Edo
???
Buonasera nuovamente.
La terza puntata del réportage dall'est Europa è dedicata a quello che, secondo parecchie fonti, è il comprensorio sciistico più grande dell'Europa appunto orientale.
Essendo stata, la veridicità di questi valori dichiarati dalle varie società, messa più volte in discussione, manca purtroppo la possibilità di poter fare queste affermazioni con sicurezza. Sicuramente questa località non è quella dal maggior dislivello sciistico di questa parte del mondo, in quanto esso è limitato a soli 472 metri come valore massimo, mentre nelle due località recensite in precedenza tale valore è più che doppio. I chilometri di piste dichiarati variano, a seconda delle fonti, da cinquanta a sessantotto, il che potrebbe essere verosimile stante il fatto che sì, il dislivello e la lunghezza di esse sono mediamente limitati ma il loro numero è piuttosto elevato, date le diverse varianti della stessa pista che scendono da ogni montagna sulla quale sono stati costruiti gli impianti di risalita.
Questa località sciistica ha una storia piuttosto recente, essendo stata costruita a partire dai primi anni duemila. Wikipedia mi viene in aiuto informandoci che:
In ogni caso, la maggior parte delle piste è coperta dall'innevamento artificiale ed è servita da sedici impianti di risalita e la maggior parte di essi sono seggiovie quadriposto. Si scia fino ad aprile inoltrato ma il giorno della mia visita è stato probabilmente uno degli ultimi di piena funzionalità del resort, sicché quando ho ricontrollato dopo qualche giorno l'operatività degli impianti di risalita, la maggior parte di essi erano indicati come chiusi.
Un'altra interessante località sciistica chiamata Dragobrat, che rappresenta un po' la copia speculare di questa, il Mister Hide della situazione si trova qualche decina di chilometri a sud di questa ed a quote più elevate. Purtroppo gli impianti di questa località - fatto che comunque è difficile reperire informazioni sul web riguardo alla loro operatività - dalle webcam e dalla pagina Facebook parevano chiusi. Ma il fatto di sapere, sempre che abbia ben capito dalle informazioni che sono riuscito a reperire online, che tale località, meta in passato di villeggiatura della nomenklatura sovietica, è raggiungibile solo con una strada sterrata in condizioni estreme, ragion per cui è obbligatorio farsi portare con vecchi camion dell'epoca sovietica a meno di non disporre di un fuoristrada, sono presenti solamente impianti vecchi che non hanno uno skipass comune, ragion per la quale bisogna acquistare una corsa singola ad ogni risalita e, ciliegina sulla torta, le piste non vengono battute con frequenza; mi ha senza dubbio incuriosito ed una visita a tale strampalata località sarebbe una cosa che avrei piuttosto gradito. Peccato invece di non poter completare la fotocronaca in questo modo, mostrando anche il lato vintage di queste montagne: sarà per una prossima (improbabile) volta.
Ma ora passiamo alle fotografie che sono più esplicative.
Innanzitutto è interessante sapere che, a dispetto del rapido sviluppo della località, Bukovel non è la località sciistica più comodamente raggiungibile del mondo. Dista circa cento chilometri dalla cittadina, capoluogo della provincia all'interno della quale è compresa, di Ivano-Frankivsk ma questo centro abitato dispone di un aeroporto dal quale decollano solamente pochissimi aeromobili e solo per la capitale. L'aeroporto di riferimento è allora quello di Lviv, in italiano Leopoli, distante circa 240 chilometri ed al quale dovrebbero far riferimento gli stranieri succitati. Tuttavia, detto ciò, c'è ancora un piccolo particolare del quale sarebbe meglio tenere conto per produrre un calcolo accurato; cioè il fatto che l'Ucraina dispone di una delle peggiori reti stradali al mondo, laddove di strade come noi le intendiamo si possa perlomeno concettualmente parlare. Ora, anche se, Google Maps alla mano, non sarebbero necessarie che quattro ore di strada per spostarsi tra questi due luoghi, motivazione dettata questa dal fatto che, da non molti anni, la strada che collega Leopoli al capoluogo di provincia e quest'ultimo alla località sciistica, è stata completamente rifatta; il fatto che non esistano tangenziali cittadine, che attraversamenti di centri abitati siano ancora in cattivo stato e, motivo da non tralasciare ma da mettere al vertice della situazione, la circolazione stradale in inverno da queste parti può essere estremamente disagevole..... dicevo, per questi ed altri motivi, è possibile che parte degli stranieri che frequentano maggiormente il resort si rechino in automobile, nonostante il pessimo stato delle strade come ho scritto, dai paesi confinanti, piuttosto che con altri mezzi, ma debbano mettere in conto un viaggio che potrebbe nascondere qualche contrattempo.
Dicevo, passiamo al réportage, che sarà un po' lungo perché intende mostrare anche qualche altro aspetto di questa nazione poco conosciuta alle nostre latitudini, ma a mio avviso piuttosto interessante. Più che altro riprenderò con qualche scatto anche il viaggio per raggiungere questa località.
Per prima cosa, fermarsi a pernottare, è meglio farlo al di là del confine. Sempre che l'attraversamento di esso non occupi tutta la notte beninteso perché, da quando sono stati liberalizzati i visti per l'Unione Europea ai cittadini ucraini, la situazione con il confine polacco è esplosa e le code che si sono venute a creare, a qualsiasi ora del giorno e della notte e a probabilmente qualsiasi punto di attraversamento, possono essere epiche. Tuttavia, grazie ai mezzi informatici a nostra disposizione, una prenotazione in un motel al di là del confine nel quale è possibile arrivare per tutta la notte, anche se non si conosce la lingua locale, è alla portata di tutti. La nottata sarà giocoforza corta, anche per via dell'ora persa con il cambiamento di fuso orario, ma l'elevatissimo interesse delle piste che andrò a raggiungere, tanto più per un frequentatore abituale di questo forum, vale sicuramente qualche piccolo disagio:
Bene, è mattina e si può partire. I più arguti potrebbero argomentare che, dalla mia precedente destinazione, questa non è la via più diretta per raggiungere questa località. E sicuramente ciò è fattuale; la strada più corta passa da un'altra parte. Purtroppo però, come ho anticipato, per muoversi in questo paese non bisogna ragionare come lo si farebbe alle nostre latitudini e la strada che, direttamente dalla Slovacchia raggiungerebbe le montagne che ho come destinazione da sud, secondo svariati documenti che ho consultato in rete, parrebbe ancor più in cattivo stato della media e per certi tratti oltre il limite di percorribilità per il mio modesto autoveicolo.
