subsahara
Coldest Ice
Tendenzialmente, al tornare in posti già conosciuti, preferisco sempre la scoperta del nuovo.
La settimana scorsa mi sono sorpreso a riflettere sul fatto che l’ultima sciata in Marmolada me la feci nel marzo del 2006, quindi più di tredici anni fa!
Il ricordo della Bellunese è talmente sbiadito che ritengo opportuno rinnovellare l’esperienza, a buon diritto da considerarsi “nuova”.
E allora, sabato 14 dicembre a mezzogiorno in punto, dopo avere lasciato l’autovettura nel parcheggio dell’albergo a Malga Ciapela, prendiamo la seggiovia Padon II che ci porterà sulla cresta del Padon.
Il piano è di sciare prima a Porta Vescovo e poi chiudere salendo sulla Marmolada e percorrendo la Bellunese. La scelta è un po’ obbligata perché quel giorno le due seggiovie Padon chiudono alle 15:00: se non si va subito verso Porta Vescovo quelle bellissime piste che scendono ad Arabba non si possono certo far tutte per mancanza di tempo.
Sul Padon a 2370 m. Guardiamo all’indietro e salutiamo con reverenza il Civetta.
Lato Arabba, ci accolgono le tre Tofane, e poi verso sinistra Fanes, Conturines, Sass dla Crusc.
Sulla placida Sass de la Vegla, con il Sella e il Sassongher.
Discesa ad Arabba con l’Ornella e le sue Varianti.
Questo fine settimana la cabinovia Europa (ambedue i tronchi) è chiusa; per salire in cima a Porta Vescovo prenderemo quindi per quattro volte lo scomodo funifor.
Muro iniziale Porta Vescovo.
Parte alta dell’Ornella fotografata da Pescoi.
Fa freddo, e le piste sono spazzate da raffiche a tratti anche violente.
La fantastica Sourasass, a mio modesto parere la più bella pista di Arabba e tra le più belle dell’intero Sellaronda e zone limitrofe.
In attesa del funifor, ad Arabba. Inquadrati anche l’arrivo della Sourasass e la cabinovia Portados.
Ora è la volta della Fodoma, aperta solo nella parte alta.
Alle tre e qualcosa siamo di nuovo in cima al Padon, pronti per affrontare la lunga discesa verso la funivia.
Il versante nord della Marmolada, a dire il vero in quel momento non particolarmente invitante, viste le basse temperature e il vento violento.
Più o meno in prossimità del passo Fedaia la mia signora viene letteralmente scaraventata a terra da una folata.
Torniamo giù a Malga Ciapela e lei, saggiamente, decide di andare subito in albergo mentre io mi avvio a prendere la funivia.
L’operatore mi dice che la corsa delle 15:30 sarebbe saltata, e che quindi io e le altre dieci persone in attesa avremmo dovuto prendere l’ultima delle 15:40 limitata a Serauta.
Tutto questo perché il terzo tronco era stato chiuso per il forte vento.
Saliamo… l’approdo alla stazione di monte del secondo tronco si rivela un po’ difficoltoso per il vento: nonostante gli inviti che si chiudono gradualmente la cabina viene sballottata a destra e sinistra.
Scendiamo alle quattro precise e ci dirigiamo verso il tunnel.
All’uscita del tunnel.
Sassolungo, Sella e compagnia bella sono magnifici, ma siamo ben sotto i -10°C, e in più c’è un vento devastante.
“Ahò, ve volete sbrigà? Stamo a chiude le piste!”
Io e gli altri veniamo immediatamente richiamati all’ordine dagli operatori incaricati di fare le “scope” (così si chiamano in ambito podistico), che ci esortano a cominciare la discesa e ci seguono dappresso.
