Il mio umile parere è che non sia una questione di culture sportive né di organizzazione dei centri sportivi, ma di soldi.
Il nord Italia ruota intorno alla Lombardia, la regione più forte economicamente, che per una serie di motivi, logistici e di impresa, guarda molto più al TAA che alla VdA.
Il Piemonte dovrebbe investire su sé stesso e in VdA, ma non ha la stessa forza economica.
E' stato detto, anche da un piemontese, che i piemontesi pensano solo al calcio...ma "queste io non creto" (cit Razzi).
Capisco l'amarezza di uno sciatore che si vede circondato da calciatori i quali singolarmente costano quanto un mondiale di sci, ma io ho toccato con mano l'affetto e l'orgoglio che i piemontesi nutrono verso le loro montagne.
Anzi, per quanto le esperienze personali contino zero, posso anche testimoniare di un mio cugino nato sul mare e trasferitosi a Ivrea (era un talento dell'informatica), che fu trascinato dai colleghi sui monti e con gli anni divenne un fortissimo rocciatore. Andava a scalare con gli amici ogni week end. Purtroppo, per una tragica sfortuna, la sua passione gli costò la vita.
Dici giustamente che in Piemonte siamo molto legati alle nostre montagne, però bisogna anche pensare che sono montagne profondamente diverse da quelle della VdA e del TAA. Quando dico "diverse", intendo che l'interazione tra uomo e montagna qui in Piemonte funziona molto "alla vecchia maniera".
Le uniche realtà più "mondane e internazionali" mi viene da dire che siano la Via Lattea, Limone e Prato Nevoso. Tutto il resto vive di un turismo mordi e fuggi fatto di gente che abita nei paraggi e fa il giro della giornata, perciò mancano anche investimenti e infrastrutture. Questo porta a perdere molte possibilità da un lato ma permette anche di mantenere la montagna in uno stato più intatto e naturale.
Una delle vallate più apprezzate è, per esempio, la Valle Maira. Tanti tedeschi in estate e in inverno, ma è un turismo di qualità e non di quantità (come può essere in Trentino). Ebbene, in Valle Maira non c'è nemmeno 1 impianto di risalita...se vuoi sciare fai skialp.
Lo stesso discorso vale in tantissime altre vallate. Io sono in Valle Po dove qualcosa c'è per sciare (Crissolo e Pian Munè) ma sono letteralmente 4 piste in totale. Le potenzialità per espandere e creare comprensori ci sono, ma non ci sono i soldi e la volontà di farlo.
Questo discorso vale anche per il turismo estivo, e francamente sono contento così perchè trovarmi una cabinovia che mi porta la gente con i risvoltini a 2500-2600 metri sotto il Monviso mi darebbe solo fastidio. Allo stesso modo mi da fastidio vedere una strada come quella di Pian del Re presa d'assalto da centinaia di auto ogni weekend....un parcheggio a 2000 metri con 250 auto parcheggiate fa obiettivamente schifo. Fosse per me limiterei ulteriormente gli accessi, pensando appunto a costruire magari una seggiovia che ti porta su ma non troppo (fino a 2000, così se vuoi puoi fare la foto alla sorgente del Po...poi se vuoi salire ancora vai a piedi).
Tutto questo si rispecchia non solo sullo sci ma su tanti altri sport. Prendi il ciclismo: solo in provincia di Cuneo abbiamo salite che in confronto la Maratona delle Dolomiti è un giretto sul lungomare...eppure non vengono sfruttate perchè non c'è la forza da parte delle amministrazioni locali di competere contro Lombardia/Veneto/TAA.
Insomma è un discorso molto lungo e complesso in cui si intrecciano sport, mentalità locale, economia, società e natura....