Comunque;
...anche da questi particolari si può notare come qua, più che in altre parti del mondo la ricchezza sia distribuita in modo ineguale:
Ed ora la strada per Leopoli:
Dopo la tangenziale cittadina, che altro non è che una strada ad una sola corsia per senso di marcia, finalmente si prende la strada che conduce verso sud:
Quello là davanti, che mi ha appena superato perché evidentemente ha molta più fretta del sottoscritto di mangiare la polvere nevosa dei Carpazi, è nientedimenoche un'automobile occupata da sciatori, che percorrerà probabilmente (parte del)la mia stessa strada:
Un chiarissimo cartello di indicazioni stradali indica a particolari categorie di mezzi pesanti quando il transito è consentito all'interno dell'area urbana e quando invece non lo è, per poter così nell'eventualità, fare dietrofront ed imboccare una delle numerose strade alternative a questa...::shock:
Arrivati a questo punto è oramai ora di pranzo. Una sosta nella cittadina prima descritta è allora ciò che ci vuole per spezzare il viaggio:
Al centro della piazza centrale della città, interessante è il municipio costruito negli anni trenta del novecento, sul quale è possibile salire per accedere alla terrazza panoramica:
A metà della scalinata per salire in cima, una mostra con interessanti fotografie storiche mostra come questa città negli ultimi secoli abbia cambiato più volte proprietario. Il nome della città originario in tedesco era Stanislau mentre in polacco Stanisławów. Quando l'armata rossa prese possesso di questa regione, gli abitanti originari vennero cacciati ed il nome della città fu "russizzato" in Stanislav, per poi essere cambiato nel 1962 in onore dello scrittore ucraino Ivan Franko:
Vista dall'alto dalla cima della torre:
E le ultime foto del centro cittadino, che poco c'entrano con la montagna ma che ho caricato perché sono zone poco conosciute dalle nostre parti:
E' ora di ripartire per percorrere i restanti cento chilometri che mi separano dalla località di montagna.
Automobili di recente fattura, sicuramente a posto con gli obblighi di revisione e a norma di legge per quanto riguarda le soglie massime di sostanze inquinanti tollerate, sono comunemente in circolazione da questa parte del mondo. Le particelle emesse dagli scarichi sono tuttavia state istruite e diffidate dall'oltrepassare i confini nazionali ed andare ad ammorbare la nostra aria pulita con i loro veleni:
In ogni caso, il viaggio riprende:
Finalmente è giunto il momento di testare, con viva e vibrante soddisfazione (del mio meccanico) le ineffabili ed originali strade caratteristiche di questa nazione:
A questo punto, tra l'altro, il curioso escursionista aveva sì controllato la strada prima di partire per essere perlomeno sicuro di avere qualche speranza di raggiungere la località senza visitare un'autofficina piuttosto delle piste da sci, ma l'esperienza pregressa non è mai sufficiente in determinati luoghi ed ha perciò commesso l'errore di non controllare a sufficienza quale delle due strade che conducono a meridione è stata riasfaltata di recente. Egli ingenuamente pensava che potesse essere la strada nazionale a presentarsi nella migliore condizione, ma si sbagliava assai ed i primi quarantacinque chilometri di essa, piuttosto che ad una via di grande comunicazione ha scoperto che rassomigliavano più ad una negletta strada di campagna:
Il fatto che da un certo punto in poi, allontanatomi una decina di chilometri dalla città capoluogo, non ci fosse più nessuno in giro ha confermato la sua sinistra previsione:
Fortuna vuole che, finalmente, al bivio con la succitata via di comunicazione che non ho avuto la fortuna di riuscire a percorrere, la strada ritornasse a mostrare i segni della civiltà che si potrebbero presumere se ci si sta recando in quella che è la più grande, appunto, località sciistica dell'Europa orientale:
Finalmente si può svoltare pagina e testare finalmente queste straordinarie piste da discesa, che si sono fatte desiderare così tanto scoraggiando il viandante che si trovasse ad certo punto poco convinto di ciò che sta facendo:
In teoria attraversando a piedi quel prato, le piste sarebbero raggiungibili anche dal mio albergo senza spostare la macchina ma visto che stasera me ne andrò già e che non mancano i parcheggi, tanto vale andare a cercare un luogo per sostare che sia il più comodo possibile alle piste:
E' alla partenza della seggiovia numero 14 che trovo ciò che stavo cercando:
E' finalmente il momento di partire all'esplorazione del comprensorio. Gli impianti e le piste sono contraddistinte solamente da un numero, e così le riporterò. Le piste si snodano lungo una serie di collinette ed è possibile compiere una Bukovel-Ronda, partendo da un determinato impianto e tornando di nuovo al punto di partenza, percorrendo un giro ad anello.
