belladitheboss
TRUE BECCO
in quest'anno di lockdown intermittenti ci accontenteremo di correre anche per campi, argini, fossi e zone paludose... o in qualunque altro posto ci sia consentito farlo...
personalmente nonostante abbia investito molto più tempo a correre sulle sterrate vicino casa non sono ancora riuscito a percorrerle tutte!
penso che per la prossima stagione mi darò ancora l'obiettivo della mezza (vediamo di scendere sotto 1:22 sempre correndo in solitaria) e se saranno concesse un po' di aperture vedrò ancora di misurarmi con i due percorsi di trail che avevo individuato in appennino (chiamarli FKT all'americana mi saprebbe molto di wannabe poichè la concorrenza non è certo molta)... ma aspetterò di vedere anche come andrà la rimozione della placca alla clavicola (per il momento casini sul lavoro a parte non va male, riesco a correre un buon volume e ho iniziato anche a fare qualcosa a buona intensità, seppur lontano dai tempi di questa primavera/estate)
venendo all'abbinamento con la birra ho deciso di abbinare il periodo particolarmente acido con una birra acida ma smorzata dai toni del frumento, e spesso ingentilita dall'aggiunta di frutta, cito dal sito DISSAPORE:
Questa specialità Berlinese nota già nel 1600 (che le truppe Napoleoniche definirono lo champagne del nord) è una Ale (sinonimo di alta fermentazione) di frumento, ma che, a differenza delle weizen, si esprime nel bicchiere all’incirca così:
ASPETTO: schiuma compatta e bianca. Liquido paglierino chiaro e abbastanza limpido nel bicchiere;
NASO: dominato da sentori fruttati, quella frutta acidula (un generico agrume e mela verde e non ci sbagliamo) che in qualche modo preannuncia il sorso. Potrebbe ricordarvi anche il cereale e l’impasto del pane in fermentazione;
IN BOCCA: spiccata acidità, frutto di fermentazioni lattiche spontanee (svolte dai batteri lattici naturalmente presenti sui chicchi dei cereali, che trasformano gli zuccheri in acido lattico anziché alcol), oggi riprodotta inoculando batteri lattici.
Tutto sostenuto dalla carbonazione spinta (frizzantezza, bolle, CO2, sempre lei), che assieme al poco alcol (2,8- 3,8 % vol.) e al corpo snello, rendono il sorso fresco e succoso. Amaro non pervenuto.
Alcune versioni godono della presenza di Brettanomiceti (nome in codice Brett, lieviti che caratterizzano le birre con specifici tratti olfattivi), vuoi per interpretare più fedelmente ciò che secondo alcune fonti completerebbe il profilo aromatico delle Berliner, vuoi per ingolosire i molti birrofili che apprezzano quel sottile ‘piacere’ da sniffata di calzino sudato e altri fantastici profumi tipici del metabolismo di questi lieviti.
Tradizione vorrebbe che, per mitigare la loro spiccata acidità, queste birre vengano servite aggiungendo sciroppi di asperula o lampone (che donano al contempo il caratteristico colore verde e rosso intenso).
tra l'altro visto che si parla di montagna e di trail running vi consiglio di provare quela del birrificio gardenese Monpiër de Gherdëina: la lab project berliner weisse alle more, sarà ideale quest'estate dopo un allenamento caldo e intenso per rinfrescarsi e reintegrare
buone corse a tutti!
personalmente nonostante abbia investito molto più tempo a correre sulle sterrate vicino casa non sono ancora riuscito a percorrerle tutte!
penso che per la prossima stagione mi darò ancora l'obiettivo della mezza (vediamo di scendere sotto 1:22 sempre correndo in solitaria) e se saranno concesse un po' di aperture vedrò ancora di misurarmi con i due percorsi di trail che avevo individuato in appennino (chiamarli FKT all'americana mi saprebbe molto di wannabe poichè la concorrenza non è certo molta)... ma aspetterò di vedere anche come andrà la rimozione della placca alla clavicola (per il momento casini sul lavoro a parte non va male, riesco a correre un buon volume e ho iniziato anche a fare qualcosa a buona intensità, seppur lontano dai tempi di questa primavera/estate)
venendo all'abbinamento con la birra ho deciso di abbinare il periodo particolarmente acido con una birra acida ma smorzata dai toni del frumento, e spesso ingentilita dall'aggiunta di frutta, cito dal sito DISSAPORE:
Questa specialità Berlinese nota già nel 1600 (che le truppe Napoleoniche definirono lo champagne del nord) è una Ale (sinonimo di alta fermentazione) di frumento, ma che, a differenza delle weizen, si esprime nel bicchiere all’incirca così:
ASPETTO: schiuma compatta e bianca. Liquido paglierino chiaro e abbastanza limpido nel bicchiere;
NASO: dominato da sentori fruttati, quella frutta acidula (un generico agrume e mela verde e non ci sbagliamo) che in qualche modo preannuncia il sorso. Potrebbe ricordarvi anche il cereale e l’impasto del pane in fermentazione;
IN BOCCA: spiccata acidità, frutto di fermentazioni lattiche spontanee (svolte dai batteri lattici naturalmente presenti sui chicchi dei cereali, che trasformano gli zuccheri in acido lattico anziché alcol), oggi riprodotta inoculando batteri lattici.
Tutto sostenuto dalla carbonazione spinta (frizzantezza, bolle, CO2, sempre lei), che assieme al poco alcol (2,8- 3,8 % vol.) e al corpo snello, rendono il sorso fresco e succoso. Amaro non pervenuto.
Alcune versioni godono della presenza di Brettanomiceti (nome in codice Brett, lieviti che caratterizzano le birre con specifici tratti olfattivi), vuoi per interpretare più fedelmente ciò che secondo alcune fonti completerebbe il profilo aromatico delle Berliner, vuoi per ingolosire i molti birrofili che apprezzano quel sottile ‘piacere’ da sniffata di calzino sudato e altri fantastici profumi tipici del metabolismo di questi lieviti.
Tradizione vorrebbe che, per mitigare la loro spiccata acidità, queste birre vengano servite aggiungendo sciroppi di asperula o lampone (che donano al contempo il caratteristico colore verde e rosso intenso).
tra l'altro visto che si parla di montagna e di trail running vi consiglio di provare quela del birrificio gardenese Monpiër de Gherdëina: la lab project berliner weisse alle more, sarà ideale quest'estate dopo un allenamento caldo e intenso per rinfrescarsi e reintegrare
buone corse a tutti!