Pungolato dalle “scope”, dal vento e dal freddo, scendo giù velocemente e mi fiondo in albergo.
——————————
E’ ovvio che la giornata di domenica, che si preannuncia per fortuna bellissima e senza vento, deve cominciare con la salita in cima alla Marmolada.
Ce la prendiamo comoda: prendiamo la funivia delle 9:30 e una ventina di minuti dopo, dopo avere salito le scale, ci troviamo sul terrazzo panoramico a quota 3265 m.
La foto di punta Penia e (di parte) della celebre parete Sud purtroppo non rende molto l’idea…
Pelmo, Antelao, Sorapiss, Cristallo, Tofane… da destra a sinistra si offrono alla vista le più alte e celebri cime dolomitiche.
Interamente inquadrato anche il terzo tronco della funivia e la bellissima parte iniziale della Bellunese.
Si vede chiaramente l’uscita dal tunnel di Serauta percorso il giorno prima.
Parte alta Bellunese. Neve magnifica, impagabili panorami.
Verso il lago Fedaia e l’omonimo passo.
Scendiamo fino alla partenza della Padon II e saliamo in seggiovia.
Al passo Padon, con la maestosa Marmolada perennemente in ombra. Sono le 10:30.
Che si fa?
Parte una veloce consultazione e si decide per un bel Sellaronda Antiorario. Ci dirigiamo senza deviazioni al rifugio Dantercepies sopra passo Gardena al quale arriviamo a mezzogiorno in punto.
Ornella
Verso Arabba
Dopo aver sciato l’ultimo muro della Sourasass, prendiamo “la mosca di Arabba”
Arabba Fly
Burz. Avrei volentieri fatto l’omonima nera, ma oramai si era deciso di andare subito in val Gardena.
Quindi subito seggiovia Le Pale
Arrivo alla spianata del Bec de Roces
Il Pelmo ci guarda
Discesa al passo Campolongo. Conturines e Sass dla Crusc ci accolgono in Obergadertal.
Salita con la Costoratta
Guardando indietro si ammirano le due Cherz che portano in cima all’omonimo panettone.
Peccato per la Vallon… vabbè, non si può far tutto…
Ancora sulla Costoratta. Tofana di Rozes tutta imbiancata.
Ohh, è arrivato il momento di percorrere l’unica pista badiotta della giornata, la Boè.
Arrivati a Corvara, non resta che cominciare a salire.
Bene! E’ mezzogiorno e siamo entrati in Val Gardena.
Ci fermiamo una mezz’oretta a mangiare. Poi, mentre la signora prende un po’ di sole, io mi faccio una bella Dantercepies in solitaria
Risalita con cabinovia Dantecepies
Alle 12:45 ci rimettiamo in moto, scendendo per una Cir in gran spolvero.
Attraversiamo Selva e saliamo sul Ciampinoi
Ecco il Sasslong.
Sguardo in direzione del passo Sella, e inizio della discesa verso Plan de Gralba.
Dobbiamo andare là, ma prima una discesa per la Sasslong ci sta tutta.
Sasslong nera o rossa? Prendiamo la nera, che si rivelerà discretamente devastata. Con il senno di poi sarebbe stato meglio la rossa.
Fervono i preparativi per la Coppa del Mondo.
Un caffettino al parterre e poi subito a prendere la cabinovia Sasslong.
E a ruota la seggiovia che ci riporta in cima al Ciampinoi.
Sono le 13:50 ed è tempo di imboccare la rossa 5 per Plan de Gralba. Il muretto iniziale è discretamente rovinato.
Ma la pista è bella…
Plan de Gralba
Cabinovia Piz Seteur
E si finisce proprio ai piedi del Sassolungo.
Piz Sella, Ciampinoi, e dietro le Odle.
C’è poco da fare: il Sellaronda paesaggisticamente è su livelli stratosferici.