La skimap, non disponibile da nessuna parte in formato cartaceo e la seggiovia numero 14:
Ora mi attirerò nuovamente le antipatie di qualcuno, ma posso altresì nuovamente affermare che, mai come prima di questo momento, ho visto una cultura dello sci prossima allo zero. Questo cartello intimidatorio che si trova all'imbarco di ogni seggiovia conferma questo aspetto, come il fatto che, nonostante ci fossero veramente quattro gatti sulle piste, ho visto fare dei numeri da parte di alcuni sciatori che sono difficili da riportare per iscritto. La presenza di soccorritori in attività per imbarellare gli infortunati, nonostante il numero estremamente ridotto di sciatori confermerebbe una volta di più questa mia osservazione. Testimonianze trovate su internet dicono che in alta stagione la situazione sarebbe del tutto fuori controllo; in ogni caso posso affermare con sicurezza che questa è la località più pericolosa che ho visitato e quella nella quale bisogna prestare più attenzione a quello che si fa, soprattutto guardandosi spesso alle spalle. Quasi invisibili anche gli addetti agli impianti e minimo è il controllo all'imbarco, nonostante i "numeri" degli sciatori inesperti siano piuttosto frequenti, pur, come mostrano le immagini, nella totale assenza di affollamento. Presenti ed attivi invece i pisteurs, uno dei quali mi ha minacciato in modo sgarbato di ritirarmi lo skipass se mi avesse ancora visto percorrere una pista chiusa, nella fattispecie un muro di un centinaio di metri che era evitabile tramite una stradina, aperta. Insomma, quando si valica questo confine non bisogna dimenticare che, seppur ci si possa illudere di trovarsi in un ambiente internazionalizzato e reso per questo motivo più "asettico" del resto, ci troviamo pur sempre in una parte di mondo dove, probabilmente per il retaggio culturale di un passato ancora prossimo, le cose funzionano ancora in modo diverso.
Comunque; risalita con la seggiovia numero 14 e discesa con la pista numero 14 A:
Oramai i preparativi di fine stagione sono in corso d'opera nella skiarea. Ciononostante e fortunatamente, quasi tutte le piste sono aperte e gli impianti, tranne uno di secondaria importanza, sono in funzione:
Risalgo nuovamente con la seggiovia numero 14:
E non posso fare a meno di buttare l'occhio su una strana attività che non avevo ancora mai visto praticare prima d'ora:
Seggiovia numero 14:
Uno sguardo verso sinistra: sullo sfondo le piste che percorrerò per ultime, prima di completare l'anello sciistico e la seggiovia numero 15 che mi riporterà stasera in questo punto:
Dalla cima della seggiovia 14, due piste classificate come nere, ma non particolarmente ripide portano alla seggiovia numero 22:
Una delle due piste è oramai una di quelle chiuse perché non più innevata:
Il giro però continua e raggiunge la seggiovia 13:
Sotto la seggiovia, una serie di piste rosse denominate 13 B, C e D:
Io però percorro la numero 13 A:
Dopo essere atterrato con un altro giro sulla seggiovia:
Mi sposto con la pista 3A verso il front de neige principale del domaine skiable:
Quella che risale la pista è la seggiovia numero 7, da prendere solo nel caso di una Bukovel-Ronda in senso antiorario:
La zona principale di partenza, vicina agli alberghi probabilmente più costosi della località:
La pista 7A con la seggiovia numero 7:
E la seggiovia numero 2R, che consente il proseguimento del giro:
Quella che scende a destra della seggiovia è la bella pista numero 2A:
Particolari architettonici:
Una volta in cima alla seggiovia 2R, l'itinerario prosegue verso la seggiovia 1R con la pista blu 1C:
Ancora come al solito qualche scatto della particolare architettura che caratterizza queste località un po' esotiche:
E come dicevo, la pista/stradina 1C mi porta alla seggiovia 1R, all'estrema sinistra sulla skimap del comprensorio sciistico:
Risalendo con la seggiovia 1R, una vista sull'altro capo del villaggio con le case di legno:
E' il momento di provare la pista 2A:
Per risalire nuovamente con la seggiovia numero 2R. Come potete notare che compie la stessa tratta, ci sarebbe anche una seggiovia biposto numero due senza erre, solamente che viaggiava a velocità così ridotta che non ero sicuro fosse utilizzabile anche dagli sciatori ma piuttosto solamente dai pedoni:
E' il momento di dirigersi verso la seggiovia numero 5, che s'intravvede nella fotografia dietro un altro dei villaggi dalle casette che compongono il centro abitato:
Non prima di scattare qualche altra immagine alle abitazioni particolari che si trovano in prossimità delle piste da sci:
Un po' di Olanda non è mai fuori luogo...:
E la pista rossa 2B che arriva alla seggiovia numero cinque:
Risalgo con la seggiovia numero 5:
Una pista che sulla skimap è indicata di livello facile, medio e difficile allo stesso tempo non può che incuriosire lo sciatore ficcanaso; e quindi la pista 5H non aspetta altro che di venire discesa...
... non prima di venire avvertiti che con questa trasa, è meglio non scherzare:
Uomo avvisato...
