inizio della successiva. In quest'ottica io riscriverei questo punto sulla chiusura della caviglia così:
-> mi CONSENTA di arretrare evitando cedimenti
 
Tu parli di voler chiudere la caviglia ovvero inclinare l'asse tibia e perone in aventi con il piede che rimane ovviamente fermo (essendo bloccato dallo scafo), sbaglio?
Sì, ma con il piede che resta fermo non per azione dello scarpone ma come risultato di un’azione volontaria, ossia la chiusura (o dorsiflessione) della caviglia.
Se fai questo vai a creare una spinta in avanti che se tu non avessi sotto i tuoi piedi una superficie vincolata (dagli attacchi) lunga 175 cm (o quello che è) di poterebbe a sbilanciarti in avanti e cadere.
Non per forza, non sto dritto come una candela come Michael Jakson, chiudo anche l’angolo delle ginocchia, ovviamente.
Di conseguenza sposti la pressione, che il tuo corpo esercita, sulla parte anteriore dello sci (non per forza il 100% del peso, ma poco più del 50% @Petrus)
Non per forza, vedi sopra
Almeno che tu non vada a controbilanciare con una chiusura dell'angolo delle ginocchia (e riprendo quanto detto nel post precedente) che ti permette di rimanere centrale,
Esattamente
Il voler chiudere la caviglia è allora fuorviante, cioè il voler premere sulla linguetta per piegare il gambaletto non è l'approccio corretto,
Chiudere la caviglia non è premere in alcun modo, il mio post dice esattamente questo. Se continui a considerare le due azioni come la stessa diventa difficilissimo centrare il punto.
E' condivisibile il voler attivare i muscoli tibiali e del polpaccio per materne/ricercare una "perpendicolarità" tra ossa del piede e tibia e perone, ma ad esempio io per fare questo (se scio con gli scarponi chiusi) ho l'idea contraria di quello che dici tu, ovvero cerco di aprire la caviglia e di premere con il metatarso proprio per attivare la muscolatura di tutta la gamba che mi aiuta a rimanere centrale.
Pensa che i prossimi due capitoli parlano proprio di questo e di quanto io l’abbia trovato controproducente.
Inevitabilemnte questo movimento porta a chiudere le caviglie ben prima di schiacciare ginocchia e bacino.
Mica tanto “inevitabilmente”… se non chiudi la caviglia consapevolmente e non ti sforzi di tenere il tallone giùpuoi portare avanti il bacino ed essere comunque a caviglia aperta. Anche in questo caso, è il prossimo argomento 😉

Anche a me ultimamente piace giocare sui movimenti antero-posteriori, cioè arretrare a fine curva e "riportarsi avanti" all'inizio della successiva. In quest'ottica io riscriverei questo punto sulla chiusura della caviglia così:
-> mi CONSENTA di arretrare evitando cedimenti
No, anzi, l’ultimo step che ho fatto è stato proprio quello di smettere di fare troppo avanti e indietro durante la curva. Molto più redditizio mantenere un assetto costante, ma arriva anche questo tra due capitoli 😆

Alla fine ‘sta storia dei capitoli è una cagata, me ne sto rendendo conto adesso mentre rispondo. Che faccio, metto tutto qua di fila, magari editando il primo post, o proseguo con l’idea originale? Mi rendo conto che potremo fare casino con i commenti, ma capisco anche che le persone non possano leggermi nel pensiero e che sia assolutamente normale che venga spontaneo anticipare argomenti così legati tra loro… a ‘sto punto non so più, aiutatemi 😆
 
Sì, ma con il piede che resta fermo non per azione dello scarpone ma come risultato di un’azione volontaria, ossia la chiusura (o dorsiflessione) della caviglia.

Non per forza, non sto dritto come una candela come Michael Jakson, chiudo anche l’angolo delle ginocchia, ovviamente.

Non per forza, vedi sopra

Esattamente

Chiudere la caviglia non è premere in alcun modo, il mio post dice esattamente questo. Se continui a considerare le due azioni come la stessa diventa difficilissimo centrare il punto.

Pensa che i prossimi due capitoli parlano proprio di questo e di quanto io l’abbia trovato controproducente.

