Decido di trascorrere martedì grasso a Madesimo in solitaria.
Tra benzina rincarata, autostrada, skipass (qui la settimana di carnevale la considerano festiva, e sono 34 Euro invece che 25 per universitari), pranzetto e caffettini la mia giornata è costata circa 120 danari: ma li è valsi tutti.
Oltrepassata la sua ventosissima porta, la funicolare sotterranea di Campodolcino mi porta in meno di 5 minuti sulle piste di Motta.
"Nostra signora d'Europa" e i cannoni
Pista Piani, Motta
La giornata è splendida, ma non riesco a trovare punti panoramici: dopo qualche discesa allora decido di salire sul Groppera.
L'omonima funivia ha quasi mezzo secolo di vita, ma non lo dimostra; il suo problema non è tanto la lentezza, quanto la capienza: alla domenica immagino provochi code snervanti. Si potrebbe sostituirla con un impianto nuovo, ma 1: qui non siamo in Trentino o in Val d'Aosta; 2 forse è giusto che le “piste” da essa servite rimangano poco affollate.
Arrivato in cima mi basta andare di pochi passi oltre la pista che scende a destra per godermi questo spettacolo: le prealpi più basse spuntano come isolotti dal mare di nubi, mentre all'orizzonte, verso ovest, si intravedono montagne più alte (il Rosa? Il Monviso?)
Sulla pista Val di Lei la neve è in ottime condizioni, così come sul versante della val Chiavenna.
La pista col lungo lago ghiacciato sullo sfondo
La temperatura intermedia, l'assenza di vento e di copiose nevicate recenti (se non la spolveratina del giorno prima) e la presenza di dolci pendii privi di tracce mi spingono a provare qualche fuoripista facile. C'è davvero l'imbarazzo della scelta!
Facili fuoripista alla destra della pista Val di Lei
E' la prima volta che solco la nivea vergine, mi sento emozionato: so che non potrò più farne a meno. Chi mi ha battezzato è Lei, ed ora le rendo il giusto onore.
La mia prima traccia solitaria di fianco a quelle di qualche animaletto
Seconda traccia
Altre tracce
Dopo una breve coda sulla biposto della val di Lei, l'unico impianto lento in tutto il comprensorio, verso mezzogiorno sono di nuovo sul Groppera.
Riesco anche a fotografare il saltino di uno che scende col parapendio:
Voglio tornare verso Madesimo per fare le piste che mi mancano, ma ora mi attende il celebre Canalone.
Ora, sullo Skiforum ho letto cose del tipo: “ma sì, portacela la tua ragazza sul Canalone, non è niente di troppo difficile!”; qualcuno più accorto ha detto che prima è meglio controllarne le condizioni.
Ed ha ragione: nelle condizioni in cui l'ho trovato infatti era senz'altro qualcosa di molto ostico: la prima parte soprattutto, molto ripida e piena di gobbe. Appena provo a prendere un poco di velocità, caccio il sedere in terra.
Gobbe all'inizio del Canalone
Verso la metà le gobbe si attenuano e la pendenza diventa più accettabile: finalmente posso tirare qualche curva alla svelta e alzare un pochino di polvere!
Ma ecco che arriva il ghiaccio, e i sassi qua e là... insomma, arrivato giù sono sudato ed esausto (più freni più ti stanchi): una breve pausa pranzo al rifugio è quel che mi ci vuole.
Le veloci seggiovie e l'ovovia mi permettono di fare in breve tempo 3 o 4 discese: il grosso della gente sta ancora mangiando, nessuno mi vieta di tirare un po'. Dopo aver fatto il Canalone, mi sembra di passeggiare su queste belle piste, rosse o nere che siano.
Piste servite dalla seggiovia Montalto
Piste che scendono da Cima Sole
Interpista:il muro iniziale
Parte centrale più semplice
Verso la fine
Ma tutto questo ormai non mi basta più: voglio tornare da Lei!
Stavolta, giunto sul Groppera, decido di scendere dalla parte sinistra. Cerco di amministrare al meglio i circa 400 metri di dislivello, osando un po' di più rispetto a prima ma senza allontanarmi eccessivamente dalle piste.
Prima...
Giù!!! ...........................................................dopo
Ancora però non riesco a trovare la giusta misura: prima costeggio una piccola scarpata piano piano e mi ritrovo fermo in un passaggio complicato; poi prendo velocità per oltrepassare una cunetta e mi ritrovo gli sci conficcati in un cumulo di neve fresca che puntavo a saltare (eccolo lì sopra fra la mia traccia e il sasso!). Malgrado tutto riesco lostesso a divertirmi da matti, e raggiungo da dietro il rifugio Val di Lei per un caffè; la gente seduta ai tavoli mi guarda incuriosita mentre gli “atterro” sopra; ma da qui non sono certo il primo che ci passa.
Fuori pista in Val di Lei, scendendo lasciandosi la seggiovia sulla destra
Pista Caurga vista dal rifugio Val di Lei
Dopo la meritata pausa faccio la pista sinistra, che mi mancava, poi svalico di nuovo; stavolta prendo il Canalone a cuore più leggero, le sue condizioni sono leggermente migliorate: però è un po' meno pulvirulento di prima.
Sua maestà il Canalun
A Madesimo ripeto le piste migliori, poi mi riporto piano piano verso Motta.
Pista Valsecchi: l'inizio
a metà
Verso la fine
Piste a Motta: Casceè
Marcadello, nera, l'ultima discesa
Alle 16,00 prendo di nuovo la funicolare e torno al parcheggio, il cui fango nel frattempo si è scongelato. Nel bene o nel male, l'ultimo atto di una giornata indimenticabile!
Tra benzina rincarata, autostrada, skipass (qui la settimana di carnevale la considerano festiva, e sono 34 Euro invece che 25 per universitari), pranzetto e caffettini la mia giornata è costata circa 120 danari: ma li è valsi tutti.
Oltrepassata la sua ventosissima porta, la funicolare sotterranea di Campodolcino mi porta in meno di 5 minuti sulle piste di Motta.
"Nostra signora d'Europa" e i cannoni

Pista Piani, Motta

La giornata è splendida, ma non riesco a trovare punti panoramici: dopo qualche discesa allora decido di salire sul Groppera.