Bene, sono ancora tutto intero. Allora, fiducioso nelle mie capacità sciistiche, non mi tiro indietro e provo a questo punto anche uno dei grandi e leggendari muri della località, cioè la pista nera 5F, che scende alla destra, salendo, della seggiovia numero cinque:
Prima di iniziare il tratto ripido, qualche ulteriore dettaglio architettonico:
E poi giù di nuovo alla seggiovia numero cinque, per il terzo giro consecutivo:
Dalla cima della seggiovia numero cinque, siamo circa a tre quarti del giro. Per continuare, la pista numero 17A o 5B, a seconda di come la si voglia interpretare:
Conduce alla seggiovia 12:
Che conduce al probabilmente più elevato punto della skiarea, 1372 metri di altitudine, segnato sulla skimap in alto a destra:
Da quassù una bella pista rossa, la numero 12 A:
Mi porta al luogo dove mi sono finalmente, essendo il Bukovel-Ronda arancione quasi completato, concesso una rapida pausa:
Questo ristorante carino ha delle copie sparse per il comprensorio. A differenza di ciò che potessi pensare, i prezzi sono piuttosto bassi. Sì, l'Ucraina è un paese povero e mi spingo a dire che per il viaggiatore è tra i più economici nei quali si possa recare, però l'ucraino medio non è sicuramente il cliente-tipo di questa località, e per questo motivo mi aspettavo dei prezzi livellati verso l'alto. E' invece difficile riuscire a spendere più di dieci euro per mangiare, a meno che non si voglia gozzovigliare per il resto del pomeriggio; comportamento sconsigliato qualora si volesse terminare l'itinerario con le piste rimanenti una volta terminato il pranzo:
Strani prodotti sono in vendita indicate nelle ultime pagine del menu...:
Una volta rifocillato celermente, la gita prosegue con la pista nera 16B:
Che naturalmente conduce all'omonima seggiovia, oramai dovreste averlo capito:
Una volta risaliti in cima, è venuto il momento di dirigersi verso gli ultimi pendii inediti della skiarea:
Quindi, con la pista 11E:
Si raggiunge la seggiovia numero 8, per ascendere all'ultima montagnetta ancora inesplorata:
Laddove si trova anche uno snowpark, sponsorizzato dalla più celebre e leggendaria tra le acque minerali in circolazione nelle infinite lande di quella che una volta era l'Unione Sovietica:
La risalita con la seggiovia numero 8 continua:
E viene completata dalla pista rossa numero 8C:
Ingrandimento su una pista non identificata:
Visto che c'è ancora un po' di tempo, prima d'intraprendere la via del ritorno, lo sciatore incontentabile potrebbe fare come ho fatto io e riprendere, anzi, prendere per la prima volta ma ritornare dov'è già passato per ben due volte prima, la seggiovia undici:
E scendere sulla pista nera 11B, prima di iniziare il rientro alla base:
Non è mai tempo perso quello utilizzato a ricercare i particolari...:
Perché si potrebbe scoprire ad esempio, un sospetto progetto di allargamento del comprensorio sciistico verso nuove direzioni (o saranno linee tagliafuoco, quelle?):
Dicevo, è oramai venuto il momento di completare l'anello e di attraversare il ponticello, per tracciare le ultime linee della giornata:
Risalendo con la seggiovia numero 15, anello di congiunzione che mi permetterà di fare ritorno alla base:
E' mica possibile, per trarre la massima soddisfazione, risalire meccanicamente una montagna senza avere disceso almeno una pista per ogni versante? Ecco quindi la pista quindici a più la una delle sue varianti, la numero quindici ci:
Dunque, stop, è ora di ritornare veramente alla base. Anche perché gli impianti di risalita sono oramai prossimi alla chiusura.
La ripetizione, per concludere in bellezza, della primo impianto del mattino e della successiva prima pista da discesa, mette la parola fine sulla mia giornata sciistica. L'unico compagno di sciata per quest'ultima discesa non ha ancora capito come utilizzare al meglio gli attrezzi del mestiere ma sono sicuro che con l'esperienza potrà anch'egli riuscire a trovare la soddisfazione di percorrere un giorno, scivolando, le più che temibili piste difficili di questa località sciistica:
Tutto sommato mi posso ritenere soddisfatto. Non mi sono sicuramente recato in questo luogo per trovare una condizione di neve invernale ma semplicemente per uno sci turistico, per provare un comprensorio e per aggiungere una nuova nazione a quelle visitate per mezzo degli sci. La situazione delle piste da sci non rappresenta che un tassello secondario dell'insieme. Come ho scritto tra l'altro, non mi avventurerei da queste parti in pieno inverno e con le incognite che ciò comporta. Tuttavia sono stato fortunato a trovare il comprensorio quasi tutto aperto e le temperature abbastanza rigide per la stagione assieme agli scarsissimi passaggi, hanno fatto sì che la neve fosse molto migliore di quel che immaginavo e godibile fino alle tre di pomeriggio inoltrate.
Naturalmente, a meno di avere un mese di tempo, in queste settimane bianche turistiche, quando finisce la giornata sciistica inizia la giornata automobilistica, e quindi degli ulteriori scatti della strada che mi porterà alla cittadina capoluogo della regione summenzionata metteranno la parola fine su quello che è probabilmente la fotocronaca più lunga della storia di skiforum, sperando che non sia anche la più noiosa e quella che vi abbia tediato più a lungo:
Cartelloni pubblicitari piuttosto interessanti si trovano in grande dimensione ai lati della strada:
Ritorno in fondovalle, al bivio che conduce verso nord. A sud arriverebbe la strada che mi avrebbe fatto risparmiare parecchi chilometri ma che, a quanto pare, per essere percorsa in tranquillità è necessario un fuoristrada dell'esercito o in alternativa un carro armato:
Oltre alle autovetture che erano in circolazione quando i nati negli anni 50 facevano le scuole elementari, un viaggio in questi paesi è anche un salto indietro nel tempo per la presenza di automezzi pesanti che probabilmente hanno vissuto in prima persona la ritirata del Don o la battaglia di Stalingrado...:
La strada continua:
Finalmente arrivo all'incrocio tra la nazionale H09 e la locale T0906 che, secondo i miei sospetti, dovrebbero avere riparato.
Inizialmente non lascia presagire niente di buono...:
Ma fortunatamente, una volta superato il villaggio i quaranta chilometri restanti sono percorribili senza particolari difficoltà:
Con una carrellata di fotografie dell'ineffabile strada (?) tangenziale del capoluogo di provincia, termina questa lunga fotocronaca, che proseguirà con l'ultima puntata non appena sarà possibile comporla.
La prima fotografia è esemplificativa della situazione verso la quale, con grande probabilità si va incontro qualora si decidesse di utilizzare l'allegro stile di guida locale su siffatti tratturi, le altre sono le immagini della buonanotte:
:skiciao:
La terza puntata del réportage dall'est Europa è dedicata a quello che, secondo parecchie fonti, è il comprensorio sciistico più grande dell'Europa appunto orientale.
