ANDREA GAS 23
Well-known member
Certo sono assolutamente d'accordo per vita vera, intendevo vera nel bene o nel male.Vi prego, attenti alle dinamiche della "vita vera", dei "rapporti veri" che si trovano "solo" nei luoghi piccoli ecc.
Sono le stesse storture idealizzanti che poi col tempo evolvono e degradano in frustrazioni che i vari trapiantati (come Cognetti) portano su in montagna e che non servono a nessuno.
La "genuinità" che molti evocano nei rapporti interpersonali nei paesi piccoli ha a che vedere con essenzialmente il fatto che tutti conoscono tutti e c'è meno margine per sovrastrutture/salamelecchi. Ma l'essere umano è fallace per natura e vi assicuro che tra persone ce lo si mette in quel posto nelle verdi valli, in riva al mare come nei dormitori padani. Chi viene quassù pensando di lasciarsi alle spalle tutto questo e quindi si butta dentro alle relazioni con un entusiasmo (francamente ridicolo, quasi bambinesco, comunque rispettabilmente "umano" perché risponde ad un'esigenza normalissima) ne esce sempre mazzolato e deluso. Proprio perché dietro questi rapporti idealizzati c'è sì un sentore "comunitario" che però è legato, anzi saldato, ad un'identità tribale che taglia subito fuori chi non è del luogo.
Non volevo intervenire ma a sto punto offro la mia di esperienza: io lavoro e vivo da anni in prov. BL (sempre aziende grandi,ora enorme) e l'armonia che c'è tra gli abitanti delle comunita non è per nulla legata al luogo di lavoro. L'indotto è pur sempre l'indotto quindi ho gli stessi piacevoli rapporti col panettiere come li ho con colleghi/altra gente che lavora nel settore. I rapporti da NPC e tra NPC possono esserci ovunque e non esulano dal contesto geo-morfologico.
Negli ultimi anni (appena post COVID) c'è stato un massiccio afflusso di poregrami senza arte né parte che son saliti su dalla pianura Padana e da vari angoli d'Italia sia cittadini che non. Molti abitano in Valcellina perché costa un po' meno e così possono fare la posta fuori dallo studio del loro Idolo per farsi mandare a cagare/farsi offrire un'ombra. Alcuni hanno provato a lavorare con/da me e da altri amici e fanno schifo a tutti. Hanno una professionalità discutibile (se erano un minimo bravi bravi probabilmente trovavano impiego dalle loro parti) e un'ansia insopportabile di piacere ai "locali" ma non come fareste voi in un posto di lavoro nuovo (presentarsi, rapportarsi ecc. con pazienza e lungimiranza) ma con la cringissima voglia di integrarsi tipo quei documentaristi che vanno a vivere coi Bonobo o i gorilla: stanno là, li studiano, ogni tanto provano a studiare e riprodurre i suoni (bestemmie a caso) e via.
Beppe Fenoglio (forse il mio scrittore preferito) una volta disse a sua sorella Marisa che "la felicità non fa romanzo". Non ho letto le 8m ma mi viene da dire che certe frustrazioni magari fanno anche romanzo però non fanno persone felice,serene e/o lucide. Ma ci sta.
Entrambi i miei genitori vengono da paesini di Langhe e Roero, vivo ad Alba che ha 30.000 abitanti.. o poco più.
Ricordo che da bambino d'estate al paese di mia madre c'erano 4/5 borgate, frazioni e i bambini di una non giocavano con quelli dell'altra..
Per altro le migliori relazioni che ho instaurato nella vita sono sempre state legate a passioni ed esperienze comuni, costruendole poco per volta, poi a volte c'è anche qualche colpo di fulmine, oppure ci sono quegli amici d'infanzia con cui sei cresciuto e che ormai anche se si fanno vite completamente diverse, rimangono comunque cari.
Vedo però nella realtà più globalizzata che conosco cioè la multinazionale in cui lavoro, che vuoi per lo sradicamento dal territorio e la omologazione dei bisogni, delle ambizioni, delle passioni, c'è il periodo, in cui tutti, nuotano, poi corrono, poi ll Padel.. Poi il concertino, l'apertivo, anche le mete delle vacanze sono le stesse...
Inevitabilmente una contaminazione avviene, anche perchè la provincia ha sempre un po' di complessi verso le grandi Città e spesso per rendersi più interessante e meno goffa, si banalizza.
Quando vado in montagna in un paesino dove ci saranno 5/6 famiglie in tutto (che ovviamente non vanno d'accordo tra di loro), di cui sono amico solo con alcuni, cerco di avere il miglior rapporto possibile con chi ci vive, cercando di non dare fastidio, ma gli spazi sono così grandi che se voglio fare i fatti miei e perdermi per le montagne c'è il rischio di non essere ritrovato e questa è la cosa più bella, ma poi io non sono nessuno quindi se anche volessi lamentarmi di cosa non mi piace chi mi ascolterebbe?
Ad ogni modo dal positivo o dal negativo delle piccole comunità, si traggono storie anche bizzarre a volte folli che sono quelle cose belle da raccontarsi davanti ad una birra ed un bicchiere di vino, quelle appunto di cui scrivono Rigoni Stern, Mauro Corona, ma anche Fenoglio o Pavese anche se in situazioni più difficili per il contesto storico ed anche geografico, le Langhe ed il Roero non sono le Alpi o le Dolomiti.