Dopo un lungo viaggio fino a Taschalp, partiamo alle ultime luci in direzione del Taschhutte. Vinciamo abbastanza velocemente i 500 metri che ci separano dal rifugio, mangiamo qualcosa e ci mettiamo a letto verso le 23. Piccola quanto importante nota, pernottamento + colazione 52 franchi (45 euro circa), prezzo poco popolare in Italia ma in Svizzera costa tutto molto di più. Il giorno dopo, alle 5.45, partiamo e, sci in spalla, intercettiamo le prime lingue di neve a 2900 metri. Abbandoniamo le scarpette e iniziamo la salita per pendii moderati in direzione dell'Alphubeljoch. Dietro di noi inizia a spuntare la formidabile cuspide del Cervino, il panorama spettacolare ed a noi sconosciuto ci motiva in questo tratto d'ascesa. Con qualche strappo più ripido, arriviamo al suddetto valico dove un meraviglioso ambiente glaciale ci accoglie. Siamo già a 3800 metri circa. Valutiamo la variante della cresta sud-est ma ci convince poco la pendenza dell'ultimo pendio e il forte vento ora presente ci porta a scegliere per la via classica. Traversiamo dunque sotto la mole rocciosa della montagna in direzione nord e intercettiamo il grande, crepacciato pendio che conduce al plateau sommitale. Con diverse inversioni, facendo attenzione alle numerose fenditure, risaliamo questo tratto piuttosto ripido minacciato oltrettutto da grossi seracchi che sono sottoposti al calore intenso della giornata. Senza indugiare troppo, vinciamo questa difficoltà ed infine giungiamo in vetta stanchi ma profondamente appagati. Il panorama è fenomenale, tutta la sfilata del Rosa, il Gran Paradiso, il re Monte Bianco, il Gran Combin, i numerosi 4000 del Vallese a fianco a noi tra cui Cervino, Weisshorn, Allalinhorn e molti altri. Dopo un grande abbraccio e le foto di rito, iniziamo la discesa su un buon firn che ci permette una sciata dinamica e molto divertente. Facendo grande attenzione ai crepacci, ripercorriamo la ripida rampa e poi il traverso verso l'Alphubeljoch. Da qui la discesa è più rilassata e, con velocissime curve, perdiamo quota repentinamente fino alle ultime lingue di neve. Ricalziamo le scarpe e ripercorriamo il tutto al contrario, sosta al rifugio e infine torniamo alla macchina. In conclusione si può dire che è distante, che è scomodo, che è costoso ma la zona del Vallese una volta nella vita vale la pena visitarla. Questo è il regno dei 4000, dove si concentrano in maggior numero nella catena alpina. E l'aria dei 4000 è qualcosa di dolcemente inebriante. By Riccardo C.
primo giorno D+500m.
secondo giorno D+1500 m. D-2000 m.
primo giorno D+500m.
secondo giorno D+1500 m. D-2000 m.