subsahara
Coldest Ice
Risalendo la Val d’Astico un monumento eretto nel maggio del 1916, posto in corrispondenza del vecchio confine, segnala l’entrata nel territorio della Magnifica Comunità di Folgaria.
Il monumento ricorda la fugace visita - condita pure con un fulmineo sconfinamento di mezz’ora - dell'Arciduca Carlo, comandante delle truppe asburgiche dislocate sulla linea degli Altipiani.
Carlo era in quel momento, dopo il fatale assassinio dello zio a Sarajevo, il Thronfolger, il primo nella linea di successione al trono.
Qualche mese dopo sarebbe effettivamente diventato imperatore, l’ultimo imperatore.
La meta è Lavarone, altopiano delimitato dalla Valsugana a nord e dalla Val d’Astico a sud, e confinante con i più estesi altipiani di Folgaria e Asiago rispettivamente a occidente e oriente.
Ad essere più precisi la meta è Bertoldi, una delle frazioni costituenti il comune sparso di Lavarone, e porta d’accesso “cittadina” al comprensorio sciistico.
Poco prima di arrivare noto una “via Braunau am Inn” nella frazione di Gionghi-Cappella, che mi incuriosisce.
Non si può dedicare una via alla cittadina austriaca così, a “cuor leggero”; ci deve essere un preciso motivo, che scoprirò con calma la sera: le popolazioni degli altopiani, da una parte e dall’altra del confine, vennero in buona parte allontanate dopo lo scoppio del conflitto, e gli sfollati di Lavarone furono condotti proprio a Braunau.
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Ma incominciamo a parlare di sci: all’una meno dieci parcheggio a Bertoldi, a pochi passi dalla cassa e dalla stazione di valle della seggiovia Tablat.
Diamo un’occhiata alla cartina ufficiale, che io trovo poco chiara e anche un po’ fuorviante:
Questa invece è una vista aerofotogrammetrica della superficie interessata dagli impianti (sono indicati i quattro accessi: B = Bertoldi, ML = Malga Laghetto, MR = Malga Rivetta, PV = Passo Vezzena)
Il comprensorio è costituito da due metà ben distinte, separate a Malga Laghetto da 900 m di skiweg sostanzialmente piatti (due tappeti - uno per verso - fanno guadagnare qualche metro di quota e rendono il trasferimento tra le due metà non disagevole).
La metà occidentale, da Bertoldi a Malga Laghetto, consta essenzialmente di quattro piste: due piste che scendono dal monte Tablat a Bertoldi (n. 5 e n. 6 nella skimap) e due piste che scendono dal monte Ust a Malga Laghetto (n. 10 e n. 11 nella skimap). I monti Ust e Tablat, più o meno della stessa altezza, sono separati da una selletta poco pronunciata che sarà al massimo una cinquantina di metri più bassa (sottolineo massimo 50 m).
La metà orientale si sviluppa sui fianchi del monte Cucco e anche qua le piste sono quattro: due piste corrono in direzione Malga Laghetto (n. 16 e n. 19+17+14), una pista (n. 18) scende a Malga Rivetta e una pista (n. 22) raggiunge il Passo Vezzena.
La Skiarea Alpe Cimbra, secondo quanto riportato nel suo sito, vanta per lo sci alpino “oltre 100 km di piste”; ci sarebbero 73 km a Folgaria e ben 30 km (!) a Lavarone.
Incuriosito da questi dati sorprendenti ho fatto una verifica veloce (ma sufficientemente accurata per i futili scopi che mi ero prefisso) dalla quale mi risulta che i km totali della Skiarea Alpe Cimbra sono al massimo 65 (meglio 60), dei quali 50 km al massimo a Folgaria (a me risultano 46) e 15 km al massimo a Lavarone (a me risultano 13).
Insomma Folgaria gonfia i suoi km di un 50-60% e quindi la si può ritenere quasi “virtuosa” , mentre Lavarone invece :shock: applica una “maggiorazione” tra il 100% e il 130% :shock:
Così fan tutte - penseranno in molti - e non c'è motivo di scandalizzarsi; è più utile leggere i dati dichiarati dei dislivelli, ché su quelli non si può barare.
