Valanga travolge il Rifugio Pian dei Fiacconi

Ma dimmi tu... ecco il cancro dell'economia montana oggi!
Questi stronzi valligiani miopi e retrogradi, che insieme agli ambientalisti integralisti si oppongono a tutti gli sviluppi di impianti e piste da sci, le uniche attività che portano soldi e prosperità alle valli di cui sono figli...

Non capisco quello che dici Madflyhalf. Da quello che leggo Guido, il gestore, si oppone alla ricostruzione di mega impianto e mega rifugio, alla quale invece sono favorevoli gli attuali proprietari dell'impianto. A chi stai dando dello stronzo miope e retrogado? A Guido per la sua visione di sviluppo a basso impatto o ai proprietari dell'impianto che hanno visioni di sviluppo ad alto impatto?

Ah, io sto con Guido.
 
Secondo me bisogna documentarsi e capire di cosa si sta parlando prima di sparare giudizi. Costruire un grande impianto su quel versante della marmolada è una porcata, lo era prima e lo è ancora di più adesso.

Gli eventi meteorologici estremi stanno diventando sempre più frequenti, quello che non era normale prima purtroppo sta diventando normale adesso. E di consegnuenza anche i rischi legati a valanghe come quella aumentano. Da quel che capisco anche lo scioglimento del ghiacciaio ha modificato la forma del pendio e quella che era sempre stata una zona relativamente protetta (dove c'era il rifugio) ora lo è molto meno. A queste valutazioni sul rischio si aggiungono quelle sull'impatto ambientale, che è innegabile, soprattutto in una zona ancora relativamente intonsa, e tutte le valutazioni economiche sulla sostenibilità dell'operazione riportate nell'articolo.

Guido è tutto tranne che miope, e infatti credo che invece ci abbia visto benissimo. Ah, tra parentesi, stiamo parlando di un ingegnere ambientale imprenditore che da vent'anni vive di turismo...
 
Secondo me bisogna documentarsi e capire di cosa si sta parlando prima di sparare giudizi. Costruire un grande impianto su quel versante della marmolada è una porcata, lo era prima e lo è ancora di più adesso.

Gli eventi meteorologici estremi stanno diventando sempre più frequenti, quello che non era normale prima purtroppo sta diventando normale adesso. E di consegnuenza anche i rischi legati a valanghe come quella aumentano. Da quel che capisco anche lo scioglimento del ghiacciaio ha modificato la forma del pendio e quella che era sempre stata una zona relativamente protetta (dove c'era il rifugio) ora lo è molto meno. A queste valutazioni sul rischio si aggiungono quelle sull'impatto ambientale, che è innegabile, soprattutto in una zona ancora relativamente intonsa, e tutte le valutazioni economiche sulla sostenibilità dell'operazione riportate nell'articolo.

Guido è tutto tranne che miope, e infatti credo che invece ci abbia visto benissimo.

Paole sante Riccardo....
Pur rispettando le idee degli altri, personalmente non mi capacito di come non si possa essere totalmente d'accordo con quanto sostiene Guido, davvero non ci riesco.
Certo che se si pensa solo a fare soldi in barba a tutto e tutti, a portare orde di turistoni in quota con la scusa di rendere accessibile la montagna anche ai disabili (sì perchè le merde spesso speculano anche sulle sofferenze delle persone) allora si spiega tutto...
 
Non capisco quello che dici Madflyhalf. Da quello che leggo Guido, il gestore, si oppone alla ricostruzione di mega impianto e mega rifugio, alla quale invece sono favorevoli gli attuali proprietari dell'impianto. A chi stai dando dello stronzo miope e retrogado? A Guido per la sua visione di sviluppo a basso impatto o ai proprietari dell'impianto che hanno visioni di sviluppo ad alto impatto?

Ah, io sto con Guido.

Secondo me bisogna documentarsi e capire di cosa si sta parlando prima di sparare giudizi. Costruire un grande impianto su quel versante della marmolada è una porcata, lo era prima e lo è ancora di più adesso.

Gli eventi meteorologici estremi stanno diventando sempre più frequenti, quello che non era normale prima purtroppo sta diventando normale adesso. E di consegnuenza anche i rischi legati a valanghe come quella aumentano. Da quel che capisco anche lo scioglimento del ghiacciaio ha modificato la forma del pendio e quella che era sempre stata una zona relativamente protetta (dove c'era il rifugio) ora lo è molto meno. A queste valutazioni sul rischio si aggiungono quelle sull'impatto ambientale, che è innegabile, soprattutto in una zona ancora relativamente intonsa, e tutte le valutazioni economiche sulla sostenibilità dell'operazione riportate nell'articolo.