Essendo stata, la veridicità di questi valori dichiarati dalle varie società, messa più volte in discussione, manca purtroppo la possibilità di poter fare queste affermazioni con sicurezza. Sicuramente questa località non è quella dal maggior dislivello sciistico di questa parte del mondo, in quanto esso è limitato a soli 472 metri come valore massimo, mentre nelle due località recensite in precedenza tale valore è più che doppio. I chilometri di piste dichiarati variano, a seconda delle fonti, da cinquanta a sessantotto, il che potrebbe essere verosimile stante il fatto che sì, il dislivello e la lunghezza di esse sono mediamente limitati ma il loro numero è piuttosto elevato, date le diverse varianti della stessa pista che scendono da ogni montagna sulla quale sono stati costruiti gli impianti di risalita.
Questa località sciistica ha una storia piuttosto recente, essendo stata costruita a partire dai primi anni duemila. Wikipedia mi viene in aiuto informandoci che:
verso la fine del 2001, un primo skilift di 691 metri fu costruito sul versante settentrionale del monte Bukovel insieme alla seggiovia progettata sul versante nord-occidentale. Il primo progetto è stato completato nel mese di ottobre 2002 come una funivia di 1000 metri. Nel 2003 fu introdotta una seconda pista con una seggiovia, e nel 2004 con un ulteriore impianto di risalita e nuove piste da sci [ecc...].
Con soli 48.000 visitatori nel 2003, Bukovel ha accolto 206.000 turisti nel 2005-2006, 400.000 nel 2006-2007 e 850.000 visitatori nel 2008-2009. La stagione invernale 2010-2011 ha registrato 1.200.000 visite giornaliere con la presenza straniera attestata all'8-10% del totale. Nel 2012 Bukovel è stato nominato il comprensorio sciistico in più rapida crescita in tutto il mondo.
In ogni caso, la maggior parte delle piste è coperta dall'innevamento artificiale ed è servita da sedici impianti di risalita e la maggior parte di essi sono seggiovie quadriposto. Si scia fino ad aprile inoltrato ma il giorno della mia visita è stato probabilmente uno degli ultimi di piena funzionalità del resort, sicché quando ho ricontrollato dopo qualche giorno l'operatività degli impianti di risalita, la maggior parte di essi erano indicati come chiusi.
Un'altra interessante località sciistica chiamata Dragobrat, che rappresenta un po' la copia speculare di questa, il Mister Hide della situazione si trova qualche decina di chilometri a sud di questa ed a quote più elevate. Purtroppo gli impianti di questa località - fatto che comunque è difficile reperire informazioni sul web riguardo alla loro operatività - dalle webcam e dalla pagina Facebook parevano chiusi. Ma il fatto di sapere, sempre che abbia ben capito dalle informazioni che sono riuscito a reperire online, che tale località, meta in passato di villeggiatura della nomenklatura sovietica, è raggiungibile solo con una strada sterrata in condizioni estreme, ragion per cui è obbligatorio farsi portare con vecchi camion dell'epoca sovietica a meno di non disporre di un fuoristrada, sono presenti solamente impianti vecchi che non hanno uno skipass comune, ragion per la quale bisogna acquistare una corsa singola ad ogni risalita e, ciliegina sulla torta, le piste non vengono battute con frequenza; mi ha senza dubbio incuriosito ed una visita a tale strampalata località sarebbe una cosa che avrei piuttosto gradito. Peccato invece di non poter completare la fotocronaca in questo modo, mostrando anche il lato vintage di queste montagne: sarà per una prossima (improbabile) volta.
Ma ora passiamo alle fotografie che sono più esplicative.
Innanzitutto è interessante sapere che, a dispetto del rapido sviluppo della località, Bukovel non è la località sciistica più comodamente raggiungibile del mondo. Dista circa cento chilometri dalla cittadina, capoluogo della provincia all'interno della quale è compresa, di Ivano-Frankivsk ma questo centro abitato dispone di un aeroporto dal quale decollano solamente pochissimi aeromobili e solo per la capitale. L'aeroporto di riferimento è allora quello di Lviv, in italiano Leopoli, distante circa 240 chilometri ed al quale dovrebbero far riferimento gli stranieri succitati. Tuttavia, detto ciò, c'è ancora un piccolo particolare del quale sarebbe meglio tenere conto per produrre un calcolo accurato; cioè il fatto che l'Ucraina dispone di una delle peggiori reti stradali al mondo, laddove di strade come noi le intendiamo si possa perlomeno concettualmente parlare. Ora, anche se, Google Maps alla mano, non sarebbero necessarie che quattro ore di strada per spostarsi tra questi due luoghi, motivazione dettata questa dal fatto che, da non molti anni, la strada che collega Leopoli al capoluogo di provincia e quest'ultimo alla località sciistica, è stata completamente rifatta; il fatto che non esistano tangenziali cittadine, che attraversamenti di centri abitati siano ancora in cattivo stato e, motivo da non tralasciare ma da mettere al vertice della situazione, la circolazione stradale in inverno da queste parti può essere estremamente disagevole..... dicevo, per questi ed altri motivi, è possibile che parte degli stranieri che frequentano maggiormente il resort si rechino in automobile, nonostante il pessimo stato delle strade come ho scritto, dai paesi confinanti, piuttosto che con altri mezzi, ma debbano mettere in conto un viaggio che potrebbe nascondere qualche contrattempo.
Dicevo, passiamo al réportage, che sarà un po' lungo perché intende mostrare anche qualche altro aspetto di questa nazione poco conosciuta alle nostre latitudini, ma a mio avviso piuttosto interessante. Più che altro riprenderò con qualche scatto anche il viaggio per raggiungere questa località.