Seggiovia Città dei Sassi
L’omonimo ameno stradello, che porta verso passo Sella.
Il passaggio sul versante fassano segna la ricomparsa sulla scena della maestosa Marmolada.
Lunga piacevolissima discesa verso il Lupo Bianco. Spicca in alto a sinistra il Sass Becè.
Terminata la discesa, è tempo di salire al Belvedere.
Il nome è meritato. Ci accomiatiamo dal Sassolungo e abbandoniamo il bacino dell’Adige.
Eccola la linea di displuvio, che corre fino al Sass Becè e poi dietro, giù al Pordoi e poi su per il Sella. A destra Piave, a sinistra Adige.
Marmolada
Più che il cartello verde poterono le Tofane sullo sfondo: bisognava andare per forza in quella direzione
Bella discesa dal Belvedere fino al Pont de Vauz.
Scendendo, si apprezzano sulla sinistra la seggiovia Lezuo e la cabinovia Fodom.
A proposito, si dice Fodòm e Fodòma.
Porre l’accento sulla sillaba giusta mi sembra importante; ogni volta che sento qualcuno pronunciare pèrformans o sàspens vengono colto da istinti omicidi
Ma lasciamo perdere gli accenti e continuiamo la discesa, guidati dalle Tofane...
...fino al Pont de Vauz, 1851 m, dove prendiamo la seggiovia Alpenrose.
Sbarchiamo dalla Alpenrose, alle 15:25.
Sourasass a sinistra e Fodòma a destra ci danno il benvenuto a Porta Vescovo
Il Sellaronda è praticamente finito; Arabba è giù a pochi minuti.
Noi però dobbiamo prendere la seggiovia Carpazza. A destra il muro della Fodòma.
Quasi arrivati
Sotto il muro di Porta Vescovo
Si segue un tratto di Ornella per andare a prendere il penultimo impianto, la seggiovia Sass de la Vegla
Una foto che inquadra l’intera Val Badia, tra le due colonne del Sassongher a sinistra e del Sasso della Croce a destra.
Sullo sfondo la cresta di confine con le Alpi Aurine.
E’ perfettamente riconoscibile anche il Plan de Corones, sopratutto la Furcia rossa.
E’ tutto in ombra, ma il Pelmo davanti a noi brucia.
Ultimo impianto di giornata, la vetusta biposto Padon I che chiude alle 16:00. Arriviamo con dieci minuti di margine alle 15:50.
Di nuovo in cima al Padon. Enrosadira dal Sass dla Crusc alle Tofane.
Dall’altra parte possiamo di nuovo guardare in faccia la Marmolada.
Noi però, come certamente questo affaticato tavolaro, dobbiamo scendere in basso verso Malga Ciapela, accompagnati in alto a sinistra dalla montagna più bella delle Dolomiti.
Il bombardino della staffa a Baita Sole, e poi in macchina.
La settimana scorsa mi sono sorpreso a riflettere sul fatto che l’ultima sciata in Marmolada me la feci nel marzo del 2006, quindi più di tredici anni fa!
Il ricordo della Bellunese è talmente sbiadito che ritengo opportuno rinnovellare l’esperienza, a buon diritto da considerarsi “nuova”.
E allora, sabato 14 dicembre a mezzogiorno in punto, dopo avere lasciato l’autovettura nel parcheggio dell’albergo a Malga Ciapela, prendiamo la seggiovia Padon II che ci porterà sulla cresta del Padon.
Il piano è di sciare prima a Porta Vescovo e poi chiudere salendo sulla Marmolada e percorrendo la Bellunese. La scelta è un po’ obbligata perché quel giorno le due seggiovie Padon chiudono alle 15:00: se non si va subito verso Porta Vescovo quelle bellissime piste che scendono ad Arabba non si possono certo far tutte per mancanza di tempo.

