Ogni Paese (inteso come popolazione) ha le sue esigenze e le sue necessità.
Dettate, come in questo caso, molto spesso dal clima e dal territorio.
Non ha senso paragonare l'Italia con i paesi oltre le Alpi, neppure con la Francia, che pur avendo un grande affaccio sul Mediterraneo, per il resto è centro europeo.
Il paragone andrebbe fatto con Spagna e Grecia, i piu' simili come clima e posizione.
Vero poi che Milano non è Palermo, ma Milano è largamente abitata da palermitani (meno il viceversa).
Da dove vengo io (Livorno, non Lampedusa), se a maggio non sei già abbronzato come un carbone, significa che sei un pisano, con tutto cio' che ne consegue.
Quando per questioni covid qualcuno ha suggerito di andare a scuola fino al 30 giugno, si è squarciato il velo del Tempio da cima a fondo.
Se a settembre gli stabilimenti balneari dichiarano la fine dell'orario serale ( dalle 20 in poi), e la stagione è ancora gradevole vi è una sommossa popolare, perchè la gente vuol fare le 23:00 sul mare
Il PIL, in Italia, lo fa il mare in larga parte. Di sicuro il PIL fatto dagli italiani.
Poi c'e' anche la parte artistica, certamente, ma quello lo fanno piu' gli stranieri tutto l'anno.
Chi vuol farsi una settimana bianca, poi il modo lo trova.
Se invece vogliamo affrontare la cosa dal punto di vista degli studenti che ne trarrebbero giovamento spezzando in piu' parti il calendario scolastico, ok; ma chi li gestisce i figlioli in festa a ottobre se i genitori non hanno ferie nel solito periodo?
Centri estivi autunnali? Boh...non so.