Per prima cosa, fermarsi a pernottare, è meglio farlo al di là del confine. Sempre che l'attraversamento di esso non occupi tutta la notte beninteso perché, da quando sono stati liberalizzati i visti per l'Unione Europea ai cittadini ucraini, la situazione con il confine polacco è esplosa e le code che si sono venute a creare, a qualsiasi ora del giorno e della notte e a probabilmente qualsiasi punto di attraversamento, possono essere epiche. Tuttavia, grazie ai mezzi informatici a nostra disposizione, una prenotazione in un motel al di là del confine nel quale è possibile arrivare per tutta la notte, anche se non si conosce la lingua locale, è alla portata di tutti. La nottata sarà giocoforza corta, anche per via dell'ora persa con il cambiamento di fuso orario, ma l'elevatissimo interesse delle piste che andrò a raggiungere, tanto più per un frequentatore abituale di questo forum, vale sicuramente qualche piccolo disagio:
Bene, è mattina e si può partire. I più arguti potrebbero argomentare che, dalla mia precedente destinazione, questa non è la via più diretta per raggiungere questa località. E sicuramente ciò è fattuale; la strada più corta passa da un'altra parte. Purtroppo però, come ho anticipato, per muoversi in questo paese non bisogna ragionare come lo si farebbe alle nostre latitudini e la strada che, direttamente dalla Slovacchia raggiungerebbe le montagne che ho come destinazione da sud, secondo svariati documenti che ho consultato in rete, parrebbe ancor più in cattivo stato della media e per certi tratti oltre il limite di percorribilità per il mio modesto autoveicolo.
Comunque;
...anche da questi particolari si può notare come qua, più che in altre parti del mondo la ricchezza sia distribuita in modo ineguale:
Ed ora la strada per Leopoli:
Dopo la tangenziale cittadina, che altro non è che una strada ad una sola corsia per senso di marcia, finalmente si prende la strada che conduce verso sud:
Quello là davanti, che mi ha appena superato perché evidentemente ha molta più fretta del sottoscritto di mangiare la polvere nevosa dei Carpazi, è nientedimenoche un'automobile occupata da sciatori, che percorrerà probabilmente (parte del)la mia stessa strada:
Un chiarissimo cartello di indicazioni stradali indica a particolari categorie di mezzi pesanti quando il transito è consentito all'interno dell'area urbana e quando invece non lo è, per poter così nell'eventualità, fare dietrofront ed imboccare una delle numerose strade alternative a questa...::shock:
Arrivati a questo punto è oramai ora di pranzo. Una sosta nella cittadina prima descritta è allora ciò che ci vuole per spezzare il viaggio:
Al centro della piazza centrale della città, interessante è il municipio costruito negli anni trenta del novecento, sul quale è possibile salire per accedere alla terrazza panoramica:
A metà della scalinata per salire in cima, una mostra con interessanti fotografie storiche mostra come questa città negli ultimi secoli abbia cambiato più volte proprietario. Il nome della città originario in tedesco era Stanislau mentre in polacco Stanisławów. Quando l'armata rossa prese possesso di questa regione, gli abitanti originari vennero cacciati ed il nome della città fu "russizzato" in Stanislav, per poi essere cambiato nel 1962 in onore dello scrittore ucraino Ivan Franko:
Vista dall'alto dalla cima della torre:
E le ultime foto del centro cittadino, che poco c'entrano con la montagna ma che ho caricato perché sono zone poco conosciute dalle nostre parti:
E' ora di ripartire per percorrere i restanti cento chilometri che mi separano dalla località di montagna.
Automobili di recente fattura, sicuramente a posto con gli obblighi di revisione e a norma di legge per quanto riguarda le soglie massime di sostanze inquinanti tollerate, sono comunemente in circolazione da questa parte del mondo. Le particelle emesse dagli scarichi sono tuttavia state istruite e diffidate dall'oltrepassare i confini nazionali ed andare ad ammorbare la nostra aria pulita con i loro veleni:
In ogni caso, il viaggio riprende:
Finalmente è giunto il momento di testare, con viva e vibrante soddisfazione (del mio meccanico) le ineffabili ed originali strade caratteristiche di questa nazione:
A questo punto, tra l'altro, il curioso escursionista aveva sì controllato la strada prima di partire per essere perlomeno sicuro di avere qualche speranza di raggiungere la località senza visitare un'autofficina piuttosto delle piste da sci, ma l'esperienza pregressa non è mai sufficiente in determinati luoghi ed ha perciò commesso l'errore di non controllare a sufficienza quale delle due strade che conducono a meridione è stata riasfaltata di recente. Egli ingenuamente pensava che potesse essere la strada nazionale a presentarsi nella migliore condizione, ma si sbagliava assai ed i primi quarantacinque chilometri di essa, piuttosto che ad una via di grande comunicazione ha scoperto che rassomigliavano più ad una negletta strada di campagna:
Il fatto che da un certo punto in poi, allontanatomi una decina di chilometri dalla città capoluogo, non ci fosse più nessuno in giro ha confermato la sua sinistra previsione:
Fortuna vuole che, finalmente, al bivio con la succitata via di comunicazione che non ho avuto la fortuna di riuscire a percorrere, la strada ritornasse a mostrare i segni della civiltà che si potrebbero presumere se ci si sta recando in quella che è la più grande, appunto, località sciistica dell'Europa orientale:
Finalmente si può svoltare pagina e testare finalmente queste straordinarie piste da discesa, che si sono fatte desiderare così tanto scoraggiando il viandante che si trovasse ad certo punto poco convinto di ciò che sta facendo:
In teoria attraversando a piedi quel prato, le piste sarebbero raggiungibili anche dal mio albergo senza spostare la macchina ma visto che stasera me ne andrò già e che non mancano i parcheggi, tanto vale andare a cercare un luogo per sostare che sia il più comodo possibile alle piste:
E' alla partenza della seggiovia numero 14 che trovo ciò che stavo cercando:
E' finalmente il momento di partire all'esplorazione del comprensorio. Gli impianti e le piste sono contraddistinte solamente da un numero, e così le riporterò. Le piste si snodano lungo una serie di collinette ed è possibile compiere una Bukovel-Ronda, partendo da un determinato impianto e tornando di nuovo al punto di partenza, percorrendo un giro ad anello.
