[Non c’avevamo capito niente] - 1. Spingi sul gambetto!

Iniziato nel 1986.
In realtà penso che tu abbia ragione e che si possa evitare di pensare troppo alle escursioni anteroposteriori, a patto di avere un’efficace chiusura di caviglia che ci impedisca di arretrare, perchè una volta che il bacino cede indietro tutto il resto va a farsi benedire, a partire proprio da piedi e anche.

Mi trovo molto d'accordo su questo intervento.

Porto la mia esperienza di quest'ultima stagione.
E' da quando ho 3 anni che mi viene martellato nella testa l'idea dello "stai in avanti col peso", quest'anno mi e' stato fatto notare che ero TROPPO avanti col peso.
Il mantra e' cambiato in: sposta il peso sui talloni in chiusura di curva.
Come diceva anche APO qualche messaggio sopra, gli sci girano anche senza caricare 200kg sulle spatole. Un avanzamento in entrata curva ci sta, ma non e' necessario esagerare (si parla sempre da R18 in giu').

Edit: riguardo alla spinta sul gambetto trovo piu' utile pensare di mettere pressione sulla parte anteriore del piede, piuttosto che pensare di spingere sullo scarpone.
 
P.S. Spunto per il prossimo articolo: Spezzati sul fianco come se ti avessero dato un pugno!
Altro luogo comune da demolire o quanto meno da contestualizzare.
Ce l'ho, è l'ultimo in lista :D
Il mantra e' cambiato in: sposta il peso sui talloni in chiusura di curva.

riguardo alla spinta sul gambetto trovo piu' utile pensare di mettere pressione sulla parte anteriore del piede
Ho anche questi, non perché non siano corretti in assoluto, ma perché se non abbini tutto alla chiusura caviglia ci sono problemi. Ma ci torno sopra ;)

In realtà tutti i punti che ho raccolto non è che siano sbagliati tout-court, semplicemente vanno esplicitati un po' meglio di come hanno fatto con me. E alla fine si torna sempre alla chiusura di caviglia, motivo per cui il primo intervento è stato questo :)
 
Sai che io ancora non ho capito bene cosa sia 'sta benedetta "chiusura di caviglia"....?
 
Ok che la forma del fianco dello sci (sciancratura) determina un effetto auto-sterzante dello sci. Effetto che aumenta (restringimento del raggio effettivo, oltre quello teorico) all'aumentare dell'inclinazione e supponendo che a quel punto lo sci si fletta sempre in modo tale da avere tutta la lamina effettiva a contatto con la neve (quindi considerando caratteristiche della neve, velocità, peso, etc).
Comunque imho terrei in considerazione almeno alcuni altri fattori che vanno a modificare quanto sopra (troppo semplicistico): 1) La sciancratura non è un raggio uniforme, ma la sommatoria di varie curvatura diverse che si intrecciano e sovrappongono; 2) il nostro scarpone non è al centro dello sci ma posizionato in una area arretrata rispetto al centro dello sci; 3) Le curve non sono mai perfettamente e totalmente carvate, dall'inizio alla fine, anche quando vorremmo che lo fossero; 4) la risposta elastica dello sci varia non solo in base all'inclinazione
 

.

Sai che io ancora non ho capito bene cosa sia 'sta benedetta "chiusura di caviglia"....?
Speravo che la descrizione nel primo post fosse chiara, evidentemente non sono riuscito a renderla 😔
Ci riprovo. Mi metto in piedi, ginocchia flesse, piedi paralleli; penso a tirare su le punte dei piedi lasciando i talloni a contatto con il pavimento. Come se volessi togliere gas all’auto lasciando il tallone a contatto con il tappetino. Appena le dita si alzano, dovrei sentire un leggero sbilanciamento in avanti. In realtà le dita non c’entrano granché, infatti poi si riesce a fare anche senza alzare le dita ma solo il dorso nel piede, ma all’inizio mi veniva comodo pensarla così.
 