Be', scorrendo la lista delle piste di Folgaria ci si imbatte (ne prendo una a caso) nella azzurra 24c “Campo Scuola Coe”, che ha una lunghezza di 280 m e un dislivello di ben 210 m! Quindi una pendenza media di 48,6° o, se si preferisce, del 113%!
Si tratta ovviamente di un errore (uno zero in più nel dato del dislivello) che però, nonostante sia evidentissimo, continua a campeggiare nella lista ufficiale delle piste di Folgaria.
Ma parliamo di Lavarone… i dati di dislivello delle piste sono tutti clamorosamente sbagliati, per non parlare delle abnormi lunghezze dichiarate e della mancanza di coerenza con la skimap.
Nella schermata sottostante sono riportate delle rettifiche alle frescacce forse più eclatanti ma, ripeto, i dislivelli riportati sono tutti fasulli.
Cominciamo però a sciare, che forse è meglio. Saliamo quindi a Bertoldi sulla seggiovia Tablat
Mentre sotto di noi scorre la rossa n. 5 Tablat, il ragazzino con cui condivido la seggiola mi chiede di farci un selfie insieme. Stupito dalla richiesta, acconsento, e da quel momento in poi vengono letteralmente tempestato da una gragnola di domande per tutta la durata - non brevissima - della risalita. Il mio loquace compagno di viaggio è un irlandese sedicenne di Cork, in gita scolastica con la sua classe. Sono a Lavarone da tre giorni, e ci rimarranno fino all’indomani.
“Studenti irlandesi... sulla neve... a Lavarone...”, penso tra me e me sorpreso e anche un po’ ammirato...
Stazione di monte seggiovia Tablat
Stazione di monte seggiovia biposto Sonneck
Prendo più volte la seggiovia Tablat e scendo per le brevi piste che riportano a Bertoldi, poi continuo l’esplorazione del comprensorio imboccando la brevissima pista Sonneck (a destra nel bivio raffigurato), che corre parallela all’omonima seggiovia. Nell’inquadratura è finito dentro anche il cartello con i dati della pista Sonneck:
Arrivo così ai piedi della seggiovia quadriposto che sale al monte Ust e poi scende in linea retta a Malga Laghetto. Anche la seggiovia da Malga Laghetto a Passo Vezzena è fatta allo stesso modo, con un’intermedia in corrispondenza della massima quota raggiunta dall’impianto che serve da sbarco da ambo i sensi.
Sguardo all'indietro verso pista Sonneck e l’omonima seggiovia biposto
Verso il monte Ust
In direzione sud si vedono alcune piste del comprensorio Folgaria - Fiorentini (quella più a sinistra, in realtà , dovrebbe essere la Campomolon - Fratte)
In arrivo in cima al monte Ust
L’impianto prosegue scendendo verso Malga Laghetto
E allora scendo anch’io verso Malga Laghetto. Sguardo all’indietro…
…e sguardo in avanti. A destra la rossa “Ust”, a sinistra la blu “Le Cogole”
La Ust si rivela una pista di pregio, varia e divertente, con buone pendenze. La neve è durissima.
Risalgo su per ripetere la Ust e poi provare anche l’azzurra
Salendo si può apprezzare il tracciato che, attraversando Malga Laghetto, conduce alla metà orientale del comprensorio. In fondo la parte bassa della pista nera “Avez del Prinzep”
Muro pista Ust
E' tempo di lasciare i pendii del monte Ust (sullo sfondo) e andare dall’altra parte
Il tappeto mi fa guadagnare qualche metro
Ponticello sopra la strada di Malga Laghetto (nella skimap corrisponde “all’incrocio di piste blu”, che sono in realtà delle stradine piatte)
Sempre sul ponticello, guardando nell’altra direzione verso la metà del comprensorio appena sciata
Strutture di Malga Laghetto
Finalmente ai piedi della “seconda metà”, quella orientale
Sulla seggiovia che da Malga Laghetto sale al monte Cucco e poi scende a passo Vezzena. Visibile parte della nera Avez del Prinzep
Quasi in cima. Si vede anche l’arrivo dello ski-lift Rivetta da sinistra e sopra, in posizione molto panoramica, la Baita del Neff.
La Baita del Neff, posta nel punto più alto dell’intero comprensorio, si trova nel comune di Luserna, che è sostanzialmente l’unico centro degli Altipiani dove si è conservata la parlata cimbra.
