Ora mi beccherò gli insulti da mezzo skiforum: bisogna andare avanti giorno per giorno e accettare la realtà. In questi giorni ci sono veramente "pochi" casi, infatti un pò tutti ci stiamo dando alla pazza gioia. Lo scorso maledetto febbraio la situazione era insostenibile, almeno nella Lombardia, c'erano focolai anche nei piccoli paesi di montagna, paesi che avevano le piste da sci. I ristoranti al lago lavoravano fino al tardo pomeriggio, sempre pieni, e infatti suddette località si sono automesse in zona rossa pochi giorni dopo il 15 febbraio. Figuriamoci cosa sarebbe successo con gli impianti aperti. Distanziamenti in coda alle seggiovie, cabinovie piene al 50% e nei rifugi?? Tutti insieme uno sopra l'altro? Ok basta cosi, io sono il primo a sperare di tornare a sciare a dicembre, spero che i vaccini siano efficaci, ma se dovesse esserci un'altra ondata (il che sarebbe gravissimo con tutte le vaccinazione che stan facendo) mi metto il cuore in pace. Se la conseguenza a una giornata sulla neve deve essere un letto in ospedale (ho letto notizie simili durante il primo lockdown a marzo 2020) preferirei evitare, grazie. Bisogna mettersi in testa che il mondo è cambiato. Esempio: il lavoro nella ristorazione, che fino a un anno e mezzo fa andava di brutto, ora non c'è quasi più nessuno che lo vuole fare. Spero che la stessa cosa non accada allo sci.