Dottore non vedo ancora la sua risposta, è così?
Adesso la vede.
Il mese scorso ho rifatto a distanza ravvicinata le "mie" due discese di casa e mi sono accorto di quanto il Presena abbia perso
appeal, tra cannoni che sparano h24, la pista ormai ridotta a strada, e ben 2 punti in salita dove si deve racchettare. Di fatto la goduria sciistica è compresa tra il Passo Paradiso e l'immissione sulla Tonalina all'altezza dei cani, cioè circa 900 mdsl e poco più di 3 km. Poi inizia la Pegrà che per carità è in un ambiente delizioso ma sciisticamente è un orrore.
Peio è molto più sciabile con continuità da cima a fondo, sebbene non meno varia: la Mite è la parte più impegnativa, potremmo dire rossa scura, poi la Variante dei Monti rossa, quindi la Taviela rossa facile, per finire col campetto blu che è un toccasana per chi arriva giù cotto e stracotto. Tra l'altro, insieme a Bormio*, penso sia l'unico esempio tra quelli in esame dove dalla partenza vedi l'arrivo e viceversa.
Mi piace molto anche Alagna "sulla carta", ma dai 1600 in giù la pista fa quasi sempre pietà. Osservavo curiosamente che tra questa discesa e quella di Peio vi è più di un'analogia, sia dal punto di vista degli impianti (cabinovia Agamatic + funifor Doppelmayr) che da quello sciistico: si provi a paragonare Olen e Mite o rientro Alagna e Taviela e c'è parecchio in comune come tracciati.
*caso più unico che raro dove nel dislivello è compresa non una sola pista, o al limite una pista più variante, ma un intero comprensorio. Le combinazioni per fare 3000-1200 sono tantissime, e se da un lato questo è un pregio, dall'altro la presenza di parecchi incroci e bivi, soprattutto nel tratto centrale, non me la fanno percepire come unica entità ma come insieme di diverse piste.