La montagna invernale è un mondo meravigliosa tutto da scoprire: basta sapere come affrontarla. Quella bianca, impalpabile, luminosa materia, che rinnova a ogni inverno la sua meraviglia nasconde infatti rischi che dovrebbero essere conosciuti. Muoversi nella montagna innevata non equivale a penetrare in una trappola mortale. Significa solo fare i conti con le leggi fisiche: la temperatura, la modificazione del manto nevoso, la forza di gravità. Per avventurarsi nella neve profonda esistono norme precise, che dovrebbero essere tenute ben presenti da tutti.
Informarsi.
Le slavine non scendono a caso, La consultazione dei bollettini valanghe deve diventare un'abitudine per chiunque ami i paradisi bianchi. In Italia ne vengono emessi in ogni regione alpina e in Abruzzo e sono normalmente accessibili su Internet o al telefono. Indicano il grado di pericolosità secondo una scala di cinque livelli: 1 debole, 2 moderato, 3 marcato, 4 forte, 5 molto forte.
Guide.
Se poi non siete riusciti a procurarvi il bollettino, chiedete notizie agli uffici guide o agli impianti di risalita. E non dimenticate di comunicare la meta della vostra escursione.
Farsi accompagnare.
Naturalmente la soluzione migliore è ricorrere a una guida alpina o a un maestro di sci. Il Club Alpino Italiano organizza appositi corsi di sci-alpinismo, che forniscono le nozioni elementari per muoversi nella montagna invernale.
La forma fisica.
Occorre sempre un buon livello di preparazione e di allenamento.
Equipaggiamento.
Avere sempre l'attrezzatura necessaria per affrontare la montagna.
Portare l'Arva.
Prima di partire, occorre controllare lo stato delle batterie, che soffrono delle basse temperature, testare l'apparato in ricezione e trasmissione e, ovviamente, ricordarsi di accenderlo.
Sonde e pale.
Se l'Arva indica l'area in cui si trova la vittima, occorre però disporre di sonde per identificarla e di pale per disseppellirla. Senza questi due attrezzi l'Arva perde gran parte della sua efficacia. Provate a scavare nella neve con le mani.
Termometro.
Se la temperatura sale, evitate il fuori pista, perché il disgelo favorisce le valanghe.
Neve fresca.
Sempre meglio chiedersi quanta neve fresca è caduta. Dopo grosse nevicate, che hanno accumulato masse di neve non consolidata, è preferibile restare in pista.
Pendii.
Non tagliare mai pendii ripidi, perché, qui la neve è solo appoggiata. Quanto più sono ripidi, tanto più aumentano i rischi di distacco. Dovendo per forza tagliarne uno, meglio farlo in alto: avrete meno neve che potrebbe cadervi addosso. E occhio anche ai punti in cui muta la pendenza.
Cosa fare.
Nel caso si venga travoltibisogna cercare di liberarsi da sci e bastoncini e ripararsi le vie respiratorie, bocca e naso.
Sopravvivenza.
Il 92% delle persone sono ancora vive dopo 15 minuti passati sooto la neve, ma solo il 27% sopravvive se i minuti diventano 90.
Informarsi.
Le slavine non scendono a caso, La consultazione dei bollettini valanghe deve diventare un'abitudine per chiunque ami i paradisi bianchi. In Italia ne vengono emessi in ogni regione alpina e in Abruzzo e sono normalmente accessibili su Internet o al telefono. Indicano il grado di pericolosità secondo una scala di cinque livelli: 1 debole, 2 moderato, 3 marcato, 4 forte, 5 molto forte.
Guide.
Se poi non siete riusciti a procurarvi il bollettino, chiedete notizie agli uffici guide o agli impianti di risalita. E non dimenticate di comunicare la meta della vostra escursione.
Farsi accompagnare.
Naturalmente la soluzione migliore è ricorrere a una guida alpina o a un maestro di sci. Il Club Alpino Italiano organizza appositi corsi di sci-alpinismo, che forniscono le nozioni elementari per muoversi nella montagna invernale.
La forma fisica.
Occorre sempre un buon livello di preparazione e di allenamento.
Equipaggiamento.
Avere sempre l'attrezzatura necessaria per affrontare la montagna.
Portare l'Arva.
Prima di partire, occorre controllare lo stato delle batterie, che soffrono delle basse temperature, testare l'apparato in ricezione e trasmissione e, ovviamente, ricordarsi di accenderlo.
Sonde e pale.
Se l'Arva indica l'area in cui si trova la vittima, occorre però disporre di sonde per identificarla e di pale per disseppellirla. Senza questi due attrezzi l'Arva perde gran parte della sua efficacia. Provate a scavare nella neve con le mani.
Termometro.
Se la temperatura sale, evitate il fuori pista, perché il disgelo favorisce le valanghe.
Neve fresca.
Sempre meglio chiedersi quanta neve fresca è caduta. Dopo grosse nevicate, che hanno accumulato masse di neve non consolidata, è preferibile restare in pista.
Pendii.
Non tagliare mai pendii ripidi, perché, qui la neve è solo appoggiata. Quanto più sono ripidi, tanto più aumentano i rischi di distacco. Dovendo per forza tagliarne uno, meglio farlo in alto: avrete meno neve che potrebbe cadervi addosso. E occhio anche ai punti in cui muta la pendenza.
Cosa fare.
Nel caso si venga travoltibisogna cercare di liberarsi da sci e bastoncini e ripararsi le vie respiratorie, bocca e naso.
Sopravvivenza.
Il 92% delle persone sono ancora vive dopo 15 minuti passati sooto la neve, ma solo il 27% sopravvive se i minuti diventano 90.