impianti sciistici chiusi "solo fonti ufficiali" covid 19

Era a mo' di esempio ma hai ragione ho sbagliato a riportarlo. Ma visto che il discorso si stava ampliando anche agli altri comprensori mi sembrava interessante.





Ma per il secondo link che ho postato non mi dici nulla? Oppure è falso che anche gli impianti del DSS possono usufruire di finanziamenti pubblici? Da quanto scrivevi tu sembrava che non ci fossero... tanto basta vedere qualche bilancio...
Oppure in DSS per gli investimenti preferiscono pagare un tasso di interesse più alto alle banche anziché richiedere un finanziamento alla Provincia a condizioni molto più vantaggiose? O riescono a fare ricorso all'autofinanziamento (e quindi presumo che abbiano delle riserve assai elevate e tanto di capello).

Magari questo tipo di investimenti pubblici la regione, di fronte a una domanda del genere da parte di un gestore di impianti del DSS, risponde con una xprrr??
Perchè se non riescono a sostenersi economicamente nel DSS è la fine...
 
Le zone sciistiche secondo la normativa della provincia di Bolzano, che rispecchia le direttive contro la concorrenza della Ue, sono divise in 3 categorie. Locali, destinate essenzialmente a clientela che vive nelle immediate vicinanze, nazionali, destinate a clientela che principalmente va e viene in giornata, ed internazionali, cioè quelle che possono fare concorrenza sul mercato europeo.
E come fanno a distinguere le 3? In base ai posti letto della zona.
Ovviamente dato il numero dei posti letto praticamente nessuna delle stazioni altoatesine del DSS gravità nelle prime due categorie.
I contributi, sono in percentuale a scendere delle 3 categorie. E pure la graduatoria del plafond di copertura. Per cui anche se teoricamente le stazioni altoatesine del DSS avrebbero accesso a qualche contributo sugli investimenti ( si parla del 10-15% ) , in pratica il plafond e’ appena sufficiente a coprire le stazioni a valenza locale e nazionali, che sono principalmente quelle della val Venosta e vallate laterali ad essa. Forse nel recente passato qualche soldo e’ andato alle stazioni del DSS della val d’Isarco. Che avevano seriamente bisogno di rinnovamenti importanti. Per le altre nulla.
Per quanto riguarda il Trentino vige una normativa simile, perché rispecchia direttive della UE. Il collegamento Pinzolo-Campiglio infatti rientra non tra gli impianti sciistici ma tra la categoria “mobilità alternativa”, in pratica invece degli skibus, che puzzano, inquinano ed occupano le strade, hanno finanziato degli impianti che collegano le due zone. Lo stesso criterio sarà utilizzato per il collegamento San Martino-Passo Rolle, ed in parte per la telecabina che partirà da Moena verso il Lusia.
E vorrei far notare che questi casi sono impianti che per il privato non sarebbero economicamente sostenibili. Ma data la loro funzione di trasporto pubblico alternativo alle automobili ed ai bus allora si giustifica l’investimento pubblico.
 
Le zone sciistiche secondo la normativa della provincia di Bolzano, che rispecchia le direttive contro la concorrenza della Ue, sono divise in 3 categorie. Locali, destinate essenzialmente a clientela che vive nelle immediate vicinanze, nazionali, destinate a clientela che principalmente va e viene in giornata, ed internazionali, cioè quelle che possono fare concorrenza sul mercato europeo.
E come fanno a distinguere le 3? In base ai posti letto della zona.
Ovviamente dato il numero dei posti letto praticamente nessuna delle stazioni altoatesine del DSS gravità nelle prime due categorie.
I contributi, sono in percentuale a scendere delle 3 categorie. E pure la graduatoria del plafond di copertura. Per cui anche se teoricamente le stazioni altoatesine del DSS avrebbero accesso a qualche contributo sugli investimenti ( si parla del 10-15% ) , in pratica il plafond e’ appena sufficiente a coprire le stazioni a valenza locale e nazionali, che sono principalmente quelle della val Venosta e vallate laterali ad essa. Forse nel recente passato qualche soldo e’ andato alle stazioni del DSS della val d’Isarco. Che avevano seriamente bisogno di rinnovamenti importanti. Per le altre nulla.
Per quanto riguarda il Trentino vige una normativa simile, perché rispecchia direttive della UE. Il collegamento Pinzolo-Campiglio infatti rientra non tra gli impianti sciistici ma tra la categoria “mobilità alternativa”, in pratica invece degli skibus, che puzzano, inquinano ed occupano le strade, hanno finanziato degli impianti che collegano le due zone. Lo stesso criterio sarà utilizzato per il collegamento San Martino-Passo Rolle, ed in parte per la telecabina che partirà da Moena verso il Lusia.
E vorrei far notare che questi casi sono impianti che per il privato non sarebbero economicamente sostenibili. Ma data la loro funzione di trasporto pubblico alternativo alle automobili ed ai bus allora si giustifica l’investimento pubblico.