Sì, si dice che anche a Mezzaselva di Roana c'è qualche anziano che parla cimbro, ma si conteranno sulle dita di una mano questi anziani...
Il cimbro ha le sue peculiarità, ma è comunque un dialetto di tipo austro-bavarese; probabilmente i primi “cimbri” si insediarono sugli Altipiani (per primo quello di Asiago) nel medioevo, provenienti dal Tirolo o dalla Baviera. E' però abbastanza diffusa una versione alternativa delle origini dei cimbri, affascinante ma non troppo convincente. Secondo questa versione i cimbri degli Altipiani sarebbero i discendenti di un piccolo gruppo di guerrieri rifugiatisi sull’altopiano di Asiago attorno al 100 a.C., unici superstiti delle tribù germaniche dei Cimbri e dei Teutoni, le quali vennero sterminate da Mario nelle famose battaglie di Aquae Sextiae e Vercelli.
Le dolomiti di Brenta fanno la loro porca figura.
Parte iniziale pista Rivetta (a destra) e imbocco pista azzurra n. 19 “Fratelle” (a sinistra)
Pista “Avez del Prinzep”, la più bella del comprensorio. Insieme all’azzurra con la quale condivide la partenza e l’arrivo a Malga Laghetto, è il tracciato con maggior dislivello dello Ski Center Lavarone. Ai 470 metri dichiarati però bisogna toglierne almeno cento
Sullo skilift Rivetta, dopo avere percorso la bella rossa omonima
Anche la concatenazione di azzurre Fratelle + Torion non è affatto male; si tratta di un tracciato largo e tortuoso che si sviluppa nel bosco e scende a Malga Laghetto.
Qui inquadrata la parte alta, parallela alla pista Rivetta
Breve deviazione a destra per Malga Rivetta
Parte bassa.
Ai tratti in ombra molto duri si alternano le parti al sole con neve primaverile.
Rimane da scoprire l’ultima pista di questa “metà orientale”, l’azzurra n. 22 “Vezzena". Parte alta
Parte bassa
Parte terminale della pista n. 22
Passo Vezzena con albergo
Prima di tornare indietro mi fermo una ventina di minuti nella terrazza della Baita del Neff, per bere una birra e gustarmi il panorama
Il monumento ricorda la fugace visita - condita pure con un fulmineo sconfinamento di mezz’ora - dell'Arciduca Carlo, comandante delle truppe asburgiche dislocate sulla linea degli Altipiani.
Carlo era in quel momento, dopo il fatale assassinio dello zio a Sarajevo, il Thronfolger, il primo nella linea di successione al trono.
Qualche mese dopo sarebbe effettivamente diventato imperatore, l’ultimo imperatore.
La meta è Lavarone, altopiano delimitato dalla Valsugana a nord e dalla Val d’Astico a sud, e confinante con i più estesi altipiani di Folgaria e Asiago rispettivamente a occidente e oriente.
Ad essere più precisi la meta è Bertoldi, una delle frazioni costituenti il comune sparso di Lavarone, e porta d’accesso “cittadina” al comprensorio sciistico.
Poco prima di arrivare noto una “via Braunau am Inn” nella frazione di Gionghi-Cappella, che mi incuriosisce.
Non si può dedicare una via alla cittadina austriaca così, a “cuor leggero”; ci deve essere un preciso motivo, che scoprirò con calma la sera: le popolazioni degli altopiani, da una parte e dall’altra del confine, vennero in buona parte allontanate dopo lo scoppio del conflitto, e gli sfollati di Lavarone furono condotti proprio a Braunau.
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Ma incominciamo a parlare di sci: all’una meno dieci parcheggio a Bertoldi, a pochi passi dalla cassa e dalla stazione di valle della seggiovia Tablat.
Diamo un’occhiata alla cartina ufficiale, che io trovo poco chiara e anche un po’ fuorviante:
Questa invece è una vista aerofotogrammetrica della superficie interessata dagli impianti (sono indicati i quattro accessi: B = Bertoldi, ML = Malga Laghetto, MR = Malga Rivetta, PV = Passo Vezzena)
Il comprensorio è costituito da due metà ben distinte, separate a Malga Laghetto da 900 m di skiweg sostanzialmente piatti (due tappeti - uno per verso - fanno guadagnare qualche metro di quota e rendono il trasferimento tra le due metà non disagevole).