Secondo me neanche. Leggo "caricare le spatole"....gli sci carving hanno un effetto autogirante: una volta messi di spigolo, girano, senza dover caricare alcunchè.... Il discorso del gambetto al limite è valido se lo considero come "sensore" del fatto di riportarmi in avanti una volta che ho concluso la curva, ma che debba spingere su di esso per me non esiste. IMHO naturalmente. Per la cronaca il mio gambetto è chiuso in pratica dal solo booster, i ganci li tengo al minimo: anche se volessi spingervi contro non avrei nessuna resistenza da parte sua...le tibie devono potersi muovere, se i ganci superiori sono troppo serrati dovrei sì spingere sul gambetto per riportarmi in avanti, il che a mio avviso non ha senso.
In una mattinata con un maestro di sci anni fa, lui mi aveva fatto sganciare completamente il gancio più alto e mi aveva lasciato lo "strap" superiore in modo che, da chiuso, potessero passarci due dita tra la fascia e la plastica. Su neve farinosa o compatta è un valido aiuto per sentire quella spinta sul gambetto di cui parlava Nedjem e al contempo per fare in modo che il "portarsi in avanti" assomigliasse quasi alla prima fase di un movimento paragonabile a quello di uno che si tuffa in piscina dalla pedana.
A volte lo faccio ancora.
Non lo faccio su neve ghiacciata o in presenza di neve molle che crea gobbe.
In questi ultimi due casi preferisco un gambetto più "solido" e aderente.
Il calcagno deve esser tenuto giù dal secondo gancio (partendo dalla punta) che è il terzo gancio partendo dall'alto.
Quel movimento verso l'avanti, se non avessimo ai piedi gli sci solidalmente legati agli attacchi, ci farebbe cadere in avanti inesorabilmente. Se ci spostassimo quel po' in avanti che, mantendo ai piedi solo le scarpe, ci farebbe sentire solo un po'il peso sulle punte ma senza cadere, allora non sarebbe teoricamente sufficiente.
Io spesso mi limito a questa seconda sensazione, senza spingere oltre, senza arrivare al primo caso descritto, per vari motivi (abitudine, sciata in relax, un po' di stanchezza) e scio lo stesso, ma a volte so (perchè me l'han detto) di tendere a una sciata più "seduta" del necessario.
Per godere appieno dei benefici effetti del movimento del primo tipo (quello tipo "tuffo" e magari con il gancio alto completamente aperto e lo strapp blandamente chiuso) ci vuole anche una velocità media o sostenuta, da mantenere tale anche in curva ... gli sci flettono maggiormente, le forze in gioco sono maggiori, la presa di spigolo si sente di più e la magia del carving si compie (per poche curve o per tutta la pista a seconda delle capacità e della reattività muscolare).
 
Sai che io ancora non ho capito bene cosa sia 'sta benedetta "chiusura di caviglia"....?
Quando alleggerisci l'acceleratore della macchina senza spostare il calcagno.
A me viene meglio in macchina che con gli sci... ma questo è del tutto trascurabile ai fini della spiegazione. Oppure immaginati di camminare a piedi nudi su un pavimento freddo e decidere di camminare solo sui talloni per qualche passo.
 
Speravo che la descrizione nel primo post fosse chiara, evidentemente non sono riuscito a renderla 😔

No, era chiarissimo, ho letto di fretta io. La mia osservazione non era riferita al tuo post ma genericamente a quest'espressione, che ho letto mille volte da altri utenti senza mai capire di che si trattasse. Leggo tutto con più attenzione,
 
Chiusura di caviglia = riduzione dell'angolo compreso tra la pianta del piede e la tibia.

Come giustamente detto si puo' realizzare pensando di alzare la parte anteriore del piede, in modo che i muscoli tibiali portino avanti lo stinco (e tutto quello che ci sta sopra).
Gli sci pero' non sono incollati a terra (come le scarpe in salotto), quindi esiste anche l'approccio alternativo di pensare di tirare indietro i piedi (esempio video qui sotto).

Esempio a 2:24

Mentre scio, non saprei dire quale delle due tecniche utilizzo.
 
2) il nostro scarpone non è al centro dello sci ma posizionato in una area arretrata rispetto al centro dello sci;

Non ho sci sottomano ma il centro-sci (c'è molte volte un segno sul fianco o sopra lo sci), che deve collimare col centro dello scarpone, dovrebbe essere nel punto più stretto dello sci, non a caso.

Comunque la mia osservazione era relativa al discorso del "caricare le spatole".
 
Non ho sci sottomano ma il centro-sci (c'è molte volte un segno sul fianco o sopra lo sci), che deve collimare col centro dello scarpone, dovrebbe essere nel punto più stretto dello sci, non a caso.

Comunque la mia osservazione era relativa al discorso del "caricare le spatole".
Guarda in qualsiasi foto la distanza tra punta sci e attacchi e tra coda sci e attacchi... Solo con certi montaggi da park o da freeride le due distanze sono equivalenti, altrimenti gli attacchi son più arretrati.
 
Leggi bene, non ho detto che il centro dello scarpone stia al centro dello sci (inteso come distanza punta/coda), ho detto che sta nel punto più stretto dello sci.
 
Chiusura di caviglia = riduzione dell'angolo compreso tra la pianta del piede e la tibia.

Come giustamente detto si puo' realizzare pensando di alzare la parte anteriore del piede, in modo che i muscoli tibiali portino avanti lo stinco (e tutto quello che ci sta sopra).
Gli sci pero' non sono incollati a terra (come le scarpe in salotto), quindi esiste anche l'approccio alternativo di pensare di tirare indietro i piedi (esempio video qui sotto).

Esempio a 2:24

Mentre scio, non saprei dire quale delle due tecniche utilizzo.
la differenza tra i due approcci è che i tibiali puoi tenerli contratti a lungo durante diverse fasi della curva, mentre il "tirare indietro" è un movimento che fai in un preciso momento e poi si esaurisce. O almeno, questo è quello che percepisco io, non riuscirei a tirare indietro i piedi da inizio curva fin dopo la massima, mentre riesco a contrarre i tibiali per tutta la curva.
 
Ultima modifica:
Top