L'omonima funivia ha quasi mezzo secolo di vita, ma non lo dimostra; il suo problema non è tanto la lentezza, quanto la capienza: alla domenica immagino provochi code snervanti. Si potrebbe sostituirla con un impianto nuovo, ma 1: qui non siamo in Trentino o in Val d'Aosta; 2 forse è giusto che le “piste” da essa servite rimangano poco affollate.
Arrivato in cima mi basta andare di pochi passi oltre la pista che scende a destra per godermi questo spettacolo: le prealpi più basse spuntano come isolotti dal mare di nubi, mentre all'orizzonte, verso ovest, si intravedono montagne più alte (il Rosa? Il Monviso?)

Sulla pista Val di Lei la neve è in ottime condizioni, così come sul versante della val Chiavenna.

La pista col lungo lago ghiacciato sullo sfondo

La temperatura intermedia, l'assenza di vento e di copiose nevicate recenti (se non la spolveratina del giorno prima) e la presenza di dolci pendii privi di tracce mi spingono a provare qualche fuoripista facile. C'è davvero l'imbarazzo della scelta!

Facili fuoripista alla destra della pista Val di Lei

E' la prima volta che solco la nivea vergine, mi sento emozionato: so che non potrò più farne a meno. Chi mi ha battezzato è Lei, ed ora le rendo il giusto onore.
La mia prima traccia solitaria di fianco a quelle di qualche animaletto

Seconda traccia

Altre tracce

Dopo una breve coda sulla biposto della val di Lei, l'unico impianto lento in tutto il comprensorio, verso mezzogiorno sono di nuovo sul Groppera.
Riesco anche a fotografare il saltino di uno che scende col parapendio:

Voglio tornare verso Madesimo per fare le piste che mi mancano, ma ora mi attende il celebre Canalone.

Ora, sullo Skiforum ho letto cose del tipo: “ma sì, portacela la tua ragazza sul Canalone, non è niente di troppo difficile!”; qualcuno più accorto ha detto che prima è meglio controllarne le condizioni.
Ed ha ragione: nelle condizioni in cui l'ho trovato infatti era senz'altro qualcosa di molto ostico: la prima parte soprattutto, molto ripida e piena di gobbe. Appena provo a prendere un poco di velocità, caccio il sedere in terra.
Gobbe all'inizio del Canalone

Verso la metà le gobbe si attenuano e la pendenza diventa più accettabile: finalmente posso tirare qualche curva alla svelta e alzare un pochino di polvere!


Ma ecco che arriva il ghiaccio, e i sassi qua e là... insomma, arrivato giù sono sudato ed esausto (più freni più ti stanchi): una breve pausa pranzo al rifugio è quel che mi ci vuole.
Le veloci seggiovie e l'ovovia mi permettono di fare in breve tempo 3 o 4 discese: il grosso della gente sta ancora mangiando, nessuno mi vieta di tirare un po'. Dopo aver fatto il Canalone, mi sembra di passeggiare su queste belle piste, rosse o nere che siano.
Piste servite dalla seggiovia Montalto

Piste che scendono da Cima Sole

Interpista:il muro iniziale

Parte centrale più semplice

Verso la fine

Ma tutto questo ormai non mi basta più: voglio tornare da Lei!
Stavolta, giunto sul Groppera, decido di scendere dalla parte sinistra. Cerco di amministrare al meglio i circa 400 metri di dislivello, osando un po' di più rispetto a prima ma senza allontanarmi eccessivamente dalle piste.
Prima...

Giù!!! ...........................................................dopo

Ancora però non riesco a trovare la giusta misura: prima costeggio una piccola scarpata piano piano e mi ritrovo fermo in un passaggio complicato; poi prendo velocità per oltrepassare una cunetta e mi ritrovo gli sci conficcati in un cumulo di neve fresca che puntavo a saltare (eccolo lì sopra fra la mia traccia e il sasso!). Malgrado tutto riesco lostesso a divertirmi da matti, e raggiungo da dietro il rifugio Val di Lei per un caffè; la gente seduta ai tavoli mi guarda incuriosita mentre gli “atterro” sopra; ma da qui non sono certo il primo che ci passa.

Fuori pista in Val di Lei, scendendo lasciandosi la seggiovia sulla destra

Pista Caurga vista dal rifugio Val di Lei

Dopo la meritata pausa faccio la pista sinistra, che mi mancava, poi svalico di nuovo; stavolta prendo il Canalone a cuore più leggero, le sue condizioni sono leggermente migliorate: però è un po' meno pulvirulento di prima.

Sua maestà il Canalun

A Madesimo ripeto le piste migliori, poi mi riporto piano piano verso Motta.
Pista Valsecchi: l'inizio

a metà

Verso la fine

Piste a Motta: Casceè

Marcadello, nera, l'ultima discesa

Alle 16,00 prendo di nuovo la funicolare e torno al parcheggio, il cui fango nel frattempo si è scongelato. Nel bene o nel male, l'ultimo atto di una giornata indimenticabile!