La skimap, non disponibile da nessuna parte in formato cartaceo e la seggiovia numero 14:
Ora mi attirerò nuovamente le antipatie di qualcuno, ma posso altresì nuovamente affermare che, mai come prima di questo momento, ho visto una cultura dello sci prossima allo zero. Questo cartello intimidatorio che si trova all'imbarco di ogni seggiovia conferma questo aspetto, come il fatto che, nonostante ci fossero veramente quattro gatti sulle piste, ho visto fare dei numeri da parte di alcuni sciatori che sono difficili da riportare per iscritto. La presenza di soccorritori in attività per imbarellare gli infortunati, nonostante il numero estremamente ridotto di sciatori confermerebbe una volta di più questa mia osservazione. Testimonianze trovate su internet dicono che in alta stagione la situazione sarebbe del tutto fuori controllo; in ogni caso posso affermare con sicurezza che questa è la località più pericolosa che ho visitato e quella nella quale bisogna prestare più attenzione a quello che si fa, soprattutto guardandosi spesso alle spalle. Quasi invisibili anche gli addetti agli impianti e minimo è il controllo all'imbarco, nonostante i "numeri" degli sciatori inesperti siano piuttosto frequenti, pur, come mostrano le immagini, nella totale assenza di affollamento. Presenti ed attivi invece i pisteurs, uno dei quali mi ha minacciato in modo sgarbato di ritirarmi lo skipass se mi avesse ancora visto percorrere una pista chiusa, nella fattispecie un muro di un centinaio di metri che era evitabile tramite una stradina, aperta. Insomma, quando si valica questo confine non bisogna dimenticare che, seppur ci si possa illudere di trovarsi in un ambiente internazionalizzato e reso per questo motivo più "asettico" del resto, ci troviamo pur sempre in una parte di mondo dove, probabilmente per il retaggio culturale di un passato ancora prossimo, le cose funzionano ancora in modo diverso.
Comunque; risalita con la seggiovia numero 14 e discesa con la pista numero 14 A:
Oramai i preparativi di fine stagione sono in corso d'opera nella skiarea. Ciononostante e fortunatamente, quasi tutte le piste sono aperte e gli impianti, tranne uno di secondaria importanza, sono in funzione:
Risalgo nuovamente con la seggiovia numero 14:
E non posso fare a meno di buttare l'occhio su una strana attività che non avevo ancora mai visto praticare prima d'ora:
Seggiovia numero 14:
Uno sguardo verso sinistra: sullo sfondo le piste che percorrerò per ultime, prima di completare l'anello sciistico e la seggiovia numero 15 che mi riporterà stasera in questo punto:
Dalla cima della seggiovia 14, due piste classificate come nere, ma non particolarmente ripide portano alla seggiovia numero 22:
Una delle due piste è oramai una di quelle chiuse perché non più innevata:
Il giro però continua e raggiunge la seggiovia 13:
Sotto la seggiovia, una serie di piste rosse denominate 13 B, C e D:
Io però percorro la numero 13 A:
Dopo essere atterrato con un altro giro sulla seggiovia:
Mi sposto con la pista 3A verso il front de neige principale del domaine skiable:
Quella che risale la pista è la seggiovia numero 7, da prendere solo nel caso di una Bukovel-Ronda in senso antiorario:
La zona principale di partenza, vicina agli alberghi probabilmente più costosi della località:
La pista 7A con la seggiovia numero 7:
E la seggiovia numero 2R, che consente il proseguimento del giro:
Quella che scende a destra della seggiovia è la bella pista numero 2A:
Particolari architettonici:
Una volta in cima alla seggiovia 2R, l'itinerario prosegue verso la seggiovia 1R con la pista blu 1C:
Ancora come al solito qualche scatto della particolare architettura che caratterizza queste località un po' esotiche:
E come dicevo, la pista/stradina 1C mi porta alla seggiovia 1R, all'estrema sinistra sulla skimap del comprensorio sciistico:
Risalendo con la seggiovia 1R, una vista sull'altro capo del villaggio con le case di legno:
E' il momento di provare la pista 2A:
Per risalire nuovamente con la seggiovia numero 2R. Come potete notare che compie la stessa tratta, ci sarebbe anche una seggiovia biposto numero due senza erre, solamente che viaggiava a velocità così ridotta che non ero sicuro fosse utilizzabile anche dagli sciatori ma piuttosto solamente dai pedoni:
E' il momento di dirigersi verso la seggiovia numero 5, che s'intravvede nella fotografia dietro un altro dei villaggi dalle casette che compongono il centro abitato:
Non prima di scattare qualche altra immagine alle abitazioni particolari che si trovano in prossimità delle piste da sci:
Un po' di Olanda non è mai fuori luogo...:
E la pista rossa 2B che arriva alla seggiovia numero cinque:
Risalgo con la seggiovia numero 5:
Una pista che sulla skimap è indicata di livello facile, medio e difficile allo stesso tempo non può che incuriosire lo sciatore ficcanaso; e quindi la pista 5H non aspetta altro che di venire discesa...
... non prima di venire avvertiti che con questa trasa, è meglio non scherzare:
Uomo avvisato...