La metà occidentale, da Bertoldi a Malga Laghetto, consta essenzialmente di quattro piste: due piste che scendono dal monte Tablat a Bertoldi (n. 5 e n. 6 nella skimap) e due piste che scendono dal monte Ust a Malga Laghetto (n. 10 e n. 11 nella skimap). I monti Ust e Tablat, più o meno della stessa altezza, sono separati da una selletta poco pronunciata che sarà al massimo una cinquantina di metri più bassa (sottolineo massimo 50 m).
La metà orientale si sviluppa sui fianchi del monte Cucco e anche qua le piste sono quattro: due piste corrono in direzione Malga Laghetto (n. 16 e n. 19+17+14), una pista (n. 18) scende a Malga Rivetta e una pista (n. 22) raggiunge il Passo Vezzena.
La Skiarea Alpe Cimbra, secondo quanto riportato nel suo sito, vanta per lo sci alpino “oltre 100 km di piste”; ci sarebbero 73 km a Folgaria e ben 30 km (!) a Lavarone.
Incuriosito da questi dati sorprendenti ho fatto una verifica veloce (ma sufficientemente accurata per i futili scopi che mi ero prefisso) dalla quale mi risulta che i km totali della Skiarea Alpe Cimbra sono al massimo 65 (meglio 60), dei quali 50 km al massimo a Folgaria (a me risultano 46) e 15 km al massimo a Lavarone (a me risultano 13).
Insomma Folgaria gonfia i suoi km di un 50-60% e quindi la si può ritenere quasi “virtuosa” , mentre Lavarone invece :shock: applica una “maggiorazione” tra il 100% e il 130% :shock:
Così fan tutte - penseranno in molti - e non c'è motivo di scandalizzarsi; è più utile leggere i dati dichiarati dei dislivelli, ché su quelli non si può barare.
Be', scorrendo la lista delle piste di Folgaria ci si imbatte (ne prendo una a caso) nella azzurra 24c “Campo Scuola Coe”, che ha una lunghezza di 280 m e un dislivello di ben 210 m! Quindi una pendenza media di 48,6° o, se si preferisce, del 113%!
Si tratta ovviamente di un errore (uno zero in più nel dato del dislivello) che però, nonostante sia evidentissimo, continua a campeggiare nella lista ufficiale delle piste di Folgaria.
Ma parliamo di Lavarone… i dati di dislivello delle piste sono tutti clamorosamente sbagliati, per non parlare delle abnormi lunghezze dichiarate e della mancanza di coerenza con la skimap.
Nella schermata sottostante sono riportate delle rettifiche alle frescacce forse più eclatanti ma, ripeto, i dislivelli riportati sono tutti fasulli.
Cominciamo però a sciare, che forse è meglio. Saliamo quindi a Bertoldi sulla seggiovia Tablat
Mentre sotto di noi scorre la rossa n. 5 Tablat, il ragazzino con cui condivido la seggiola mi chiede di farci un selfie insieme. Stupito dalla richiesta, acconsento, e da quel momento in poi vengono letteralmente tempestato da una gragnola di domande per tutta la durata - non brevissima - della risalita. Il mio loquace compagno di viaggio è un irlandese sedicenne di Cork, in gita scolastica con la sua classe. Sono a Lavarone da tre giorni, e ci rimarranno fino all’indomani.
“Studenti irlandesi... sulla neve... a Lavarone...”, penso tra me e me sorpreso e anche un po’ ammirato...
Stazione di monte seggiovia Tablat
Stazione di monte seggiovia biposto Sonneck
Prendo più volte la seggiovia Tablat e scendo per le brevi piste che riportano a Bertoldi, poi continuo l’esplorazione del comprensorio imboccando la brevissima pista Sonneck (a destra nel bivio raffigurato), che corre parallela all’omonima seggiovia. Nell’inquadratura è finito dentro anche il cartello con i dati della pista Sonneck:
- lunghezza 450 m
- dislivello 49 m
Arrivo così ai piedi della seggiovia quadriposto che sale al monte Ust e poi scende in linea retta a Malga Laghetto. Anche la seggiovia da Malga Laghetto a Passo Vezzena è fatta allo stesso modo, con un’intermedia in corrispondenza della massima quota raggiunta dall’impianto che serve da sbarco da ambo i sensi.