Guido è tutto tranne che miope, e infatti credo che invece ci abbia visto benissimo. Ah, tra parentesi, stiamo parlando di un ingegnere ambientale imprenditore che da vent'anni vive di turismo...


Ragazzi ero sarcastico... so che non si leggeva tanto tra le righe, ma in altre discussioni anche recenti, ho ribadito più o più volte posizioni spesso critiche su certe cose, per cui sono stato perculato da tante persone, che sparano giudizi a zero su chi pensa che la montagna possa NON essere sempre impianti, caroselli e sci turistico... Con tanto di parole forti nei confronti di ambientalisti (su cui è sempre bello sparare facendo di tutta l'erba un fascio ambientalista, e senza entrare nel merito di obiezioni sensate), o peggio ancora nei confronti di chi pensiamo debba arricchirsi in valle.

Ma sono tranquillo che qualcuno, quando leggerà quel messaggio, capirà la mia ironia :)


Tranqui, io sono con voi e con il sig. Giudo Trevisan!!!

Al 1000%
 
Il signor Trevisan e’ quello che si lamentava che il nuovo impianto non sarebbe più arrivato sulla soglia del suo rifugio, ma sulla soglia di quello più a monte. Ora ci dice pure che il suo rifugio e’ stato danneggiato gia’ due volte, nel 1947 e nel 1976 ( vedi l’adige di oggi ). Per cui che sul fatto che il rifugio non possa essere più ricostruito in quel punto non ci scappa. Più che altro mi pare che invece che ricostruire il suo rifugio vicino al rifugio ghiacciaio Marmolada si opterà per ingrandire il rifugio esistente, che e’ senz’altro più piccolo del rifugio travolto dalla valanga. Ma senza il signor Trevisan a gestirlo. Ovviamente non e’ contento, e sta avvelenando i pozzi. Avete presente la barzelletta del contadino noneso che chiede al genio della lampada di levargli un occhio? Ecco. Uguale.
 

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Gli eventi meteorologici estremi stanno diventando sempre più frequenti, quello che non era normale prima purtroppo sta diventando normale adesso. E di consegnuenza anche i rischi legati a valanghe come quella aumentano. Da quel che capisco anche lo scioglimento del ghiacciaio ha modificato la forma del pendio e quella che era sempre stata una zona relativamente protetta (dove c'era il rifugio) ora lo è molto meno. A queste valutazioni sul rischio si aggiungono quelle sull'impatto ambientale, che è innegabile, soprattutto in una zona ancora relativamente intonsa, e tutte le valutazioni economiche sulla sostenibilità dell'operazione riportate nell'articolo.

Guido è tutto tranne che miope, e infatti credo che invece ci abbia visto benissimo. Ah, tra parentesi, stiamo parlando di un ingegnere ambientale imprenditore che da vent'anni vive di turismo...

grazie, quindi prima di ricostruire qualcosa di nuovo dovranno cercar di preveder bene come potrà esser l'andamento del ghiacciaio...auguri:PAAU
 
grazie, quindi prima di ricostruire qualcosa di nuovo dovranno cercar di preveder bene come potrà esser l'andamento del ghiacciaio...auguri:PAAU

Abbastanza semplice. Ci sono gia i rilievi sulla profondita del ghiacciaio. Bisogna ragionare quando si sara sciolto tutto.
Un ambiente appena deglacializzato é un ambente molto dinamico a forte rischio frane e valanghe. La superificie del terreno si deve adattare all assenza di ghiaccio. Ci impiega secoli.
Dunque i rischi sono molti. Come persona attenta all´ambiente direi no.


Detto questo, in ottica sciistica, dico che la Marmolada é uno dei pochi posti che da garanzia di buon innevamento invernale anche con gli scenari piu bui del cambiamento climatico,
dunque come persona appassionata di sci direi che é uno dei pochi posti dove ha senso investire in nuovi impianti.
 
Ragazzi, siamo un po' obiettivi su...
Il rifugio Pian dei Fiacconi ha goduto dell'effetto benefico di avere la cestovia che fermava davanti alla porta.
Tolte quelle giornate di follia da powder, il grosso del suo fatturato era il merenderos che saliva, faceva due, ripeto, DUE metri a piedi e poi si mangiava il panino, la torta il piatto di pasta.
Il tutto mentre il rifugio di fianco, solo perché 100m piú in alto, era deserto.

Avessero proposto di sostituire la cestovia con un automatico sullo stesso tracciato, avrebbe applaudito all'operazione. Invece con il nuovo tracciato che "ferma' all'altro rifugio, tutto d'un tratto, l'impianto diventa uno sfregio insopportabile alla montagna.
Spostano i piloni da una linea all'altra, smantellano qui e ricostruiscono lá. Tolgono una cestovia con MOLTI veicoli in linea, con una cabinovia piú veloce ma con meno veicoli.