Bene, sono ancora tutto intero. Allora, fiducioso nelle mie capacità sciistiche, non mi tiro indietro e provo a questo punto anche uno dei grandi e leggendari muri della località, cioè la pista nera 5F, che scende alla destra, salendo, della seggiovia numero cinque:
Prima di iniziare il tratto ripido, qualche ulteriore dettaglio architettonico:
E poi giù di nuovo alla seggiovia numero cinque, per il terzo giro consecutivo:
Dalla cima della seggiovia numero cinque, siamo circa a tre quarti del giro. Per continuare, la pista numero 17A o 5B, a seconda di come la si voglia interpretare:
Conduce alla seggiovia 12:
Che conduce al probabilmente più elevato punto della skiarea, 1372 metri di altitudine, segnato sulla skimap in alto a destra:
Da quassù una bella pista rossa, la numero 12 A:
Mi porta al luogo dove mi sono finalmente, essendo il Bukovel-Ronda arancione quasi completato, concesso una rapida pausa:
Questo ristorante carino ha delle copie sparse per il comprensorio. A differenza di ciò che potessi pensare, i prezzi sono piuttosto bassi. Sì, l'Ucraina è un paese povero e mi spingo a dire che per il viaggiatore è tra i più economici nei quali si possa recare, però l'ucraino medio non è sicuramente il cliente-tipo di questa località, e per questo motivo mi aspettavo dei prezzi livellati verso l'alto. E' invece difficile riuscire a spendere più di dieci euro per mangiare, a meno che non si voglia gozzovigliare per il resto del pomeriggio; comportamento sconsigliato qualora si volesse terminare l'itinerario con le piste rimanenti una volta terminato il pranzo:
Strani prodotti sono in vendita indicate nelle ultime pagine del menu...:
Una volta rifocillato celermente, la gita prosegue con la pista nera 16B:
Che naturalmente conduce all'omonima seggiovia, oramai dovreste averlo capito:
Una volta risaliti in cima, è venuto il momento di dirigersi verso gli ultimi pendii inediti della skiarea:
Quindi, con la pista 11E:
Si raggiunge la seggiovia numero 8, per ascendere all'ultima montagnetta ancora inesplorata:
Laddove si trova anche uno snowpark, sponsorizzato dalla più celebre e leggendaria tra le acque minerali in circolazione nelle infinite lande di quella che una volta era l'Unione Sovietica:
La risalita con la seggiovia numero 8 continua:
E viene completata dalla pista rossa numero 8C:
Ingrandimento su una pista non identificata:
Visto che c'è ancora un po' di tempo, prima d'intraprendere la via del ritorno, lo sciatore incontentabile potrebbe fare come ho fatto io e riprendere, anzi, prendere per la prima volta ma ritornare dov'è già passato per ben due volte prima, la seggiovia undici:
E scendere sulla pista nera 11B, prima di iniziare il rientro alla base:
Non è mai tempo perso quello utilizzato a ricercare i particolari...:
Perché si potrebbe scoprire ad esempio, un sospetto progetto di allargamento del comprensorio sciistico verso nuove direzioni (o saranno linee tagliafuoco, quelle?):
Dicevo, è oramai venuto il momento di completare l'anello e di attraversare il ponticello, per tracciare le ultime linee della giornata:
Risalendo con la seggiovia numero 15, anello di congiunzione che mi permetterà di fare ritorno alla base:
E' mica possibile, per trarre la massima soddisfazione, risalire meccanicamente una montagna senza avere disceso almeno una pista per ogni versante? Ecco quindi la pista quindici a più la una delle sue varianti, la numero quindici ci:
Dunque, stop, è ora di ritornare veramente alla base. Anche perché gli impianti di risalita sono oramai prossimi alla chiusura.
La ripetizione, per concludere in bellezza, della primo impianto del mattino e della successiva prima pista da discesa, mette la parola fine sulla mia giornata sciistica. L'unico compagno di sciata per quest'ultima discesa non ha ancora capito come utilizzare al meglio gli attrezzi del mestiere ma sono sicuro che con l'esperienza potrà anch'egli riuscire a trovare la soddisfazione di percorrere un giorno, scivolando, le più che temibili piste difficili di questa località sciistica:
Tutto sommato mi posso ritenere soddisfatto. Non mi sono sicuramente recato in questo luogo per trovare una condizione di neve invernale ma semplicemente per uno sci turistico, per provare un comprensorio e per aggiungere una nuova nazione a quelle visitate per mezzo degli sci. La situazione delle piste da sci non rappresenta che un tassello secondario dell'insieme. Come ho scritto tra l'altro, non mi avventurerei da queste parti in pieno inverno e con le incognite che ciò comporta. Tuttavia sono stato fortunato a trovare il comprensorio quasi tutto aperto e le temperature abbastanza rigide per la stagione assieme agli scarsissimi passaggi, hanno fatto sì che la neve fosse molto migliore di quel che immaginavo e godibile fino alle tre di pomeriggio inoltrate.
Naturalmente, a meno di avere un mese di tempo, in queste settimane bianche turistiche, quando finisce la giornata sciistica inizia la giornata automobilistica, e quindi degli ulteriori scatti della strada che mi porterà alla cittadina capoluogo della regione summenzionata metteranno la parola fine su quello che è probabilmente la fotocronaca più lunga della storia di skiforum, sperando che non sia anche la più noiosa e quella che vi abbia tediato più a lungo:
Cartelloni pubblicitari piuttosto interessanti si trovano in grande dimensione ai lati della strada:
Ritorno in fondovalle, al bivio che conduce verso nord. A sud arriverebbe la strada che mi avrebbe fatto risparmiare parecchi chilometri ma che, a quanto pare, per essere percorsa in tranquillità è necessario un fuoristrada dell'esercito o in alternativa un carro armato:
Oltre alle autovetture che erano in circolazione quando i nati negli anni 50 facevano le scuole elementari, un viaggio in questi paesi è anche un salto indietro nel tempo per la presenza di automezzi pesanti che probabilmente hanno vissuto in prima persona la ritirata del Don o la battaglia di Stalingrado...:
La strada continua:
Finalmente arrivo all'incrocio tra la nazionale H09 e la locale T0906 che, secondo i miei sospetti, dovrebbero avere riparato.
Inizialmente non lascia presagire niente di buono...:
Ma fortunatamente, una volta superato il villaggio i quaranta chilometri restanti sono percorribili senza particolari difficoltà:
Con una carrellata di fotografie dell'ineffabile strada (?) tangenziale del capoluogo di provincia, termina questa lunga fotocronaca, che proseguirà con l'ultima puntata non appena sarà possibile comporla.
La prima fotografia è esemplificativa della situazione verso la quale, con grande probabilità si va incontro qualora si decidesse di utilizzare l'allegro stile di guida locale su siffatti tratturi, le altre sono le immagini della buonanotte:
:skiciao:
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