Sul Padon a 2370 m. Guardiamo all’indietro e salutiamo con reverenza il Civetta.

Lato Arabba, ci accolgono le tre Tofane, e poi verso sinistra Fanes, Conturines, Sass dla Crusc.

Sulla placida Sass de la Vegla, con il Sella e il Sassongher.

Discesa ad Arabba con l’Ornella e le sue Varianti.

Questo fine settimana la cabinovia Europa (ambedue i tronchi) è chiusa; per salire in cima a Porta Vescovo prenderemo quindi per quattro volte lo scomodo funifor.
Muro iniziale Porta Vescovo.

Parte alta dell’Ornella fotografata da Pescoi.
Fa freddo, e le piste sono spazzate da raffiche a tratti anche violente.

La fantastica Sourasass, a mio modesto parere la più bella pista di Arabba e tra le più belle dell’intero Sellaronda e zone limitrofe.

In attesa del funifor, ad Arabba. Inquadrati anche l’arrivo della Sourasass e la cabinovia Portados.

Ora è la volta della Fodoma, aperta solo nella parte alta.


Alle tre e qualcosa siamo di nuovo in cima al Padon, pronti per affrontare la lunga discesa verso la funivia.

Il versante nord della Marmolada, a dire il vero in quel momento non particolarmente invitante, viste le basse temperature e il vento violento.
Più o meno in prossimità del passo Fedaia la mia signora viene letteralmente scaraventata a terra da una folata.
Torniamo giù a Malga Ciapela e lei, saggiamente, decide di andare subito in albergo mentre io mi avvio a prendere la funivia.
L’operatore mi dice che la corsa delle 15:30 sarebbe saltata, e che quindi io e le altre dieci persone in attesa avremmo dovuto prendere l’ultima delle 15:40 limitata a Serauta.
Tutto questo perché il terzo tronco era stato chiuso per il forte vento.

Saliamo… l’approdo alla stazione di monte del secondo tronco si rivela un po’ difficoltoso per il vento: nonostante gli inviti che si chiudono gradualmente la cabina viene sballottata a destra e sinistra.
Scendiamo alle quattro precise e ci dirigiamo verso il tunnel.

All’uscita del tunnel.
Sassolungo, Sella e compagnia bella sono magnifici, ma siamo ben sotto i -10°C, e in più c’è un vento devastante.



“Ahò, ve volete sbrigà? Stamo a chiude le piste!”
Io e gli altri veniamo immediatamente richiamati all’ordine dagli operatori incaricati di fare le “scope” (così si chiamano in ambito podistico), che ci esortano a cominciare la discesa e ci seguono dappresso.
Pungolato dalle “scope”, dal vento e dal freddo, scendo giù velocemente e mi fiondo in albergo.
——————————
E’ ovvio che la giornata di domenica, che si preannuncia per fortuna bellissima e senza vento, deve cominciare con la salita in cima alla Marmolada.
Ce la prendiamo comoda: prendiamo la funivia delle 9:30 e una ventina di minuti dopo, dopo avere salito le scale, ci troviamo sul terrazzo panoramico a quota 3265 m.
La foto di punta Penia e (di parte) della celebre parete Sud purtroppo non rende molto l’idea…

Pelmo, Antelao, Sorapiss, Cristallo, Tofane… da destra a sinistra si offrono alla vista le più alte e celebri cime dolomitiche.
Interamente inquadrato anche il terzo tronco della funivia e la bellissima parte iniziale della Bellunese.

Si vede chiaramente l’uscita dal tunnel di Serauta percorso il giorno prima.



Parte alta Bellunese. Neve magnifica, impagabili panorami.


Verso il lago Fedaia e l’omonimo passo.



Scendiamo fino alla partenza della Padon II e saliamo in seggiovia.


Al passo Padon, con la maestosa Marmolada perennemente in ombra. Sono le 10:30.
Che si fa?
Parte una veloce consultazione e si decide per un bel Sellaronda Antiorario. Ci dirigiamo senza deviazioni al rifugio Dantercepies sopra passo Gardena al quale arriviamo a mezzogiorno in punto.

Ornella

Verso Arabba

Dopo aver sciato l’ultimo muro della Sourasass, prendiamo “la mosca di Arabba”


Arabba Fly

Burz. Avrei volentieri fatto l’omonima nera, ma oramai si era deciso di andare subito in val Gardena.

Quindi subito seggiovia Le Pale

Arrivo alla spianata del Bec de Roces

Il Pelmo ci guarda

Discesa al passo Campolongo. Conturines e Sass dla Crusc ci accolgono in Obergadertal.

Salita con la Costoratta

Guardando indietro si ammirano le due Cherz che portano in cima all’omonimo panettone.

Peccato per la Vallon… vabbè, non si può far tutto…

Ancora sulla Costoratta. Tofana di Rozes tutta imbiancata.

Ohh, è arrivato il momento di percorrere l’unica pista badiotta della giornata, la Boè.

Arrivati a Corvara, non resta che cominciare a salire.








Bene! E’ mezzogiorno e siamo entrati in Val Gardena.