Mica tanto “inevitabilmente”… se non chiudi la caviglia consapevolmente e non ti sforzi di tenere il tallone giùpuoi portare avanti il bacino ed essere comunque a caviglia aperta. Anche in questo caso, è il prossimo argomento 😉


No, anzi, l’ultimo step che ho fatto è stato proprio quello di smettere di fare troppo avanti e indietro durante la curva. Molto più redditizio mantenere un assetto costante, ma arriva anche questo tra due capitoli 😆

Alla fine ‘sta storia dei capitoli è una cagata, me ne sto rendendo conto adesso mentre rispondo. Che faccio, metto tutto qua di fila, magari editando il primo post, o proseguo con l’idea originale? Mi rendo conto che potremo fare casino con i commenti, ma capisco anche che le persone non possano leggermi nel pensiero e che sia assolutamente normale che venga spontaneo anticipare argomenti così legati tra loro… a ‘sto punto non so più, aiutatemi 😆
Continua con l'idea originaria.
 
Considerato che si tratta di pezzi di un unico puzzle, forse meglio tenere tutto qui per non disperdere la discussione in troppi rivoli? E magari aggiungi un nuovo pezzo nel momento che ritieni più opportuno?
 
Secondo me meglio continuare con l'idea originaria mantenendo i capitoli separati, altrimenti esce il solito minestrone.

Magari sarebbe utile vedere la lista dei capitoli, in modo da capire il filo logico.
Questo eviterebbe anche di partire per la tangente parlando di rotazioni, sapendo che l'argomento verra' discusso nel capitolo 3.
 
Io mi limito a dire che la "centralità" non è un fatto statico ma dinamico.

Si è centrali se c'è equilibrio tra due forze. Una dipende dalla dinamica del moto e l'altra dallo sciatore.

Assunto questo la domanda cui rispondere è qual'è il miglior modo per generare quella forza biomeccanicamente e tenendo conto che così risolvo un piano solo dello sciatore.

Mentre contemporaneamente devo risolverne tre.

Ad esempio...mentre aumenta la pendenza che lo sciatore sperimenta avvicinandosi alla massima lo sci tende per inerzia a perdere pressione sulla neve. In qualche modo invece la pressione va aumentata se si vuole incidere e "chiudere" il prima possibile. Anche qui qualche cosa si dovrà fare....e per aggiungere, dico che per farlo intanto serve "disponibilità" di movimento (sia come mobilità che come potenziale che si è creato "prima"... provate a stare sempre super schiacciati e non creare mai del "potenziale" col bacino e tutto sarà chiaro...)

Secondo me la chiusura caviglia (almeno come intenzionalità) è funzionale e quasi insostituibile (ma non sufficiente) per almeno uno dei due ....
 
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Speravo che la descrizione nel primo post fosse chiara, evidentemente non sono riuscito a renderla 😔
Ci riprovo. Mi metto in piedi, ginocchia flesse, piedi paralleli; penso a tirare su le punte dei piedi lasciando i talloni a contatto con il pavimento. Come se volessi togliere gas all’auto lasciando il tallone a contatto con il tappetino. Appena le dita si alzano, dovrei sentire un leggero sbilanciamento in avanti. In realtà le dita non c’entrano granché, infatti poi si riesce a fare anche senza alzare le dita ma solo il dorso nel piede, ma all’inizio mi veniva comodo pensarla così.
Ma dove l'hai sentita 'sta cosa ? Tra l'altro ho provato a fare come dici ma l'effetto è opposto: se sollevo le dita mi trovo bello sui talloni, cioè vado all'indietro. Bo, mi perdo qualcosa si vede.
 
Ma dove l'hai sentita 'sta cosa ? Tra l'altro ho provato a fare come dici ma l'effetto è opposto: se sollevo le dita mi trovo bello sui talloni, cioè vado all'indietro. Bo, mi perdo qualcosa si vede.
Per trovarti sui talloni devi aprire l'angolo delle ginocchia. Se lo mantieni costante mantieni la centralità o finisci avanti a seconda di quanto riesci a flettere le caviglie. E quella sensazione di contrazione su stinchi e caviglie è la sensazione di cui stiamo parlando ;)
Edit: sulla fonte, onestamente qualsiasi allenatore parla di "chiudere la caviglia". Da lì a capire cosa si intenda realmente magari poi ci va un po' di elaborazione personale, perché non proprio tutti sanno spiegarlo, magari per il semplice fatto che per loro è ovvio e normale che sia così, mentre per noi che non abbiamo il talento naturale potrebbe essere necessaria qualche spiegazione in più.
 
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