Chiarissimo.
Ma la differenza "sottile" è nella parte che ti ho sottolineato e riportato in grassetto.
Perché se non sbaglio (e potrei sbagliarmi tranquillamente), il trucchetto è proprio quello della "mobilità alternativa" che fa si che gli impianti di collegamento, anche quelli tra le vallate top del DSS, possono essere finanziati al 100%.
Ci tengo a dirti che per me non c'è nulla di male, anzi vanno incentivati perché comunque con il turismo creano un indotto notevole che fa si che quei luoghi siano tra i più ricchi d'Europa, ma far passare come che non ci sia nessuno aiuto lo ritengo un "pochino" ipocrita perché se si tratta di una reale mobilità alternativa allora gli impianti di collegamento dovrebbero essere aperti 365 giorni l'anno e non fino a quando sono aperti gli altri impianti che servono sciatori e mtb. Anche perché come scrivi te, sono impianti che sarebbero economicamente insostenibili, come lo sono molte tratte ferroviarie e stradali che sono coperte dal servizio pubblico in concessione o tramite affidamento e che pur perdendo devono garantire l'apertura e il transito 365 giorni l'anno.

Diciamo che se una cosa del genere fosse stata fatta a Napoli avremmo detto che avevano fatto una furbata...
 
Non capisco il senso di questa tua polemica. E’ ovvio che questi impianti servono per collegare centri abitati tra loro, o centri abitati alla base degli impianti. E servono per evitare che i turisti usino l’auto. Se invece che impianti a fune la provincia finanziasse un treno o un bus sulla stessa tratta non sarebbe la stessa cosa? E fuori stagione vengono chiusi perché’ appunto servono per diminuire il traffico stradale dai paesi alle stazioni di sci o tra i paesi. Fuori stagione non servirebbero ad un tubo. Come fuori stagione non servono gli skibus, sempre pagati anche con denaro pubblico, oltre che con contributi di impianti ed alberghi.
 
Semplicemente non è vero che il DSS viaggia senza finanziamenti pubblici.
Basta ammetterlo, nulla di male, succede ovunque.
 

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Ammetto che gli impianti che fanno prevalentemente un servizio pubblico di trasporto alternativo agli automezzi godono di aiuti importanti, come lo godono tutti i sistemi di trasporto pubblico. Dai treni, ai bus alle metropolitane. Tutto qui. Ed i fini della semplicità di gestione sono gestiti come impianti facenti parte del consorzio DSS in modo da avere un titolo di viaggio unificato, ma sempre restando di proprietà pubblica. Ma se una società privata perde soldi a causa della chiusura imposta d’autorità e non per colpa della gestione, non vedo perché i soci privati dovrebbero aprire il portafogli, o peggio, fare debito in banca, per rimborsare dei soldi non dovuti. Se le autorità, che hanno imposto la chiusura, desiderano intervenire nei confronti dei consumatori possono rimborsare loro. Come ho detto il 10% di sconto sul prossimo stagionale e’ da considerarsi un’offerta promozionale.
 
eh, è da vedere, perché a stagione aperta la neve la curano in modo che basti sino alla fine...

sai che a maggio in settimana la ammucchiano e il weekend la spargono?
 
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