La posizione "cesti si, nuova automatica no perché é impattante" non é oggettivamente sostenibile.

Ho massimo rispetto per Guido e il coraggio, la cura e la passione che ha avuto nel gestire il rifugio e capisco quanto deve essere difficile per lui questo momento.

Ma non dimentichiamoci che parte fondamentale della sua azienda era la cestovia, un impianto alla cui gestione economica non ha mai partecipato. Ci son stati momenti in cui la cestovia era in difficoltá economiche mentre il rifugio no (e la dimostrazione lapalissiana é che non sono mai riusciti a rimodernarla ed estenderne la vita tecnica).

Ripeto, dispiace. Ma Gigiotto ha un po' di ragione.
 
Condivido la tua analisi, Matteo serve un equilibrio equo, ambiente, economia del territorio

anche se, oggi, mi sembra che si venda il prodotto Dolomiti più come una cartolina, oggi si sale per farsi i selfie

dimenticandosi di tutto il resto: ambiente, territorio, arte e costdmi, ed economia del territorio,
 
Ultima modifica:
Vorrei riportare questi articolo. Con tanto di intervista a Trevisan. Nel 2019 la lamentela di Trevisan era che il nuovo impianto sarebbe arrivato più in alto ed avrebbe perso la clientela, non che più in alto non fosse sicuro, o “l’impatto devastante” della nuova telecabina.
ANZI nel 2019 sosteneva che il Pian dei Fiacconi fosse zona sicura ( lui e’ appunto ingegnere ambientale) . Ma ora, nel 2020, tira fuori due valanghe che avevano precedente colpito il rifugio. Mi pare che ci sia un grosso problema di coerenza.

https://corrierealpi.gelocal.it/bel...estovia-arrivera-un-nuovo-impianto-1.37445247

Dal punto di vista ambientale il nuovo impianto avrà solamente 17 cabine e solo una manciata di piloni, rispetto alle numerosissime ceste e dozzine di piloni. Inoltre , essendo ad ammorsamento automatico, le poche cabine saranno facilmente messe a magazzino non solo fuori stagione, ma probabilmente tutte le volte che fa brutto tempo.
 
Per me qualunque impianto nuovo sulla Marmolada, finché ha un ghiacciaio, è un'idiozia.
E forse anche dopo.

Ma io dico c'è intorno Arabba, Canazei, Penia, Sellaronda, Buffaure, Stokazzo e Stacippa, ma porco *** ma dobbiamo proprio togliere quell'ultimo baluardo di tranquillità, di uno sciare diverso, immerso (ma ben separato e appartato) tra il delirio dei caroselli SuperSki?

Ce n'è (attenti a questo termine che sta per arrivare) BISOGNO?


Non ci si lamenti poi che lo sci in pista sia considerato deturpazione del panorama, forzatura della natura, e ci facciamo una reputazione di merda eh.

CE LO MERITIAMO TUTTO.
 
Mi sa che canto fuori dal coro (anzi no siamo almeno in due).
Veramente pensiamo che lo sviluppo sostenibile sia un mega impianto dal Fedaia a Rocca? In mezzo a vallate dove ci sono centinaia di km sciabili e dove arriva già una funivia? Serve veramente alla comunità?
Non è che un minimo di wilderness (minimo minimo minimo eh) a molti possa far piacere? é una vetta simbolo, servono veramente 2 impianti che la raggiungono? Poi chiaro, forse se fossi un costruttore di funivie o il gestore dell'impianto dismesso avrei pensieri diversi, ma la pressione antropica sull'ambiente a mio avviso è già troppo alta. E lo dico da sciatore anche di pista (e quanto mi manca quest'anno!) in mezzo al superski di piste e impianti ce ne sono al bisogno.
L'impianto sul versante trentino serve principalmente alle tasche di chi lo realizza prima e di chi lo gestisce poi ed ogni considerazione ambientale passa in secondo, no ultimo piano (... tanto son 4 sassi buoni neanche per le capre...).
Non so quanto aumenterà l'indotto per albergatori e ristoratori etc. Credo non molto, ma sono pronto a ricredermi dati alla mano. Non mi pare che la sopravvivenza della val di Fassa dipenda da questo impianto.
Se vuoi arrivare in vetta un'impianto c'è già.
Io sono per demolire l'impianto e stop, ed ho anche qualche perplessità sulla ricostruzione del rifugio se devo dirla tutta. Sicuramente farei togliere le macerie, oltre che i piloni in disuso.
 
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