Sguardo all'indietro verso pista Sonneck e l’omonima seggiovia biposto
Verso il monte Ust
In direzione sud si vedono alcune piste del comprensorio Folgaria - Fiorentini (quella più a sinistra, in realtà , dovrebbe essere la Campomolon - Fratte)
In arrivo in cima al monte Ust
L’impianto prosegue scendendo verso Malga Laghetto
E allora scendo anch’io verso Malga Laghetto. Sguardo all’indietro…
…e sguardo in avanti. A destra la rossa “Ust”, a sinistra la blu “Le Cogole”
La Ust si rivela una pista di pregio, varia e divertente, con buone pendenze. La neve è durissima.
Risalgo su per ripetere la Ust e poi provare anche l’azzurra
Salendo si può apprezzare il tracciato che, attraversando Malga Laghetto, conduce alla metà orientale del comprensorio. In fondo la parte bassa della pista nera “Avez del Prinzep”
Muro pista Ust
E' tempo di lasciare i pendii del monte Ust (sullo sfondo) e andare dall’altra parte
Il tappeto mi fa guadagnare qualche metro
Ponticello sopra la strada di Malga Laghetto (nella skimap corrisponde “all’incrocio di piste blu”, che sono in realtà delle stradine piatte)
Sempre sul ponticello, guardando nell’altra direzione verso la metà del comprensorio appena sciata
Strutture di Malga Laghetto
Finalmente ai piedi della “seconda metà”, quella orientale
Sulla seggiovia che da Malga Laghetto sale al monte Cucco e poi scende a passo Vezzena. Visibile parte della nera Avez del Prinzep
Quasi in cima. Si vede anche l’arrivo dello ski-lift Rivetta da sinistra e sopra, in posizione molto panoramica, la Baita del Neff.
La Baita del Neff, posta nel punto più alto dell’intero comprensorio, si trova nel comune di Luserna, che è sostanzialmente l’unico centro degli Altipiani dove si è conservata la parlata cimbra.
Sì, si dice che anche a Mezzaselva di Roana c'è qualche anziano che parla cimbro, ma si conteranno sulle dita di una mano questi anziani...
Il cimbro ha le sue peculiarità, ma è comunque un dialetto di tipo austro-bavarese; probabilmente i primi “cimbri” si insediarono sugli Altipiani (per primo quello di Asiago) nel medioevo, provenienti dal Tirolo o dalla Baviera. E' però abbastanza diffusa una versione alternativa delle origini dei cimbri, affascinante ma non troppo convincente. Secondo questa versione i cimbri degli Altipiani sarebbero i discendenti di un piccolo gruppo di guerrieri rifugiatisi sull’altopiano di Asiago attorno al 100 a.C., unici superstiti delle tribù germaniche dei Cimbri e dei Teutoni, le quali vennero sterminate da Mario nelle famose battaglie di Aquae Sextiae e Vercelli.
Le dolomiti di Brenta fanno la loro porca figura.
Parte iniziale pista Rivetta (a destra) e imbocco pista azzurra n. 19 “Fratelle” (a sinistra)
Pista “Avez del Prinzep”, la più bella del comprensorio. Insieme all’azzurra con la quale condivide la partenza e l’arrivo a Malga Laghetto, è il tracciato con maggior dislivello dello Ski Center Lavarone. Ai 470 metri dichiarati però bisogna toglierne almeno cento
Sullo skilift Rivetta, dopo avere percorso la bella rossa omonima
Anche la concatenazione di azzurre Fratelle + Torion non è affatto male; si tratta di un tracciato largo e tortuoso che si sviluppa nel bosco e scende a Malga Laghetto.
Qui inquadrata la parte alta, parallela alla pista Rivetta
Breve deviazione a destra per Malga Rivetta
Parte bassa.
Ai tratti in ombra molto duri si alternano le parti al sole con neve primaverile.
Rimane da scoprire l’ultima pista di questa “metà orientale”, l’azzurra n. 22 “Vezzena". Parte alta
Parte bassa
Parte terminale della pista n. 22
Passo Vezzena con albergo
Prima di tornare indietro mi fermo una ventina di minuti nella terrazza della Baita del Neff, per bere una birra e gustarmi il panorama