Beatrice_97

New member

Ciao!​

Sto conducendo una ricerca di tesi sullo sci e sul legame emotivo che chi scia ha con questo sport. Per questo, mi piacerebbe raccogliere una serie di aneddoti, riguardanti giornate di sci, che raccontino di momenti che vi sono particolarmente rimasti nel cuore. I nomi possono essere di fantasia! Se non aveste una storia da raccontare, potete anche scegliere di rispondere a un paio di domande: come avete imparato a sciare? e che cosa vi lega a questo sport?​

renderTimingPixel.png
 
Cara Beatrice, ti sei iscritta il 31 dicembre 2022 e adesso, senza presentarti e senza mettere una foto del profilo un po' più accattivante, esci con questa richiesta
:TTTT
?
Parlaci di te, e noi ti diremo perché sciare può essere una delle esperienze più appaganti o più frustranti a seconda della situazione. Perché una discesa sul pendio giusto, con la quantità di neve giusta, della qualità giusta, è meglio di altra roba che con gli anni impari essere sopravvalutata :cool:
 
Cara Beatrice, ti sei iscritta il 31 dicembre 2022 e adesso, senza presentarti e senza mettere una foto del profilo un po' più accattivante, esci con questa richiesta
:TTTT
?
Parlaci di te, e noi ti diremo perché sciare può essere una delle esperienze più appaganti o più frustranti a seconda della situazione. Perché una discesa sul pendio giusto, con la quantità di neve giusta, della qualità giusta, è meglio di altra roba che con gli anni impari essere sopravvalutata :cool:
Ciao! Ho 25 anni e scio da sempre, tanto che ho deciso di sviluppare la mia tesi su questo tema :) la foto più accattivante l'avresti chiesta anche a un uomo?
 
Cara Beatrice, ti sei iscritta il 31 dicembre 2022 e adesso, senza presentarti e senza mettere una foto del profilo un po' più accattivante, esci con questa richiesta
:TTTT
?
Parlaci di te, e noi ti diremo perché sciare può essere una delle esperienze più appaganti o più frustranti a seconda della situazione. Perché una discesa sul pendio giusto, con la quantità di neve giusta, della qualità giusta, è meglio di altra roba che con gli anni impari essere sopravvalutata :cool:

Secondo me la foto profilo È accattivante! Una seggiovia così non l'ho mai vista.
Al tonale le ho viste gialle con inserti neri, sotto il Cervino lato zermatt le ho viste con la cupola blu. Ma come questa mai.

Comunque hai ragione quando affermi che il noto tubero è sopravvalutato, ma è per l'appunto una saggezza che si acquisisce con gli anni. :TTTT
 
seggiole di quel tipo le ho viste a Bettmeralp e a Grindelwald lato Eiger, le storie migliori sono quelle dell'utente "Missouri"
 
Secondo me la foto profilo È accattivante! Una seggiovia così non l'ho mai vista.
Al tonale le ho viste gialle con inserti neri, sotto il Cervino lato zermatt le ho viste con la cupola blu. Ma come questa mai.

Comunque hai ragione quando affermi che il noto tubero è sopravvalutato, ma è per l'appunto una saggezza che si acquisisce con gli anni. :TTTT
Hehe è un modellino fatto da dio, mai vista una così - proprio il motivo per cui l'ho scelta
 
Ciao! Ho 25 anni e scio da sempre, tanto che ho deciso di sviluppare la mia tesi su questo tema :) la foto più accattivante l'avresti chiesta anche a un uomo?
Bravissima, ottima risposta, che di boomer un po' bavosi ce ne sono tanti.
Adesso magari mi metto e ti scrivo qualche storia di sci... Però mi hai incuriosito! In cosa consiste il tuo lavoro di tesi?
 
Ti racconto un aneddoto, molto in breve (perchè essendo sedicente scrittore potrei infiocchettarlo per pagine e pagine).
Non riguarda me, ma mio padre.
Lui uomo di città, per giunta di mare, va con mia madre in viaggio di nozze in un tour che portava sino alla Costa Azzurra passando per Cervinia. Siamo nel 70, i miei avevano pochi soldi e tanti sogni, e al tempo non si faceva la luna di miele in Polinesia o a Dubai.
Mia madre aveva messo gli sci qualche volta da adolescente in Valtournenche nelle gite organizzate dalla sua parrocchia che aveva un prete sciatore, mio padre invece mai messi prima.
Decidono di prendere il maestro, saggiamente, in coppia e si avventurano carichi d'amore e entusiasmo non tanto per lo sci, quanto per la conquistata libertà di due novelli sposi che volano via dal nido familiare, al tempo ancora parecchio opprimente.
Mio padre non è mai stato uno sportivo, diciamolo, e con gli sci che sfioravano i due metri probabilmente deve aver faticato un po' a capire come non incrociare le punte o impostare una curva; il maestro, di certo un valligiano abbronzato come un capoverdiano e dai modi gentili di un troll di caverna deve avergli urlato qualche indicazione poco ortodossa, fino all'esclamazione decisiva: "Eh ma se lei fa così (si dava ancora del Lei nel '70) non scierà mai!!!!"
Mio padre alza lo sguardo su mia madre, lo riabbassa sugli sci, si piega per sganciare prima il destro e poi il sinistro, poi con fare quasi sollevato si rivolge al maestro e dice: "Guardi, se lei che è un esperto dice che non scierò mai, mi fido sulla parola".
Da quel giorno non si è mai più messo un paio di sci ai piedi.
Ma facendo lo skilift umano a Pian di Novello, su e giù non so quante volte, ha permesso a me e mia sorella di fare i primi timidi passi sulla neve...
 
Porto al polso un braccialetto che dice "skiing is not lifestyle, it's life" e non lo tolgo mai.
Comprai tanti anni fa una t shirt negli Stai Uniti, col disegno stilizzato di una traccia nella neve e la scritta "skiing was zen when we didn't know what zen was".
Ecco, la cosa più simile allo zen che mi venga in mente ora è lo sci, ma dev'essere perché in questi giorni non faccio altro...

La prima volta che misi gli sci avevo 5, forse 6 anni, al Passo del Sempione, davanti all'Ospizio dei frati, su una scarpata lunga pochi metri, di neve naturalmente non battuta.
A insegnarmi mio padre, che non aveva mai sciato veramente in vita sua. Sci di legno, assurdamente lunghi per quel tappetino che ero, attacchi antidiluviani, già vecchi persino per allora. Mi buttavo giù per quella discesetta (venivo buttato in verità) con un'unica raccomandazione, che consisteva nel grido "stai giù", che chissà cosa volesse dire nell'immaginario sciistico di mio padre. Io lo interpretavo, in mancanza di istruzioni migliori, come un invito a piegarmi in avanti, in una specie di assurdo inchino, fino a quando cadevo faccia avanti.
Dopo una serie di cadute, non ricordo quante, allora mi sembrarono comunque troppe, ero fradicio, stordito e per sempre innamorato di quello "sport" insensato.
Non ho più smesso.
 
Top