Ci fermiamo una mezz’oretta a mangiare. Poi, mentre la signora prende un po’ di sole, io mi faccio una bella Dantercepies in solitaria



Risalita con cabinovia Dantecepies

Alle 12:45 ci rimettiamo in moto, scendendo per una Cir in gran spolvero.



Attraversiamo Selva e saliamo sul Ciampinoi

Ecco il Sasslong.

Sguardo in direzione del passo Sella, e inizio della discesa verso Plan de Gralba.
Dobbiamo andare là, ma prima una discesa per la Sasslong ci sta tutta.

Sasslong nera o rossa? Prendiamo la nera, che si rivelerà discretamente devastata. Con il senno di poi sarebbe stato meglio la rossa.

Fervono i preparativi per la Coppa del Mondo.



Un caffettino al parterre e poi subito a prendere la cabinovia Sasslong.

E a ruota la seggiovia che ci riporta in cima al Ciampinoi.

Sono le 13:50 ed è tempo di imboccare la rossa 5 per Plan de Gralba. Il muretto iniziale è discretamente rovinato.

Ma la pista è bella…

Plan de Gralba

Cabinovia Piz Seteur

E si finisce proprio ai piedi del Sassolungo.


Piz Sella, Ciampinoi, e dietro le Odle.
C’è poco da fare: il Sellaronda paesaggisticamente è su livelli stratosferici.

Seggiovia Città dei Sassi

L’omonimo ameno stradello, che porta verso passo Sella.


Il passaggio sul versante fassano segna la ricomparsa sulla scena della maestosa Marmolada.

Lunga piacevolissima discesa verso il Lupo Bianco. Spicca in alto a sinistra il Sass Becè.

Terminata la discesa, è tempo di salire al Belvedere.

Il nome è meritato. Ci accomiatiamo dal Sassolungo e abbandoniamo il bacino dell’Adige.

Eccola la linea di displuvio, che corre fino al Sass Becè e poi dietro, giù al Pordoi e poi su per il Sella. A destra Piave, a sinistra Adige.

Marmolada

Più che il cartello verde poterono le Tofane sullo sfondo: bisognava andare per forza in quella direzione

Bella discesa dal Belvedere fino al Pont de Vauz.

Scendendo, si apprezzano sulla sinistra la seggiovia Lezuo e la cabinovia Fodom.
A proposito, si dice Fodòm e Fodòma.
Porre l’accento sulla sillaba giusta mi sembra importante; ogni volta che sento qualcuno pronunciare pèrformans o sàspens vengono colto da istinti omicidi

Ma lasciamo perdere gli accenti e continuiamo la discesa, guidati dalle Tofane...

...fino al Pont de Vauz, 1851 m, dove prendiamo la seggiovia Alpenrose.


Sbarchiamo dalla Alpenrose, alle 15:25.
Sourasass a sinistra e Fodòma a destra ci danno il benvenuto a Porta Vescovo
Il Sellaronda è praticamente finito; Arabba è giù a pochi minuti.

Noi però dobbiamo prendere la seggiovia Carpazza. A destra il muro della Fodòma.

Quasi arrivati

Sotto il muro di Porta Vescovo

Si segue un tratto di Ornella per andare a prendere il penultimo impianto, la seggiovia Sass de la Vegla

Una foto che inquadra l’intera Val Badia, tra le due colonne del Sassongher a sinistra e del Sasso della Croce a destra.
Sullo sfondo la cresta di confine con le Alpi Aurine.
E’ perfettamente riconoscibile anche il Plan de Corones, sopratutto la Furcia rossa.

E’ tutto in ombra, ma il Pelmo davanti a noi brucia.

Ultimo impianto di giornata, la vetusta biposto Padon I che chiude alle 16:00. Arriviamo con dieci minuti di margine alle 15:50.

Di nuovo in cima al Padon. Enrosadira dal Sass dla Crusc alle Tofane.

Dall’altra parte possiamo di nuovo guardare in faccia la Marmolada.

Noi però, come certamente questo affaticato tavolaro, dobbiamo scendere in basso verso Malga Ciapela, accompagnati in alto a sinistra dalla montagna più bella delle Dolomiti.

Il bombardino della staffa a Baita Sole, e poi in macchina.