...innegabilmente il proliferare di testate internet, programmi di news locali, ecc. ha portato in alcuni casi a reclutare dei "giornalisti" un po' alla 'ndo cojo cojo con uno scadimento MEDIO generale che è osservabile tutti i giorni.
E chiaramente il giornalista che sbaglia fa più notizia dei venti che svolgono il loro compito senza errori.
Hai ragione a scrivere "giornalisti" tra virgolette.
I social e i blog non hanno valenza giornalistica né sono iscritti al registro delle testate in tribunale. Male fa chi copia da queste fonti. Non mettiamoli per favore nello stesso mazzo dei giornalisti veri.
Le testate web di qualche peso sono restituzione delle testate cartacee, oppure hanno uno specifico giornalistico che porta dritto a processo chi sbaglia. E alla berlina chi scrive inesattezze.
Un mio saggio di qualche anno fa era dedicato proprio ai rischi della finta informazione, alle fake news, all'orientamento politico tramite social e all'allontanamento dei giovani dal giornalismo tv-stampa "filtrato" dai professionisti, alla patetica illusione di trovare "la verità" sul web.
Hai ragione pure nel dire che un errore fa più notizia di dieci cose ben fatte.
Avresti anche ragione a dire che la cronaca politica è in larga parte venduta o partigiana. E che a tante persone bisognerebbe ritirare il tesserino domani, aggiungo io.
E che lascerei scrivere pubblicamente chiunque solo dopo un esame da cui si salverebbero in pochissimi (ma io sono grammar-nazi, mea culpa).
Vorrei peraltro dirti che certe opacità professionali le trovi tra medici (tutti incapaci?), poliziotti (tutti corrotti?) giudici (tutti venduti?) impiegati (tutti fannulloni e ladri?), imprenditori (tutti evasori?), attori (tutti in odore di prostituzione?), preti (tutti pedofili?), commercianti (tutti truffatori?), fino ai maestri di sci cui daremo la colpa se non sappiamo sciare. Ma tutto questo ha poco peso.
Dare addosso ai giornalisti solo perché si espongono attraverso un lavoro pubblico è uno sport nazionale davvero poco commendevole che richiama molto da vicino chi li definì "pennivendoli" dimenticando che erano suoi colleghi fino al giorno prima. Ma non è questo il punto.
Quello che non sopporto (e qui vado davvero OT, non c'entra nulla con quanto detto finora) è lo scarico di responsabilità, il lavarsi la coscienza dando la colpa a qualcuno per le falle di questo disastrato paese,
Mai che l'italiano medio ammetta " La mia squadra di calcio ruba le partite, il mio partito politico si è rivelato una banda di ladri p.uttanieri, voto a caxxo, lavoro male e creo danni a catena, mi pagano per non fare un tubo, non sono virologo, economista, sismologo, ingegnere pontista, indi farei meglio a stare a sentire prima di esprimere un parere. Dovrei evitare di far parte di quel mondo social tuttologo che crea allarme. E in più ammetto di non capire una cippa di musica e di scrivere come una bestia perché a scuola ero pigro e svogliato!". MAI. Più facile dare la colpa ai giornalisti. Diodato ha vinto Sanremo, giornalisti di m.erda.
In alternativa la colpa è della pubblicità, o della TV, o degli sceneggiati. Recentemente la colpa è stata riversata anche sui giudici.
Ma i giornalisti rimangono al vertice di questa demoniaca piramide del male, specie quando dicono qualcosa che non ci piace!
Tutto questo susciterebbe una risata di compatimento, se non fosse che il rischio di radere al suolo l'Ordine e dare la voce a qualsiasi irresponsabile resta altissimo.
Poiché siamo in una situazione tale che l'OdG , creato sotto il fascismo per controllare meglio la stampa, sta diventando l'ultimo baluardo contro il delinquente che divulga bufale per portare voti al suo partito o per crearsi una opinione pubblica favorevole ai suoi sporchi affari.
Finito il mio inutile sermoncino, parliamo di sci.
In questo senso forse "si stava meglio quando si stava peggio".
L'ironia merita sempre una levata di cappello. Chapeau, e che la punta della mia piuma spazzoli il suolo, come direbbe Cyrano.