Luca pandolfi rip

S.I.P. Luca

Un anno terribile...accumuli enormi come quest'anno non lasciano alcun scampo se si rimane coinvolti.
 
Mi viene solo il pensiero....che ora la neve scenderà già tracciata per davvero !!

Chissà che gran discorsi ci saranno...
 
Non ho avuto la fortuna di conoscerlo dal vivo ma secondo me era un grandissimo.. per quello che faceva e anche per quello che diceva..questo un suo post sul vecchio forum che condivido al 100%..
grazie per averci ispirato, ride on!




Allora...mi scuso se non mi sono chiarito prima o se non ho risposto a tutti, cerchero' di farlo ora.
Mi sono trasferito a Chamonix perchè penso che sia il "villaggio di montagna" meno ipocrita del mondo in quanto ognuno è libero di interpretare la montagna come vuole e paga direttamente le conseguenze delle sue scelte e decisioni senza perdersi nella meschina bolgia di scarichi di responsabilita', accuse e polveroni inutili all'italiana.
Il mio concetto di montagna è quello di un luogo dove posso liberarmi da certi preconcetti ed agire con la parte di profonda di me stesso, cosa che mi risulta piu' difficile nella vita normale.
Quando si vive in questo modo, si sviluppano facolta' percettive (che tutti hanno ma che se non sviluppate restano in letargo) che permettono di "vedere"cose, situazioni, o condizioni che altri non possono vedere (la stessa cosa che dice DeBenedetti in Steep); ora cio' non vuol dire essere immuni dalle cazzate, anzi gli sbagli li ritengo un passo essenziale della crescita lungo questo cammino...le componenti sono tante, bisogna sbagliare ed essere fortunati per imparare perchè ci si muove su un terreno dove il piu' delle volte l'errore non perdona.
C'è chi va in montagna per esprimersi, chi per rilassarsi, chi per misurare i muscoli, il mondo è bello perchè è vario...una volta certi discorsi o comportamenti suscitavano in me la polemica, ora che sto trovando la mia quadra mi limito ad osservare; penso che la critica sia una mancanza di realizzazione perchè quando si è contenti in modo sano di cio' che si fa, si ha la naturale esigenza di condividerlo (ecco perchè posto alcune uscite).
L'uscita alla ovest non è stata completamente improvvisata, un amico ha preso una foto pochi giorni prima che è stata sviscerata in tutti i suoi aspetti; ora la nostra esperienza e feeling ci ha detto "o.k. si va" ed unita all'esperienza necessaria per piazzare soste per doppie o a disescalare in certe situazioni ed alla inestinguibile sete d'avventura ha fatto si che il progetto si realizzasse. La parte dove ci si è affidati per la maggior parte alla buona sorte è stata l'attraversamento dei ponti sul ghiacciaio; li o tengono o non tengono.
Ora il rischio in montagna è sempre presente come in qualsiasi attivita' d'avventura e lo si accetta o non lo si accetta; se qualcosa va storto crepo io non voi o qualcun altro per colpa mia; quando si accetta un rischio per avere qualcosa in piu' e si è completamente onesti con se stessi (è questo a mio avviso la parte piu' difficile) si vive un'esperienza superiore completamente diversa.
Tanta gente prende la guida per essere "sicura" e per scaricare su di essa ogni paura ed aspettativa ma gli incidenti capitano anche con la guida.
Quando uno si sente pronto per una certa salita o discesa sa per certo nel profondo del suo essere cosa rischia, l'ha ormai metabolizzato.
Quanti incidenti mortali in macchina ci sono? eppure tutti ogni giorno usano la macchina perchè è inevitabile far senza e la nostra mente ha inconsciamente accettato il rischio.
Quando si vive costantemente in questi ambienti si diventa un po' parte di essi, le esperienze diventano multisensoriali e cio' fa si che si osino cose che per chi non è abituato sembrerebbero folli.
Il paragone con gli altri è una tortura innata per l'essere umano che puo' avere dei lati positivi se utilizzato in modo sano; mi piace ricordare una frase di De Benedetti (tanto per cambiare); "non importa quale sia il tuo livello, se 6 al tuo limite proverai le mie stesse emozioni".

In salita ho usato i ramponi (Salewa; scarponi soft Burton driver x) tutto il cammino mentre gli sciatori hanno pellato (tranne che per il mont maudit); il vento copriva le tracce quindi ho ravanato sul Tacul, mentre era buona sul maudit e mur de la cote e poi ravanato di nuovo sulla calotta.

Sono un po' lunatico e non molto costante e metodico quindi cerco di essere in forma ed "improvviso" le mie discese a secondo di chi incontro e delle informazioni che ottengo.
Per certe linee come la ovest ci tengo un occhio per parecchio tempo e poi semplicemente "accade" (come anche il Lyskamm l'hanno scorso)...perfect moment, perfect feeling...io sono pronto, la linea è pronta...tutto succede facilmente, è difficile da spiegare (altre volte m'intestardisco su una cosa e non risolvo niente).
 
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